Nel lungo percorso che l’uomo ha compiuto per arrivare ai giorni nostri, la donna ha sempre avuto un ruolo importante, ma allo stesso tempo difficile, un ruolo che la metteva in luce per virtù e capacità che, benché possedute, non venivano deliberatamente concesse da quello che sempre era identificato come il sesso forte. Solamente alcune elette hanno avuto forza e tenacia necessarie a rivendicare il loro posto. La storia della giovane e bella Nariko è proprio questa. Nata sotto il presagio di funeste disavventure, cercherà con tutta sé stessa di ottenere il ruolo che le spetta di diritto, come predestinata del suo clan, ad assumere il controllo della Heavenly Sword, la mitica spada forgiata dal fuoco divino e adatta per essere sguainata solo da coloro che sono immortali. Nariko desidera dimostrare il suo valore, rivendica la sua missione per preservare la mitica arma dal dominio del perfido Re Bohan, tiranno senza alcuna pietà che la brama con tutto sé stesso e non si fermerà di fronte a nulla pur di possederla.
Il sacrifico di NarikoIl gioco inizia in un momento non precisato, nel mezzo di un campo di battaglia, la giovane ragazza dai lunghi capelli rossi sta combattendo orde di nemici, quando all’improvviso accade qualcosa di inaspettato e ci si ritrova a vivere le vicende verificatesi nei cinque giorni precedenti a questo evento. Il clan guidato da Shen, padre di Nariko, cerca in tutti i modi di proteggere l’Heavenly Sword dagli assalti delle truppe di Bohan, ma invano. E’ per questo che sceglie, dopo anni di sofferta indecisione, di affidarla a chi avrebbe dovuto esserne il custode: sua figlia. Accade però l’imprevisto e, a causa della cattura di Shen, Nariko decide di imbracciare la mitica arma, sapendo che questo la condurrà alla morte, ma decisa a porre fine ad ogni orrore e schiavitù.Uno degli aspetti più azzeccati del gioco risiede nella qualità dei filmati, che si alternano alle sessioni giocate. La vicenda è da subito delineata e viva davanti a noi, con un taglio decisamente cinematografico.Superata la fase iniziale, in cui si prende confidenza con i controlli basilari, il gioco vero e proprio ha inizio nel momento in cui l’Heavenly Sword è imbracciata dalla protagonista e il suo potere sprigionato in tutto il suo splendore.Sarebbe semplice iniziare a fare paragoni con l’elite dei giochi action di questi anni, a partire da God of War, ma abbastanza fuori luogo. E’ vero, Heavenly Sword prende spunto dal capolavoro di Santa Monica Studio per alcuni particolari, ma struttura generale e trama non sono paragonabili.Alla base dei controlli abbiamo tre tecniche di combattimento cui fare riferimento, ognuna con delle combo specifiche e incrementabili. Le tecniche si fondano sulla pressione o meno dei tasti dorsali del Sixaxis, precisamente L1 e R1. Tenendo premuto R1 si imposterà l’ assetto “forza”, il più potente, in grado di devastare anche i nemici più attrezzati e possenti. Utilizzando L1, invece, si propenderà per l’assetto “distanza”, che garantisce attacchi concatenati a largo raggio ma dall’intensità decisamente minore. Sono adatti soprattutto per nemici scoperti e per quelli di media forza. L’alternativa è l’assetto “velocità”, basato solo sulla pressione dei tasti frontali, molto rapido ma poco efficace in termini di danno inflitto.Tutte le combo si svolgono alternando i tasti quadrato e triangolo. Con il cerchio invece è possibile eseguire delle mosse superstile, con cui applicare prese speciali e definitive sui soldati che vi attaccano. Tutti quanti gli stili progrediranno nel corso del gioco, attivando nuovi attacchi sempre più efficaci.I controlli quindi si collocano a metà strada tra un Ninja Gaiden e un God of War, risultando a conti fatti simili ma non identici ai sistemi adottati da questi titoli. Altra differenza che balza subito all’occhio è l’assenza del salto: mentre con la levetta analogica destra è consentito rotolare per schivare colpi e proiettili, non c’è modo di saltare da fermi, aggrapparsi a sporgenze o salire sui muri di corsa come abbiamo visto fare altrove. L’intenzione degli sviluppatori sembra quella di sottolineare la componente mortale della protagonista, in contrapposizione alle capacità della spada, l’unica a fornire poteri speciali. Ovviamente a questo si affiancano le eccezionali doti di guerriera di Nariko. Il turbo stesso, elemento caratteristico degli action, manca all’appello, sostituito esclusivamente dalle mosse stile. I boss sono ben organizzati, con scomposizioni della battaglia in varie fasi, ognuna delle quali sviluppa una diversa tipologia di attacco. La difficoltà comunque è abbordabile, ma è molto importante fare uso della schivata per avere il sopravvento. L’IA a dire il vero globalmente non è molto sviluppata, si vede che si è puntato sulla quantità piuttosto che sulla qualità dei soldati, anche se questo è un piccolo neo che riguarda in generale il mondo action.L’interattività con gli oggetti che troviamo lungo il cammino è elevatissima: alla fine di ogni scontro, oltre ai cadaveri dei nemici a terra (da notare che se Nariko ci cammina sopra i corpi si spostano) anche detriti, pezzi di legno e di terracotta di vasi e barili oltre a spade, scuri e martelli rimangono a terra. Tutti questi oggetti oltre ad arricchire gli ambienti, possono servire come armi da lanciare contro i soldati che vi attaccano. Gli stessi cadaveri sono presi in spalla dall’atletica eroina, e scagliati con forza ad una distanza considerevole.
