Recensione

Gangland

Avatar

a cura di Maxduro

Di recente abbiamo visto molti giochi,ottimamente realizzati, basati sull’universo della Mafia e dei Gangster, basti pensare a quei capolavori di Mafia o a GTA III. Ebbene anche Gangland, pasciuto figlioletto della Whiptail Interactive, che tra parentesi è la stessa casa produttrice di Postal e RCCars, rappresenta un tuffo nel torbido mondo della malavita organizzata e promette avventure a base di omicidi, sparatorie e un pizzico di strategia, necessaria per la gestione del nostro impero malavitoso. Tutto ciò, a detta dei creatori, ambientato in una cittadina brulicante di vita e di cose da fare, la malfamata Pardise City. Il robusto scheletro di Gangland quindi è costituito da un mix di elementi di azione e strategici nonché una componente gestionale nel momento in cui la nostra “famiglia” raggiunge dimensioni ragguardevoli. La strada del raggiungimento del potere è però lastricata di mattoni lordi di sangue e in assoluto il sangue ed i massacri, il più delle volte gratuiti, la fanno da padrone in questa recente produzione targata Whiptail Interactive. La versione retail del gioco però è, allo stato attuale, molto più simile ad una versione beta che ad una definitiva tanti sono i difetti, i buchi di programmazione e concettuali che la affliggono. Fortunatamente al momento della pubblicazione di questa recensione è scaricabile dal sito della Whiptail la patch 1.3 del gioco che in parte pone rimedio ad alcuni dei problemi di Gangland, dei quali mi accingo a parlare in dettaglio.

Dalla Sicilia con furore!Il background narrativo di Gangland non è certo di quelli che non ti fanno dormire la notte in quanto a complessità od originalità, in compenso è abbastanza solido ed articolato e costituisce un buon filo conduttore alla storia di Mario e i sui fratelli. Gangland infatti narra la storia di Mario Mangano, il giovane rampollo di una potente famiglia malavitosa Siciliana (tanto per cambiare!) il cui destino viene sconvolto dalla improvvisa e misteriosa morte di uno dei suoi fratelli maggiori, Chico e dalla concomitante sparizione degli altri fratelli Angelo, Romano e Sonny. Come consegunza Mario viene inviato sulle tracce dei fratelli a Paradise City, nel Nuovo Mondo, dove, a seguito di un debito apprendistato dallo zio Vincenzo (anche lui malavitoso D.O.C. ovviamente) si metterà alla ricerca dei tre, mentre si costruisce una gang ed un giro d’affari tutto suo.In Gangland, la città di Paradise è rappresentata attraverso una prospettiva isometrica ruotabile a nostro piacimento con la pressione del tasto mediano del mouse, mentre la rotazione della rotellina ci permette di zoomare e quindi di rimpicciolire o ingrandire il campo visivo. Il nostro alter ego, Mario, si gestisce atraverso un interfaccia simile a quella di molti RTS. Lo si seleziona trascinando su di lui il mouse e si sposta cliccando con il tasto destro dello stesso nel punto in cui si vuole mandarlo. Allo stesso modo un icona contestuale ci dice quando è possibile sparare ad un bersaglio o interagirci in qualche modo. Persino l’assegnazione dei gruppi attraverso l’ormai nota combinazione Ctrl+TastNum suggerisce l’orientamento RTS del titolo.

