Ghost 1.0
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a cura di erik369
Nella scena indipendente non mancano di certo gli sviluppatori talentuosi, professionisti in grado di realizzare, nonostante la ridotta risonanza mediatica, titoli capaci di attrarre l’utenza grazie a caratteristiche uniche o ad una qualità generale che si è soliti associare alla figura dello sviluppatore stesso. Non deve dunque sorprendere che siano stati in molti a drizzare le orecchie dopo aver sentito che Francisco Téllez de Meneses stesse lavorando ad un nuovo gioco. Il nome appena citato potrebbe essere familiare ad alcuni di voi, in quanto appartenente al creatore di Unepic, un titolo che ricevette un’accoglienza piuttosto fredda da parte della critica, ma che venne estremamente apprezzato dai giocatori grazie a caratteristiche come l’umorismo, il citazionismo e l’ottima scrittura dei dialoghi. Ghost 1.0 presenta tutti questi elementi, elementi che a questo punto potrebbero essere considerati come veri e propri marchi di fabbrica dello sviluppatore. Téllez e i suoi collaboratori saranno riusciti a dimostrarsi tanto abili nel campo della fantascienza quanto lo sono stati in quello del fantasy?
Coscienza artificialeGhost 1.0 rientra senza riserve nel filone dei metroidvania, in quanto presenta una struttura e delle meccaniche riconducibili a tale genere. Nonostante questo il titolo non manca di caratteristiche estremamente peculiari, che riescono ad attribuire un’identità specifica all’opera di Téllez. Prima di addentrarci nei meandri del gameplay, vero e proprio cardine dell’esperienza offerta dal titolo, è doveroso spendere qualche parola sulla sua componente narrativa, la quale, nonostante sia decisamente secondaria, non manca di stupire piacevolmente.Quella di Ghost 1.0 è un’ambientazione assolutamente futuristica, che affonda le sue radici nell’immaginario tipico della fantascienza e del cyberpunk degli anni ’80. Siamo in un remoto futuro, la vita delle persone è stata totalmente stravolta dall’arrivo sul mercato di un prodotto chiamato Naka. Non si tratta di un elettrodomestico o di una nuova versione di smartphone, bensì di veri e propri androidi, replicanti estremamente avanzati, incredibilmente intelligenti e persino dotati di una sorta di coscienza non dissimile da quella degli umani. Attirati dalla possibilità di ottenere ricchezze oltre ogni immaginazione, Jacker, un abile hacker, e Boogan, un capace ricercatore, tenteranno un’impresa senza precedenti e dalla percentuale di successo assai esigua: infiltrarsi nel centro spaziale della Nakamura Corporation, casa produttrice dei Naka, e rubare gli algoritmi delle intelligenze artificiali da loro create, così da scoprire il segreto che si cela dietro il loro funzionamento. Per farlo assolderanno Ghost, un’agente segreto in grado di controllare da remoto qualsiasi robot nelle vicinanze. L’infiltrazione si rivelerà tutt’altro che semplice, e non mancheranno svariati incidenti di percorso. L’inaspettato mettere tuttavia in luce alcuni dei segreti più oscuri che la compagnia custodisce gelosamente, segreti che potrebbero rivoluzionare l’assetto politico ed economico dell’intero pianeta. La storia di Ghost 1.0 è anche uno dei suoi principali punti di forza. Nonostante l’ambientazione ed il setting non siano esattamente una novità nel panorama fantascientifico, abbiamo comunque apprezzato la trama del titolo, essendo essa narrata con modalità e tempistiche davvero ben calibrate. La narrativa infatti si sviluppa in maniera costante per l’intera durata dell’avventura, senza mai venire trascurata o essere eccessivamente messa da parte. Allo stesso tempo, essa riesce a non soffocare il gameplay, grazie ad un ritmo di narrazione uniforme e ben cadenzato. Tutti i dialoghi e le cutscene sono infatti distribuite in modo da garantire un’efficace alternanza tra sezioni di gioco e parti in cui la trama si sviluppa. Ottimo anche l’avvicendamento di momenti seri ad altri più leggeri ed ilari, con siparietti e gag spesso molto divertenti, caratterizzati dallo stesso citazionismo canzonatorio che contraddistingueva Unepic. Persino i personaggi, che non godono di profili psicologici particolarmente complessi o sfaccettati, risultano immediatamente riconoscibili, già dalle loro primissime apparizioni. Tutto ciò è dovuto principalmente alla qualità della scrittura dei dialoghi, che si mantiene sempre di alto livello. Non mancano poi colpi di scena, che nonostante siano anch’essi piuttosto inflazionati, riescono a dare alla trama quella piega improvvisa in grado di mantenere costante l’interesse del giocatore. Insomma, quella proposta in Ghost 1.0 è una storia senza troppe pretese, che evita spesso e volentieri di prendersi sul serio, e che non brilla per originalità. Tuttavia essa rimane comunque estremamente godibile, divertente ed interessante.
