F.E.A.R. Perseus Mandate
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a cura di SAH
Il 2005 segnò il ritorno sulla scena di Monolith, software house che, sotto l’etichetta Vivendi Games, aveva dato vita tra gli altri alla splendida serie N.O.L.F. (No One Lives Forever). F.E.A.R., acronimo di First Encounter Assault Recon, riuscì a stupire pubblico e stampa introducendo un complesso sistema di intelligenza artificiale basato non più su una serie di script, ma su aree di interesse. A seconda delle azioni del giocatore, ogni soldato aveva a disposizione una serie di opzioni a disposizione in base al posizionamento e al tipo di arma. Pertanto, riaffrontando il medesimo combattimento più volte, il comportamento nemico prevedeva sempre soluzioni diverse. Da allora Monolith decise di concentrarsi su un seguito ideale, Project Origin, in uscita nel 2008 lasciando a Timesgate il compito di sviluppare eventuali espansioni. Dopo il mediocre Extraction Point, ecco dunque arrivare Perseus Mandate.
L’orrore continuaSe Extraction Point può essere considerata come una vera e propria espansione, che aggiungeva armi e nuovi nemici e proseguiva la trama principale, Perseus Mandate deve essere etichettato come spin-off, anche in considerazione del fatto che non richiede il gioco originale installato su hard disk per essere avviato. Mentre il protagonista-giocatore senza nome irrompe nella Armacham Technology Corporation alla ricerca di Paxton Fettel e informazioni sul suo passato, la FEAR aveva predisposto un secondo team d’assalto incaricato tuttavia di bloccare un gruppo di mercenari che era riuscito ad impossessarsi del sangue della madre di tutte le Replicanti, Alma. Per tutta la durata di Perseus Mandate verranno fatti riferimenti più o meno espliciti all’episodio originale, in alcuni casi vi ritroverete a ispezionare aree già visitate in passato (e le conseguenze saranno molto ben visibili) e confrontarvi con vecchie rivalità come Fettel in persona.L’ impatto iniziale non è decisamente dei migliori, la scintillante grafica del motore Lithtech del 2005 colpisce ma in negativo, presentando ambienti molto spogli, soprattutto per quando riguarda gli esterni, e la definizione dei personaggi appare molto approssimativa. Abituati alle meraviglie dell’alta definizione e delle console next-generation il gap grafico di due anni appare decisamente maggiore. Anche le esplosioni e le rifrazioni appaiono poco definite e l’ampio uso di vari livelli di mapping non riesce a fornire un risultato complessivamente realistico. Le animazioni dei due compagni che vi accompagneranno per brevi frangenti nelle fasi iniziali di gioco, inoltre, denotano un’eccessiva superficialità nell’ottimizzazione del titolo.
Paura del passatoL’elevata intelligenza artificiale dei nemici permetteva un approccio molto tattico al gioco, e spesso avanzare anche in piccole aree richiedeva numerosi minuti di combattimento. La possibilità di rallentare il tempo per pochi secondi permetteva rapide sortite offensive per poi ritirarsi e cercare un nuovo punto d’attacco. In Perseus Mandate si è completamente perso questo aspetto del gioco. Tranne che nelle fasi finali, dove il numero di nemici si farà sempre più consistente, il gameplay sarà incentrato in un avanzamento rapido lungo i lineari livelli predisposti dagli sviluppatori. Lo Slo-motion si dimostra un’arma veramente troppo letale soprattutto perchè gli avversari non tendono più a disperdersi lungo tutta l’area di gioco, ma si concentreranno quasi sempre in punti vicini permettendo di effettuare autentici massacri. Completamente ridimensionate anche le fasi dove l’enfasi dell’azione viene posta sulla tensione: ad esempio uno dei momenti di maggiore enfasi del titolo riguardava la comparsa dei replicanti dotati di una tuta mimetica. Il giocatore infatti accedeva ad un’area priva di luce, il silenzio era rotto solo dai passi del protagonista e da una leggera brezza che penetrava dalle fessure. Avvicinandosi al generatore i segnali di avvertimento si facevano sempre più numerosi, oggetti che cadevano e un passo sempre più pesante in avvicinamento fino alla comparsa a sorpresa del nemico. Questa forma molto cinematografica di provocare emozioni nel giocatore è stata completamente abbandonata, a vantaggio di semplici flashback o visioni che per la loro stessa natura episodica prevedono situazioni “particolari”.In virtù di uno stile di gioco decisamente più improntato sui combattimenti rispetto al passato e alla presenza di medikit e corazze difensive troppo frequenti, difficilmente un giocatore medio impiegherà poco più di cinque ore per porre fine alle vicende di Perseus.
HARDWARE
Basterà un PC di medio-alto livello del 2005 per far girare Perseus Mandate al massimo. (con tanto di filtri)• Windows XP, x64 o 2000 con l’ultimo service pack installato o Windows Vista• DirectX 9.0c• Pentium 4 1.7 GHz o equivalente (2.2 GHz per Windows Vista)• 512 MB di RAM (1GB per Windows Vista)• 64 MB GeForce 4 Ti o Radeon 9000 video card (GeForce 6600 o Radeon 9800 video card per Windows Vista)
MULTIPLAYER
Il multiplayer di Perseus Mandate si appoggia sulla release gratuita lasciata nel 2006. E’ stata introdotta una nuova modalità di gioco denominata Azione Istantanea che supporta fino a 16 giocatori
– Riprende meccaniche consolidate
– Multiplayer divertente
– Prezzo budget
– Perde l’atmosfera originale
– Piuttosto breve in singolo
– Graficamente obsoleto
6.0
Dopo il discreto Extraction Point, era lecito attendersi qualcosa di più dalla seconda espansione di F.E.A.R. Non bastano un intreccio inedito ed una manciata di nuove armi per lasciare il segno, soprattutto a fronte di una realizzazione tecnica sempre più minimalista e di un comparto grafico che ormai non riesce più a stare al passo con gli ultimi titoli. Per gli interessati, il nostro consiglio è di ripiegare sull’originale F.E.A.R. firmato Monolith, disponibile a buon prezzo.
Voto Recensione di F.E.A.R. Perseus Mandate - Recensione
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