Rimembrate i tempi in cui il porcospino blu di casa SEGA era l’idolo delle masse? No, non vale il suo attuale profilo Twitter, ci spiace… parlo di un’era lontana in cui Sonic se la vedeva testa a testa con l’eccezionale Super Mario e rappresentava l’altra faccia dei platform, quella più spettacolare e sbarazzina.
Quell’era è morta, sepolta, kaput. Sonic sembrava tornato ad avere un minimo di dignità con Colors e Generations dopo anni di prodotti fallimentari, ma poi tutto è crollato col terribile Sonic Boom: Ryse of Liric e la situazione economica ballerina dell’attuale SEGA ha praticamente fatto calare un oscuro sipario sul futuro del leggendario personaggio.
A chi rivolgersi, dunque, quando gli idoli del passato si ritrovano imbalsamati sul muro del passato? Ma agli sviluppatori indipendenti ovviamente, tra i pochi ancora desiderosi di riprendere vecchie formule e riadattarle al gaming attuale. Tanti falliscono, incapaci di far proprie meccaniche che hanno reso i videogiochi ciò che sono oggi, tuttavia qualcuno riesce a sfruttare il suo immenso talento per scrivere opere incredibili con melodie già note. È stato il caso degli Yacht Club Games, con Shovel Knight, e ora è il turno dei GalaxyTrail, pronti a ridare linfa vitale allo stile lanciato proprio dal porcospino supersonico appena citato. Il loro “omaggio” si chiama Freedom Planet, e secondo molti tocca vette estremamente simili a quelle raggiunte dal cavaliere con la pala, seppur in modo diverso.
Incuriositi, abbiamo deciso di affrontare i suoi ingegnosi livelli, spinti anche dalla speranza di rivivere un po’ della nostra infanzia. Leggetevi le nostre impressioni, mentre noi ci godiamo un bel ciuccio nuovo di pacca e il pannolone.
Sonic Team, impara
Non abbiamo tirato fuori Sonic a caso da un cilindro magico, basta iniziare a giocare a Freedom Planet per rendersene conto. Fin dalla narrativa il titolo è vicino ai vecchi classici della serie SEGA, con personaggi dalle fattezze cartoonesche, nemici robotici e una storia semplice che gira attorno al solito cattivone deciso a conquistare tutto e tutti. L’Adventure Mode vi permetterà di seguire l’intera trama nei panni della velocissima Lilac o della tenace Carol, con lunghe cutscene tra un livello e l’altro, mentre un terzo personaggio, Milla, sarà (non appena sbloccata) disponibile nella modalità classica, un semplice susseguirsi di quadri più vicino ai titoli dell’era Mega Drive.
Il bello è che questi personaggi non sono semplici reskin, bensì protagonisti con caratteristiche e abilità uniche, che cambiano seccamente l’approccio al gioco. Lilac è la più veloce del gruppo, e anche se non può “roteare all’infinito sul posto” è dotata di grande velocità, della capacità di scagliarsi come un proiettile in una direzione a piacere, e di varie mosse acrobatiche con cui distruggere i nemici. Proprio nel combattimento Freedom Planet si distingue all’improvviso dalle meccaniche dei suoi “antenati”, poiché si tratta a tutti gli effetti di un platform ibridato con un beat ’em up, ove si possono utilizzare combinazioni semplici e attacchi speciali contro gli avversari. Non è ad ogni modo questa l’unica differenza: il gioco presenta infatti una barra dell’energia che si ricarica automaticamente e viene consumata quando si utilizzano le varie abilità dei protagonisti, e il level design risulta immensamente più complesso rispetto ai titoli SEGA, con livelli accuratamente strutturati per stupire e sfruttare al meglio il sistema.
Sul serio, i Galaxy Trail hanno fatto un lavoro da applausi, creando location non solo artisticamente ispirate, ma ricchissime di segreti, balzi e passaggi superabili in fretta e furia, così ben gestiti da non spezzare la rapidità del movimento di Lilac e compagnia bella. Certo, non siamo davanti alla perfezione assoluta, e qualche caduta di stile o blocco improvviso c’è, senza contare che alcuni livelli sono chiaramente costruiti attorno a specifici personaggi, tuttavia si passa alacremente sopra ai difetti quando si nota la presenza di semplici ma riusciti puzzle ambientali che arricchiscono ulteriormente l’esperienza e si affrontano gli spettacolari boss.
Queste ultime bestiacce sono a dir poco azzeccate, devono molto a Gunstar Heroes, e rappresentano il picco di difficoltà di ogni livello, poiché obbligano a un accurato studio dei pattern per trionfare. I punti vita infatti non dipendono da anelli qui, ma da fiammelle sparse che spesso non sono frequenti nelle boss fight avanzate.
Un lavoro da manuale quindi, che nel mix ci butta pure un pochino di Megaman che non fa mai male, e offre una forte rigiocabilità correlata ai personaggi extra, con Carol che vanta qualche parentela con Knuckles e può scagliarsi alla superman contro i nemici o balzare sui muri, e Milla capace di materializzare cubi verdastri dal nulla e di fluttuare. Tra diversificazione dei nemici e difficoltà ben gestita (grazie a checkpoint furbi e mai frustranti) il gioco soddisferà sicuramente gli appassionati di platform che amano le sfide.
Buono anche il lavoro fatto sul comparto tecnico, visto che la pixel art del gioco è riuscitissima e le varie location risultano tanto colorate quanto ben inserite nel prodotto. Le opzioni grafiche sono per ovvie ragioni piuttosto limitate, ma è lo scotto da pagare per far girare tutto a meraviglia anche su una carretta. Meno eccellente il sonoro, con doppiaggi altalenanti che in alcuni casi risultano ignorabili solo per via dell’ottima colonna sonora.
Nulla da eccepire come detto sopra sul level design brillante e sulla responsività dei comandi, praticamente perfetti. Si tratta chiaramente di un gioco costruito in modo certosino.
– Riprende meccaniche dei grandi classici SEGA,e le riadatta in un mix riuscitissimo
– Level Design notevole
– Tre diversi personaggi, tutti riusciti
– Impegnativo e divertente
– Qualche rara caduta di stile nel level design
– Doppiaggio molto altalenante e storia dimenticabile
Se Shovel Knight era un omaggio ai grandi classici del NES, Freedom Planet è una canzone d’amore dedicata a Master System e Genesis. Siamo in pratica davanti al seguito di Sonic che i fan desideravano da un decennio, solo che non è Sonic, è un giochillo indipendente sviluppato da ragazzi pieni di talento e passione per i grandi classici del gaming. Qualche difetto legato all’inesperienza e al comparto tecnico è presente, ma dinnanzi a tanta beltà c’è davvero poco da protestare. Avete nostalgia del porcospino blu? Prendete Freedom Planet, amatelo e coccolatelo. Punto.