Recensione

God of War Collection II

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a cura di drleto

Il Verdetto di SpazioGames

8

La crisi nella quale versa l’economia occidentale non fa sconti a nessuno, software house comprese. Questa negativa congiuntura spinge i colossi dell’intrattenimento a soppesare con maggiore attenzione i propri investimenti, finendo così per puntare inesorabilmente su marchi di sicuro richiamo. Questa nuova e lungimirante politica di marketing foraggia ulteriormente il proliferare di seguiti che, puntualmente, si affacciano sugli scaffali, come per esempio i vari “Pro ModernField 2k12: Sims Evolved”. In questa categoria possiamo annoverare anche gli immancabili tie-in dell’ultimo film di animazione giapponese con attori dal vivo (e magari supereroi, pirati ed alieni). La grande novità della stagione 2010/2011 è però il remake in HD dei classici del passato, in grado di rendere compatibili con le nostre console ad alta definizione (e soprattutto guardabili su di un pannello dai 40 o più pollici) i migliori prodotti della scorsa generazione di hardware. Ad aprire le danze fu l’ottima God of War Collection, raccolta in grado di restituire lustro allo scoppiettante debutto di Kratos nella scena videoludica mondiale, ma in seguito arrivarono anche il Principe di Persia e Sam Fisher, senza considerare che tra poche settimene potremo mettere le nostre manine sul rifacimento del primo Halo e sui due capolavori del Team ICO. Leggermente diversa è invece la seconda God of War Collection: in questo caso non si tratta degli episodi visti su di una precedente console casalinga, ma la trasposizione dei due bellissimi capitoli dedicati al Fantasma di Sparta pubblicati su PSP e firmati Ready at Dawn Studios.

Le originiPer chi non lo sapesse i due titoli presi in considerazione ed adattati all’alta definizione sono Chains Of Olympus e Ghost of Sparta, usciti sulla console portatile Sony rispettivamente nel 2008 ed alla fine del 2010. Il primo episodio si posiziona temporalmente prima della trilogia casalinga, con Kratos, promettente generale spartano al servizio degli dei dell’Olimpo, impegnato nel restituire la luce di Elio al mondo, sprofondato nelle tenebre dopo la morte del dio. La situazione ideale per Morfeo, che immediatamente tenta di rendere succube tutto il creato. Questa missione vedrà Kratos precipitarsi nuovamente nell’Ade dove farà letteralmente luce sul suo passato. Il secondo episodio si colloca tra il primo ed il secondo capitolo per Playstation 2, ovvero subito dopo l’ascesa del Fantasma di Sparta all’Olimpo, come dio della guerra. Nonostante l’immortalità, gli incubi non hanno ancora abbandonato il guerriero che parte, con la consueta grazia, in un pericoloso viaggio, nel tentativo di estirpare, mai come con Kratos queste espressioni forti coincidono con la verità, questi ricordi. Un viaggio fatto di incontri mitologici, luoghi leggendari, ma anche in questo caso di tante rivelazioni sul passato del protagonista e sulla maledizione che incombe su di lui e sul fratello.

