Recensione

Guild Wars 2

Avatar

a cura di Pregianza

Il Verdetto di SpazioGames

9

Se uno sviluppatore investe grosse somme nella creazione di un nuovo MMO, ormai il pensiero comune è “fallirà entro pochi mesi”. Forse un tale pessimismo cosmico è eccessivo, ma gli eventi danno purtroppo ragione alla legge di Murphy e la stragrande maggioranza dei titoli di questo tipo si ritrova a dover affrontare un rapido crollo degli utenti, o la trasformazione in free to play se il modello era basato sulle sottoscrizioni mensili.
Il team di Arenanet è tuttavia riuscito a fare l’incredibile: diffondere un hype e un ottimismo mai visti prima per l’uscita di un titolo del genere. Con Guild Wars 2 sono riusciti a riportare nelle case quell’attesa per i MMORPG che era ormai sparita da anni, e a convincere vari redattori che di lì a poco sarebbe finalmente spuntato un titolo in grado di dire la sua, senza essere succube del solito World of Warcraft, e senza la spada di Damocle del pagamento mensile sulla testolina.
Subito sono partiti proclami imperiali, anteprime estatiche, feste nudiste, e tante altre belle cose ad annunciare la venuta del nuovo messia del genere, finché il gioco non è finalmente uscito, per la felicità di tutti. Noi ci abbiamo giocato come dannati, esplorando Tyria in lungo e in largo nella speranza di avere realmente davanti un titolo online con i cosiddetti, capace di ritrasmetterci la passione ormai perduta per il gaming massivo di gruppo. Oggi vi sveliamo cosa ci ha trasmesso il titolo di Arenanet, e preparatevi mentalmente, perché è un sacco di roba. 
Dongioni e Dragoni pure a Tyria
Siamo sempre nel mondo di Tyria, 250 anni dopo gli eventi di Eye of the North. La tecnologia è avanzata notevolmente e tra Charr e umani si è stabilita una difficile pace. Questa fragile calma non dura purtroppo a lungo, a causa del brutale risveglio di alcuni terrificanti draghi antichi, mostruose creature che minacciano il futuro del mondo. Davanti a un tale pericolo, anche razze poco avvezze alla fratellanza tra popoli sono costrette a unirsi, per difendere la loro patria. Voi fate parte di una di queste razze.
Banale? Già, ma era improbabile riuscire a tirar fuori una premessa più originale da un enorme background fantasy. Guild Wars 2 però non tralascia completamente la narrativa, offrendo ai giocatori la possibilità di “vivere” una storia personale unica, derivante dal personaggio creato. Durante la schermata di personalizzazione avrete modo non solo di cambiare i connotati del vostro alter ego, ma anche di selezionare alcuni elementi legati al suo passato, che modificheranno sostanzialmente le quest principali per i primi venti livelli di gioco. Completata la vostra storyline la trama si riunificherà con quella degli altri utenti, ma avrete comunque modo di compiere altre scelte nel suo svolgimento e di affrontare la liberazione di Tyria dai draghi in modo piuttosto esclusivo. Si tratta di una soluzione astuta e ben calcolata, che migliora sostanzialmente il livellaggio durante i primi (solitamente noiosi) livelli, e riesce a catturare il giocatore.
Non è neppure l’unica buona idea per migliorare la ripetitiva formula delle quest tipica del genere, Guild Wars 2 è pieno di trovate brillanti per togliere la polvere accumulatasi sul sistema fondamentale degli MMO. La prima, e quella che fece più gridare al miracolo al momento delle presentazioni iniziali, è l’introduzione degli eventi dinamici, missioni che partono automaticamente in certe zone, e mutano a seconda delle azioni del giocatore. State camminando bellamente per un rado campo di battaglia dominato dai soldati Seraph? Ci sono buone probabilità che arrivino una massa di centauri imbelliti ad attaccare la loro fortezza e vi sia chiesto di aiutare a difenderla. Persi ad ammirare le magnifiche montagne ghiacciate di Shiverpeak? Prima o poi uno sciamano potrebbe decidere di combinare un bel casino, e dovrete fermarlo.  Gli eventi dinamici migliorano notevolmente l’esperienza, inserendo a tutti gli effetti le quest in un contesto sensato, e permettendo a chiunque di intervenire. L’esperienza e il loot vengono infatti divisi per ogni giocatore, e gli xp spartiti a seconda dell’apporto dato alla risoluzione dell’evento. Persino le comuni quest statiche non vanno più attivate, ma compaiono automaticamente una volta entrati nella zone ove possono venir risolte. Queste ultime sono più classiche e meno divertenti degli eventi dinamici, ma risultano furbescamente diradate in ogni zona, mossa che spinge l’utente a dedicarsi a un’altra attività fondamentale in Guild Wars 2, l’esplorazione. 