La bella Paradise CityLa grafica di Gangland si attesta su livelli medio-alti ma non senza cadute invereconde di stile in taluni aspetti. La città di Paradise è ben costruita e decisamente ampia, muri e strade sono ricoperti di texture che vanno dal carino al bello ma non sono mai davvero esaltanti. Anche gli interni dei palazzi sono ben fatti e pieni di componenti di arredo che fanno la loro bella figura. A livello di interattività con l’ambiente esterno invece si può dire che siamo in prossimità dello zero assoluto. Tutto ciò che ci circonda è virtualmente indistruttibile cosicchè non avrete l’imbarazzo della scelta quando durante una sparatoria dovrete scegliere se ripararvi dietro sacchi dell’immondizia oppure dietro un muro di mattoni. La città inoltre è popolatissima e brulicante di personaggi, anche se la loro varietà lascia davvero a desiderare. Pochi modelli stereotipati, clonati all’infinito, riempiono le vie di Paradise al punto che talvolta si fa fatica a distinguere i nostri uomini dai comuni passanti. Se la componente umana, dunque, non scarseggia, manca invece completamente a Paradise City qualsiasi forma di traffico veicolare. Per tutto il gioco, le uniche auto che vedrete in movimento saranno quelle a nostra disposizione o al massimo quelle dei nostri avversari. Di tanto in tanto è possibile scorgere delle auto parcheggiate ma che è impossibile rubare o distruggere. Di cose strambe in questo gioco ce ne sono tante, una è proprio il fatto che, finchè siamo nell’auto e ci spostiamo guidando, la macchina subisce danni, fino a esplodere, cosa che può succedere ogni volta che si urta con gli insormontabili marciapiedi o quando si viene colpiti dal piombo degli avversari. Se invece si scende dall’auto questa diventa una barriera indistruttibile come il resto del fondale e la si può utilizzare come riparo sicuro anche nella più feroce sparatoria.La grafica dei personaggi poi, oltre a essere poco varia, è decisamente cubettosa né le movenze di Mario o dei suoi uomini o di chiunque altro risollevano la situazione visto che sono stereotipate e minimaliste. L’atmosfera di Paradise inoltre è decisamente seriosa e in nessun angolo è riscontrabile la benchè minima nota ironica o autoironica come accade invece spessissimo in GTA III e che contribuisce a rendere più piacevole il girovagare per le strade.

Ma come è dura fare il gangster!Gangland ha una curva di difficoltà ripidissima ed al livello di sfida normale (ci sono tre livelli, facile, normale e difficile) solo pochi intrepidi giocatori resisteranno dal desiderio di comprare un vero revolver e sparare contro il monitor per beccare il bel faccione di zio Vincenzo che per la centesima volta dopo l’ennesimo fallimento della missione vi ripete “Ciao Bambino!”. Il motivo di questa assurda difficoltà è presto detto. Paradise City brulica letteralmente di criminali, bande di gangster, poliziotti e perfino civili armati fino ai denti. Ogni volta che per svolgere una missione (in tutto 28 se si considerano le challenge più le conquest mission) dovrete recarvi dal punto A al punto B, troverete sul cammino orde di malviventi del tutto scollegati dalla missione che vi accingete a compiere, che non esiteranno a fare fuoco appena vi scorgono anche in pieno giorno e che è impossibile aggirare. A queste sparatorie spesso si uniscono poliziotti e civili che non aspettano altro che scaricarvi tonnellate di piombo in corpo. Sfortunatamente non è possibile salvare a volontà (ma con la patch questo problema dovrebbe essere stato risolto) ed il computer deciderà lui dove e quando salvare. Risultato, sessioni di gioco lunghe anche ore in cui si muore soverchiati dalle forze esterne e… tutto da rifare….no comment. Inevitabile parlare del problema rifornimento munizioni che, vista la scarsissima mira dei nostri unita alla loro incapacità di posizionarsi automaticamente a distanza utile dal bersaglio, si fa subito sentire. In pratica non è possibile comprare le munizioni che i nostri uomini sperperano alla velocità della luce, e l’unico modo per approvigionarsene è ottenere il controllo dei negozi di armi. In questo modo le munizioni aumentano automaticamente nel nostro inventario tanto più velocemente quanti più negozi di armi controlliamo. Soprattutto nelle fasi iniziali di gioco però questo elemento rappresenta davvero un fattore limitante e frustrante. Proprio a causa di quelle orde di criminali di cui parlavo non sarà rara l’occasione di ritrovarsi di fronte all’ingresso del palazzo dove si trova il boss di turno da giustiziare, essendoci lasciati alle spalle una vera e propria carneficina, senza neanche una pallottola e non poter fare nulla se non attendere che il nostro inventario si rimpingui da solo.Il gioco, organizzato in missioni sequenziali senza possibilità di variazioni, prevede inoltre, nella prima metà, che tra una missione e l’altra si vada a parlare con Vincenzo. Quindi, anche se si è completata una missione con successo, bisognerà scarpinare fino al covo di Vincenzo (in certi casi ci vogliono minuti interminabili di cammino) per sentirsi dire “bravo ragazzo!” e poi intraprendere la missione successiva.Vogliamo parlare della meccanica di guida e della IA dei nostri compagni e degli avversari? Siamo qui per questo. Il sistema di controllo dell’auto e affatto comodo e vi sembrerà di guidare ingovernabili trattori piuttosto che fiammanti automobili da malviventi. Oltre a questo non è possibile minimamente valicare il limite del marciapiede come se ci fossero dei muri invisibili che impediscono l’avanzamento dell’auto. È possibile investire civili o criminali ma in questo caso l’effetto è alquanto patetico visto che l’omino in questione sarà “spinto” più in la dalla vostra auto prima di morire senza apparente motivo.Tornando alle sparatorie poi è buffissimo il comportamento dei nemici i quali, nessuno escluso, vi attaccano appena vi vedono ma nel momento in cui vanno sotto un certo livello di energia si rifugiano in qualche punto della mappa e cominciano a curarsi con il medikit. Se a questo punto sparate, loro continueranno a curarsi senza tentare di fuggire o reagire, determinando un tira e molla interminabile tra aumento e diminuzione della loro energia finchè non crepano. Anche i nostri uomini non si distinguono per lucidità intellettiva e persino Mario sfuggirà sovente al vostro controllo attaccando di quando in quando, e senza ragione, un civile o andando a posizionarsi in un punto diverso da quello che avevate settato.

