Recensione

Final Fantasy XIII-2

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a cura di Pregianza

Il Verdetto di SpazioGames

8.5

In certi paesi il tredici è considerato un numero fortunato, in altri è simbolo di sventura. Quale sia il suo significato in Giappone non lo sappiamo, ma una cosa è certa, a Square Enix questo numero ha portato sia fortuna che jella. Final Fantasy XIII è stato uno dei titoli di maggior successo della immortale serie di J-Rpg di cui fa parte, ha venduto milioni di copie con una velocità sorprendente e ottenuto moltissime recensioni positive. Tuttavia è stato contemporaneamente uno dei Final Fantasy più criticati di sempre, a causa di alcune caratteristiche percepite quasi all’unanimità come negative. Il gioco secondo noi era più che meritevole di essere acquistato, vantava una narrativa d’eccezione, personaggi molto ben caratterizzati e un sistema di combattimento fluido e ben strutturato, ma a fianco di queste qualità peccava di linearità eccessiva, presentava una lunga prima fase superficiale e noiosetta, e una certa mancanza di varietà.  
Questi difetti e le critiche che ne erano scaturite nei due anni successivi hanno acquistato un peso inverosimile, tanto da portare alcuni catastrofisti a dichiarare morti i giochi di ruolo nipponici e Square con essi. Alcune ottime uscite hanno eliminato le visioni apocalittiche riguardanti il genere (Xenoblade su tutte), ma molti fan aspettavano buone notizie anche sul fronte Square, che potessero cancellare le paure legate alle prestazioni non proprio brillanti della casa nell’ultimo periodo. 
Finalmente, la risposta che stavano aspettando è arrivata sotto forma del seguito diretto del controverso capitolo, Final Fantasy XIII-2, con Motomu Toriyama e Yoshinori Kitase ancora alle redini. Gli sviluppatori si sono accorti del polverone scatenato dalla loro creatura e hanno dunque promesso a tutti un titolo che sarebbe stato tutto ciò che Final Fantasy XIII non era riuscito a essere. Siamo in possesso del videogame da qualche giorno, l’abbiamo giocato senza sosta, e ne abbiamo esplorato il mondo in lungo in largo. Segnerà davvero il ritorno in grande stile dell’azienda nipponica sulla vetta dei J-Rpg?
Paradossalmente paradossale
La trama di Final Fantasy XIII-2 è il continuo di quella del predecessore. Lightning e compagnia bella erano riusciti a salvare Serah da una cristallizzazione eterna, e tutto sembrava andare per il meglio. Improvvisamente però, l’eroina del primo gioco sparisce nel nulla, poco dopo aver dato il suo consenso al matrimonio tra la sorella e Snow. Serah è l’unica a ricordarsi di lei, per tutti gli altri Lightning si è sacrificata per salvare il mondo ed è scomparsa dopo la battaglia finale. La giovane ragazza trascorre così tre anni senza sapere cos’è successo all’unica famigliare che le è rimasta, mentre tra i suoi amici il solo Snow le crede e decide di partire alla ricerca della guerriera. All’improvviso però, trasportato da un portale temporale, arriva Noel Kreiss, un cacciatore proveniente da un lontano futuro nel quale la razza umana è praticamente estinta. Il giovane combattente è stato mandato da Lightning in compagnia di un utilissimo Moguri di nome Mog, e cerca proprio Serah per riportarla dalla sorella. Il destino dei due ragazzi è legato a doppio filo con quello dell’intero mondo. 
La premessa di base è piuttosto semplice: la protagonista di Final Fantasy XIII è sparita e la sorella parte per ritrovarla. Fin qui tutto bene, quando però a questa premessa si aggiungono viaggi e paradossi temporali, storie personali estremamente curate, e l’impressionante mitologia dei mondi legati alla Fabula Nova Crystallis, la trama diventa di una complessità inenarrabile. Final Fanasy XIII-2 ha una narrativa tra le più incasinate della storia dei J-Rpg e, se ne avete giocati, saprete di certo che non è cosa da poco. L’avventura nel tempo di Noel e Serah è ricca di avvenimenti e permette di analizzare il variegato mondo di Gran Pulse come mai prima d’ora. Non vi limiterete a visitare locazioni, vivrete l’intera timeline di un pianeta durante le vostre scorribande. Tutta questa complessità non è facile da gestire, e purtroppo gli sceneggiatori di Square non sempre sono stati all’altezza del compito. Nella campagna osserverete svariate incongruenze e assurdità, senza contare che certi fatti non vengono spiegati affatto. Molte informazioni si possono raccogliere esplorando a fondo, e molte altre possono venir intuite, ma di momenti di “violenza neuronale” ne vivrete un sacco in questo gioco, specialmente nella fase finale, che lascia spazio a un altro seguito con un epilogo aperto. Perlomeno i due personaggi principali crescono e migliorano alla grande per tutto lo svolgersi dell’avventura, dimostrando la stessa “umanità” che tanto ci aveva fatto apprezzare quelli del predecessore. Considerato che solo Serah e Noel sono utilizzabili per tutto il gioco, con qualche cameo di vecchie glorie qua e là, è un bene che siano più carismatici di quanto ci aspettavamo. Impossibile poi non elogiare il nuovo antagonista, Caius, davvero tra i migliori che abbiamo mai visto. Fa piacere vedere un cattivo che ha delle ragioni precise per le sue azioni, e non è il solito pazzo maniaco. 
Insomma, in parole povere, la narrativa ed i personaggi sono di ottima qualità, ma i molteplici controsensi e la chiusura inconcludente la rendono meno apprezzabile di quella del predecessore. 
 
