Recensione

Here They Lie

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

E’ abbastanza immediato di fronte alla realtà virtuale pensare, tra le prime cose, agli horror: l’idea di trovarsi di fronte a minacciose entità paranormali o a misteriosi assassini viene sicuramente resa più stuzzicante e spaventosa dall’immersività offerta dai visori. E gli horror su PSVR non sono tardati ad arrivare: Here They Lie accompagna il lancio della periferica di casa Sony, promettendo un’esperienza disturbante e terrorizzante. Promesse mantenute? 
Il voto lo avete visto…
Un mondo malato
Non appena messo il visore ed avviato il gioco, ci rendiamo conto che Here They Lie soffre non poco la periferica per cui è stato pensato: dal punto di vista tecnico, infatti, il gioco sembra riportarci indietro di molti anni, offrendo animazioni fin troppo legnose e, in generale, un comparto grafico che fa storcere il naso pur tenendo conto dei limiti di Playstation VR. Senza contare le numerose volte in cui, esplorando le ambientazioni di gioco, siamo finiti involontariamente per trapassare i muri e fare un incontro ravvicinato del terzo tipo con le texture del titolo. Questi sono però problemi minori in confronto al resto: ad aggravare tutto ci pensa infatti un fastidiosissimo effetto blur, che renderà ogni oggetto talmente sfocato da non poterlo talvolta distinguere da ciò che lo circonda. Questo problema si presenta ancora quando si cerca di leggere un documento, in quanto le scritte risultano poco nitide e servirà un grande sforzo per leggere tutto, cosa che potrebbe risultare pesante alla lunga, visto quanto già la vista viene messa sotto sforzo durante le partite col visore.
Parlando dei documenti, questi saranno il metodo principale per veicolare la narrazione: sarà attraverso di essi, infatti, che dovremo cercare di capire gli avvenimenti che accompagnano il titolo. Here They Lie ci lascia girovagare per una città malata, popolata di persone con strane maschere di animale e stranamente violente, che lasciano spazio a veri e propri mostri che cercheranno di ucciderci non appena ci vedranno. Il racconto, dunque, è frammentato e, questo stile, che può piacere o meno, ci lascia diversi buchi nel continuum narrativo, facendoci interpretare la storia in maniera decisamente libera. Se questa può essere considerata una scelta stilistica, però, si può comunque rimproverare al gioco un’eccessiva lentezza di fondo, in quanto la trama diventa interessante solamente nella parte finale del gioco, rischiando dunque di annoiare il giocatore troppo presto. Per fortuna alla fine del titolo ci saranno alcuni bivi che condurranno a finali diversi, accrescendo, anche se di poco, la rigiocabilità al titolo.
Un giocatore malato
Passiamo però al lato prettamente videoludico: Here They Lie è un walking simulator a sfondo horror, niente di più e niente di meno. Ci sono delle brevi fasi stealth in cui dovremo proseguire senza farci vedere da alcuni nemici, ma per la maggior parte del tempo dovremo semplicemente camminare.
E questa parte è piuttosto riuscita: le location sono tutte caratterizzate da un’atmosfera malsana, che ricorda i racconti di H. P. Lovecraft, e gli strani accadimenti di cui saremo testimoni (che non vogliamo raccontare per evitare ogni possibile spoiler) aiuteranno a costruire un costante senso di ansia ed oppressione.
Si potrebbe pensare che il gioco, per come descritto finora, venga impreziosito dalla realtà virtuale; ma questo non succede, anzi, è proprio la VR a far sprofondare il gioco negli abissi.
Here They Lie, infatti, riesce a causare un’elevatissima motion-sickness, anche per gli stomaci più ferrei. Già dopo pochi minuti si comincia ad avvertire un forte senso di nausea, che potrebbe costringere ad abbandonare il gioco. Non solo, gli sviluppatori hanno spesso inserito effetti scenografici che prevedono l’utilizzo di forti luci improvvise. Sicuramente le scene sono belle da vedere, ma indossando il casco del VR quello che si prova è un immenso fastidio agli occhi, altro fattore che rischia di compromettere pesantemente il godimento del gioco.
Infine, lo schema di comandi: ci muoviamo con la levetta sinistra, mentre con i movimenti del volto possiamo guardarci intorno. Muovendo la levetta destra la visuale si oscurerà per un attimo prima di farci ritrovare ruotati di 45°: probabilmente pensata per ridurre la motion-sickness, questa soluzione finisce paradossalmente per aumentare il senso di disorientamento e di nausea, in quanto capita spesso di non capire più dove siamo, perlomeno per buona parte del gioco (prima di abituarsi a questi strani comandi).
E’ possibile, in realtà, cambiare l’opzione, e far ruotare la schermata con l’analogico destro senza che essa diventi buia: in questo caso, la schermata visibile si limiterà a rimpicciolirsi mentre ruotiamo la visuale. Purtroppo, anche questo sistema non argina affatto la motion-sickness causata dal gioco, che continuerà imperterrita ad affliggerci.
Il rischio, dunque, è che, nonostante l’esigua durata del titolo (poco più di due ore), il giocatore si trovi costretto ad abbandonarlo per via deli diversi fastidi che possono minuto dopo minuto insinuarsi nella nostra esperienza.

– Ambientazioni malate degne di Lovecraft

– Storia interessante…

– … ma troppo lenta

– Motion-sickness inspiegabilmente elevatissima

– Crea spesso fastidio agli occhi

– Schema di comandi (almeno) inizialmente disorientante

– Comparto tecnico insufficiente

5.0

Here They Lie ha dalla sua una buona atmosfera e delle location tanto malate quanto attraenti per i fan degli horror sullo stile di H. P. Lovecraft. Purtroppo, però, è tutto il resto a giocare contro: un comparto tecnico insufficiente, una storia fin troppo lenta; ma, soprattutto, le sensazioni di nausea ed affaticamento della vista che si provano già dopo pochi minuti. Here They Lie è l’esempio di un gioco che, forse, avrebbe fatto meglio a rimanere lontano dalla realtà virtuale.

Voto Recensione di Here They Lie - Recensione


5

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