Il Verdetto di SpazioGames
La popolarità del Sega Megadrive era legata, specialmente ai tempi della pubblicazione, ad una campagna pubblicitaria molto incisiva che andava a sottolineare le meraviglie tecnologiche della neonata era a sedici bit, ad una buona distribuzione nei negozi e ad all’ottima conversione di alcuni titoli arcade di grande successo.Sega forse nel suo momento di maggior splendore lanciò nello stesso anno sia in sala giochi che su Megadrive un picchiaduro con armi da taglio, un classico “affettatutto”, che divenne il punto di riferimento del genere per lunghi anni: Golden Axe.Chi legge queste pagine sa che abbiamo già recensito il secondo ed il terzo episodio della serie (meno noti al grande pubblico). Ora, andando a ritroso nel tempo a recuperare quei titoli della Virtual Console che sono stati tralasciati inizialmente, ci accingiamo a chiudere la trilogia di Golden Axe.Il titolo Sega è disponibile su Virtual Console al costo di 800 Wii Points e gode di una perfetta emulazione.
La bella, il nano e il bestioneLa terra di Yuria è minacciata dal terribile Death Adder, il solito malvagio di turno, che ha rapito il sovrano del regno allo scopo di governare questo fantastico mondo. Come spesso accade, le speranze di riconquistare il regno sono legate alla forza ed al coraggio di tre singoli avventurieri.Chi ha vissuto l’epoca d’oro dei sedici bit ricorderà alla perfezione i tre straordinari eroi oltre ai numerosi gettoni investiti in sala giochi all’epoca. Ax Battler, il forzuto barbaro che vuole vendicare la morte della madre, Gilius Thunderhead, il mitico nano vestito di verde a cui Death Adder ha ucciso il fratello gemello e Tyris Flare, la bella amazzone resa orfana dalle truppe del malvagio demone, partono per questa impresa quasi solo per ragioni personali e finiscono col salvare un intero popolo.Golden Axe riprendeva il collaudato schema di Double Dragon, che col passare degli anni sarebbe diventato molto ripetitivo, e lo inseriva in questo contesto fantasy e ben armato. I punti di forza del gioco erano legati ad una straordinaria atmosfera, alla possibilità di giocare in due contemporaneamente ed alla presenza di alcune cavalcature di effetto. Draghi di vario genere ed altre imprecisate creature che attaccavano grazie a dei colpi di coda erano in realtà più di effetto che di reale utilità. Questo titolo ha rappresentato per anni una base solida nell’immaginario collettivo dei videogiocatori.
Golden Axe oggi?La versione per Sega Megadrive rielabora in maniera soddisfacente l’arcade originale. La grafica, per quanto ovviamente riadattata, svolge egregiamente il proprio lavoro. Sia la scelta dei colori che le animazioni, leggermente più scattose rispetto all’originale da sala, sono ottime.Le opzioni di gioco presenti comprendono, oltre all’originale, il classico duello ed una modalità semplificata rivolta ai giocatori alle prime armi ridotta sia nel livello di difficoltà che nel numero degli stage.La meccanica di gioco è semplice, ma curata. Si affronta un piccolo gruppo di nemici, poi un altro ed un altro ancora e così via fino a giungere al boss di turno. Tutto è piuttosto monotono ma anche ben sviluppato grazie ad una credibile costruzione di città ed ambientazioni. Si ha spesso la sensazione di trovarsi in un mondo reale creato dai programmatori con una certa logica. La risposta ai comandi è soddisfacente mentre la varietà dei nemici forse poteva essere maggiore.La longevità è discreta e la giocabilità piuttosto limitata in singolo migliora notevolmente in compagnia di un amico. La rigiocabilità è piuttosto limitata. Sotto alcuni aspetti quindi, tralasciando il valore storico, questo Golden Axe risulta inferiore al buon terzo episodio, ma chi ha provato l’originale dovrebbe non lasciarsi sfuggire questo punto di riferimento assoluto nella storia dei picchiaduro a scorrimento.
– Storia dei videogiochi
– Ottime atmosfere…
– …ed ottimi personaggi
– Ritmo di gioco lento
– Ripetitivo
7.0
Golden Axe rivisto dopo venti anni mostra evidenti e pienamente giustificabili difetti strutturali legati ad un ritmo di gioco nel complesso sottotono rispetto ai canoni odierni. Il tutto è discretamente divertente ma anche molto limitato. Se paragoniamo invece i tre episodi della serie sicuramente il primo risulta essere il migliore. Certamente l’affetto per il gioco ci influenza un po’, ma anche con un’analisi più attenta si può confermare questa sensazione a pelle. Il mondo costruito attorno al primo Golden Axe, i nemici, le magie, i piccoli ladri sembra creato con una certa logica allo scopo di risultare credibile e convincente al tempo stesso.
Gli episodi successivi nei loro alti e bassi sembrano essere una sequenza di livelli privi di profondità, magari ottimamente disegnati, che hanno però il solo scopo di cercare di ripetere il successo dell’originale. Golden Axe era un titolo straordinario che oggi non può ovviamente stupire come allora. A livello di giocabilità e varietà forse l’episodio migliore resta il terzo, ma riflettendo su atmosfere e sensazioni certamente Golden Axe risulta superiore sotto ogni punto di vista.