Variabilità sinteticaPer quanto buona, la trama di Ghost 1.0 non è altro che un contorno gustoso, le cui virtù non fanno altro che esaltare le qualità della portata principale, ovvero il gameplay. Come abbiamo già accennato poc’anzi, il titolo è un metroidvania bidimensionale, con una struttura e con delle meccaniche direttamente riconducibili a tale genere. Partiamo con le basi: Ghost potrà muoversi liberamente sia in orizzontale che in verticale, potendo contemporaneamente sparare in un’area di 360° intorno a sé, utilizzando il mouse o lo stick destro del pad per spostare il puntatore della mira. La progressione avviene tramite l’attraversamento di aree suddivise in stanze più o meno estese, dove il combattimento sarà spesso alternato da fasi platform e puzzle ambientali. Fin qui, insomma, nulla di nuovo. La prima novità giunge tuttavia già ancor prima di iniziare l’avventura, grazie ad una particolare scelta che influirà pesantemente sullo svolgimento della partita. Esistono infatti ben due modalità con cui è possibile affrontare Ghost 1.0. La prima, quella classica, ci pone davanti ad un’esperienza fortemente assimilabile alla tradizione dei Metroidvania, dove i potenziamenti saranno concessi al giocatore con più parsimonia, ma in maniera definitiva, ottenendo dunque una crescita del personaggio lenta ma costante. La seconda, quella survival, consente di adottare un approccio più simile ai Roguelike, in cui ottenere potenziamenti sarà molto più semplice ed immediato nel breve periodo, ma con il rischio di perdere quanto accumulato in seguito alla morte (potrete tuttavia recuperare una piccola porzione di quanto perso nel caso torniate nel luogo della vostra dipartita). Come potete ben notare, si tratta di due tipi di esperienza profondamente diversi, ma che si innestano entrambi perfettamente nella struttura di gioco di Ghost 1.0. Noi abbiamo scelto la modalità survival, e avendola apprezzata particolarmente non possiamo che consigliarvela. Il timore di morire vi terrà infatti continuamente sulle spine, scongiurando definitivamente ogni possibile parvenza di noia, mentre la reperibilità di power up renderà la vostra esperienza molto più variegata e completa di quanto lo sarebbe con la modalità classica, soprattutto in virtù dell’elevato numero di potenziamenti presenti.Proprio su questi, e più in generale sulla crescita e personalizzazione del personaggio, vorremo spendere alcune parole di approfondimento. Téllez e i suoi collaboratori hanno ideato un sistema di sviluppo dalle molteplici possibilità e sfaccettature, comprendente power up, armi da fuoco, oggetti attivi ed infine talenti. Questi ultimi sono stati implementati in modo similare a quanto può essere visto in un gioco di ruolo. I talenti sono infatti distribuiti su ben cinque rami e tre livelli di potenziamento, con la possibilità di spendere un punto per ottenere un singolo talento. Tali punti non si otterranno tuttavia sconfiggendo i nemici o accumulando esperienza, ma si troveranno sotto forma di veri e propri oggetti da raccogliere, distribuiti in numero limitato in delle specifiche locazioni dal raggiungimento obbligatorio. Tutto ciò permette di costruire personaggi dalle build uniche, che meglio si adattano al proprio stile di gioco. I talenti infatti non solo sono numerosi, ma offrono un ventaglio di effetti piuttosto ragguardevole, influenzando ed agendo tanto nel combattimento, quanto nell’esplorazione. I power up potranno invece essere principalmente ottenuti facendo scattare degli allarmi specifici sparsi per l’intera mappa di gioco, con l’imposizione di dover affrontare combattimenti più o meno lunghi, in una vera e propria orda. La particolarità di questi scontri sta nell’aumento progressivo