Frontline: Fields of Thunder
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a cura di Alex90
Il concept della Seconda Guerra Mondiale, il più abusato e utilizzato tra gli RTS che fino ad oggi si sono dati battaglia, ritorna protagonista in Frontline: Fields of Thunder, il nuovo titolo della Nival Interactive. La casa, che non è nuova ad esperienze nel settore, come testimonia un altro strategico apparso sotto il suo nome poco meno di due anni fa, Blitzkrieg 2, sembra non sia intenzionata a cancellare quanto di buono fatto finora, ma è chiaro il tentativo di proseguire sulla stessa strada che l’ha condotta al successo in questi anni, magari cercando di rimediare a quelle pecche che ora, come allora, minavano alla buona riuscita del progetto. Dunque si è preferito non rischiare, non intraprendere un cammino incerto. Si sa, per fare scelte radicali ci vuole coraggio e consapevolezza dei propri mezzi e credo che ciò sia mancato ai ragazzi del gruppo Nival, tant’è che il prodotto che stiamo analizzando perde già in partenza in termini di originalità.
Dalla storia al videogiocoKursk, Estate 1943. Siamo di fronte alla più grande battaglia di mezzi corazzati della storia. I tedeschi sono alla deriva e hanno ancora davanti agli occhi la disfatta di Stalingrado dell’inverno precedente. L’operazione progettata dal Fuhrer stesso, dal nome in codice “Operation Zitadelle” (Operazione Cittadella) coinvolse un numero enorme di uomini, aerei e carri armati di ambedue gli schieramenti. In un teatro di guerra inanimato e surreale la Wehrmacht tedesca e l’Armata Rossa sovietica si fronteggiavano in una battaglia che avrebbe avuto differenti risvolti a seconda dell’esito finale. La storia ormai è stata già scritta da anni e già ha fatto il suo seguito, eppure Frontline: Fields of Thunder ci propone di rispolverare, in campo videoluco, l’ennesima guerra e rivivere quei mesi infernali e bellicosi tentando magari di cambiare, almeno virtualmente parlando, il passato a nostro piacimento….sempre se ne saremo capaci.
Di guerra fredda non si parla ancora…anzi.Frontline: Fields of Thunder ha tutte le carte in regola per essere considerato un classico strategico: visuale isometrica, mappa rombata che mostra le aree visitate e quelle da scoprire, un numero discreto di missioni da portare a termine e tanti obiettivi primari e secondari. Dunque gli ingredienti principali ci sono tutti, è la ricetta ad essere ormai trita e ritrita, adoperata e riadoperata, andava un po’ ammodernata, come dicevamo prima. Infatti, il progetto di base risulta anacronistico e logorato dal tempo, sebbene ci troviamo di fronte alla prima ricostruzione storica a portata di mouse della battaglia di Kursk. Ad avvalorare la nostra tesi, ci sembra a dir poco riduttivo vedere inseriti anche questa volta sempre gli stessi elementi e le opzioni che hanno fatto la fortuna degli strategici di un tempo ma che oggigiorno non hanno più nulla da offrire. Tuttavia, a bilanciare questa controcorrente penuria di idee e di iniziative, il gioco si presenta al pubblico ben architettato e si vede ad occhio nudo che i ragazzi di Nival ci sanno impegnati duramente. Il titolo è incentrato in particolar modo sulla Guerra- Lampo in chiaro stile Hitler. Tale strategia prevedeva un peculiare e spasmodico studio a tavolino di ogni minimo particolare, di ogni possibile mossa del nemico e si realizzava tramite un attacco mirato, devastante e frenetico. Dalla storia ai giorni nostri, si, perché anche in Frontline sarà possibile mettere in pratica questo piano, anche se, e ve ne renderete conto presto, tale congettura sarà pure interessante e coinvolgente ma facile proprio no. Anzi, non è mai stato così difficile e arduo scendere in guerra attraverso un pc, e la curva d’apprendimento è davvero alta, nonostante il titolo proponga un accessibile e curato tutorial. I nemici infatti sono aggressivi come non mai, pronti a sfruttare ogni passo falso della vostra armata, la frenesia di gioco impone un rapido e preciso comando, il che spesso non è facile, e per di più l’IA dei nostri uomini non è certo entusiasmante. Proprio in merito alla questione IA è bene spendere qualche parola in più. L’intelligenza artificiale, infatti, seppur rivisitata e migliorata dai ragazzi di Nival rispetto ad alcune loro precedenti release, lascia con l’amaro in bocca. Questo perché, a dispetto di una capacità nemica sicuramente sopra la media, la nostra armata senza alcuna ombra di dubbio non brillerà in termini di astuzia e sagacia. Spesso, anzi, saremo inorriditi alla vista di tank e fantini che invece di trovare il modo più semplice per sbaragliare il nemico nel minor tempo possibile, si ostacoleranno a vicenda ed anziché sparare i colpi in posizioni riparate e sicure avanzeranno ‘stupidamente’ fino ad entrare nell’obiettivo nemico. Inoltre a differenza di tanti RTS, qui non sarà possibile rigenerare ogni qual volta sia necessario nuovi soldati e carri, ma è permesso chiamare rinforzi solamente dopo aver conseguito alcuni obiettivi e comunque non prima di un determinato lasso di tempo. Quelle rare volte in cui riusciremo nell’impresa di superare una missione, la soddisfazione personale sulla manovra bellica adottata sarà grande e verrà accompagnata con una premiazione in medaglie e titoli onorifici.
