Recensione

Half Life 2 The Orange Box

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a cura di Garese

The Orange Box è letteralmente una compilation, contenente cinque titoli: Half-Life 2, HL 2: Episode One, HL 2: Episode Two, Portal e Team Fortress 2. In ritardo rispetto alle controparti destinate a PC ed Xbox 360, la ”scatola arancione” è finalmente disponibile anche per la console next-gen targata Sony.

Inserendo il disco di gioco, ed attendendo un breve periodo per consentire l’installazione di alcuni file sul disco rigido della console, sarà possibile avviare uno dei cinque titoli citati poco fa, semplicemente selezionandolo dal menu principale. Buona parte del package è dedicata ad Half-Life 2 ed ai relativi episodi espansivi. Il titolo, che non dovrebbe comunque aver bisogno di presentazioni, permette di impersonare il silenzioso scienziato Gordon Freeman, reduce dall’incidente del laboratorio Black Mesa avvenuto nel primo Half-Life, durante il quale si aprì un varco dimensionale fra il nostro mondo ed un mondo alieno. In questo secondo capitolo, Freeman si ritrova nella cosiddetta City 17, in un mondo ormai governato dalla razza aliena dei Combine, nel quale solo poche sacche di resistenza umana sono ancora attive, e necessitano quindi dell’aiuto dello scienziato per garantire la salvezza dell’umanità.

Half-Life 2 è considerato uno dei migliori sparatutto in prima persona di tutti i tempi, e nonostante le ovvie preferenze personali dei singoli utenti, tale onorificenza è decisamente realistica. Supportato da un ottimo comparto tecnico, con ambienti dettagliati e personaggi dai volti più che realistici, il titolo è anche dotato da una giocabilità di tutto rispetto, nella quale i fan del genere troveranno pane per i propri denti: sparatorie, fughe, ed anche alcune sezioni a bordo di veicoli sono infatti all’ordine del giorno. A completare il tutto, è presente inoltre una fisica stellare, che il titolo non esita a mostrare soprattutto nell’utilizzo della Gravity Gun, un’arma non convenzionale che permetterà di attirare a sé un qualsiasi oggetto, per poi lanciarlo a distanza: scagliare contro i nemici parte dell’ambiente circostante diverrà presto un utile modo per risparmiare munizioni.

Una volta portato a termine Half-Life 2, sarà possibile vivere il proseguimento dell’avventura di Freeman, senza le lunghe attese toccate ai fan per la versione PC originale delle prime due (di tre) espansioni ad episodi. Episode One ed Episode Two non si discostano da quanto visto nell’avventura “principale” di Gordon Freeman sotto nessun aspetto in particolare, ed avere tutti i tre titoli sullo stesso disco non farà che accrescere la sensazione di avere a disposizione un unico, ottimo titolo da giocare tutto d’un fiato.

Nel repertorio di sparatutto in prima persona offerto da The Orange Box, Portal è il titolo che più si differenzia per la propria originalità, offrendo un vero e proprio puzzle-game in soggettiva. Ambientato in un percorso di addestramento sperimentale dei cosiddetti Aperture Science Laboratories, il titolo mette il giocatore nei panni di un’androide impegnata in diciannove diversi test, accompagnati da una forse troppo gentile voce robotica, basati sull’utilizzo di una tecnologia in grado di creare portali. Nel corso dei primi test, infatti, verremo in possesso di un dispositivo in grado di “sparare” due portali, rispettivamente di colore arancione e blu, dai quali potremo entrare ed uscire, indipendentemente dal punto nel quale sono stati posizionati. Una tale meccanica di gioco, apparentemente semplice, è sfruttata sapientemente per creare puzzle divertenti e sempre più impegnativi, che coinvolgono piattaforme mobili, strani cubi “da compagnia”, torrette mitragliatrici e molto altro, senza inoltre dimenticare che per i portali vige la regola ”speedy thing goes in, speedy thing goes out”: per raggiungere una zona altrimenti irraggiungibile, basterà quindi piazzare il portale d’ingresso in una zona situata molto in basso rispetto alla nostra posizione, per poi tuffarci verso di esso e venire quindi catapultati fuori dal portale di uscita, sfruttando la velocità guadagnata durante il tragitto. La longevità di base non è molto elevata, e presi dall’entusiasmo è possibile portare a termine Portal nel corso di un’unica sessione di gioco, ma una volta portate a termine le mappe iniziali potremo intraprendere il percorso di addestramento avanzato, decisamente più impegnativo, o riprovare comunque quanto già affrontato cercando metodi alternativi.

