Recensione

Gangs of London

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a cura di Makinit

Partorita dallo stesso studio degli autori dei precedenti The Gateway, ecco arrivare su PSP uno spin-off della serie. Avremo quindi a che fare con un simulatore di malavita, sulla falsariga di GTA. La trasposizione delle meccaniche di gioco su PSP sarà riuscita nel migliore dei modi? E soprattutto, saranno riusciti gli sviluppatori a prevenire la presenza dei difetti della serie madre?

La grande LondraIl gioco è, come si può intuire dal titolo, ambientato a Londra, la quale sembra essere ricreata fedelmente e nel migliore dei modi, e in questo, sembra rispecchiare decisamente la peculiare attenzione che da sempre gli sviluppatori prestano nei dettagli. Il compromesso per ricreare così fedelmente la grande mappa richiede però un prezzo da pagare, e ciò sembra intaccare principalmente la grafica. I modelli dei personaggi sono a dir poco scialbi, così come le loro movenze; i danni alle macchine vengono visualizzati in maniera decisamente blanda ed inefficace, tanto da compromettere la sensazione di urtato, ma fortunatamente ci pensa una gamma di effetti sonori non superiore alla media, dal quale si erge solo un doppiaggio leggermente al di sopra della mediocrità. La modalità storia viene “raccontata” per mezzo di sequenze costituite da una serie di fumetti, e nonostante manchino le scene filmate, tali fumetti sono comunque doppiati in ogni loro parte.

Le meccaniche di LondraAll’inizio del gioco potremo scegliere una delle 5 bande criminali a disposizione. Sebbene all’inizio possa non sembrare, le missioni di ognuna di esse differiscono solo per qualche differenza superficiale, e si dividono fondamentalmente in quattro categorie: missione “a piedi”, missione in macchina partendo da un punto A per arrivare ad un punto B, inseguire un’altra auto o scappare a gambe levate. I tipi di missioni risultano quindi abbastanza ovvi, e ciò non dona certo una varietà fuori dal comune. All’inizio si potrebbe non avvertire questa mancanza di originalità, ma noterete di certo, proseguendo nel gioco, situazioni sempre più familiari che, come detto, differiscono solo per alcune piccolezze.Le missioni di guida non sfruttano a pieno la grandezza della mappa e risultano, a volte, troppo corte. Se da un lato questa scelta sembra addirsi ad un gioco portatile, dall’altro lato è facile notare come non sia data al giocatore la possibilità di uscire da quel “piccolo mondo” all’interno delle quali si svolgono le missioni. Queste risultano essere, di conseguenza, corte, occupando solo piccole porzioni di mappa. Se si mette in conto anche un certo ritardo tra l’input dei comandi e l’effettiva azione nel gioco, il risultato non è dei migliori, ma con un po’ di pratica si può riuscire a padroneggiare questo problematico fastidio.Ma se lo stesso problema affligge anche le sezioni a piedi la situazione diventa critica. Dal momento che tali missioni prevedono quasi sempre l’uccisione di qualsiasi cosa che si muova, un ritardo dei comandi può significare una pallottola nella nostra testa, e quindi la conseguente dipartita. “Fortunatamente”, a bilanciare questo problema, interviene una scadente IA dei nemici, i quali riescono soltanto a mettersi al riparo negli angoli o ad ammassarsi in gruppi rendendo più facile e sbrigativa la loro uccisione; nel migliore dei casi, invece, rimarranno fermi in un riparo per molto tempo, rendendo molto frustrante la situazione. Ma l’apice di frustrazione avviene nelle ingiocabili e fortunatamente poco numerose missioni stealth, dove GoL dà il peggio di se, proprio a causa dei problemi sopra citati.Il controllo della vostra banda è anch’esso problematico, in quanto i vostri amici sembrano, molte volte, ignorare bellamente gli ordini che impartirete loro, e troppo spesso li vedrete ammassati e immobili mentre voi state al centro dell’azione.

Oltre la storia di LondraIn un raro momento di lucidità, Sony London ha deciso di donarci una serie di minigiochi atti a rendere più varia l’esperienza di gioco. E nonostante il notevole proposito, molto poco cambia. Sono presenti modalità che prevedono battaglie di bande rivali, le classiche modalità libere, che vi permettono di esplorare la mappa cittadina, qualche piccola prosecuzione della trama, e altro ancora. Tutte però, soffrono gli stessi problemi della modalità principale. Sempre in un disperato tentativo di variare l’azione (forse Sony sentiva il carbone bagnato), sono presenti una serie di mini-giochi che consistono una serie di attività da pub, come il biliardo o anche delle cabine di videogiochi retrò; apprezzabile il fatto che tali minigiochi godano dell’opzione multiplayer.Da segnalare, infine, anche la possibilità di usare l’opzione Game Sharing per trasferire una demo ad un’altra PSP.

– Londra è fedelmente ricreata

– Game Sharing

– Simpatici mini-giochi in multiplayer

– Scarsa giocabilità

– Scarsa grafica

– Scarso coinvolgimento

5.0

Gangs of London è una delusione su tutti i fronti. Questo spin-off sembra essersi portato dietro tutti i difetti della serie d’origine, quel sopravvalutato The Gateway. Un sistema di comando ritardatario, una grafica non esaltante, e missioni poco varie, condannano questo prodotto alla mediocrità. Non sprofonda ancora più basso solo per merito della fedele riproduzione di Londra, e per i minigiochi in multiplayer, ma con un nome come GTA che gira sulla stessa console sarebbe semplicemente assurdo consigliarvi GoL al suo posto. Se invece avete divorato ogni simil-GTA e non potete fare a meno di questo genere di giochi, consiglio di essere comunque molto prudenti, e valutare la possibilità di un eventuale noleggio.

Voto Recensione di Gangs of London - Recensione


5

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