Recensione

Far Cry 4

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a cura di FireZdragon

Far Cry 3 è stato un titolo memorabile. La produzione Ubisoft aveva davvero tutto quello che ci si poteva aspettare da un open world e tra una campagna esaltante, un mondo di gioco vivo e vibrante e un gameplay davvero di tutto rispetto non ci volle molto per far entrare il gioco di diritto tra i migliori del 2012. Molto di quel successo tuttavia era dovuto anche alla caratterizzazione sublime dell’antagonista principale, quel Vaas disegnato al limite tra follia e cattiveria pura, capace da solo di sorreggere l’intera storia nonostante il protagonista fosse un perfetto nessuno. Con Far Cry 4 Ubisoft si è trovata però in difficoltà proprio a causa di Vaas, perché doveva riuscire a tirare fuori dal cilindro un cattivone che sapesse tenergli testa e la cosa non era assolutamente facile. Le console next gen dal canto loro hanno fornito gli strumenti per ampliare quanto di buono c’era in precedenza… abbiamo di fronte un nuovo must buy?
Qual è il senso di follia?
Abbandonate le verdi foreste lussureggianti, la nostra storia si sposta quest’anno in Kyrat, una sperduta regione dell’ Himalaya, dove il nostro protagonista, tale Ajay Ghale, è giunto in pellegrinaggio per onorare le ceneri di sua madre Ishwari. Le cose sul confine indiano però non vanno per il verso giusto e la militarizzata regione non ci accoglie esattamente a braccia aperte. Il trafficante e monarca Pagan Min sembra avere un interesse particolare per ciò che trasportiamo, ma soprattutto per chi siamo, e in men che non si dica un turbinio di eventi ci trascina nuovamente nel caos più totale. 
Ci troveremo così da soli in una situazione infinitamente più grande di noi, e dovremo scoprire cosa si cela nel nostro passato, chi siamo veramente e al contempo tentare di sovvertire i giochi di potere di Pagan Min, sconfiggendo ovviamente l’intero esercito ai suoi comandi.
La posizione di potere del dittatore non ha tuttavia lasciato indifferente la popolazione, riunitasi in una sacca ribelle chiamata il Sentiero d’oro e comandata dall’avvenente Amita e dal prode Sabal, due soldati con lo stesso scopo ma divisi da ideologie profondamente diverse. La giovane donna è infatti desiderosa di riportare la ricchezza alla terra tramite ogni mezzo possibile, sfruttando addirittura il traffico di droga di Pagan Min per arricchirsi, mentre Sabal è dedito alle tradizioni e alla cultura, sebbene anche lui nasconda un passato non del tutto limpido.
In una guerra ormai nel pieno della sua forza il giocatore si trova così a dover scegliere da che parte schierarsi di volta in volta, favorendo l’uno o l’altro comandante con conseguenze e ripercussioni sia sulla trama sia sul finale della storia e sulle missioni da compiere. 
Purtroppo però gli sviluppatori di Ubisoft hanno fatto il grande errore di dare troppa importanza a questo dualismo, quasi andandosi a dimenticare del nemico principale. Abbiamo trovato davvero di scarso impatto Pagan Min e dal confronto con Vaas, quasi obbligatorio a questo punto, il trafficante di Hong Kong esce davvero con le ossa rotte. Non solo la sua cattiveria non è nemmeno paragonabile alla follia del guerriero di cresta munito, ma dopo un inizio spumeggiante Pagan sparisce per quasi tutta la durata dell’avventura, ricomparendo esclusivamente sul finale e lasciando un vuoto nella trama davvero esagerato. L’attenzione si sposta infatti solo sulla diatriba interna del sentiero d’oro tra Sabal e Amita lasciando spiazzato il giocatore e costringendolo a ripetere tutta una serie di missioni di poca rilevanza solo per giungere allo scontro finale, alcune troppo simili a quelle viste in Far Cry 3 ma decisamente di minor impatto.
Il counter una volta concluso il gioco segnava poco meno di nove ore per chiudere la storia, un counter che, è bene evidenziarlo, indica unicamente il tempo effettivo di gioco, non conta le missioni fallite e segnalava una percentuale di completamento di circa il venti percento.
Far Cry 4 insomma non riesce a distinguersi per trama o personaggi, quantomeno nella sua storyline principale, offrendo invece a chi ama questa tipologia di giochi una quantità di cose da fare collaterali davvero, ma davvero, enorme. Parliamo di decine e decine di ore di gioco necessarie a esplorare l’intero Kyrat con i classici avamposti da conquistare, le nostre belle missioni di caccia, le torri da scalare per scoprire nuove zone e chain quest secondarie dedicate a personaggi creati ad hoc per l’occasione, utili a regalare varietà all’intero gameplay. Spiccano in particolare Yogi e Reggie, due fattoni che vi guideranno nello Shangri-la: una visione spirituale dai colori accesi e brillanti nel quale rivivremo un’antica leggenda Kirati. Qui ci troveremo armati