Recensione

Fire Emblem: Path of Radiance

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a cura di Fabfab

Dopo i consensi riscossi con i due capitoli usciti su GBA, Intelligent System e Nintendo propongono la saga di Fire Emblem anche su GameCube con questo capitolo inedito intitolato “Path of Radiance” e i risultati sono ancora una volta eccelsi, con un titolo tutto sostanza ma che poco concede all’apparenza…

Il giovane mercenarioIl protagonista delle vicende narrate in questo “Fire Emblem: Path of Radiance” è Ike, il giovane figlio del capo dei mercenari di Greil. Ike è coraggioso ed abile in battaglia, così ad inizio gioco comincia ad aggregarsi agli altri mercenari nelle prime, semplici missioni di routine che fungono da tutorial: ben presto, però, la situazione precipita, una grande guerra infiamma le terre di Tellius e il protagonista con i suoi compagni si troveranno coinvolti in situazioni sempre più pericolose e drammatiche.La storia viene narrata per lo più attraverso semplici schermate statiche, in cui le sagome dei personaggi (disegnate in stile anime) dialogano tra loro, mentre solo saltuariamente sono anche presenti stupende scene animate, a sottolineare i passaggi più importanti. Di certo un plauso va agli sceneggiatori perché, una volta tanto, la storia è davvero complessa ed intrigante e rappresenta un notevole punto a favore della produzione Intelligent System, visto che rappresenta uno dei maggiori incentivi a continuare nel gioco. E’ facile appassionarsi alle vicende ed affezionarsi ai vari personaggi, il che rappresenta la dimostrazione più evidente del buon lavoro svolto.

La morte incombenteLa progressione nel gioco è lineare ed avviene attraverso tutta una serie di capitoli in cui al giocatore si richiede sostanzialmente di vincere la battaglia per poter proseguire.La particolarità di questo gioco di ruolo strategico è però quella di mettere letteralmente nelle vostre mani le vite dei vari personaggi: pur ambientato in un mondo fantasy, infatti, in “Fire Emblem: Path of Radiance” mancano del tutto incantesimi e pozioni di resurrezione, con i quali siamo soliti salvarci la ghirba nella maggior parte dei gdr tradizionali. Il che vuol dire che quando uno dei nostri compagni cade in battagli è perduto per sempre, anche se il Game Over giunge solo in caso di morte di Ike o di un personaggio chiave: per il resto accade semplicemente che il morto scompare dalla storia. Potrebbe sembrare una cosa da poco, ma non è così: la caratterizzazione dei vari protagonisti è davvero ottima e difficilmente accetterete la perdita di un compagno, preferendo ricominciare tutta la battaglia piuttosto che proseguire senza di lui. Proprio questa situazione estrinseca al meglio una delle caratteristiche di Fire Emblem, vale a dire la necessità morale di condurre battaglie perfette per evitare perdite tra le proprie fila e l’accettazione del fatto che spesso sarà necessario ripetere più volte una battaglia prima di poter trionfare senza accumulare dolorose perdite.