Chocobo, scelgo te!
Kitase e Toriyama hanno di certo tenuto a mente le critiche ricevute mentre sviluppavano Final Fantasy XIII-2, perchè hanno eliminato praticamente tutto ciò che aveva fatto imbufalire i fan, reintroducendo una struttura di gioco più simile a quella vista nei capitoli più amati della saga. La linearità del gioco è sparita del tutto, sostituita dall’Hystoria Crux System, che permette di viaggiare a piacere nello spaziotempo, a patto di aver sbloccato il portale necessario a raggiungere una certa locazione. In qualunque momento potrete mollare ciò che state facendo, e teletrasportarvi da un’altra parte. Tornerete sempre nel luogo dove avete interrotto l’esplorazione, in modo da evitare dell’inutile backtracking. Molte zone sono legate alla trama principale e l’ordine da seguire vi sarà sempre piuttosto chiaro, ma la presenza di molti portali facoltativi, sbloccabili con artefatti segreti sparsi nei livelli, garantisce un gran numero di sottomissioni da completare ed extra da scoprire. Sono persino tornate città e negozi, anzi, di negozio ne è tornato solo uno, visto che l’unico venditore che incontrerete sarà Chocolina, una fusissima tizia travestita da Chocobo con la capacità di viaggiare nello spaziotempo.
Altro obiettivo degli sviluppatori era migliorare la varietà del gameplay, e possiamo dire con piacere che la missione è riuscita. I livelli contengono al loro interno fasi molto differenti: zone ricche di nemici, boss e sottoboss, platforming, un casinò con slot machines e corse dei Chocobo, quiz a premi, e strappi temporali che contengono puzzle piuttosto peculiari. Ogni zona contiene poi dei frammenti, che spiegano nel dettaglio alcuni elementi della mitologia della Fabula Nova Crystallis e ampliano le informazioni riguardanti alcuni personaggi. Chi desidera scoprire tutti i particolari della storia avrà parecchio lavoro da fare. Dispiace vedere che alcuni contenuti, come il colosseo e un gioco di carte, sono solo DLC, ma almeno esistono per chi vuole ampliare ulteriormente l’esperienza. 
Altro elemento rinnovato, che ha spaccato la comunità dei fan al tempo dell’uscita di Final Fantasy XIII è stato il sistema di combattimento: se da un lato infatti l’aspetto tattico, rappresentato dalle combinazioni dei ruoli dei membri del party, era profondo e dinamico, dall’altro l’eccessivo ricorso all’autoattack ne vanificava i pregi. Le basi sono rimaste le stesse: i personaggi si sviluppano in un menu chiamato Crystarium, dove possono potenziare specifici “ruoli” utilizzabili durante le battaglie. A seconda della classe scelta, i due protagonisti useranno una serie di abilità differenti. Durante i combattimenti il cambio di ruolo è istantaneo grazie al “Paradigm Shift”, una meccanica che permette di selezionare immediatamente la strategia più adatta per ogni situazione. Potrete personalizzare sei diverse strategie prima di ogni combattimento ed essere pronti a qualunque eventualità. Gli scontri sono in tempo reale e si utilizza un solo un personaggio alla volta, mentre il resto del team viene guidato da un’efficientissima intelligenza artificiale che sceglierà quasi sempre l’attacco migliore in base alle debolezze dei nemici. 
Cos’è cambiato dunque? Semplice, ora è possibile addestrare i mostri che si sconfiggono durante l’avventura. Ogni nemico ha la possibilità di rilasciare un cristallo, che una volta ottenuto vi permetterà di inserire nel party il mostro desiderato come terzo membro. Fino a tre mostri sono selezionabili ed è bene averne sempre più di uno a disposizione, visto che anch’essi hanno ruoli specifici e cambiano con il Paradigm Shift. I vostri animaletti possono salire di livello come voi, ma utilizzano particolari oggetti per farlo, e non Crystarium Points (le loro caratteristiche cambiano di volta in volta a seconda dell’oggetto utilizzato per evolverli). Inoltre le bestiole non sono controllabili, escluso l’utilizzo di abilità uniche che necessitano il riempimento di una barra chiamata Feral Link. La possibilità di fondere alcune creature