L’atmosfera ricreata è (quasi) perfettaLe modalità di gioco a disposizione saranno due: in una potremo comandare l’avanzata della Werhamact tedesca e nell’altra quella dell’Armata Rossa Sovietica. Entrambe, comunque, presenteranno uno stesso grado di difficoltà, e un esercito seppur leggermente differenziato, essenzialmente di pari potenza. Ovviamente, ogni schieramento avrà il proprio asso nella manica su cui puntare e starà a noi trovare il modo di sfruttare al meglio i suoi punti di forza. Le missioni in tutto saranno venti, dieci per ogni modalità, e qualitativamente, seppur poco più che sufficienti, non riusciranno a catturare come ci si aspetterebbe l’attenzione del giocatore. Ciò nonostante, è doveroso ammettere che la ricostruzione storica della battaglia di Kursk, realizzata dai ragazzi della Nival, è ineccepibile e segno di un grande lavoro eseguito affinché si potesse ricreare al meglio l’atmosfera che si presentava sul Fronte Orientale. A testimonianza di quanto detto, salterà presto all’occhio la grande quantità di mezzi, carri, aerei e fantini che si batteranno sul campo di battaglia e tutti corredati da una scheda tecnica visitabile nell’Enciclopedia inclusa al gioco. Anche case e villaggi saranno riprodotti fedelmente, e stupisce positivamente il rapporto che intercorre tra gli eserciti e l’ambiente circostante. Sarà possibile, infatti, sradicare alberi, abbattere edifici e in generale modificare dove possibile il territorio. Sul fronte tecnico, Frontline: Fields of Thunder si comporta bene, presentando un motore grafico discreto ma che non si discosta più di tanto da quello del suo predecessore Blitzkrieg 2… qui, però ricadremmo di nuovo sul discorso ‘penuria di novità’ e sinceramente non ne vale la pena. Gli effetti di fumo e le esplosioni, tutto sommato, sono convincenti, tuttavia sarebbe da matti accostare la grafica che offre il titolo a quella di altri importanti strategici, di calibro nettamente superiore, come Supreme Commander e Command and Conquer: Tiberium Wars. Anche il frame rate è piuttosto debole, e si fa fatica a superare i quindici fps. Il doppiaggio è in lingua tedesca e russa, mentre le musiche che sfoggia la colonna sonora sono altalenanti: alcune ricreano bene l’atmosfera, altre invece sembrano un po’ meno ispirate.
HARDWARE
Windows 2000/XP– Processore Pentium 4 o equivalente di 2 giga– 512 mega RAM– Scheda video GeForce 4 / Radon 9000 con 128 MB RAM con supporto directX 9.0– 4 Giga liberi su disco fisso.MULTIPLAYER
La modalità multiplayer include 10 missioni giocabili sia via LAN sia online. Per il gioco in Internet è necessaria la creazione di un account gratuito sul server Nival.net.
– Fedele ricostruzione storica
– Elevato numero di tank e mezzi di un tempo
– Grafica discreta
– Difficile
– Non adatto a neofiti
– Novità non pervenute
– Troppo simile a Blitzkrieg 2
– IA amici altalenante
. IA nemici eccessiva
6.5
Frontline: Fields of Thunder non è sicuramente un titolo che si propone di rivoluzionare l’era degli RTS, ne tanto meno di raccogliere una fetta di pubblico molto vasta, ma è un gioco modesto, adatto ai veterani del genere che hanno ancora in mente i bei ricordi del suo predecessore Blitzkrieg 2. Il gioco prevede una curva d’apprendimento troppo elevata per i più e difetta in termini di IA e di novità. Neanche un’eccelsa ricostruzione storica dei fatti di Kursk, coadiuvata da una fedele riproduzione delle atmosfere e dei mezzi di allora, bastano a risollevare un titolo che forse ha il suo tallone d’Achille proprio nelle fondamenta deboli.
Consigliato solamente ai fedelissimi del team Nival, per tutti gli altri suggerirei di guardarsi attorno, in quanto esistono alternative sicuramente più valide.
Voto Recensione di Frontline: Fields of Thunder - Recensione
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