Infine, a Team Fortress 2 è affidato il compito di rappresentare il multiplayer online fra i titoli contenuti in The Orange Box; un compito svolto decisamente bene, grazie ad un gameplay votato al divertimento e, contemporaneamente, alla semplicità che non scade mai nel banale. Sono infatti disponibili sei mappe, sulle quali le squadre Rossa e Blu potranno affrontarsi nelle due modalità principali: Capture The Flag, che richiede di recuperare un’intelligence dalla base nemica e riportarla nel proprio quartier generale, e tre modalità basate sulla conquista di punti di controllo sparsi per le mappe, che differiscono fra loro per alcune regole. Il titolo è accompagnato da una grafica che lo rende più vicino ad un cartone animato che ad un video game, con animazioni esagerate, ambientazioni simil-western e personaggi caratterizzati fino all’ultimo pixel. Riguardo ai personaggi utilizzabili, le differenze fra essi non si limitano al solo aspetto esteriore, che li rende comunque inconfondibili fra loro, ma ogni tipologia è differente dalle altre in termini di gameplay. Sono infatti disponibili nove classi di personaggi fra le quali scegliere, divise in Attacco, Difesa e Supporto: Ricognitore, Soldato, Incendiario, Demolitore, Mitragliere, Geniere, Medico, Tiratore e Spia. Solo provando tutte le classi disponibili, potremo trovare quella che più si adatta al nostro stile di gioco in base alle caratteristiche che la rendono unica, come ad esempio la capacità del Geniere di costruire torrette e teletrasporti, quella del Ricognitore che consiste nel conquistare i punti di controllo a velocità doppia, oppure la capacità della Spia di rendersi invisibile o travestirsi in un membro della squadra avversaria. Una volta avviato, Team Fortress 2 permette di gettarsi nella mischia di una partita classificata, scegliendo automaticamente il primo match disponibile, oppure di effettuare una ricerca in base alla mappa/modalità preferita o alcuni altri parametri; inoltre, è possibile invitare i propri amici a partecipare ai nostri match, o visualizzare le classifiche online dei vari giocatori.

Come per la versione Xbox 360, anche su PlayStation 3 The Orange Box giunge completamente localizzato in lingua inglese, fatta eccezione per il manuale di istruzioni; una scelta strana quella di inserire anche i sottotitoli unicamente in lingua anglosassone, che potrebbe rappresentare un ostacolo per alcuni giocatori. Per quanto riguarda il comparto tecnico, la versione PlayStation 3 si dimostra purtroppo inferiore sotto alcuni aspetti, fra i quali balzano subito all’occhio i caricamenti, decisamente troppo lunghi, vista anche la frequenza con cui essi avvengono. Soprattutto in Portal, nel quale il giocatore potrebbe aver bisogno di ripetere più volte lo stesso punto, i caricamenti si dimostrano più lunghi di quanto sia lecito aspettarsi. Un altro aspetto tecnico per il quale questa versione di The Orange Box si dimostra in svantaggio rispetto alle controparti PC ed Xbox 360 è il frame-rate, che in varie occasioni subisce alcuni rallentamenti; nulla che impedisca di apprezzare appieno i titoli, ma in particolare durante Episode Two, i cali si notano anche senza un occhio particolarmente attento. Nonostante i difetti appena elencati, il resto del comparto tecnico è sostanzialmente identico a quello della versione Xbox 360, e permette di ammirare le cupe strade di City 17, i freddi e sterili laboratori di Portal e le coloratissime mappe di Team Fortress 2 con dovizia di particolari. Anche il comparto sonoro è degno di nota per tutti e cinque i titoli contenuti nel package, sia per quanto riguarda le musiche, che per il doppiaggio, il quale seppure in lingua inglese risulta veramente ben fatto per i protagonisti di Half-Life, la fredda voce robotica degli Aperture Science Laboratories o le esclamazioni dei vari personaggi di Team Fortress 2.

– Cinque ottimi titoli in un’unica confezione

– Esclusivamente in lingua inglese

– Caricamenti un po’ troppo lunghi

– Qualche calo di frame-rate

8.5

The Orange Box è una collezione di titoli di indubbio valore, che incontrerà sicuramente i gusti degli appassionati di sparatutto in soggettiva. Half-Life 2 e le relative espansioni garantiscono numerose ore di avventura in single-player, mentre le sparatorie online sono assicurate da Team Fortress 2. Fra una sessione e l’altra, inoltre, sarà possibile inoltrarsi nei cervellotici labirinti di Portal, per provare uno dei più innovativi titoli degli ultimi tempi. Potendo scegliere, sarebbe forse meglio optare per un’altra versione del package, visti i caricamenti un po’ troppo lunghi ed il frame-rate non sempre stabile di questa versione PlayStation 3, ma per i possessori della console Sony l’acquisto è comunque consigliatissimo.

Voto Recensione di Half Life 2 The Orange Box - Recensione


8.5

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