Qui prod est?Gangland però non continua così all’infinito (anche se la parte appena descritta rappresenta il grosso dell’esperienza videoludica), e ben presto dovrete staccare il cordone ombellicale che vi lega a vostro zio e creare una “famiglia” tutta vostra con tanto di contrabbando di liquori, riciclaggio di denaro sporco, controllo di locali e sale da gioco nel tentativo di espandere sempre di più la vostra influenza e il vostro dominio sulla città di Paradise. Non mancherà la possibilità di sposarsi e avere dei figli, i quali potranno a loro volta diventare vostri fidati uomini e ai quali delegare una parte del lavoro. Questa componente riesce ad essere allettante così come la possibilità di sbloccare col tempo personaggi nuovi e bizzari da chiamare in vostro aiuto come la “mama”, una simpatica donnona armata di fucile a pompa in grado di curare i componenti della squadra.

HARDWARE

Requisiti minimi: Windows 98/98SE/ME/2000/XP ,Pentium III/Athlon 600 MHz o superiore ,128MB Ram 1 Giga di spazio libero su disco, scheda video nVidia GeForce o ATi Radeon con 32 Mb di memoria, CD-ROM 12X o superiore, 56Kb Modem (multiplayer)

Requisiti raccomandati:Windows 98/98SE/ME/2000/XP ,Pentium IV o Athlon CPU, 1.1 GHz o superiore 512MB Ram,1 Giga di spazio libero su disco, nVidia GeForce 2 o ATi Radeon 7000 o superiore con 64Mb di memoria, CD-ROM 12X o superiore, connessione a banda larga (multiplayer)

MULTIPLAYER

Gangland è gicabile in multiplayer fino a 8 giocatori in modalità skirmish (tradotto in italiano con scaramuccia, ma non era schermaglia?) oppure conquest. Il gioco online presenta i soliti problemi del gioco singleplayer più una instabilità cronica del sistema (che dovrebbe risolversi con l’ultima patch) unita ad una carenza di server dedicati e di giocatori occasionali facilmente reperibili.

– Buona ambientazione grafica

– Interessante mix di generi

– Frustranti le sessioni di scontri a fuoco

– Scarsa IA

6.5

ll mio spazio si è esaurito ma spero di aver trasmesso le sensazioni controverse che questo Gangland mi ha dato. Da una parte, tutta una serie di idee concrete ed originali strutturate in un ensamble abbastanza solido vanno a costituire il cuore di questo action/strategico; dall’altra tantissime pecche realizzative e concettuali lo rendono frustrante in molti passaggi e tutt’altro che memorabile. Ne deriva un giudizio blandamente positivo ed il consiglio di provarlo agli amanti assoluti di giochi con questa particolare ambientazione. La massa dei giocatori occasionali e degli smanettoni si rivolgano altrove.

Voto Recensione di Gangland - Recensione


6.5

Leggi altri articoli