Fighting Vipers 2
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a cura di Iori Yagami
Prima di accendere la console mi sono detto : “chissà cosa avranno combinato quelli della AM 2 questa volta”. Ero curioso, lo ammetto, anche perché il coin-op di Fighting Vipers 2 girava su model 3 e viste le conversioni di altri titoli era facile aspettarsi un capolavoro. Mi chiedevo soprattutto se questo gioco fosse all’altezza di Soul Calibur e Dead or Alive 2, che reputo dei veri capolavori per quanto riguarda il genere dei picchiaduro 3D. Purtroppo dopo aver acceso il DC ho visto la presentazione e sono rimasto profondamente deluso: modelli poligonali per niente realistici e in alcuni casi “blocchettosi”, lontani anni luce dai personaggi perfetti del capolavoro di Namco. Per entrare a fondo nello spirito di gioco ho dovuto dimenticare le meraviglie grafiche di Soul Calibur e giocarlo come un normalissimo picchiaduro 3D. Se si dimentica la grafica è possibile apprezzare alcune qualità di FV 2 che vanno oltre l’aspetto estetico e riguardano il divertimento puro. Le opzioni di Fighting Vipers 2 sono il classico arcade, VS., random, survival e training.La modalità arcade rispecchia il coin-op in tutto e per tutto. I personaggi selezionabili sono 11, ai quali se ne aggiungeranno 3 segreti e i loro nomi sono: Kuhn, Delsol e B.M. (il boss). Questi 3 personaggi potranno essere selezionati dopo che li avrete sconfitti. Nel caso di B.M. dovrete batterlo usando una super ko, mentre per gli altri 2 non è necessario usare questa tecnica. Gli stage sono 7 più il boss B.M. Tutti i combattenti sono provvisti di armature che durante il combattimento possono deteriorarsi fino a rompersi. Una volta rotta l’armatura si avrà la possibilità di eseguire una super mossa chiamata super ko. Questa super ko equivale a vittoria certa se eseguita alla perfezione, ma se fallirete l’esecuzione il vostro personaggio rimarrà completamente vulnerabile agli attacchi dell’avversario. I recinti che rivestono le arene di gioco hanno un ruolo importante poichè potrete usarle per infliggere maggior danno all’avversario o per saltare più in alto. Una modalità interessante è il random che rispecchia l’arcade mode sia nel numero dei combattimenti che negli stage, con la differenza che l’ordine dei lottatori è a caso. Nella modalità survival i personaggi si devono battere con un’unica barra di energia e nel minor tempo possibile. Il training infine consiste nel classico allenamento che permette al giocatore di affinare le varie tecniche di combattimento. Strutturalmente parlando il prodotto è povero per quanto riguarda il fattore estetico: non ci sono i finali ma solo delle caricature disegnate da Imai Toons che escono durante i titoli di coda, e a parte un’introduzione iniziale in tempo reale alla Soul Calibur (ma non della stessa qualità), non c’è altro da segnalare. Passiamo ora alla zona calda (anzi bollente): la realizzazione tecnica. Il confronto con Soul Calibur è doveroso poichè il titolo Namco ha settato un nuovo standard per quello che riguarda i picchiaduro 3 D e solo Dead or Alive 2 ha potuto competere ad armi pari. Dal confronto in questione Fighting Vipers 2 ne esce totalmente sconfitto sia sul versante grafico che su quello sonoro. La grafica è oscena considerando che si tratta di un Dreamcast. I fondali sono quasi assenti, con pochi dettagli, scarsa definizione e tutto l’insieme sembra generalmente “finto”. A parte i fondali degli stage di Honey e Charlie (gli unici realizzati discretamente) non ho trovato nulla di entusiasmante. Nello stage di Picky, ad esempio, l’acqua del mare appare sgranata e soprattutto ferma. I personaggi sembrano dei pupazzi animati e si muovono in modo irrealistico come si nota soprattutto nelle inquadrature ravvicinate e nella winning pose. L’unica espressione facciale presente è il movimento degli occhi ma il difetto più grande sta nel fatto che i personaggi parlano senza aprire la bocca (!?!) e questo è inconcepibile se pensiamo che già in Virtua Fighter 2 per Saturn questa caratteristica era implementata. Gli unici personaggi realizzati un po’ meglio visivamente sono Honey (davvero molto carina) , Grace ed Emi. Discreti invece gli effetti di luce sulle armature. Da un punto di vista tecnico, l’unico elemento a favore di FV 2, è la spettacolarità dei replay, che mostrano più volte e da varie inquadrature i momenti in cui si rompono le armature. Il sonoro è discreto sia nelle musiche che negli FX . Il sistema di controllo non è particolarmente difficile e propone i soliti 3 tasti (calcio, pugno e parata ) dei picchiaduro Sega, in perfetto stile Virtua Fighter. Le combinazioni dei colpi speciali sono molteplici e c’è una grande varietà di scelta. Una cosa da segnalare è l’originalità dei vari lottatori come nell’esempio di Charlie, che combatte utilizzando la sua bicicletta. La longevità non è molto alta considerando anche che una volta imparato a giocare il gioco si può portare a termine anche a livello very hard, usando sempre le medesime tattiche tipo pugni a raffica e calci.
7
Concludendo Fighting Vipers 2 si è rivelato un prodotto discreto anche se non può certo ambire a diventare il nuovo punto di riferimento dei picchiaduro 3D. La realizzazione tecnica infatti presenta molte pecche ed è generalmente sottotono rispetto alle produzioni più recenti per Dreamcast.
Consiglio l’acquisto di questo titolo solo se siete dei fan del coin op oppure se amate i picchiaduro 3D della Sega in stile Virtua Fighter. Se invece siete alla ricerca di un picchiaduro tecnico, longevo e dalla realizzazione tecnica esaltante, allora non posso che suggerirvi i titoli di Namco e Tecmo.
Voto Recensione di Fighting Vipers 2 - Recensione
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