Recensione

Empire Earth - The Art of Conquest

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a cura di Iori Yagami

Empire Earth è stato uno dei grandi successi dello scorso Natale e a quasi un’anno di distanza ecco arrivare nei negozi l’espansione di questo interessante titolo strategico.Nato dalla mente di Rick Goodman, già creatore della famosa serie di “Age of Empires”, Empire Earth è senza dubbio uno dei migliori strategici in circolazione disponibili per PC. Il segreto del suo successo risiede nella grande varietà di scelta nelle opzioni di gioco e la possibilità di avere a disposizione ben 14 epoche differenti, che vanno dalla preistoria al futuro. Come si può ben intuire Empire Earth è lo strategico più completo che sia mai stato prodotto.La creazione di Rick Goodman può contare soprattutto sull’atmosfera epica che riesce a sprigionare, rendendolo differente da altri titoli del genere.L’obiettivo di Empire Earth è tanto semplice quanto ambizioso: far rivivere al giocatore le tappe più importanti dell’evoluzione umana e “riscrivere” la storia.Pur non raggiungendo la perfezione, “Empire Earth” può comunque contare su una buona longevità ed una notevole dose di carisma. Dopo il successo mondiale del titolo era abbastanza prevedibile aspettarsi un’espansione e Sierra ha saputo cogliere la palla al balzo.

“L’arte della Conquista.”“Empire Earth – The Art of Conquest Expansion” è il titolo dell’espansione dedicata ad Empire Earth e contiene delle campagne bonus da aggiungere alle precedenti. Innanzitutto va sottolineato che per poter giocare a The Art of Conquest si deve obbligatoriamente installare il gioco principale, “Empire Earth”. Naturalmente il gioco è consigliato solo ai possessori del titolo Sierra che desiderano “completare” le già numerose opzioni di gioco.Ora vedremo punto per punto cosa contiene questa espansione. Sono disponibili tre nuove campagne per il Single Player: Campagna Romana, Campagna Pacifica (Seconda Guerra Mondiale), e Campagna Asiatica (ambientata nel futuro). Inoltre è presente una nuova epoca ambientata nei pianeti più lontani dello spazio profondo. Chiudono la carrellata delle novità una serie di bonus inediti assegnati ad ogni civiltà, due nuovi eroi per la lotta alla supremazia, nuovi edifici, ed infine ulteriori unità, che vanno dalle frecce incendiarie ai satelliti spia.A parte queste nuove aggiunte il gioco rimane comunque lo stesso e ci ritroveremo quindi con le medesime opzioni, compreso il Multiplayer. Trattandosi di un’espansione, The Art of Conquest non modifica il sistema di gioco di “Empire Earth” ma lo arricchisce solo nella modalità in singolo.Ancora una volta dovremo scegliere un popolo e farlo progredire tecnologicamente. Potremo costruire edifici e addestrare le truppe. Insomma la struttura di gioco è rimasta la stessa che conosciamo tutti e non c’è molto altro da segnalare. Una curiosità: nella confezione di The Art of Conquest troverete anche, come bonus, un’estratto di “La Campagna Romana” della Guida Strategica ed. Prima, utilissima per giocare alla campagna omonima.

