Non sono un fan sfegatato della saga di Final Fantasy, specialmente dopo gli ultimi capitoli. Ma Final Fantasy XIV è un gioco incredibile. O meglio, è incredibile il miracolo compiuto da Square Enix nel realizzare questo gioco. Ma andiamo con ordine: Final Fantasy XI è stato il primo MMO di Square, riscosse un buon successo, ma era maledettamente hardcore e, benché lanciato anche su PS2 e Xbox 360, sulle console non era facilissimo da giocare come su PC. Parecchi anni e titoli di Final Fantasy dopo, Square ci riprova, stavolta limando le difficoltà pensando ai giocatori meno avvezzi, imbastisce un nuovo mondo, da Vana’diel si passa a Eorzea, e una nuova storia. Ma lo sviluppo e il lancio del titolo si rivelano un disastro. Gli utenti trovano un prodotto con delle buone idee, di base, ma incompleto, con grossi problemi di design e programmazione. Square, che doveva lanciare nel giro di pochi mesi anche la versione PS3, si ritrova a fare i conti con gli inferociti acquirenti PC che parlano molto male del gioco, le sottoscrizioni crollano. Come può un prodotto, la cui piattaforma di riferimento è ricca di giocatori di MMO, non solo non trovare il successo sperato, ma cercare di avere successo anche sul mercato console, terreno estremamente ostico a questo tipo di software? Semplicemente non può. Il presidente di Square Enix si scusa, sostituisce il capo progetto di Final Fantasy XIV, rimpolpa il team di sviluppo (oltre 250 persone) e regala la sottoscrizione mensile ai consumatori. Dal 2010 a tre anni dopo, arriva Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, che oltre a far rinascere un regno e un gioco, fa rinascere il valore, l’orgoglio e la caparbietà della più grossa società nipponica produttrice di RPG, e dimostra che la volontà può fare miracoli.
Cosa cambia
Dalla versione originale tutto cambia in meglio. Niente più bug, motore grafico più performante, problemi di lag ridotti grazie ad un leggerissimo netcode, che tra le altre cose permette ai giocatori PC, PS3 e PS4 di giocare assieme, se collegati sullo stesso server (avvertite gli amici PC-isti e quelli che non sono passati alla next gen), mondo e interfaccia di gioco completamente riviste. Final Fantasy XIV sembra prendere il meglio degli MMO RPG degli ultimi anni e incorporarlo. Alcuni problemi rimangono, come i tutorial, sciorinati tramite dei fastidiosi popup e non esaustivi come ci si aspetta, ma sono inezie di fronte all’accoglienza dei giocatori nella nuova Eorzea: Square punta molto sui neofiti degli MMO, quelli, appunto, che vengono dall’universo console, accompagnandoli quanto più possibile per mano alla scoperta del gioco. I primi 10 livelli sono un continuo svelamento delle varie meccaniche e serve anche a raccontare la storia del gioco, una storia tra l’altro ben scritta, che si ricollega alla storia dell’originale Final Fantasy XIV, e in pieno stile della saga, che potrebbe fare invidia a molti giochi “regolari” della serie. Se per gli habitué del genere MMO le prime ore di gioco saranno un po’ sofferte, tutti gli altri giocatori girovagheranno, prendendo confidenza con i vasti ambienti della città di partenza e delle immediate vicinanze, ma tutti coglieranno i vari paesaggi mozzafiato che la potenza di PS4 regala. La differenza grafica con la versione PS3 si nota tanto nel framerate, quanto nell’effettistica e nell’abbondanza di dettagli presenti nello scenario, paragonabile alla versione PC con un hardware di fascia alta. Vorrei dire di più: in tutti gli MMO che ho giocato raramente ho visto lo spettacolo, la cura e la bellezza grafica offerti dal titolo Square.
Più si sale, più si va a fondo
Dopo il livello 10 il gioco si apre, permettendo di assegnare liberamente i punti guadagnati con ogni level up alle statistiche del personaggio (forza, destrezza, vitalità, intelligenza, animo, e pietà) di partecipare a quest secondarie non legate alla storia, che si dividono in Levequest e Guildhests, che, in pratica, sono quest single player e quest multiplayer (in gergo MMO queste ultime sono chiamate PvE). Un plauso va anche alla ricerca dei giocatori per le quest multiplayer: automatica, semplice, rapida, ancora una volta orientata ai neofiti del genere che vogliono divertirsi anche occasionalmente, senza entrare in gilde. In A Realm Reborn è presente un sistema di gilde di giocatori chiamate Free Company e all’adesione sono legati dei vantaggi, pian piano che si sale di rango: una cassaforte dove riporre e trovare oggetti della compagnia, la possibilità di comprare un terreno per stabilire una base e persino ottenere dei bonus in termini di esperienza, statistiche o sconti nei negozi o per i teletrasporti.