Se da una parte gli eventi dinamici facilitano di molto la crescita del vostro eroe, dall’altra capiterà spesso di vedere i propri livelli stagnare a causa della mancanza di quest dedicate nelle vicinanze, della necessità di guadagnare molti punti esperienza per il ding, e della scarsa crescita offerta dal farming dei mostri. Sono aspetti chiaramente calcolati dagli sviluppatori in modo da portare il giocatore a sfruttare i portali presenti nelle capitali di ogni razza, e convincerlo a farsi un giro nelle regioni circostanti. Scoprire nuove locazioni dona esperienza, così come diventa più facile migliorare costantemente sfruttando le quest presenti in mappe distaccate. Raggiungere il posto desiderato è in fin dei conti una passeggiata, grazie ai molti checkpoint utilizzabili in qualunque momento per teletrasportarsi in una zona già esplorata. Vengono persino donati bonus vari a chi completa tutti i compiti e scopre ogni punto d’interesse di una singola regione, a ulteriore dimostrazione delle volontà di Arenanet
L’ultimo espediente per far apprezzare un po’ di trekking virtuale alla community aggiunto dal team di sviluppo è… il salto. Sì, in Guild Wars 2 si può saltellare come allegre ballerine, caratteristica che potrà sembrare inutile ai veterani del genere MMO, ma viene qui sfruttata in modo tattico, con l’introduzione delle viste nascoste. Ogni mappa, oltre ai già citati punti d’interesse e alle quest statiche, dispone anche di locazioni “turistiche” da cui si può ammirare la bellezza del paesaggio. Molte sono posizionate in bella vista, ma la maggior parte sono veri e propri enigmi a piattaforme, che costringono spesso a fare giri astrusi e ovviamente danno esperienza una volta completati. Tutte queste soluzioni rendono lo sviluppo dell’avatar in Guild Wars 2 uno dei migliori mai visti nel genere, approcciabile in vari modi e godibile da più tipologie di gamer. Pensate che si guadagna esperienza persino con il crafting e affrontando il World vs World PvP!
Che bello menare, ma meno nel mare
Quanto a struttura c’è poco di Guild Wars 2 che si possa criticare, nel gameplay invece qualche singhiozzo c’è, ma siamo ad ogni modo su altissimi livelli. L’opera di Arenanet vanta uno dei sistemi di combattimento e uso delle skill più intuitivi in assoluto. Si dispone di cinque abilità principali, legate all’arma equipaggiata, e si possono selezionare fino a un massimo di dieci skill con l’aumentare dei livelli. Tutte le classi disponibili dispongono di almeno una abilità curativa e di una skill elite, sbloccata al livello trenta, dotata di un cooldown molto longevo, ed estremamente potente. Le abilità legate alle armi si imparano a forza di menare le mani con un determinato strumento, cosa che forza a provare ogni combinazione per apprendere tutte le mosse. Ogni classe è estremamente unica e spassosa da sviluppare e utilizzare, e tutte possono switchare armi in qualunque momento, così da poter usare un set di cinque skill extra in battaglia. Tutte escluso l’elementalista, che cambia gli elementi al posto delle armi usate e dispone quindi di ancora più scelte. Gli scontri non sono statici, e molte skill “spostano” il giocatore, permettendo di schivare i colpi o di posizionarsi in modo vantaggioso. Si dispone persino di una schivata attiva limitata da una barra dedicata, che aiuta a difendersi dagli attacchi nemici. 
La meccanica più originale introdotta è sicuramente il “combattimento a terra”, che vi vedrà cercare di eliminare il nemico che vi ha messo al tappeto con tutte le vostre forze prima di perire per i troppi danni subiti. Eliminare l’avversario significherà tornare prontamente all’attacco, e sarà possibile anche venir curati da uno qualsiasi degli astanti, pure dopo un’eventuale morte. 