di arco e coltello e dovremo affrontare demoni di ogni sorta, camminando silenziosamente per attaccarli di sorpresa oppure sfruttando una tigre bianca come compagno per un attacco diretto. Questi livelli, racchiusi in una serie speciale di cinque missioni, offrono emozioni forti e un grandissimo impatto visivo, di tale qualità che se il gioco fosse stato ambientato interamente in questo regno spirituale probabilmente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Non mancano poi altri folli personaggi secondari come Longinus, un commerciante d’armi che ha una visione decisamente particolare della fede, o Noore una dottoressa intenta a gestire un’arena gladiatoria nel bel mezzo del Kyrat. Se cercate un titolo che possa offrirvi un monte ore enorme di gioco, e soprattutto di qualità, Far Cry 4 è esattamente quello che fa per voi.
Un gameplay rodato
Il gameplay non si discosta quasi in nessun elemento da quello visto nel capitolo precedente. Ajay si muove rapidamente tra le montagne innevate grazie ad un’agilità felina e il gioco prevede le due classiche tipologie di approccio da sempre presenti nella serie. Potrete attaccare i nemici silenziosamente attraverso l’uso di meccaniche stealth piuttosto basilari, sfruttando frecce e coltelli da lancio, o usare la forza bruta mettendo mano ad un arsenale ricco e variegato. Il sistema di mira e il feedback delle armi risultano estremamente buoni e il giocatore si trova a poter scegliere una quantità di bocche da fuoco decisamente soddisfacente, con la possibilità inoltre di personalizzarle come meglio crede tramite l’innesto di silenziatori, ottiche o altri gadget. Sarà altresì possibile cambiare il colore delle skin attraverso l’esborso di un quantitativo variabile di denaro, da guadagnare saccheggiando i nemici o raccogliendo una moltitudine impressionante di collezionabili sparsi nella mappa.
La ruota radiale, richiamabile con il touchpad nella versione PS4, è piuttosto comoda e anche quest’anno prima di poter equipaggiare più armi primarie sarà necessario espandere il proprio inventario attraverso la raccolta di pelli dalla selvaggina presente in zona. Tapiri, tassi del miele, lupi, orsi, rinoceronti e chi più ne ha più ne metta, con l’introduzione interessantissima degli elefanti, addirittura addomesticabili e cavalcabili, bestioni perfetti per essere portati in battaglia e sfruttati per abbattere le fortezze più resistenti. Gli animali svolgono un ruolo importante in Far Cry 4 e ora insieme alla pelle sarà possibile depredare le carcasse della loro carne, da sfruttare poi nelle missioni come richiamo per altri animali selvaggi che attaccheranno qualsiasi cosa si trovi a portata. Dal punto di vista dei veicoli guidabili invece non ci sono tantissime novità ad eccezione di un fantastico girocottero grazie al quale svolazzare per il Kyrat, che va però a rompere incredibilmente la meccanica di scalata delle torri visto che basterà volare in cima e disattivare immediatamente il ripetitore per farla nostra. La location veramente gigantesca rende gli spostamenti a piedi impensabili e per arrivare da una parte all’altra della mappa potrebbero servirvi più di una manciata di minuti. Ecco allora che arriva un nuovo sistema di autoguida che vi permetterà di attivare una sorta di pilota automatico una volta su un mezzo per portarvi a destinazione senza muovere un dito. Questa meccanica serve soprattutto per facilitare il nuovo sistema di fuoco durante le sessioni di guida, piuttosto inutile e poco sfruttato nel contesto generale. 
Level Up!
Far Cry 4 non sarebbe un gioco completo senza un sistema di crescita del personaggio, anche se c’è da ammettere che la semplice schematizzazione in due rami non soddisfa del tutto il giocatore più esigente. Giocando in maniera continuativa inoltre non ci sono vere e proprie scelte da fare, tanto che dopo diverse ore di gioco sarà possibile sbloccare tutte le abilità passive disponibili. Queste ovviamente includono una maggior precisione o una maggior resistenza ma anche la possibilità di creare siringhe per guadagnare boost temporanei, completamente superflue a dire il vero, a meno che non si stia giocando al livello di difficoltà più elevato. I soldati nemici infatti difficilmente vi impensieriranno e, ad eccezione di alcune missioni piuttosto frustranti a causa di un design non eccelso, il gioco scivolerà via senza troppi ostacoli. L’IA risponde bene durante i combattimenti e tenterà spesso di stanarvi con le granate o vi aggirerà se resterete per troppo tempo in copertura. L’intelligenza artificiale e l’efficacia dei nostri eventuali alleati del sentiero d’oro invece non ci sono parse così brillanti, e la possibilità di richiamare mercenari a darci man forte durante le sessioni free roaming della campagna non è stata quasi mai sfruttata, ancora una volta per la non particolare difficoltà del gioco. Sarà comunque importantissimo interagire con gli npc sparsi in giro per la mappa, aiutandoli a fuggire dalle grinfie dei soldati di Pagan Min o sabotando i loro trasporti, così da guadagnare punti karma, indispensabili per sbloccare armi extra e nuovi potenziamenti, per un sistema di gioco nel complesso davvero davvero completo.