Una scelta di classe
Il titolo ha un sistema di classi molto flessibile: si può cambiare la propria classe in qualsiasi momento assegnando un arma riservata ad un’altra classe. Se questa flessibilità potrebbe essere vista in modo negativo è in realtà utile in due modi. Il primo serve a favorire i giocatori che vogliono esplorare il mondo di Eorzea da soli e trovandosi in difficoltà con la classe di partenza, un esempio lampante sono le classi che usano principalmente guarigione e difesa, non riescono a progredire. Invece di abbandonare il gioco o creare da capo il personaggio basta cambiare arma e diventare per diventare appartenente a una delle classi guerriero o un mago con delle arti di attacco. Il secondo motivo: le missioni multigiocatore. Serve un giocatore resistente che attiri l’attenzione del nemico? Oppure un arciere che lavori nelle retrovie? O un guaritore che protegga il gruppo? Si cambia arma e in pochi secondi si è pronti per il prossimo dungeon. Ultima chicca: volete farvi aiutare da un amico che è di alto livello e gioca da più tempo di noi o, viceversa, giocare con un amico che ha appena comprato Final Fantasy XIV? Il vostro livello sarà abbassato automaticamente solo per il periodo quella quest, in modo da non creare dei party sbilanciati.
Questione di tocco
E’ esplicito che Square abbia sviluppato questa versione del titolo con in mente l’utenza console e la PS4 sembra la scelta più naturale. Il controller viene usato in maniera appropriata e completamente. Capire i comandi ed imparare ad usarli è questione di minuti, premendo i tasti dorsali si accede a tutti i comandi di battaglia, e se si tiene premuto il touchpad si possono riordinare o sostituire. Il combattimento è dinamico: si può scegliere un bersaglio a schermo scorrendo con i testi del D-pad, non sempre comodo nelle situazioni più concitate, e poi tenendo premuto il tasto dorsale e uno dei tasti frontali del controller si ottiene l’azione desiderata e per brevissimo lasso di tempo non si potrà più usare nessuna altra azione. Una volta terminato il tempo di attesa, tutti i comandi torneranno disponibili per un nuovo attacco. Muoversi e schivare gli attacchi nel periodo di attesa è essenziale per vincere ogni battaglia. La chicca di questa versione è l’utilizzo del touchpad del DualShock 4 come fosse un mouse. Rispetto alla versione PS3 il controller Sony aggiunge nuove funzionalità: il clic destro e sinistro del touchpad permettono di scorrere tra i vari elementi dell’HUD e basta un tocco leggero per “cliccare” su di essi. Spostando il dito sulla superficie tattile apparirà una freccia a schermo con cui selezionare qualsiasi elemento, non solo dell’interfaccia, ma anche del mondo, il cursore segnalerà una possibile interazione cambiando icona contestualmente all’azione eseguibile. Accedere alla chat, alla mappa di gioco, allo status delle missioni è molto più semplice rispetto a PS3. Unico inconveniente è la chat, il cui uso rimane comunque farraginoso senza una tastiera (comunque collegabile tramite porta USB alla console). Per il resto dei comandi è sempre presente la barra menù, molto simile alla Cross Media Bar del sistema PS3, a cui si accede tramite il tasto Opzione.
– Una delle migliori grafiche per MMO
– Adatto ai novizi e anche agli appassionati
– Hardware e controller ben sfruttati
– Uno dei migliori Final Fantasy da tempo
– Non serve il PS Plus per giocare online
– I tutorial sono riduttivi…
– …e spezzano il ritmo di gioco
– I primi level up sono limitanti per gli esperti
– Se volete chattare serve una tastiera
– Dopo il primo mese gratuito si paga (no free-to-play)
Si rimane increduli dallo sforzo compiuto da Square Enix su questo titolo, che sembra nato dall’incrocio di tutti i migliori elementi degli MMO RPG moderni uniti alla tradizione di Final Fantasy. Final Fantasy XIV sembra un gioco della serie a tutti gli effetti, uno dei migliori tra l’altro. Oltre ai classici stilemi grafici, alle musiche, ai personaggi, Final Fantasy XIV: A Realm Reborn sfoggia una delle migliori meccaniche di gioco e di combattimento della serie. Questo è un capitolo che segna incredibilmente Square, sancendo contemporaneamente un ritorno alle origini e uno svecchiamento mai visto prima, unisce una attenta analisi delle caratteristiche degli MMO e degli RPG moderni e un occhio di riguardo ai fan di lunga data e agli appassionati, spalanca le porte ai nuovi arrivati e ma garantisce un ambiente stimolante per chi conosce già le meccaniche di questo genere, che su console ha pochi rivali. Ma Final Fantasy XIV: A Realm Reborn, nella versione PS4, ha una marcia in più, sfrutta l’hardware in maniera intelligente, sfoggia un design illuminato e segna una pietra miliare negli MMO per console e nella storia di Square Enix.