Cercate di formare nella vostra mente una cronologia che narri la storia dei videogames, divisa per generi. Fatto? Ora provate a riempire questa cronologia di “paletti”, linee di confine che segnalano eventi di grande importanza dopo i quali la tipologia di giochi trattata ha subito un grosso cambiamento. Sappiamo che non è una passeggiata ricordarsi i grandi mutamenti dell’industria, ma di certo gran parte dei gamer di vecchia data sono comunque in grado di porre numerosi segnali sulla linea temporale sopracitata. Per farlo gli basta ricordare i grandi classici, titoli che hanno cambiato la storia e dopo i quali nulla è più stato lo stesso. Tra gli FPS, Halo merita indubbiamente di essere catalogato tra questi giganti. Al momento dell’uscita il lavoro di Bungie fu un fulmine a ciel sereno, capace di influenzare pesantemente ogni sparatutto successivo, di dimostrare una volta per tutte che gli shooter su console non erano un abominio, e di trainare la scatola nera di Microsoft con la forza di una mandria di cavalli imbufaliti.
Vista l’importanza del marchio, non stupisce che negli anni Master Chief sia divenuto un personaggio simbolo per il colosso americano, e Halo un’esclusiva così imponente da non poter essere fermata, specialmente nel delicato periodo che precede l’arrivo delle console di nuova generazione. Microsoft ha pertanto deciso di mantenere in vita la saga anche dopo che i suoi creatori avevano deciso di abbandonarla, e di forzare il passaggio di consegne ai 343 Industries con un investimento finanziario senza precedenti.
Saranno bastate le titaniche forze messe in campo a rendere Halo 4 un titolo all’altezza del nome che porta, oppure John-117 sarebbe dovuto sparire dopo l’abbandono di Bungie?
Spartans never die
L’avventura comincia dopo la conclusione di Halo 3, con Master Chief addormentato in una cella criogenica e alla deriva nello spazio sulla gigantesca nave Forward Unto Dawn. La nave giunge in prossimità di un misterioso pianeta dei precursori, e Cortana si vede costretta a svegliare il suo bell’addormentato in vista di un atterraggio di fortuna.
Halo 4 ha una narrativa più solida di molti dei capitoli precedenti, forse perché più incentrata sul rapporto tra il protagonista e la sua peculiare compagna. Cortana è attiva da otto anni e, visto che le IA iniziano a deteriorarsi dopo sette, è instabile e impaurita. Da sempre la coprotagonista femminile è la voce più “umana” della serie, ma in questo capitolo la cosa è quanto mai evidente, e sarà improbabile non provare per lei un certo attaccamento durante la campagna. Della trama non vogliamo svelarvi di più, sappiate solo che non mancano né i colpi di scena né le trovate per dare il via a una nuova e interessante storyline. Nella storia ci sono piccole cadute di stile e momenti poco chiari, ma il risultato finale è godibile e ben scritto.
Il pianeta delle armi
Per quanto riguarda il gameplay, i 343 Industries hanno optato per non stravolgere la formula di base. Chiunque abbia giocato a uno qualunque dei capitoli precedenti si troverà subito a suo agio in Halo 4: Chief dispone ancora del solito scudo energetico a ricarica, che protegge ottimamente dai colpi ma richiede qualche secondo per rigenerarsi una volta consumato e va sfruttato in modo furbo per non soccombere. Non ci sono manovre speciali legate alla mobilità a parte il salto e lo scatto, ed è possibile equipaggiare solo due armi per volta, più tre diverse tipologie di granata. Potrà sembrare semplicistico, ma questo sistema ha sempre svolto egregiamente il suo lavoro, poiché la resistenza dello scudo garantisce una certa libertà d’azione anche sotto il fuoco nemico e la risposta delle armi non ha mai deluso.
L’ultimo punto è particolarmente vero in questo titolo, nel quale i programmatori hanno optato per il metodo più vecchio e allo stesso tempo funzionale del mondo per mantenere elevata l’attenzione durante le missioni: riempire il giocatore di regali. Ogni fase vede Chief impegnato in battaglie su larga scala, e ogni scontro lascia sul campo di battaglia dozzine di gingilli sfiziosissimi. E’ un crescendo continuo, con bocche da fuoco ora divise in tre tipologie principali grazie all’introduzione delle armi dei precursori, e svariati add-on per la corazza Mjolnir che donano al protagonista diverse abilità speciali (tra cui Jetpack, invisibilità, super scatti e tanto altro). Quasi tutti i sottotipi presentano strumenti estremamente simili tra loro, ma le differenze sono comunque percettibili e il numero di scelte sorprendente.