del livello di allarme, che andrà ad incrementarsi per ogni orda superata, resettandosi solo in caso di morte. Chiaramente ad un livello di allarme più alto corrisponderà un combattimento non solo più lungo, ma anche con nemici più numerosi e forti. Risulta quindi evidente come la troppa avidità possa essere fatale in Ghost 1.0. A tal riguardo è doveroso specificare come solo una piccola parte degli allarmi presenti siano realmente obbligatori.Grazie a tutte le caratteristiche elencate, i combattimenti del titolo sono molto vari e frenetici, da non prendere mai troppo sotto gamba. Un’ulteriore caratteristica interessante deriva dalla capacità di Ghost di possedere gli altri robot. L’agente può infatti abbandonare temporaneamente il proprio telaio meccanico (che rimarrà comunque vulnerabile nel caso dovesse essere colpito), potendosi muovere liberamente per la mappa sotto forma di presenza spirituale o, con un termine decisamente più azzeccato, di spettro. In tale forma non solo si sarà totalmente invulnerabili, ma basterà avvicinarsi ad un robot umanoide per prenderne il controllo. Questo escamotage permette di affrontare molte situazioni di estremo pericolo con un approccio decisamente più strategico e, di conseguenza, più sicuro. Potrete infatti far distruggere i nemici fra loro, attivare meccanismi inaccessibili o persino esplorare i dintorni ed eliminare gli ostacoli sul percorso. Esistono inoltre potenziamenti in grado di migliorare i robot controllati, rendendo tale approccio eseguibile persino in mezzo al combattimento. L’utilizzo di tale meccanica è in realtà quasi sempre facoltativa, eccezion fatta per una particolare fase di gioco che a nostro parere è stata dilatata fin troppo, nonostante in essa si trovino alcuni (se non tutti) fra i puzzle più complessi del titolo, risultando persino frustrante nel caso non si sia investito in questa capacità.
Complesso meccanicoLa componente esplorativa è invece piuttosto classica. La Nakamura è un enorme complesso spaziale diviso in macro aree e avanzare all’interno della base non comporterà unicamente un confronto con la sicurezza, ma anche il superaramento di tutti gli ostacoli posti nell’ambientazione. Come abbiamo già detto le fasi platform non mancheranno, così come i puzzle ambientali, alcuni dei quali sono anche piuttosto complessi. La varietà non è estrema, ma bastevole a non stancare eccessivamente il giocatore (nonostante non manchino alcune sezioni che tendono a prolungarsi più di quanto dovrebbero). Il tutto è inoltre condito da un’elevata quantità di segreti, sparsi praticamente in quasi ogni stanza. Compiendo infatti alcune azioni specifiche, come sconfiggere tutti i nemici, raggiungere un determinato punto o aprire una scorciatoia, appariranno dei piccoli frammenti di anima, che si sparpaglieranno per l’intera stanza. Basterà assumere la forma spettrale per raccoglierli, ottenendo così un oggetto consumabile o un piccolo potenziamento permanente (tale anche nella modalità survival). Sebbene sulla carta sia una trovata interessante per disseminare la zona di segreti ed ottenere ricompense dal ritrovamento di essi, la sua esecuzione tende a farsi monotona dopo le prime fasi di gioco, complice la lentezza di Ghost in forma spettrale. La progressione generale viene invece dettata dal raggiungimento di specifici obiettivi, assegnatici di volta in volta da Jacker e Boogan. Solitamente si tratterà di raccogliere oggetti particolari (come le parti di una tessera d’accesso) o di interagire con alcuni punti di interesse.Segnaliamo inoltre la presenza di stanze particolari, quali quella della stampante 3D e quella del negozio. Nella prima non solo ci si potrà curare completamente, ma essa fungerà da vero e proprio