Il gameplayQuello che stupì all’epoca e si conferma con un Dual Shock tra le mani, è l’abilità dei ragazzi di Ready at Dawn Studios di incapsulare il gameplay e lo stile tipico della serie God of War in un episodio portatile. Tutti coloro che hanno amato le gesta di Kratos ritroveranno infatti immutato il connubio tra spettacolari e viscerali combattimenti all’arma bianca e divertenti fasi di platform, nelle quali si incastrano piccoli enigmi dedicati alla ricerca di oggetti, interruttori o leve per sbloccare il prosieguo del nostro cammino. Con l’analogico di destra a gestire la schivata dello spartano (su PSP, per forza di cose, si doveva agire con la combinazione dei due dorsali, più il joystick principale), anche i controlli saranno i medesimi dei capitoli casalinghi ed il feeling col protagonista conseguentemente immediato. Oltre alle caratteristiche lame estendibili con le quali cominceremo ogni avventura, torna l’ottimo sistema di upgrade del personaggio, che durante la partita acquisirà sempre maggiori poteri, armi e magie in grado di renderlo una macchina da guerra ancora più brutale, efficace e spettacolare. Alcune esecuzioni, oltre che gli scenografici Quick Time Event coi quali solitamente concluderemo gli scontri coi nemici più grossi, mostreranno infatti una spiccata propensione per l’esagerazione ed il gore da parte degli sviluppatori, che si sono divertiti a rendere il più violente possibili queste scene, per la gioia dei fan.L’unica differenza riscontrabile con gli altri capitoli è un lascito della minore potenza della console portatile Sony: se grazie ad ricco parco animazioni, un’ottima regia e tanta azione l’incedere, per quanto lineare, appare in tutto e per tutto identico a quello dei capitoli PS2, l’esiguo numero di nemici a schermo (massimo quattro/cinque contemporaneamente) ed il bilanciamento del gameplay a favore della parata (data la complessità nello schivare con una PSP) emergono una volta impugnato il pad. Niente in grado di rovinare due titoli divertenti ed ancora estremamente godibili da giocare, ma sono aspetti che i più smaliziati probabilmente noteranno.

Upgrade in Alta DefinizioneIl passaggio all’alta definizione di Chains Of Olympus e Ghost of Sparta non riesce a stupire quanto quello dei primi due capitoli per Playstation 2. Avvantaggiandosi di uno schermo più ridotto, i titoli per PSP riuscivano a mascherarne le limitazioni tecniche. Espanso su di un normale pannello LCD, l’ottimo lavoro di Ready at Dawn Studios mostra tutti i suoi limiti, esibendo ambienti piuttosto poveri, personaggi dai contorni spigolosi e texture slavate. Ovviamente il titolo più recente riesce a sostenere meglio il peso dell’alta definizione, ma si nota comunque lo scarto con molte produzioni recenti, pur rimando entrambi ampiamente godibili. La trasposizione non è andata inoltre ad alterare nessun aspetto dei due giochi, tanto che noteremo come Chains Of Olympus sia moto meno rifinito, come risposta ai comandi, complessità dei livelli o studio dell’interfaccia, di Ghost of Sparta. Da sottolineare come in questa God of War Collection II sia stato implementato il supporto al 3D, feature che farà felici tutti i possessori di questa tecnologia. Il passaggio a PS3 ha comportato oltretutto l’arrivo dei trofei, che come al solito spingeranno i completisti a spolpare il codice.Ottimo il sonoro, fatto da buoni arrangiamenti in pieno stile God of War, ed un buon doppiaggio completamente in italiano, ulteriore segnale degli elevatissimi valori produttivi impiegati per questi due giochi. Buona anche la longevità: cinque ore per il primo capitolo e circa otto per il secondo. Considerando il prezzo budget non ci si può lamentare.

– Due importanti tasselli nella storia di Kratos

– Trofei e supporto al 3D

– Col pad si giocano meglio

– Comparto grafico che non beneficia dell’alta definizione

– Pochi nemici a schermo

8.0

La God of War Collection II consente a tutti i possessori di Playstation di vivere due importanti tasselli dell’epopea di Kratos. In questo passaggio all’alta definizione i due episodi hanno guadagnato la possibilità di essere giocati in 3D, la capacità di schivare tramite analogico destro ed un buon numero di trofei da sbloccare. In cambio hanno messo in mostra alcuni limiti del motore grafico e della console, oltre ad una formula di gioco ancora estremamente divertente, ma che al quinto capitolo forse necessita qualche novità. Rimane comunque un acquisto imprescindibile per tutti i fan dei giochi d’azione e del Fantasma di Sparta che non possiedono i due titoli per PSP.

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