Per poi lisciare ancor di più il pelo agli utenti i 343 Industries hanno pensato bene di puntare anche su un altro punto di forza della serie, i veicoli. Chief può pilotare di tutto, che si tratti di un tank Covenant o di un monociclo, e avrà a disposizione un parco mezzi capace di far impallidire la più spendacciona delle star hollywoodiane. Fantastico in particolare il Mantis, un potente mech bipede che sarà impossibile non amare.
Il trucchetto dei doni funziona per quasi tutto il singleplayer, aiutato da un ritmo molto sostenuto e da una discreta varietà dei compiti. La campagna tuttavia è piuttosto lineare, e si riduce a una lunga serie di scontri che, seppur spettacolari, non rappresentano certo un balzo di qualità stratosferico rispetto al passato. A speziare a dovere la zuppa intervengono per fortuna il livello di sfida elevato delle difficoltà più alte, la possibilità di giocare attivando i “teschi” (handicap specifici che rendono le sparatorie più punitive) e l’opzione che permette di ributtarsi nelle missioni in cooperativa.
Più di 300
Se avete seguito la serie Halo negli anni, saprete di certo che si tratta di una delle più apprezzate in assoluto quando si parla di multiplayer. Il gameplay si è sempre sposato bene con il competitivo, perché il sistema a scudi ricaricabili concede un piccolo margine d’errore ai giocatori, e rende le sparatorie più longeve e “attive” del normale. Halo 4 non solo non fa differenza, ma porta il comparto online a vette mai raggiunte prima grazie a una serie di trovate brillanti. La prima cosa che stupisce è il numero di modalità disponibili. Ci sono praticamente tutte le opzioni esistite o esistenti per il multiplayer: Deathmatch classico o a squadre, Regicidio, Capture the Flag, dominio. Non manca nulla, e ai must si aggiungono modalità speciali in parte già note ma abbastanza uniche quali l’Oddball Mode (Teschio), dove due team devono sfidarsi per mantenere il controllo di un teschio, il Flood, un survival mode contro giocatori infetti dalle capacità aumentate, e persino il grifball, una spassosa modalità custom qui riproposta in veste ufficiale, che vi vedrà sfidarvi in una sorta di violentissima variante della pallamano. La basilare modalità Slayer è stata poi svecchiata, con l’inserimento degli Ordnance Drop, dei drop pod richiamabili dopo aver ottenuto un certo numero di kill e contenenti di solito armi particolarmente efficaci. Se siete già impalliditi potete tranquillamente prendere fiato: il sistema è molto più limitato e funzionale rispetto alle note Killstreak viste in altri titoli, ed è completamente personalizzabile con l’ausilio della Forgia.
Già, la Forgia. Un vero e proprio map editor completissimo, che permetterà ai giocatori più pazienti e creativi di costruire qualunque tipo di mappa e di personalizzare le già numerosissime modalità disponibili a piacere. Basterebbe da sola a rendere infinita l’esperienza multigiocatore, ma è rafforzata da un nuovo sistema di ranking del proprio personaggio, che catturerà moltissimi utenti con la sua profondità. Dovete infatti sapere che il multiplayer in Halo 4 è contestualizzato, e vi mette nei panni di un soldato del programma Spartan IV a bordo dell’immensa astronave Infinity. Tutte le sfide sono in pratica addestramento per il vostro Spartan, che di match in match guadagnerà esperienza e equipaggiamento con cui modificare il proprio loadout e l’armatura indossata. I rank sono ben 50, e una volta arrivati alla fine è addirittura possibile selezionare una specializzazione che sblocca nuove abilità. Tra le modifiche disponibili non ci saranno solo armi e armor abilities, bensì anche pacchetti tattici e upgrade di supporto, potenziamenti passivi che vi doneranno i bonus più disparati.
