Recensione

Field Commander

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a cura di SAH

Il binomio Strategia a turni & console portatili è da anni saldamente nelle mani di Nintendo grazie a quel capovaloro che risponde al nome di Advance War. Sfruttando un perfetto mix di azione e divertimento, il gioiellino di Intelligent Systems è riuscito nel giro di pochi mesi a conquistare anche quella fetta di videogiocatori allergici ad un genere di nicchia come quello della strategia a turni. Con l’uscita della PSP, Sony prova a insidiare il trono di sua maestà AW con un titolo promettente ed ambizioso: Field Commander

Mezzogiorno di FuocoLa guerra tra le forze di pace e i terroristi sembra non terminare mai, sta al giocatore vestire i panni di un giovane comandante della Atlas( una multinazionale privata) e tentare di debellare definitivamente la minaccia rappresentata dagli Shadow Nation. Pur non brillando per originalità la trama, che fa da sfondo alle trenta lunghissime missioni che compongono la campagna singleplayer, non pare eccessivamente forzata e si rivela coerente in ogni situazione. Oltre alla campagna per giocatore singolo sarà possibile creare le proprie mappe in modo molto accurato grazie ad un editor comodo e divertente da usare; terminata la mappa potrà essere uploadata sul server dedicato al gioco e liberamente scaricata e valutata(con un sistema che va da una a cinque stelle) da tutti. Se ciò non bastasse la modalità multiplayer principale, la transmission mode, permetterà al giocatore di disputare sfide online eseguendo la propria mossa e aspettando (anche per giorni) la risposta del suo avversario, si tratta di un sistema simile al play-by-mail che tanto ha spopolato in rete verso la fine degli anni novanta. Considerata la lentezza generale del sistema, che sicuramente farà storcere il naso ai fans delle fraggate e degli fps online in generale, ogni giocatore potrà prendere parte ai più partite contemporaneamente.

Il campo di battagliaIl primo impatto, soprattutto per i giocatori meno esperti, può risultare difficoltoso. Tanti menù, tante truppe e strutture ed appena sei tasti per controllarli tutti. In questi casi la natura “a turni” del gioco aiuta in quanto il giocatore non avrà l’opprimente obbligo di cominciare a creare truppe per respingere i rapidi attacchi nemici. Il vero punto di forza di Field Commander sta nella sua incredibile facilità con la quale è possibile gestire ogni singolo elemento ma ogni scelta va effettuata riflettendo e cercando di prevedere l’eventuale contromossa dell’avversario. Per garantire un livello di sfida più elevato ogni comandante avversario utilizzerà una tattica differente: c’è chi preferirà uno scontro diretto, altri opteranno per una tattica di ritirata mentre alcuni adotteranno una tattica più difensiva e conservatrice. Inoltre ogni singola unità sarà contraddistinta da punti di forza e punti deboli, elementi fondamentali da calcolare quando si tratterà di preparare gli attacchi più importanti. Le truppe di terra ad esempio, saranno le uniche in grado di muoversi nella fitta boscaglia traendone un reale vantaggio ma inviandole senza supporto nè aereo nè terrestre può rivelarsi un vero massacro. Il giocatore nel corso dell’intera modalità singleplayer avrà a disposizione ben 36 diversi tipi di unità divisi tra aria,cielo e terra e ognuna sarà distinta dalle altre per caratteristiche. I veicoli terrestri ad esempio avranno benzina a sufficienza solo per un determinato numero di spostamenti al termine del quale, se non riforniti, diventeranno inattivi. L’abilità strategica del giocatore deve essere pertanto alla stregua di quella bellica. Fortunatamente il livello di difficoltà nella prima fase di gioco si attesta su livelli medio-bassi permettendo così al giocatore di sbagliare e di imparare dai propri errori. Ciò che invece non possiamo considerare positivo è il fatto che una volta imparati i comandi e superata la metà del gioco, il livello di sfida continui a essere decisamente basso rischiando di trasformare il divertimento in noia. Un altro elemento che ci ha deluso è stata la selezione degli obbiettivi: per vincere il giocatore non potrà fare altro che distruggere il nemico o conquistare alcune basi strategiche, decisamente troppo poco.

La volpe del desertoChe la PSP non possa raggiungere la qualità grafica dell’altra console Sony è ormai un fatto verificato ed assodato. Tuttavia siamo certi che un titolo come Field Commander non sfrutti a dovere le potenzialità della PSP mostrando texture slavate e decisamente poco attraenti per qualunque giocatore. Lo zoom non fa altro che peggiorare la situazione mettendo in mostra tutti i limiti del motore grafico di SOE. Considerando che anche il comparto sonoro non eccelle nè per qualità, nè per brillantezza possiamo affermare con certezza che Sony Online Entertainment ha deciso di puntare decisamente più sulla giocabilità che su gli altri elementi considerati di contorno.

– Sistema di controllo eccellente

– Editor dei livelli completo

– Virtualmente infinito

– Graficamente povero

– Sonoro appena sufficiente

– Forse fin troppo lungo

8.0

Field Commander è riuscito nell’ ardua impresa di non far rimpiangere l’assenza di un titolo di spessore come Advance War sul piccolo gioiellino Sony. I meriti del titolo SOE non vanno ricercati solo nel sistema di controllo semplice ed immediato e nella lunghissima campagna singleplayer ma anche nel completissimo editor e nella splendida modalità multiplayer che rende il gioco virtualmente infinito. L’unico vero pericolo è di rimanere intrappolati nel bellicoso mondo di FC. Missione Compiuta comandante!

Voto Recensione di Field Commander - Recensione


8

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