con i vostri preferiti per ottenere abilità passive extra, rende le opzioni di  personalizzazione praticamente illimitate. Dispiace veder sparire gli Eidolon, ma il nuovo sistema è spaventosamente profondo e dà assuefazione. Molti perderanno ore a cercare il mostro perfetto e a renderlo una macchina da guerra. Ultima novità è l’introduzione del Mog Clock, un’area tridimensionale dove appariranno casualmente i vostri avversari. Gran parte sono evitabili, ma in molti casi conviene combattere e sferrare il primo colpo al momento dell’apparizione, per ottenere un vantaggio in battaglia. Il pacioccoso Mog non servirà solo a vedere i mostri, ma anche a rivelare oggetti invisibili e a raggiungere quelli inaccessibili (può essere lanciato senza pietà come se fosse una granata peluche).
I cambiamenti sono notevoli e degni di lode, ma non è tutto rose e fiori. La campagna principale infatti è facilotta, e vi troverete spesso ad eliminare nemici usando solo la funzione di auto-combat, tornata da Final Fantasy XIII. In pratica l’evolutissima IA combatterà al posto vostro, eliminando del tutto il già scarso livello di sfida degli incontri casuali. Le cose cambiano durante le boss fights, che richiedono strategia e tempismo, ma, salvo non esploriate il mondo alla ricerca di combattimenti segreti contro dei “super-boss”, difficilmente vi troverete in difficoltà. Anche la struttura dei livelli non brilla sempre per genialità. Alcune fasi sono abbastanza tediose e spezzano l’azione (in particolare una fase platform verso la conclusione). Nel complesso comunque siamo davanti a un netto miglioramento rispetto al predecessore. 
La modella rende tantissimo, lo sfondo… meh
Final Fantasy XIII aveva stupito tutti al momento dell’uscita. Ai tempi l’incredibile dettaglio dei personaggi e la bellezza delle locazioni non erano criticabili. Questo seguito mantiene la stessa qualità grafica, ed è rimasto attualissimo, ma ha alti e bassi. I personaggi sono rimasti dettagliati, bellissimi e animati magnificamente, ma le mappe non sono spesso all’altezza. Le locazioni sono estese e non mancano le viste ad effetto, in certe zone aperte però il dettaglio cala di brutto. 
Nulla da dire invece sul sonoro, fantastico da ogni punto di vista. Le musiche sono di altissima qualità, e non ve le toglierete più dalla testa. D’eccezione anche il doppiaggio, con interpretazioni che riescono a dare realmente vita ai personaggi. 
Anche sul fronte della longevità siamo ad ottimi livelli. Si può completare la quest principale in poco più di venti ore, ma queste possono facilmente raddoppiare, se non addirittura triplicare visto il quantitativo di contenuti aggiuntivi. Pensate solo che è possibile “riavvolgere” i livelli per affrontarli in modo differente, e farlo porta alla scoperta di nove finali “paradosso” alternativi, oltre a quello principale. 

– Quantitativo enorme di cose da fare, segreti da scoprire e aree da visitare

– Sopperisce a molte delle mancanze di Final Fantasy XIII

– Bei personaggi e narrativa estremamente complessa

– Sonoro stratosferico e comparto grafico ottimo

– Un po’ di incongruenze e assurdità nella trama, epilogo aperto

– La campagna principale è facilotta, con poche eccezioni

– Alcune zone sono abbastanza tediose

– Solo due protagonisti, con camei sparsi delle vecchie glorie

8.5

Final Fantasy XIII-2 costruisce sulle basi poste dal predecessore, e ne elimina i principali difetti strutturali. Square ha sfornato un J-Rpg con i fiocchi che dovrebbe rendere felice qualunque amante del genere. Purtroppo però, la narrativa, seppur incredibilmente complessa e profonda, crolla sotto al suo stesso peso e presenta troppi momenti assurdi per mantenere l’impatto della storia che l’aveva preceduta. Inoltre non tutti i livelli riescono a essere brillanti, e capita di trovare fasi calcolate male che spezzano l’azione. Ad ogni modo è un titolo che consigliamo senza remore, e che può offrire ore e ore di divertimento, specie per i perfezionisti.

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