“Giocare con la Storia.”Indubbiamente le tre nuove campagne sono ben realizzate ed i bonus aggiuntivi sono abbastanza graditi, ma a parte questi aspetti non si può dire che il gameplay sia stato migliorato. I problemi che affliggevano il sistema di controllo di “Empire Earth” sono tutt’ora presenti, tra cui il fastidioso comportamento delle nostre truppe. Queste molto spesso, ignorando i nostri ordini, rompono le righe e vanno alla sbaraglio, costringendoci a subire gli attacchi nemici. A causa di questo problema in alcuni frangenti la situazione diventa confusionaria e parecchio frustrante. Ci vuole del tempo per imparare ad avere il pieno controllo delle proprie truppe.Tecnicamente siamo sugli stessi livelli del gioco principale e non è presente alcun miglioramento. L’interfaccia grafica dei pannelli di controllo è la medesima di “Empire Earth”, così come il filmato iniziale in FMV. A tal proposito potevano inserire qualche altro filmato iniziale invece di rimanere la solita introduzione.L’unica effettiva differenza è la nuova schermata (fissa) del gioco, dove vengono presentate le varie modalità di Empire Earth. Inoltre anche a livello visivo non ci sono cambiamenti di rilievo e ad un’anno di distanza il titolo Sierra mostra il fianco, risultando leggermente obsoleta. Ogni campagna (delle tre aggiunte) e adornata con molte cut-scene parlate, anche se le varie animazioni rimangono comunque semplicistiche e con personaggi in bassa risoluzione. Senza dubbio, sotto questo aspetto, si poteva fare di più.Lo stesso discorso vale per il comparto sonoro. Nulla è cambiato, a parte i nuovi dialoghi parlati (questo era il minimo). Le musiche sono praticamente le stesse che abbiamo ascoltato in “Empire Earth”, così come gli FX. Anche qui si poteva fare qualcosa in più, come ad esempio aggiungere qualche altra musica che facesse da sfondo alle tre nuove campagne. Purtroppo nulla di questo è stato fatto e ci ritroviamo con lo stesso, identico, commento musicale.The Art of Conquest è praticamente “Empire Earth”, quindi chi lo ha amato non potrà fare a meno di provarlo almeno una volta. La giocabilità si attesta su buoni livelli, vista anche l’atmosfera epica di cui è provvisto il gioco. Il gameplay, pur con qualche pecca, rimane tutto sommato godibile. Rimane l’amaro in bocca per il mancato perfezionamento del sistema di controllo delle truppe. Ad ogni modo, per i veterani di “Empire Earth” questo non sarà un grosso problema. Il punto debole di The Art of Conquest è la longevità. Purtroppo sono presenti solo tre nuove campagne in singolo e qualche aggiunta bonus, che di certo non fanno gridare al miracolo. L’attrazione principale del gioco è costituita proprio dalle tre nuove campagne e una volta finite vi ritroverete con un’espansione praticamente inutile. In fondo queste aggiunte extra potevano essere inserite anche in “Empire Earth”, senza il bisogno di produrre un’espansione priva di idee come invece è accaduto. Credo che avrebbero dovuto inserire qualche campagna in più anche per giustificare un possibile acquisto. Così com’è è davvero troppo poco.

HARDWARE

Configuarazione minima: Pentium II 350 Mhz o superiore, 64 MB di RAM, 450 MB di spazio su disco, 100 MB di spazio per i file temporanei, scheda grafica AGP (4 MB) o PCI (8 MB) con supporto 3D e risoluzione 1024×768 a 16 bit, lettore CD-Rom, mouse e tastiera, modem 28.8 kbps (o superiore raccomandato) per gioco via Internet, scheda audio compatibile con DirectX.

MULTIPLAYER

Presente. Possibilità di giocare sia on-line che contro il computer, con un massimo di 16 giocatori.

In fin dei conti è sempre Empire Earth…

… Meglio quindi giocare al gioco principale. Le poche aggiunte extra non sono sufficienti a giustificarne l’acquisto.

FMV e commento musicale identici a “Empire Earth”.

6.9

L’espansione di “Empire Earth” si è rivelata solo un semplice mezzo per sfruttare la popolarità del titolo di Rick Goodman e nulla più. Le vere novità di The Art of Conquest sono costituite solo dalle tre nuove campagne e le aggiunte di cui tanto si parlava non sono poi così importanti da giustificare l’acquisto della stessa.

Non è stato migliorato praticamente nulla, neanche il commento musicale (identico a “Empire Earth”). L’unico reale interesse che può spingere un’appassionato ad acquistare questa espansione è unicamente il desiderio di poter provare le nuove campagne, Romana, Seconda Guerra Mondiale e Futuro. Anche considerando questo punto di vista è comunque troppo poco per consigliare l’acquisto di The Art of Conquest.

Il consiglio più saggio è quello di lasciar perdere questa espansione e di continuare a giocare ad “Empire Earth”.

Voto Recensione di Empire Earth - The Art of Conquest - Recensione


6.9

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