Recensione

G1 Jockey

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a cura di Disco Uno

E DIAMOCI ALL’IPPICA!Prima di tutto diamo atto alla THQ, la casa produttrice, di essere stata coraggiosa. Deve averne di fegato, un editore, per produrre un videogioco sull’ippica. Ci sono dei precedenti nelle sale giochi o sulle piattaforme domestiche? Forse no ed è grazie a queste scelte sperimentali se i videogiochi, oggi, sono un universo a 360 gradi e non si limitano a sparatutto e picchiaduro.Bene, detto questo, ora, passiamo al titolo in specifico. Qual è il grande timore di chi si appresta a comprare un videogioco sui cavalli? Credo sia quello di comprare un videogioco sulle auto, dove le auto sono travestite da cavalli e i circuiti camuffati da ippodromi. Insomma, la grande paura è che le modalità di gioco siano sostanzialmente le stesse di un titolo “motorizzato” (di conseguenza tirare la briglia equivale a sterzare e frustare il cavallo a ingranare).G1 Jockey non commette questo errore. Si differenzia dalle gare automobilistiche prima di tutto per il ritmo. In un videogioco di car racing tutto è grintoso, rombante, immediato. Il giocatore si trova immediatamente calato in un contesto altamente competitivo, sulla griglia di partenza a pochi secondi dal via. G1 Jockey possiede la calma di una giornata passata all’ippodromo tra dame col cappellino e scommettitori consumati. La corsa dei cavalli non è che l’ultima istanza di un processo che inizia, prima di tutto, con la scelta della scuderia.Scelta la scuderia si parla col suo proprietario che vi spiega come giocare. Per gestire il gioco, le key-words opzionabili sono: “stable” (scuderia, ogni tanto dovrai farci una visita), “horse” (cavallo, ti fornisce informazioni sul cavallo, la resistenza, la velocità, l’età ecc.), “information” (serve a tenersi informati sui risultati delle singole competizioni e la propria posizione in classifica), “system” (serve a salvare e gestire le varie opzioni di gioco) e “next” (ti scala alla settimana seguente, il gioco, difatti, va gestito di settimana in settimana).

PIÙ SCOMMETTITORI CHE FANTINIDopo avere incontrato il tizio della scuderia, stringiamo la mano all’ agente, un certo Nakata (ogni omonimia con giocatori di calcio è puramente casuale). Nakata v’informa che se volete correre, sarà meglio acquistare un cavallo, prima. L’acquisto dev’essere vagliato attentamente tenendo conto della gara e del cavallo. Per comprare un cavallo dovrete usare RP (Riding Points). All’inizio, essendo un apprendista, non ne avrete molti. Un aspetto fondamentale di questo gioco, è il miglioramento progressivo. Per correre nelle corse più competitive, in sella ai cavalli migliori, guadagnandosi le attenzioni dei trainers più esperti, ci vogliono pazienza e vittorie. Più che un racing game questo potrebbe essere definito un business game. Come detto sopra la gara vera e propria non è che l’ultima fase di una serie di contrattazioni e copre uno spazio di tempo relativamente breve. È più il tempo che passate davanti ai tabelloni che riportano corse fatte e vinte, età dei cavalli, scuderie di appartenenza eccetera che quello trascorso al galoppo. Questo approccio può risultare frustrante o un diversivo. Di sicuro se siete degli smanettoni tradizionalisti e in un videogioco, oltre alla sontuosità grafica, cercate una valvola di sfogo al prurito che ogni tanto vi fa stringere i pugni, proverete un certo disagio. Se siete dei gamers cerebrali, può darsi che vi appassionerete. A patto che mastichiate il francese o il tedesco o l’inglese. Grande pecca del prodotto: l’italiano non è minimamente preso in considerazione. E dato che G1 Jockey non è uno di quei titoli scandito da termini ormai entrati nel dizionario di ogni videogiocatore come game over, start ecc. è una mancanza da non sottovalutare. Inoltre le parti esplicative sono parecchie. Questo gioco manca praticamente di scene animate, sostituite da lunghe sequenze titolate in cui il manager o il trainer di turno vi spiega che dovete fare e non fare. Se non masticate nessuna delle tre lingue o pagate un interprete, oppure sarà dura….Dopo che Nakata ha parlato, finalmente si vedono un paio di quadrupedi correre. Sono i cavalli da selezionare e scorribili coi tasti L2 e R2. Sceglietene uno, ma non date per scontato che quello scelto sarà vostro. Gli stallieri snob vi liquideranno dicendo che non siete abbastanza bravi, quelli onesti, forse, ammetteranno che il cavallo è vecchio e ha già fatto il suo tempo.In piena gara si capisce come questo gioco si basi più sulla strategia che sui rush finali. Il successo della corsa non dipende dall’intensità con cui pestate leve e pulsanti. Per la verità sono pochi i movimenti che dovete compiere col controller: il pulsante a triangolo vi da la spinta per lo scatto iniziale, durante la corsa direzionate sensibilmente il cavallo a destra o a sinistra con la leva analogica. Il successo della gara dipenderà più dalle scelte compiute in precedenza. Insomma anche se il titolo parla di fantini (in inglese jockey), questo sembra più in gioco fatto su misura per scommettitori logorati dal vizio. Avete presente quei tipi che passano le giornate all’ippodromo, col giornale delle corse arrotolato e gli occhi rivolti ai cartelloni che snocciolano risultati? Ecco, G1 Jockey è il loro titolo. E non è detto che sia un difetto.

GRAFICAMancano le scene animate. I singoli personaggi sono ritratti a mezzobusto e sostanzialmente privi di movimento, in compenso sono ben caratterizzati. Le corse sono riprese da dietro con cambi di visuale frontale destra e sinistra. La povertà di azione, comunque, è giustificata dalla filosofia del gioco più strategico, di preparazione, che agonistico.

SONOROPollice in giù. I dialoghi dei personaggi sono titolati e non audio. Per quanto riguarda la musica, OK, questo videogioco non è concitato, ma piacevole e più che il rush finale della corsa è fondamentale la scelta del cavallo giusto, però gli addetti ai lavori potevano evitare questo irritante motivetto da ascensore di albergo!

Personaggi ben descritti, strategia precedente alla corsa ben sviluppata

Grafica statica, sonoro scarso, corse brevi e poco coinvolgenti

6.5

Lodiamo l’originalità del videogioco. Un po’ meno la realizzazione. Comunque se siete di quelli che passano i sabato pomeriggio su una schedina e interpretano ogni cosa con numeri e statistiche, G1 Jockey potrebbe piacervi. Una critica dovuta è quella rivolta alla lingua: niente italiano. Ma quelli della THQ non lo sanno che Varenne, il cavallo più tosto del mondo, appartiene a una scuderia italiana?

Voto Recensione di G1 Jockey - Recensione


6.5

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