Non solo saggezza e fermezza, ma anche stravaganzaNariko non è l’unica e indiscussa protagonista del gioco. Uno spazio di rilievo viene lasciato alla piccola ed agile sorellina Kai. Sorella adottiva a dire il vero, in quanto recuperata da piccola quando era abbandonata a sé stessa. Tra le due ragazze c’è un legame fortissimo, oltre che una profonda diversità caratteriale. Se Nariko è il riferimento per saggezza, tenacia e volontà, Kai è la stravaganza fatta persona. Le sue movenze feline ed i grandi occhi che spesso e volentieri sono persi nel vuoto, la rendono un personaggio controverso ed allo stesso tempo in grado di stemperare l’atmosfera in più di una situazione. Anche in questo caso è positivo constatare la differenziazione, sia caratteriale, che nello stile di combattimento, delle due sorelle. Nariko è azione allo stato puro e corpo a corpo; al contrario Kai predilige colpire dalla distanza e fa di rapidità e leggerezza i suoi punti di forza. Si muove come un gatto, armata della sua letale balestra e decima nemici per mezzo delle frecce, con la stessa rapidità che ha Legolas con l’arco. Qui dobbiamo parlare obbligatoriamente dell’implementazione del sensore di movimento. Infatti, possiamo scegliere di indirizzare ogni freccia verso un bersaglio e ricorrere alla levetta analogica, oppure sfruttare l’inclinazione del joypad. Mentre la prima è più immediata come soluzione, la seconda è più divertente ma anche più difficile da padroneggiare, in particolar modo se le distanze sono limitate e i nemici un numero considerevole.Anche Nariko comunque può fare uso del sensore in quelle fasi in cui imbraccia una specie di cannone molto potente, che spara grossi razzi esplosivi.
Motion capture e sceneggiatura da OscarHeavenly Sword ha una struttura che ricorda in molte fasi quella di una pellicola cinematografica. Lo sforzo degli sviluppatori si è concentrato sulla creazione di un gioco che mantenesse i livelli di pathos e coinvolgimento del grande schermo.Le scene si susseguono senza soluzione di continuità, tra un livello e l’altro, e invogliano a proseguire, a rimanere incollati al televisore. I filmati di intermezzo sono eccezionali in tutti gli aspetti: il lavoro certosino di Motion Capture ha pagato in questo senso. Il volto di Nariko è di una bellezza rara, dal sapore esotico e misterioso. I suoi occhi sono tra i più espressivi che si siano mai visti in un videogame, così come la mimica del corpo. Disperazione, rabbia, dolore, si palesano sul volto della nostra eroina con una tale profondità da invogliare a riguardare gli intermezzi più volte. Anche Re Bohan, interpretato da Andy Serkis (che già ha prestato il suo viso per il subdolo e ripugnante Gollum nella trilogia “Il Signore degli Anelli”), è veramente ben caratterizzato, spavaldo e sbruffone proprio come i peggiori tiranni, assetato di potere e supremazia su qualsiasi individuo. Lo stesso dicasi per i suoi scagnozzi, in particolare il losco generale Volpe ed il deforme Grugno, realizzato talmente bene da essere spettacolare nella sua ripugnanza.Il tutto è suggellato da un doppiaggio in italiano finalmente all’altezza, con una variazione di tonalità e di intensità che nulla invidia ai doppiaggi Hollywoodiani.
Che profondità di paesaggioIl paesaggio non ha bisogno di presentazioni, essendo di una qualità e una magnificenza veramente degni di nota. Rispetto alla demo scaricata dallo Store sono migliorati gli sfondi, più limpidi e brillanti, e anche la qualità generale dei colori. Le ambientazioni hanno grande profondità sia in orizzontale che in verticale e la cura per i dettagli di palazzi, montagne, sentieri, piante è maniacale. Sicuramente l’ambientazione più bella in senso assoluto è quella presso il palazzo di Bohan, con enormi e magnifiche cascate che scendono a precipizio e tanti piani, corridoi e ponti da dover attraversare. E’ difficile non fermarsi ad osservare questo spettacolo. L’unico difetto che si può sottolineare è qualche piccolo calo nel frame rate in certe aree di questo livello, anche se sistematicamente avviene quando si spostano le telecamere con L2 e R2. Il che fa pensare più che altro ad un problema legato alle inquadrature, anche perché durante le fasi di battaglia l’azione scorre fluida e pulita, nonostante siano talvolta presenti moltissimi personaggi sullo schermo.
– Ottima grafica
– Motion Capture da Oscar
– Bella trama
– Non lungo ma intenso….
-…..si divora comunque in fretta
– IA statica
8.5
Siamo giunti alla fine del percorso ed è doveroso fare delle precisazioni. Heavenly Sword è un ottimo titolo, con un comparto tecnico eccezionale ed una storia avvincente. Il fatto poi che come protagonista ci sia una ragazza lo rende ancora più interessante. Bisogna comunque entrare nell’ottica che i paragoni con altri titoli sarebbero sbagliati e fuori luogo, sia per differenze strutturali che contenutistiche. La vicenda si discosta molto da quella di altri action e per fare un esempio relativamente al gameplay mancano completamente gli enigmi. Per molti giocatori questo può essere un handicap, ma non è così, semplicemente perché era specifico intento degli sviluppatori ometterli. Tale scelta diventa palesemente chiara mentre si gioca: questo è anche un viaggio interiore del nostro personaggio, oltre che una vicenda che si sviluppa senza soluzione di continuità; una serie di enigmi avrebbe semplicemente spezzato il ritmo della storia. E’ vero la longevità non è elevata, ma siamo comunque nell’ordine delle 7-8 ore circa di gioco, che per un action-game sono piuttosto la norma ed offrono comunque un’esperienza di gioco entusiasmante. Non necessariamente lungo è sinonimo di bello. Mai dimenticarselo.