Recensione

Gradius V

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Come un fulmine a ciel sereno, con Playstation 4 che macina dati di vendita, su Playstation Store arriva un classico dell’era Playstation 2, riproducibile su Playstation 3: praticamente, tre generazioni Sony in un solo paragrafo.E non parliamo di un gioco qualsiasi, ma del quinto esponente di una delle saghe più amate un paio di ere videoludiche fa, ovvero Gradius V, sviluppato da quei vecchi volponi di Treasure e pubblicato da Konami.Se ancora non avete staccato dalla TV la vostra PS3, probabilmente dovreste farci un pensierino.

Curriculum vitaeUno sguardo al passato basta per capire che siamo dinanzi ad uno degli studi più acclamati in assoluto (sebbene sia fermo da qualche anno…) quando si parla di sparatutto: fondata da ex dipendenti di Konami, compagnia, che, evidentemente, soffre di una certa miopia, Treasure si diede subito a quello che sapeva fare meglio, ovvero titoli in cui una pioggia di proiettili inondava il giocatore.Se siete amanti del genere probabilmente conoscerete a menadito prodotti come Alien Soldier, Gunstar Heroes, Radiant Silvergun e Ikaruga: se invece foste videogiocatori più giovani, o esordienti totali quando si parla di sparatutto, allora fareste bene a recuperarli tutti, confidando magari nelle versioni scaricabili uscite sulle piattaforme digitali negli ultimi anni.Gradius V, che per qualità complessiva e successo di vendite non è sicuramente uno dei migliori prodotti partoriti dalla software house nipponica, si propone comunque come uno degli sparatutto bidimensionali più validi dell’intero catalogo Playstation 2, e questo la dice lunga sulla bontà del lavoro svolto e sull’amore di Treasure verso le proprie creature.Parliamo di uno shoot’em’up in 2D classico, con la navicella che si sposta da sinistra a destra lungo sette livelli estremamente lineari, che, nondimeno, vi faranno sputare sangue, soprattutto se non avete mai messo le mani su uno dei prodotti precedenti dello sviluppatore.Niente lustrini, niente trama, niente sfavillanti filmati in computer grafica: in questa riproposizione troverete solo lo spirito degli arcade degli anni ’80 e ’90 e una serie di soluzioni che, nonostante il tempo intercorso, funzionano ancora egregiamente.

Un classicoImmutato rispetto all’uscita sulla seconda console casalinga di Sony, Gradius V conserva le caratteristiche tipiche del genere di appartenenza e, paradossalmente, si propone in un settore non troppo affollato su PS3, potendo così dire la sua anche grazie a numerosi pregi.Le quattro navette disponibili possono essere personalizzate dal giocatore, che ha completo controllo sugli Orbit e sulla possibilità di combinare e sfruttare i potenziamenti tanto in maniera offensiva quanto per difendersi dagli attacchi nemici: scudi, laser, missili, oppure bonus passivi, come alla resistenza e alla velocità, sono solo alcune delle possibilità a disposizione.La difficoltà media, ancorata agli standard ormai persi di qualche anno fa, rende la scelta di uno scudo la più sensata per quanti non si siano mai cimentati con uno sparatutto di questo tipo, visto che i quattro colpi che esso assorbe offrono una possibilità di sopravvivenza in più, ovviamente al prezzo di una minore potenza di fuoco.Il respawn istantaneo in caso di dipartita, comunque, precede i tempi, e offre al videogiocatore odierno, probabilmente disabituato a certe sfide, la possibilità di ricomparire nell’esatto punto dove è avvenuta l’esplosione della Vic Viper, così da non frustrarlo eccessivamente facendogli ripetere il livello.La roulette dei potenziamenti e la personalizzazione della navetta, già viste in altri prodotti Treasure, assurgono qui a principali protagoniste delle dinamiche di gioco, in uno sparatutto altrimenti molto tradizionale tanto nell’estetica quanto nei boss, estremamente coriacei ma non particolarmente originali, né a livello visivo né in quanto a pattern d’attacco.In un mercato videoludico che sta colpevolmente tralasciando la modalità cooperativa in locale, Gradius V offre la possibilità di dividere il divano e lo schermo con un amico, raddoppiando le ingiurie e i proiettili, e, cosa più importante, il divertimento.L’unico tallone d’Achille è riscontrabile nella longevità generale, grossomodo in linea con le produzioni di genere ma inadeguata se rapportata agli standard odierni e al prezzo (buono ma non troppo economico) cui viene riproposto questo classico: nonostante la presenza delle sfide a punti e la possibilità di rigiocare ognuno degli stage già completati, difficilmente il prodotto vi terrà impegnati per più di quattro o cinque ore.

Copia carboneCome anticipato, non trattandosi di un’operazione di restyling ma di una semplice riproposizione del gioco originale, l’aspetto grafico di Gradius V è lo stesso dell’uscita originaria, e non stupisce né per la palette di colori né per la modellazione poligonale, ma sarebbe stato fuorviante aspettarsi meraviglie da un prodotto che già all’uscita, quasi undici anni fa, non si era segnalato per la prestanza del proprio motore grafico.La fluidità, elemento non secondario in un titolo con un gameplay di questo tipo, è invece inattaccabile, con rarissimi (e non gravi) cali in alcune delle situazioni più concitate, con esplosioni multiple e mille proiettili a schermo.Discorso analogo per gli effetti particellari, le esplosioni, le animazioni nemiche: il titolo risente degli anni passati, ma, come una bella donna che non si cura di qualche ruga, mostra fiero la sua natura e i suoi trascorsi.Riguardo al prezzo richiesto (10 euro), va fatto un distinguo: se non ci avete mai giocato, la qualità del prodotto li vale tutti, ma, in assoluto, una riproposizione di un file identico all’originale, senza alcun aggiustamento né al gameplay né all’aspetto tecnico, probabilmente avrebbe dovuto costare 3-4 euro in meno.

– Bilanciato e divertente

– Saprà mettervi alla prova

– Di sparatutto così ne fanno sempre meno

– Breve, anche per il genere

– Nessuna aggiunta

– Poteva costare meno

7.5

Dare un voto ad un titolo riproposto pari pari undici anni dopo l’uscita è difficile, perché la qualità originaria è rimasta immutata, sebbene non si tratti del miglior lavoro di Treasure, ma la mancanza di aggiunte (anche solo a livello di extra e sbloccabili) e il prezzo lasciano un retrogusto amarognolo in bocca.

Un ottimo punto di partenza, comunque, per quanti non si siano mai cimentati con il genere di appartenenza.

A patto di non avere ancora staccato la fida Playstation 3 dal televisore in salotto, ovviamente.

Voto Recensione di Gradius V - Recensione


7.5

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