L’affollatissimo parco giochi del 360 dedicato agli sparatutto si arricchisce di un nuovo venuto. Riuscirà questo Fracture a distinguersi dalla massa di titoli simili e ritagliarsi un proprio spazio? La caratteristica su cui gli sviluppatori paiono aver puntato per emergere è rappresentata dalla possibilità di interagire con le proprie armi nientemeno che sul terreno di gioco. Una feature piuttosto interessante se ben sfruttata…
Americani buoni e cattiviIn un’America del futuro, devastata e divisa, si fronteggiano due fazioni: i “buoni” dell’Alleanza Atlantica e i cattivi Pacificani. Nei panni dell’eroico marine dell’Alleanza Jet Brody, al giocatore viene chiesto di intraprendere missioni sempre più pericolose, ma determinanti per il corso della guerra.Il titolo della Lucas Arts è uno sparatutto in terza persona che fin da subito mostra di avere degli evidenti debiti a livello sia di gameplay che di design con giochi del calibro di “Gears of Wars”, “Halo” e persino “Mass Effect”, il che non rappresenta necessariamente un difetto.Visivamente il gioco è ambientato nel classico mondo futuristico post-una qualche devastazione, mentre il protagonista è identico a mille altri marines del futuro, con tuta potenziata e rasatura a zero.Il personaggio ha a disposizione tutto il classico armamentario da fps futuristico: pistole, fucili, lanciamissili, armi da cecchino e granate. Come di consueto gli scudi si abbassano per ogni colpo ricevuto e si rigenerano mettendosi al riparo dietro elementi dello scenario. C’è anche il classico mezzo di trasporto da pilotare in appositi livelli, a dirla tutta decisamente poco appaganti a causa del pessimo sistema di controllo.
Su e giùL’unico elemento di vera originalità presente in questo Fracture è rappresentato dalla possibilità di utilizzare armi che influenzano direttamente il terreno di gioco. Più nello specifico è possibile sollevare il terreno, creando vere e proprie collinette o delle colonne di roccia, oppure scavarlo, aprendo delle voragini.L’idea non è affatto male, ed è adeguatamente sostenuta da una fisica di gioco tutto sommato credibile, con un ambiente che reagisce realisticamente agli stimoli del giocatore.Tuttavia sebbene il tutorial illustri alcuni potenzialmente intriganti utilizzi del “trinceratore” da parte del giocatore, dalla possibilità di aprirsi vie altrimenti precluse a quella di usarlo come scudo o arma di offesa contro i nemici, in realtà il ricorso a questo peculiare elemento di gioco è per lo più accessorio. Questo perché i punti in cui è effettivamente necessario farvi ricorso sono rigorosamente prefissati dai programmatori, mentre negli altri casi l’utilizzarlo o meno è lasciato alla discrezione del giocatore, scelta che inficia non poco la portata innovativa dell’arma. I puzzle che richiedono l’utilizzo del terraforming per la loro risoluzione sono piuttosto elementari, mentre in battaglia è possibile usare il trinceratore per crearsi dei ripari, oppure per alzare il terreno sotto i piedi degli avversari, portandoli a schiantarsi contro un soffitto troppo basso. Ma le occasioni in cui effettuare queste azioni sono troppo rarefatte, senza contare che si può comunque avanzare senza problemi anche con le sole armi da fuoco convenzionali.
Solo contro tuttiPer il resto Fracture si rivela essere uno sparattutto discreto, che punta tutte le sue carte sulla frenesia dell’azione piuttosto che non su un avanzamento ragionato. Il giocatore si trova costantemente in inferiorità numerica, contro nemici che sopperiscono con il numero ad un’I.A. deficitaria e ad un design che li rende tutti troppo simili.L’arsenale a disposizione del giocatore è vasto e soddisfacente, anche se non si segnalano particolari novità nemmeno da questo punto di vista: bene o male gli strumenti offensivi utilizzabili in Fracture li abbiamo già visti da qualche altra parte.La longevità si attesta sulla decina di ore a livello normale, cui si aggiunge (a chi interessa) una modalità online piuttosto classica, con le opzioni tipiche di questo genere di prodotti (cattura la bandiera, deathmatch, ecc.), arricchite però dalla possibilità di intervenire sul terreno.Anche tecnicamente il gioco appare nella media. Il design dei livelli non appare particolarmente innovativo, però riesce a regalare degli scorci molto evocativi, alternati però ad altri ben più scarni. Il protagonista, pur senza distinguersi in nulla da mille altri marines futuristici, è comunque molto curato e dettagliato, nell’abbigliamento come nelle movenze. Peccato che la stessa cura non sia stata dedicata agli avversari, poco curati e troppo poco vari nell’aspetto.Discreto anche il comparto sonoro, che come per quello grafico alterna brani ispirati ad altri decisamente meno…
– Terraforming divertente da usare sia in single che in multiplayer, almeno all’inizio
– Azione frenetica e senza respiro
– Il terraforming poteva e doveva essere sfruttato meglio
– Sa tutto di già visto
7.3
Fracture è uno sparatutto in terza persona che introduce un’interessante novità, quella cioè di poter influire direttamente sul terreno mediante le armi a disposizione. Quello però che è il suo punto di maggior forza, rivela anche una grave pecca, da ricercarsi nell’impossibilità di sfruttare appieno la novità introdotta. Così, al di là delle situazioni espressamente previste dal gioco, l’utilizzo del terraforming è del tutto accessoria, rendendo vani gli sforzi dei programmatori. Quel che rimane è uno sparatutto frenetico e abbastanza divertente, ma anche poco ispirato e incapace di elevarsi al di sopra della massa di titoli simili.