Frantics, la recensione del nuovo party game PlayLink
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
La collana PlayLink nata su PlayStation 4 si basa sulla risoluzione di un problema grave grazie ad una soluzione molto semplice. Da un po’ di tempo, infatti, fanno fatica ad emergere delle esperienze multigiocatore in locale che non siano esclusivo appannaggio delle console Nintendo. Sony, storicamente, non ha mai fatto di questa esigenza virtù, ma con PlayLink sembra aver trovato invece la strada giusta. Come avvicinare, quindi, tanti giocatori, ma soprattutto i non-giocatori? Permettendogli di usare solamente lo smartphone, uno strumento di uso comune ormai, per tutta la fascia di popolazione.
Dimmi Chi Sei!, Hidden Agenda, Planet of the Apes: Last Frontier, Sapere è Potere e Singstar Celebration, titoli molto diversi tra loro, in grado di offrire esperienze multigiocatore più o meno classiche, ma tutte accomunate da una sola esigenza: installare una piccola app sul proprio device, ed attraverso quella giocare. Frantics, primo vero “party game” in senso accademico, funziona esattamente allo stesso modo. Pertanto sarà necessario avere una connessione Wi-Fi (la console farà da Hotspot, eventualmente), un telefono o tablet dalla batteria resistente, da uno a tre amici e un divano su cui sedervi.
La volpe e lo smartphone
Il paragone tra Frantics e Mario Party è semplice, forse un po’ comodo, ma decisamente appropriato. Però, a differenza della serie Nintendo, Frantics non si prende la briga di inserire i minigiochi in un contesto di qualsiasi tipo. Niente trama, tabellone, modalità di gioco particolari, atmosfera o ambientazione. Non ci sono neanche elementi da sbloccare giocando, statistiche dei giocatori e qualsiasi cosa che possa servire a “costruire” un’esperienza duratura nel tempo. Frantics è, insomma, il proverbiale titolo “mordi e fuggi”. Il che potrebbe essere un bene per alcuni, per chi magari è proprio in cerca di un software da tenere installato su PS4 per usarlo quando capita, diciamo nella classica serata con amici o parenti, soprattutto se poco avvezzi a tenere in mano un controller pieno di tasti incomprensibili.
Tuttavia non è che Frantics sia un titolo tirato su alla bell’e meglio, perché come per qualsiasi prodotto PlayLink c’è – ed è evidente – una certa cura nel costruire una immagine ben riconoscibile. Lo stile di Frantics ricorda i cartoni animati in stop motion con i modelli fatti di plastilina, mentre i protagonisti sono degli animali buffi, quasi grotteschi, che si sfideranno in minigiochi frenetici ed estremamente competitivi.
Volpe (si chiama davvero Volpe, la volpe) è un affarista che intende arricchirsi attraverso la fatica dei concorrenti di turno, i quali durante i minigiochi collezioneranno oggetti e monete che andranno poi al meschino figuro in questione. Questo è il debolissimo pretesto che permette ai giocatori (da 1 contro una scadente CPU fino a quattro umani) di cimentarsi nella raccolta di minigiochi.
Come detto, però, non c’è molto da scegliere perché Frantics offre a conti fatti una sola modalità, Festa della Volpe, nella quale si affronteranno la serie di minigiochi, e colui il quale avrà collezionato più vittorie sarà il vincitore finale. L’unica variazione sul tema è la possibilità di affrontare i minigiochi singolarmente, oppure costruirsi la propria partita creando la lista di giochini preferiti (dopo averli sbloccati con un paio di partite a Festa della Volpe).
Lo smartphone è il centro del gioco, in tutti i sensi, ed attraverso di esso è possibile effettuare una serie di manovre e adoperare un buon numero di controlli diversi. Il giroscopio verrà usato per muovere l’animale in caduta libera oppure come una sorta di volante per una corsa con bolidi che strizza l’occhio a Mario Kart, mentre il touchscreen può servire per sparare “tappando” oppure per muoversi in una gara ad ostacoli strisciando le dita su di esso.
I minigiochi sono oggettivamente pochi, perché pur non pretendendo i cinquanta minigiochi del primo Mario Party per Nintendo 64 (senza contare il numero esorbitante di essi degli ultimi capitoli), è indubbio che la prospettiva di longevità sul lungo periodo di Frantics è poco elettrizzante. Però, qualsiasi sia il periodo di tempo che il titolo di NapNok Games vi porterà via, non sarà trascorso necessariamente male. Sempre che possiate trascorrerlo in compagnia di amici, perché in solitaria Frantics non ha quasi senso di esistere.
In Festa della Volpe, come detto, si affrontano una serie di quattro (tra i quindici) minigiochi uno dietro l’altro. Ogni gioco garantirà monete, e una corona in caso di vittoria. Nel round finale, il quinto, dove i giocatori dovranno elargire ben assestati sganassoni gli uni agli altri per la vittoria definitiva, sarà possibile acquistare un’arma con la moneta sonante, mentre le corone acquisite diventeranno vite extra a disposizione per sopravvivere. Un modo intelligente per non dare per scontata la vittoria fino alla fine, visto che di fatto il giocatore che ha vinto più minigiochi potrebbe comunque essere sconfitto (pur avendo modo di sopravvivere più a lungo degli altri.
I minigiochi sono tutto sommato divertenti nel suo complesso, alcuni di questi hanno delle intuizioni interessanti all’interno, ma non potranno non sembrare derivativi se avete giocato nella vostra vita ad un party game qualunque tra quelli a cui Frantics si ispira. In tutto questo lo smartphone, epicentro hardware dell’esperienza, si rivela uno strumento a volte adatto alla situazione come insopportabile alle volte.
I sensori di movimento, il touchscreen, e l’esistenza stessa di un doppio schermo che fornisce missioni segrete ai giocatori che, se compiute, regalano una corona ulteriore in caso di vittoria sono strumenti utili, ma solo a chi davvero non ha mai giocato ad un videogioco. Per chiunque abbia giocato ad un prodotto d’intrattenimento videoludico almeno una volta, arriverà molto presto la tentazione di collegare un controller alla PS4 per poter destreggiarsi decentemente in Frantics, soprattutto nei giochi più dinamici.
Immediato e funzionale, soprattutto per i non-giocatori
Stile grafico brillante ed ottimo doppiaggio
A piccole dosi, diverte
Come per gli altri titoli di PlayLink, occhio alla batteria del cellulare
Davvero troppi pochi contenuti
Lo smartphone non è sempre all’altezza
6.0
Frantics non è sicuramente all’altezza di altri titoli della collana PlayLink, ben più brillanti in termini di soluzioni ludiche, concept e game design come Dimmi Chi Sei? oppure Hidden Agenda. Tuttavia, raggiunge la sufficienza perché riesce perfettamente nello scopo che si prefigge: far giocare e divertire chi non ha mai giocato un videogioco. Frantics è l’equivalente di un gioco da tavolo. Entrambi si tengono a portata di mano, nello scaffale o nell’hard disk, per essere affrontati nelle occasioni in cui si ha un gruppo di persone a casa e si vuole giocare a qualcosa di poco impegnativo. Sarebbero bastati un po’ più di contenuti, ma davvero un pugno, per rendere Frantics un titolo per cui organizzare volutamente una serata di gioco, invece.