Le basi si assorbono molto rapidamente, ma il sistema non è innovativo quanto sembra. I combattimenti appaiono certamente molto più mobili rispetto ad altri importanti esponenti del genere, ma sono più lenti e goffi rispetto a quelli di titoli improntati all’azione come Tera. L’attrattiva principale qui è l’incredibile flessibilità ottenuta dalle classi grazie al cambio delle armi e alle numerose skill. Tutte le tecniche possono venir apprese con punti ottenibili salendo di livello o superando quest specifiche sparse per Tyria, e le combinazioni sono tantissime. Grazie alle molteplici possibilità, praticamente ogni classe può ricoprire ogni ruolo e addirittura più ruoli contemporaneamente. Questo non elimina completamente la cosiddetta “trinità” di tank, supporto e dps, ma riesce a trasformarla, rendendola più elastica e meno costrittiva. Un passo avanti di tutto rispetto. Ovviamente si può comunque buildare il proprio personaggio secondo uno schema e una specializzazione ben precisi, grazie a un profondo sistema di Traits sbloccato dopo il decimo livello che garantisce bonus netti a seconda delle strade selezionate, ma difficilmente vedrete giocatori chiedere a gran voce un “Guardian Tank” o un “Support Elementalist” nei loro gruppi (capita ancora eh, solo molto più di rado). 
Non finisce qui, Guild Wars 2 offre infatti anche la chance di combattere sott’acqua, con una mobilità tridimensionale completa e un set di armi dedicato. Si tratta di un extra carino, ma per qualche motivo le battaglie subacquee appaiono sempre più difficili di quelle a terra, forse a causa della stramba inefficacia delle armi scelte. Non che siano insuperabili, ma un po’ di bilanciamento extra non avrebbe guastato. 
Parlando di bilanciamento, l’equilibrio tra le classi è una della prima macchie del gioco. Tutte sono ottime scelte ben congegnate, ma già ora si notano personaggi ben più efficaci di altri in certi ruoli, male accentuato soprattutto nel PvP, che ricopre un’importanza notevole in questo titolo. 
Non disperate, non siamo davanti a situazioni irrisolvibili, per carità. Si tratta di una problematica che si smussa sempre di più con il passare del tempo e l’aumentare dei dati, ma ci aspettavamo di meglio da una software house che col primo Guild Wars aveva estasiato gran parte degli amanti del competitivo online.
Rossa o Blu, mi piaci tu
Passiamo proprio al PvP, che forse non sarà perfettamente equilibrato, ma contiene comunque un altro ammasso di idee da pollice in su. La più significativa è l’introduzione delle nebbie, locazione ricca di portali dove si può allegramente scegliere una build per il solo competitivo, e recuperare dell’equipaggiamento comune per ogni classe. Niente problemi di respec per il PvP quindi, e niente mancanze legate all’equip, qui sono principalmente le capacità del giocatore e l’efficacia della classe a dominare. Ottima anche la modalità base delle sfide, chiamata Conquest, che richiede a ogni team di accumulare un certo numero di punti conquistando zone, eliminando avversari e completando obiettivi. I battleground disponibili non sono molti, ma il PvP in Guild Wars 2 è ugualmente frenetico e divertente, e capita rare volte di sentirsi “derubati della vittoria”. Va assolutamente provato, nonostante sia per certi versi inferiore a quello del predecessore. 
La vera, grande novità è il World vs World vs World, una modalità enorme che porta tre diversi server a sfidarsi su mappe estese per la conquista della regione. Il WvW è epico, ed è un’evoluzione del “conquista la fortezza” visto in alcuni vecchi MMO. Ci si ritrova a vagare in gruppo per lande sconfinate, al solo scopo di superare le difese nemiche e ottenere una nuova conquista, con tanto di possibilità di costruire mezzi d’assedio o riparare le proprie barriere. La modalità è molto confusionaria alle volte, tuttavia riesce a mantenersi sempre fresca, ed è piuttosto spassosa anche quando uno dei server nemici supera tutti gli altri per numero di forze in campo. Occhio, qui l’equipaggiamento rimane il vostro.
Tante belle cose insomma, ma in tutto questo dove figurano i vecchi veterani degli MMO? Quelli che hanno superato raid improponibili dopo centinaia di tentativi, e non godono se non si trovano davanti a boss che richiedono una coordinazione da cyborg? Sono nelle istanze, of course! Guild Wars 2 non dimentica la necessità di possedere contenuti impegnativi in PvE, e per questo motivo contiene numerosi dungeon ricchi di boss. Ogni istanza è molto ben strutturata e, soprattutto, rigiocabile, grazie a una curiosa struttura multipla chiamata Exploration Mode, che si sblocca dopo aver superato ogni boss della versione Story, con tanto di trama narrata durante gli eventi. Questa opzione esplorativa permette di affrontare le istanze in più maniere, incontrando boss e prove differenti. Molto bello, soprattutto se si considera che