L’equilibrio dei poteri e degli strumenti ci è parso più che buono, e sembrano esserci un sacco di combinazioni viabili. Abbiamo ad ogni modo qualche dubbio su un paio di extra, specialmente sulla Promethean Vision, che permette di vedere momentaneamente gli avversari attraverso i muri. L’abilità è arginabile ottenendo la specializzazione Wetworks, ma chiunque giochi online da tempo sa quanto devastante una tale capacità possa essere in mano a un esperto. Improbabile attualmente profetizzare quanto influenzerà i match in futuro, ma c’è poco da preoccuparsi. Visto il supporto costante dato al gioco, non dubitiamo che eventuali sbilanciamenti verranno risolti in poco tempo.
La contestualizzazione dell’azione si espande anche in un’altra modalità dedicata all’online, le Spartan Ops. Si tratta di missioni aggiuntive giocabili in cooperativa o in singolo (pur necessitando di connessione e conseguente abbonamento Live Gold per essere lanciate), divise in capitoli e con tanto di storyline annessa, introdotta da un filmato in cg di qualità pari a quelli visti nella campagna principale. Per ora le missioni sono solo cinque, ma la cadenza prevista degli episodi è settimanale, senza contare che i download saranno totalmente gratuiti. Si tratta di un lavoro titanico, che renderà Halo 4 uno degli fps più impressionanti di sempre quanto a contenuti nel giro di qualche mese, se i tempi verranno rispettati e le “stagioni” future manterranno la stessa filosofia.
Ma siamo sicuri di essere su Xbox?
Tecnicamente Halo 4 è Maestoso. Difficile trovare altro modo per definirlo. Vedere un Xbox 360 che fa girare questo titolo è come vedere un maratoneta stanco e attempato vincere di botto le olimpiadi. L’effetto è impressionante, le mappe spaventosamente dettagliate e curate, le texture definite, le ambientazioni e i modelli poligonali impeccabili. Anche le Hitbox sono precise, nonostante l’aumento del danno si percepisca sensibilmente solo quando si mette a segno un colpo alla testa. I 343 Industries hanno seriamente sfruttato al massimo l’hardware a loro disposizione.
Tanta bontà divina non è stata ottenuta senza sacrifici, ovviamente, e capita spesso di trovarsi davanti alle mitiche “porte da caricamento”, che dividono spezzoni di mappa per qualche secondo per garantire che il motore processi tutto quanto prima dell’arrivo in una nuova locazione. Sono però piccolezze dinnanzi a una grafica che riesce a togliere il fiato.
Degna di lode l’intelligenza artificiale dei nemici, mobili e pericolosi specialmente alle difficoltà maggiori. Quella degli alleati è tristemente molto inferiore, così come scarsa è la loro utilità, ma è un problema da poco visto il loro debole impatto sul gioco. Superlativo infine il sonoro, con le solite musiche epiche e un doppiaggio di altissima qualità. Abbiamo potuto provare il titolo solo in inglese, ma anche la localizzazione in italiano dovrebbe essere curata con tutti i crismi del caso.
– Tecnicamente fenomenale
– Multiplayer ricchissimo di modalità, profondo e ben strutturato
– Le Spartan Ops sono contenuti extra periodici ben fatti e gratuiti
– Zeppo di armi, veicoli e personalizzazioni, con tanto di map editor
– Gameplay di base rimasto praticamente invariato
– La promethean vision e alcune passive potrebbero risultare sbilanciate online
– La campagna presenta una struttura piuttosto lineare e collaudata
Halo 4 è la quintessenza di tutto ciò che ha reso grande il marchio, un’opera mastodontica che porta al limite la console per cui è stata creata. L’ultima avventura di Master Chief è fanservice allo stato puro, un prodotto confezionato alla perfezione dai 343 Industries per catturare gli appassionati e in grado di offrire un quantitativo impressionante di contenuti. Tutto ciò che era possibile fare mantenendo la giocabilità fondamentale della serie è stato fatto, ed è proprio questo l’unico punto oscuro della produzione: ora che il gameplay della saga è arrivato al suo picco, sarà difficile per gli sviluppatori superarsi nei prossimi capitoli senza una rivoluzione delle meccaniche. Dopo un inizio di tale livello, però, è dura esser pessimisti.