checkpoint, sia per il teletrasporto tra le varie zone, sia per il respawn dopo la morte. In generale la distribuzione delle stampanti 3D è ben calcolata, sebbene non manchino frangenti in cui non ci sarebbe dispiaciuto vederne una maggiore frequenza. Nei negozi potrete spendere la valuta di gioco per acquistare potenziamenti e oggetti consumabili. Il denaro è qui presente sotto forma di cubi energetici, lasciati cadere dalla maggior parte dei nemici. Tali cubi, nel caso non vengano raccolti velocemente, diminuiranno progressivamente di dimensione, così come anche di valore. Non è affatto difficile accumulare grandi quantità di denaro (soprattutto con i giusti potenziamenti), ma sappiate che un’eventuale morte vi farà perdere tutti i vostri guadagni, che stiate giocando in modalità classica o survival. Parlando di morte, se sperate che Ghost 1.0 sia un gioco semplice, allora rimarrete delusi. Il titolo vi farà sudare per bene, soprattutto grazie a dei picchi di difficoltà davvero accentuati.
Chassis designTecnicamente Ghost 1.0 rispecchia la sua natura indipendente, presentandosi con un 2D che non brilla di certo per complessità, ma resta gradevole all’occhio. In particolare abbiamo apprezzato le animazioni, veramente ben fatte, in grado di rendere perfettamente la sviluppata mobilità della protagonista, trasmettendo persino un piacevole senso di fluidità tanto nell’esplorazione quanto nei combattimenti. L’ambientazione di per sé non è molto varia, ma essendo (quasi) l’intero gioco ambientato in una base spaziale è anche giustificabile. Davvero ottimo invece il sonoro, con tracce che si sposano perfettamente con l’ambientazione futuristica cyberpunk, ed in particolar modo con il doppiaggio, capace di dare ulteriore spessore ed identità a personaggi già ben scritti di suo.Ragguardevole anche la longevità. Giungere ai titoli di coda potrebbe richiedervi dalle dieci alle quindici ore di gioco (a seconda del livello di difficoltà, del grado di esplorazione e della vostra abilità), le quali però possono essere incrementate sensibilmente dal fattore rigiocabilità, qui presente in modo preponderante. I diversi livelli di difficoltà, la varietà dei potenziamenti, la modalità survival e classica, l’elevato numero di achievement, rendono il titolo assolutamente rigiocabile, senza che questi venga troppo presto a noia. Per la gioia di molti inoltre tutti i testi sono tradotti in lingua italiana, presentando solo piccole sbavature isolate. Con un prezzo di acquisto decisamente conveniente per i contenuti offerti (circa tredici euro), non possiamo in definitiva fare a meno di consigliare l’acquisto del titolo a chiunque sia anche minimamente interessato ad esso.
– Trama ben scritta e cadenzata
– Gameplay funzionale ed esaltante
– Esperienza dall’elevato coefficiente di variabilità
– Picchi improvvisi ed accentuati di difficoltà
– Alcune scelte di game design sono discutibili
8.0
Ghost 1.0 è indubbiamente uno dei migliori Metroidvania dell’ultimo periodo. I difetti non mancano di certo, tra picchi di difficoltà spesso troppo accentuati, scelte di game design non sempre riuscitissime e una varietà piuttosto scarna nelle situazioni da affrontare e nei compiti da eseguire. Nonostante ciò ci sentiamo di promuovere in pieno l’operato di Francisco Téllez de Meneses e dei suoi collaboratori, i quali sono stati capaci di costruire un’avventura dalla trama ben scritta e cadenzata, e da un gameplay funzionale e non privo di particolarità che ne esaltano l’identità. Vi consigliamo dunque l’acquisto del titolo dello sviluppatore spagnolo, i cui estimatori, ma non solo, avranno certamente modo di apprezzare.
Voto Recensione di Ghost 1.0 - Recensione
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