anche le istanze low level sono ben strutturate e godibili (rimangono perennemente impegnative, per merito di uno scaling dei livelli basato sulle zone), e che la strategia non manca grazie a uno stratificato sistema di combo elementali tra le classi. Il fatto che la trinità sia molto più “libera” e che ogni classe possa riportare in vita i caduti aumentano ulteriormente le variazioni tattiche, purtroppo però i contenuti dopo il level cap si limitano a un totale di tre istanze Exploration nel gioco, un po’ pochino per chi era abituato a raid da 25 persone o ad avvenimenti più epici. Ci sono eventi dinamici spettacolari che vi metteranno di fronte a boss enormi, ma sono facili da superare, aperti a tutti, e non richiedono né coordinazione di gruppo, né particolari strategie. Un peccato, perché i boss utilizzati sono così grandiosi da meritare molto di più.
Una meraviglia di vacanza
Guild Wars 2 vanta uno dei mondi più belli mai visti nella storia dei videogames. Le regioni di Tyria sono locazioni splendide, ricche di viste magnifiche e superbamente ispirate. L’art direction del gioco è da oscar, e non è raro fermarsi a osservare l’ambiente circostante. Notevolissime anche le animazioni dei personaggi, gli effetti, e la cura nei modelli tridimensionali di razze, armi e armature, nonostante si noti che il motore grafico utilizzato non è recentissimo. Grandioso anche il sonoro, con doppiaggi altalenanti, ma musiche di qualità superba (stiano attenti i non anglofili, manca la lingua italiana). 
Il gioco vanta inoltre molti sistemi complessi legati alle professioni e all’economia. Il crafting è classico, ma necessita di parecchio tempo per essere migliorato a dovere, e offre un sacco di opzioni. Non mancano poi banche, venditori e riparatori di armature da cui fare tappa fissa dopo ogni morte. C’è anche uno store a soldi veri, ma è completamente accessorio, e le uniche cose che non si possono ottenere dai nemici sono oggetti estetici di dubbia utilità. Ben fatta la casa d’aste della Black Lion Trading Company, che ha avuto qualche sbalzo preoccupante nel primo periodo dopo il lancio, ma sembra abbastanza stabile al momento.
Sfortunatamente, tutto questo ben di dio non è giunto senza sbalzi. Il motore grafico di Guild Wars 2 è alquanto pesante, forse troppo, e sembra avere qualche problema con le schede Ati, che arrancano assai di più delle Nvidia con configurazioni medie, specialmente in situazioni concitate come il WvW. Ci si riesce solitamente ad attestare sui 30 frame per secondo con qualche settaggio sensato, ma i cali ci sono e danno fastidio. Non mancano poi i bug, numerosi soprattutto negli eventi dinamici, che hanno la spiacevole tendenza a congelarsi. Di solito ogni errore viene risolto nel giro di una giornata, ed è difficile penalizzare un gioco di tale scala per queste piccolezze.
Più grave il problema dell’overflow: quando la popolazione di una zona è troppo estesa, si viene spostati assieme ai giocatori di troppo in un server istanziato a parte dove è possibile continuare felicemente le proprie quest, ma ci si può trovare divisi dai propri amici ed è necessario attendere il superamento di una queue per poter entrare in un’istanza. Inizialmente ci si trovava spesso in overflow, ma ora l’eventualità è rara, e Arenanet sta lavorando per eliminare del tutto le attese.

– Introduce numerose idee brillanti e innovative tra gli MMO

– Art Direction superlativa e mondo estremamente evocativo

– Approcciabile in molti modi e appetibile per vari tipi di gamer

– PvP divertente e ben strutturato

– Ottimo gameplay

– Contenuti limitati una volta raggiunto il level cap

– Ottimizzazione scarsa del motore grafico

– Bilanciamento classi attualmente non impeccabile

– Numerosi bug

9.0

Difficilmente troverete un mondo più bello di quello di Tyria tra gli MMO, e sarà ancor più dura trovare un titolo di questo tipo con tante buone idee così ben applicate. Tuttavia non buttatevi su Guild Wars 2 aspettandovi di avere di fronte una rivoluzione inarrivabile del genere. Non è così. L’opera di Arenanet è magnifica a tratti e approcciabile in molti modi diversi, ma è ancora acerba in certi aspetti e ha bisogno di più tempo per divenire realmente impeccabile, specialmente per quanto riguarda i contenuti avanzati. Quando la base però è di questo livello, è difficile non esser fiduciosi per il futuro.

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