Recensione

Fatal Fury: King of Fighters

Avatar

a cura di Tsubasa

Millenovecentonovantuno. Neo Geo Multi Video System. La scheda madre da sala giochi più longeva e, nella sua versione casalinga, più appetibile dai collezionisti. E diciamola tutta: forse anche la più bella nella storia ludica arcade e non. Quella dove è nato Metal Slug, Super Sidekicks, Street Hoop, Power Spikes 2, la saga di King of Fighters ed una marea di picchiaduro a incontri alcuni dei quali sono dei veri e propri fenomeni di culto. Art of Fighting, Samurai Spirits, Last Blade, Garou – Mark of the Wolves -. Ma nel ’91 non c’era nulla o quasi di tutto questo. Ad un certo punto esce nelle sale giochi questo giochillo che noi chiamiamo Fatal Fury e che i giapponesi chiamano Garou Densetsu.

The King of Fighters?E’ inutile girarci attorno, il ’91 è l’anno di Street Fighter 2, appare ovvio che tutto ciò che si vedeva, e giocava, in Fatal Fury era implicitamente confrontato con il mostro sacro di Capcom. Tanto per cominciare Fatal Fury ha un introduzione davvero stilosa, che nulla ha a che spartire con i due buzzurri che si scazzottano ai piedi del palazzetto di Street Fighter. Si vede un taxi sopraggiungere ed un giovinotto in jeans e giacchetta di pelle, il viso nascosto da un cappellino che lascia intravedere solo i lunghi capelli biondi, scende dall’auto a guardare una locandina che pubblicizza un torneo di arti marziali, il torneo “King of Fighters”… La storia di background è ancora più evocativa. Dieci anni or sono (ci troviamo nel ’91 ovviamente quindi si parla dell’81) Jeff Bogard, il lottatore numero 1 di quel periodo, fu brutalmente assassinato da un tale Geese Howard. Tale Geese era un mafioso di prima categoria che organizza periodicamente il torneo “King of Fighters” per incentivare il gioco d’azzardo e le scommesse clandestina. Ma dopo dieci anni di duri allenamenti Terry ed Andy hanno deciso di partecipare al torneo per vendicare la morte del padre.

Tre personaggi, ma che personaggi!I personaggi selezionabili sono Terry Bogard, ormai il simbolo di SNK, con il suo cappellino ed il fare da duro, il fratello Andy specializzato nell’arte giapponese del Koppou, ed Joe giapponese di nascita ma tailandese d’adozione campione di Thai-Boxing alla ricerca di nuove conferme. Una rosa tutto sommato ristretta ma che nulla ha da invidiare alla concorrente rosa (formata da 8 lottatori) di Capcom. Terry, Andy e Joe non solo 3 personaggi carismatici: sono diventati il simbolo di un genere, quello dei picchiaduro a scorrimento, dove SNK ha dato lezioni anche a Capcom. Inoltre il parco mosse dei tre personaggi è variegato e rende ognuno unico.

Sei tasti? Maddai…Il sistema di gioco è il medesimo di quello di Street Fighter 2. Pugni, calci e super mosse. Solo che SNK ha puntato su un sistema di controllo più semplice: un tasto per i pugni, uno per i calci, ed uno per le prese. Semplice ed immediato ma ovviamente non ha la profondità di quello di SF 2 a sei tasti. Un’altra novità di Fatal Fury è l’introduzione dei 2 piani di gioco: le fireball si potranno schivare, oltre che con i salti, passando al secondo piano di gioco, peccato però che solo la CPU può farlo, noi possiamo solo seguirla…

Power Wave!E’ innegabile, Fatal Fury non è perfetto, tutt’altro! I personaggi sono pochi, il sistema delle mosse è davvero rigido e presenta alcuni bugs nell’intelligenza artificiale degli avversari (pensate a Billy Kane apparentemente potentissimo, in realtà si batte reiterando la medesima mossa). Però è un gioco d’atmosfera e, se preso con lo spirito giusto, di chi gioca un gioco col senno di poi risulta davvero affascinante. La grafica, seppur priva della pavimentazione prospettica di SF2, è davvero stupenda. I personaggi sono tutti seducenti e i fondali sono unici: pensate che le condizioni climatiche cambiano da un round ad un altro. Si passa dal cielo sereno al tramonto fino addirittura alla pioggia. E poi che dire della musica evocativa dello stage finale di Geese? Sembra di partecipare ad un film con Steven Seagal e Van Damme. E ancora. E’ forse l’unico picchiaduro a incontri dove, una volta scelto di giocare in due, si affronta la CPU in un match cooperativo due contro uno. Non si possono dimenticare poi le cut-scene dove viene mostrata la storia durante il torneo dal punto di vista del boss mafioso Geese.No, Fatal Fury non è perfetto.Ma è il capostipite di una filosofia ludica che ci ha accompagnato per diversi anni ed, assieme a Street Fighter 2, ha fatto amare ad un’intera generazione di videogiocatori il genere dei picchiaduro ad incontri.

– E’ stato il primo picchiaduro ad opporsi al capolavoro Capcom

– Sonoro orecchiabile

– Alcuni personaggi davvero carismatici

– Due piani prospettici dove combattere

– Graficamente sottotono

– Alcuni personaggi sono poco azzeccati

6.5

Fatal Fury fu convertito per Super Nintendo e Sega Mega Drive da Takara qualche anno dopo. La cosa curiosa è che la conversione per Mega Drive risulta la più giocabile, in quanto migliora da tutti i punti di vista il sistema di controllo addirittura rispetto alla versione per Neo Geo (introduce la possibilità di spostarsi per primi da un piano all’altro), peccato solamente che siano andati pesi un paio di personaggi, Billy Kane e Hwa Jai. E’ curioso il fatto che, nonostante l’hardware più potente, la versione per Snes fosse, da tutti i punti di vista, inferiore a quella per Mega Drive. Probabilmente, come accadde a Capcom nella conversione di Final Fight, il problema è attribuibile ad una scarsa conoscenza dell’hardware da parte dei programmatori.

Voto Recensione di Fatal Fury: King of Fighters - Recensione


6.5

Leggi altri articoli