Let’s try to cooperate
Tutto quello che vi abbiamo raccontato fino ad ora sappiate che è possibile sfruttarlo anche nella nuova cooperativa online. Un giocatore farà da host e potrà invitare un altro giocatore in partita, i progressi nella trama e nella mappa in questo caso saranno garantiti e mantenuti solo ed esclusivamente per l’host, mentre l’ospite guadagnerà solo exp, eventuali armi raccolte, punti karma e tutte le altre statistiche che influiscono direttamente sul personaggio. Nulla però che possa portarlo avanti nella storyline principale o nelle missioni secondarie. Se siete dei lupi solitari, ma volete comunque dimostrare la vostra forza su internet, non dimenticatevi che Far Cry 4 mette in gioco anche le consuete sfide a tempo con classifiche online per una rigiocabilità davvero infinita.
Completate tutte le missioni principali, secondarie e raccolti in toto armi e oggetti, la produzione Ubisoft non vi lascia certo soli, proponendo diverse modalità competitive, non tanto originali nella formula anche se uniche nel loro modo di porsi.
Online troviamo infatti due differenti fazioni che dovranno affrontarsi in scontri 5v5 in diverse location prese direttamente dalla mappa di gioco. Qui il nostro primo appunto: per soli 10 giocatori tutte le mappe proposte sono decisamente troppo grandi e dispersive e, nonostante la presenza dei mezzi, la partite faticano a diventare frenetiche ed esaltanti indipendentemente dalla velocità marcata nelle uccisioni, spesso da oneshot. Outpost, Demon Mask (una sorta di capture the flag) e Propaganda, riviste ovviamente in versione Himalayana con tutti i crismi del caso, sono le tre modalità principali ma lo spunto di originalità arriva proprio dalle due fazioni sopracitate. Una, quella del sentiero d’oro, dedita all’utilizzo di qualsiasi arma, veicolo o esplosivo presente nel gioco, mentre gli altri, i prodi Rakshasa, fedeli all’uso dell’arco, dotati della capacità di diventare invisibili se accovacciati e in grado di richiamare gli animali sul campo di battaglia per aumentare la loro potenza offensiva. Purtroppo lo sbilanciamento è evidente e nonostante il cambio di schieramento ad ogni round le eccessive diversità rendono davvero poco competitivo il tutto in favore dell’antica tribù Kirati. Resta comunque un piacevole plus visto che il cuore del gioco, e l’editor di mappe ancora una volta presente, non fanno sentire assolutamente la necessità di ulteriori contenuti per ritenerci appagati dal titolo.
La neve ad agosto
Tecnicamente Far Cry 4 ci ha stupito. I panorami sono esaltanti e, sebbene la nostra prova sia stata effettuata su Playstation 4, il livello di dettaglio, anche in volo, è risultato più che soddisfacente. Il colpo d’occhio insomma è favoloso, ma ottima è anche la cura nei particolari, la texturizzazione in generale e la recitazione dei protagonisti. Non ci hanno convinto alcune esplosioni ed effetti particellari al seguito, ma l’effetto delle fiamme è davvero sublime, con il fuoco che si propaga sull’erba secca e sugli alberi fino a coinvolgere interi edifici.
Abbiamo apprezzato l’acqua, le animazioni, nonostante qualche piccolo calo, e anche il doppiaggio in italiano è risultato più che buono. Qualche piccolo problema con la sincronizzazione labiale infine, e da segnalare anche alcuni bug sparsi qua e là, che non pregiudicano minimamente l’esperienza complessiva di gioco.

– Ricco di contenuti e di ottime missioni secondarie

– Gameplay rodato e sempre divertente

– Il Kyrat è un’ambientazione ispirata e ricca di fascino

– Scelte multiple che variano narrativa e campagna principale

– Co-op spassosa

– Antagonista sfruttato male

– Poche innovazioni alla formula

– Multiplayer sbilanciato

8.5

Avete Amato Far Cry 3 e la serie in generale? Bene, perché la produzione Ubisoft è la naturale evoluzione del brand, senza stravolgimenti ma con tante piccole migliorie sia nel comparto tecnico che nel gameplay. Peccato per una storia non esaltante, personaggi non all’altezza del terzo capitolo e qualche lieve imperfezione tecnica, difetti che vista la mole di contenuti enorme elargita dal titolo possono tranquillamente passare in secondo piano. Il nostro consiglio è quindi quello di comprare il gioco senza remore, l’Himalaya e Pagan Min vi stanno già aspettando.

Voto Recensione di Far Cry 4 - Recensione


8.5

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