Exit
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a cura di Darkzibo
Una delle cose che contraddistingue i titoli Psp, almeno in queste uscite, è la continua apparizione di porting derivanti da vecchie console. Il più lampante esempio di questa scelta delle software house è rappresentato dall’uscita in breve tempo di raccolte come Namco Museum o Midway Arcade Tresaure. La cosa potrebbe non dispiacere ai nostalgici o agli appassionati dei retro, ma, sicuramente, da una console di questo calibro ci si aspetta qualcosa di più. Ecco allora arrivare titoli impressionanti graficamente, ma decisamente poco “portatili”. In mezzo a questa ressa di annunci, si presenta Exit, titolo che, nonostante la semplicità del nome, promette bene.
Via d’uscitaLa storia di Exit, in senso pratico, non esiste: ogni missione ha una trama a sé stante che sfocia immancabilmente nella componente del gameplay. Il vostro personaggio è Mr. Esc, un agente segreto, elegante nelle movenze, che dovrà liberare uomini, donne e bambini quasi sempre imprigionati in un palazzo in fiamme. Per salvarli dovrà fare affidamento solo sulle sue abilità come il saltare, lo spostare le casse per aprire passaggi o, in altri casi, creare piattaforme o spegnere fuochi che bloccano il passaggio attraverso gli estintori. Lo scopo principale è portare all’uscita del palazzo (da qui il nome del gioco) tutti i prigionieri. Pur sembrando semplice, questo gameplay è vincente, visto che i livelli sono talmente veloci quanto coinvolgenti. Ogni volta, infatti, la situazione cambierà e in alcuni casi avrete bisogno dell’aiuto di qualche prigioniero: per esempio un bambino potrebbe raggiungere zone da voi difficilmente accessibili, mentre un uomo vi può aiutare a spostare ostacoli. Vero è che anche voi dovrete aiutare loro: un bambino deve essere sempre seguito, affinché riesca a superare alte piattaforme, così come gli uomini che non sono agili come le donne nel saltare. Il personaggio principale potrà altresì ordinare ai prigionieri di restare fermi in un posto, onde liberare la strada della libertà dai pericoli. Il titolo si presenta come un platform bidimensionale, che torna quasi alle origini ripercorrendo la storia di titoli come Elevator Action. La difficoltà cresce con il proseguire dei livelli, facendo uso di puzzle sempre più complessi che metteranno a dura prova le meningi del giocatore. A proposito delle missioni, noterete che i livelli non si sbloccheranno uno dopo l’altro, ma saranno quasi tutti disponibili da subito attraverso una griglia dove, alla sinistra di essa, troverete le statistiche e i tempi con cui si è completata una determinata ambientazione. Ogni missione è a tempo che può variare in base alla complessità. Se non riuscirete a salvare tutti gli ostaggi in quel lasso di tempo, perderete: semplice, vero? I comandi rispondo alla perfezione, con un pad direzionale che assolve a diverse funzioni di movimento e non solo: premendo giù, farete abbassare Mr. Esc, ma gli farete anche scendere le scale e le corde; con quadrato raccoglierete gli oggetti, con X salta mentre con R corre (se combinato con X può effettuare salti di portata più elevata) e con L ordina ai civili di restare fermi o di seguirlo. Impiegando l’analogico, spunterà una freccia, simile a quella di un mouse che, posizionata sopra un civile e con il protagonista in prossimità di questo, farà sì che l’eroe possa aiutarlo a superare gli ostacoli. Interessante è notare come, soprattutto nella rincorsa con salto, sia importante la scelta di tempo nel premere sequenzialmente i tasti, quasi fossimo di fronte a un sistema di combo per platform. Detto così sembra tutto complicato, ma, non appena proverete questo titolo di Taito, vi accorgerete come sia semplice e coinvolgente. A dirla tutta mi è sembrato di essere di fronte a un episodio della serie Oddworld, data l’utilità nell’impiegare i civili tramite alcuni comandi per risolvere i puzzle.
Colori alla modaLa grafica di Exit, pur non ricalcando e, se vogliamo essere sinceri, nemmeno sfruttando più di tanto il motore grafico di altri titoli, si inserisce alla perfezione sullo schermo di Psp. il protagonista, Mr Esc, si muove molto realisticamente, anche per il fatto che per realizzarlo è stato impiegato il motion capture, quasi come quanto avvenuto ai primordi di Prince of Persia. Passando al lato puramente estetico, tutto sembra uscito da un fumetto noir con disegni schizzati e dalle forme sregolate, a partire dal protagonista che è rappresentato da un disegno nero, con qualche ombratura, una sciarpa rossa sempre svolazzante e un cappello a tesa sempre tenuto fermo dalla mano dell’agente. Sembra strano a dirsi ma, nonostante la semplicità che lo caratterizza, Mr Esc è sempre carico di carisma e non a caso può essere indicato come un personaggio capace di conquistarsi un posto di rilievo nel mondo dei videogames. Le ambientazioni, per quanto costituite sempre da edifici, sono rappresentate da strutture volutamente irregolari, con finestre sformate, proprio a sottolineare lo stile fumettistico che pervade il titolo. Dominano i colori ben delineati e ogni livello è ricco di particolari in base alle stanze visitate: appendiabiti, scrivanie, poltrone e mobilio vario sono sempre presenti, disegnati sullo sfondo. Tutto è reso alla perfezione e si muove senza rallentamenti di sorta e senza sbavature varie.L’aspetto sonoro, deliziato da una soundtrack blues che si alterna con motivi più concitati, riesce a coinvolgere il giocatore in quello spirito di azione che Exit vuole trasmettere. Le voci campionate dei civili e del protagonista sono ben udibili, anche senza l’aiuto degli auricolari.Non preoccupatevi: tanto stile non intacca la longevità, garantita da oltre cento livelli a tempo, rigiocabili con il solo scopo di migliorare i propri record. Sarà possibile inoltre connettersi per scaricare nuove mappe, in modo da incrementare ancora il tempo che dedicherete a Exit.
– Un gioco nuovo finalmente
– Semplice e immediato
– Grafica carica di stile
– Non toglierete l’umd tanto facilmente dalla Psp
– Può non piacere a tutti
– C’è altro?
8.0
Di sicuro non si può non parlare di vera sorpresa: un titolo con una copertina apparentemente anonima e uscito in sordina, senza sfarzi e pubblicità, si trova a essere uno dei giochi migliori disponibili per Psp. Questa tesi è avvalorata dal fatto che Exit non è un porting, ma un titolo creato appositamente per il portatile Sony, capace di raccogliere in sé tutte le caratteristiche dell’handhold, dall’immediatezza alla durata dell’esperienza. Forse di primo acchitto potrebbe far storcere il naso perché, a dirla tutta, sfigura di fronte a un Gran Theft Auto, però, una volta entrati in contatto con i primi livelli, sarete catturati, a meno che non rimaniate fermi al puro lato estetico. Cosa che potrebbe svanire dopo poco, vedendo un comparto tecnico che senza fare voli astrusi riesce a rendere al meglio le prestazioni del titolo. Un ultimo avviso: se proprio non vi convince, provatelo prima di comprarlo, visto che potrebbe non piacere a tutti proprio per la sua particolarità di non puntare tanto sulla spettacolarità ma sul gameplay, tanto semplice quanto vincente. Un gioco nuovo equivale a una nuova era per Psp?
Voto Recensione di Exit - Recensione
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