Battaglie alla grigliaCome in tutti i gdr strategici, anche in Fire Emblem il sistema adottato è quello classico della “griglia”. Ogni campo di battaglia è delimitato da muri invisibili e diviso in tante caselle tipo scacchiera: ogni personaggio in campo ha un certo numero di punti movimento – che determinano di quante caselle può muoversi in un turno – ed una portata d’attacco che varia in base alle armi impugnate (una spada può colpire solo caselle adiacenti, un arco ha maggiore gittata). A differenza che in altri strategici, in Fire Emblem non contano fattori come i dislivelli o prendere un nemico ai fianchi o alle spalle. Il sistema adottato dal titolo Intelligent System si basa piuttosto su un sistema fatto di tante combinazioni che danno vantaggi in certe situazioni e svantaggi in altre: la regola alla base di tutto il sistema di gioco è mutuata direttamente dal gioco della morra cinese (sasso-forbici-carta) e prevede che spada batte ascia, ascia batte lancia, lancia batte spada (e lo stesso vale per i diversi tipi di magia). Il tutto poi è reso più complesso dal fatto che a questa regola fondamentale si affiancano tutta una serie di caratteristiche proprie delle varie unità, per cui, ad esempio, le unità alate sfuggono più facilmente agli attacchi delle truppe di terra ma sono estremamente vulnerabili contro gli arcieri e così via. Oltre alle decine di unità già presenti nei precedenti capitoli della saga, in Path of Radiance fanno il loro esordio i semiumani Laguz, in gradi di mutare forma e che introducono ulteriori varianti alla strategia di gioco.In genere le battaglie si concludono una volta sterminati tutti gli avversari, ma ci sono varianti, come la necessità di conquistare una determinata locazione o di resistere per un certo numero di turni.L’I.A. degli avversari è discreta ed in genere questi tengono in conto vantaggi e svantaggi al apri del giocatore umano e se possibile prendono sempre di mira il soggetto più vulnerabile tra le nostre fila.Precedendo nel gioco avremo a disposizione un numero sempre maggiore di unità, per cui bisognerà di volta in volta scegliere quali schierare in campo e non solo basandoci sul tipo di battaglia che ci attende: a differenza che in altri strategici, tipo “Final Fantasy Tactics”, ad esempio, in Fire Emblem non è possibile girare liberamente per la mappa ed affrontare più volte le stesse battaglie per acquisire esperienza. Nel titolo Nintendo acquisiscono esperienza solo le unità che combattono e le battaglie possono venire affrontate una volta sola, dopodiché la trama procede oltre: il che significa che inevitabilmente finiremo con avere personaggi potenti e di alto livello (quelli utilizzati più spesso) ed altri più deboli perchè tenuti fuori dagli scontri. Si finisce, insomma, per scegliere spesso gli stessi personaggi, dando vita ad una vera e propria squadra che deve essere anche il più equilibrata possibile. Da notare anche come i combattenti acquisiscono esperienza più in fretta rispetto alle truppe di supporto come chierici e maghi, essenziali in battaglia ma che vanno sempre protetti. Rispetto alle versioni per GBA, comunque, il gioco è meno severo ed al termine di ogni scontro elargisce anche dei punti esperienza bonus che potremo impiegare liberamente, rendendo competitive le unità rimaste in panchina, ma anche concentrandoli tutti sul nostro eroe preferito per trasformarlo in una inarrestabile macchina da guerra.Da segnalare, infine, un’altra delle particolarità della saga, vale a dire il campo di battaglia “interattivo”. Mentre si combatte, infatti, i nemici non rappresentano l’unica cosa di cui curarsi: spesso ci sono case da visitare, per ricevere informazioni od oggetti, oppure negozi in cui acquistare equipaggiamento. Armi e bacchette magiche si consumano con l’utilizzo, quindi è sempre necessario rimpinguare periodicamente il proprio inventario per non restare senza risorse nel momento culminante dello scontro: a differenza di altri titoli, però, acquisti e vendite vanno effettuati durante le battaglie, sempre che sulla mappa compaia un negozio…

Vecchio stileTecnicamente il gioco non sfrutta appieno le potenzialità del GameCube.La maggior parte del gioco si svolge in arene tridimensionali inquadrate con visuale isometrica dall’alto: l’adozione del 3D permette di ruotarle liberamente per studiare la situazione da vari punti di vista e la resa complessiva è colorata e molto piacevole, ma non può certo dirsi che i programmatori abbiano lavorato di fino e l’intero comparto grafico appare datato e poco dettagliato.Per il resto il gioco procede essenzialmente attraverso schermate statiche in cui le sagome dei vari personaggi, splendidamente caratterizzati in stile anime dialogano tra loro: anche a tal proposito c’è però qualche appunto da sollevare, principalmente a causa dell’inespressività dei protagonisti. Ogni sagoma è infatti disegnata con un’unica postura ed un’unica espressione che non varia mai, indipendentemente dal tono del dialogo: onestamente appare davvero incomprensibile il fatto che i programmatori non abbiano pensato di inserire almeno i sentimenti più comuni (gioia, rabbia, dolore). Ora come ora il vedersi narrare una tragedia da un tipo con la solita espressione spensierata sul volto non aiuta molto il coinvolgimento. Bellissimi, invece, i purtroppo pochi filmati in CG che costellano il gioco.Niente da dire, invece, sulla parte audio, con una colonna sonora bella ed epica e effetti adeguati alle varie situazioni.

– Ottimo rpg strategico

– Trama ben sceneggiata ed appassionante

– Elevata longevità

– Tecnicamente poco curato

8.8

“Fire Emblem: Path of Radiance” è il tipico gioco tutta sostanza, che tecnicamente si presenta un poco datato ma alla prova dei fatti riesce ad offrire divertimento e coinvolgimento in dose massicce. Imperdibile per gli amanti della saga che già abbiano affrontato i capitoli per GBA, rimane comunque un acquisto consigliato anche per chiunque si avvicini per la prima volta al genere (o semplicemente al franchise) perché la storia è del tutto a sé stante ed un completo tutorial iniziale permette di apprendere ogni recondito segreto del gameplay…

Voto Recensione di Fire Emblem: Path of Radiance - Recensione


8.8

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