Oltre i Tre Regni
L’ambientazione è la stessa di sempre. La Cina del secondo secolo d.C. è sconquassata dalle guerre civili che causano la caduta della dinastia imperiale: ad un certo punto emergono tre forze – Wu, Wei e Shu – in perenne lotta per conquistare il potere assoluto. Ma alla fine a ristabilire il governo sul paese sarà una quarta forza, la dinastia Jin. La prima vera novità di questo settimo episodio è proprio l’introduzione dei Jin tra le forze giocabili, già introdotti nei precedenti capitoli, dove però veniva loro dedicato un semplice accenno relativo alla presa di potere di Sima Yi alla caduta di Cao Cao.
Cambia anche l’impostazione del titolo, che questa volta non propone di rivivere singolarmente le vicende di decine di condottieri di quell’epoca caotica, bensì le racchiude all’interno di un lungo arco narrativo. La modalità principale, la Storia, propone infatti quattro scelte, ognuna legata ad uno dei regni precedentemente citati: per la prima volta la storia viene narrata in maniera esauriente e comprensibile anche per chi non conosca le vicende dei tre regni, e lo svolgimento rispecchia con fedeltà gli avvenimenti del romanzo, indipendentemente dalle azioni del giocatore, il quale sarà chiamato ad interpretare a rotazione tutti i principali eroi della fazione prescelta, impersonandoli nelle loro battaglie più famose. Dunque non ci sarà modo di portare al trionfo il proprio regno se questo è destinato a perdere, per non parlare del dispiacere nell’apprendere le sorti, per lo più tragiche, dei condottieri impersonati. E’ una scelta che avevamo già visto nel recente
Warriors: Legends of Troy e che ci sentiamo di condividere, perché è molto più appassionante seguire una saga dai molti risvolti tragici, piuttosto che limitarsi a giocare tante storie simili in cui ogni volta al termine trionfa la fazione prescelta.
L’alternanza di condottieri permette al giocatore di provare molti stili di combattimento diversi, dato che ognuno di essi ha caratteristiche ed armi differenti: tuttavia i punteggi accumulati sono comuni, il che permette di disporre di personaggi sempre più potenti.
La conquista della Cina
Se la modalità principale ci permette di rivivere gli avvenimenti storici, la Conquista consente di dare libero sfogo alle proprie velleità di dominio. Si tratta infatti di una modalità del tutto “libera”, svincolata dagli avvenimenti del libro, a cui non mancano ovviamente degli accenni. Il giocatore sceglierà uno dei tanti condottieri messi a disposizione dal gioco, provenienti dalle quattro fazioni, ma non solo (troviamo anche i condottieri del regno di Nanzhong, delle fazioni di Dong Zhuo e dei Turbanti Gialli, oltre al nobile Yuan Shao). Una volta selezionato il proprio alter-ego, che potrà essere sempre sostituito in qualsiasi momento e senza perdere quanto acquisito fino ad allora, il giocatore dovrà muoversi attraverso una mappa della Cina antica, divisa in tanti esagoni come nei giochi di strategia militare. Un sistema che ricorda vagamente il del gioco dell’oca, con il personaggio che potrà muoversi solo su caselle adiacenti a quelle già sbloccate, procedendo così fino alla conquista dell’intera mappa.
A parte le caselle in cui si trovano città, tutte le altre propongono battaglie, ma con alcune varianti relative alle ricompense: queste possono consistere in un incremento delle nostre abilità, oppure in armi, alleati (umani e animali) o tesori, per non parlare delle battaglie leggendarie, in cui sbloccare nuovi condottieri. A seconda della casella prescelta, può capitare che gli scontri vadano affrontati non nei panni dell’eroe prescelto, ma impersonando una altro condottiero predeterminato dal gioco: questo avviene quando la battaglia non è fittizia, ma rappresenta un evento realmente accaduto.
L’unica alternativa alle battaglie sono le visite nelle varie città: all’interno delle stesse troveremo armaioli e mercanti da cui recuperare armi e missioni, fabbri per i potenziamenti e sale da the in cui incontrare gli alleati. Inoltre saltuariamente sarà possibile parlare con eroi in visita, oppure mettere alla prova le proprie conoscenze sul romanzo, per ottenere denaro in caso di risposte corrette. A differenza della versione Empires della saga, la modalità Conquista non prevede turni, né avversari: si procede di casella in casella, di battaglia in battaglia fino a sbloccare tutte le caselle di gioco, occupando di fatto la Cina. La modalità in oggetto può infine essere affrontata in cooperativa online con un altro giocatore.
Sul campo di battaglia
Dal punto di vista del gameplay, ci sono alcune interessanti aggiunte, ma nel complesso l’approccio è quello che i fan ben conoscono. Il fulcro di ogni battaglia rimane lo scontro con decine di avversari contemporaneamente, che si dividono tra i semplici fantaccini, ovverosia la carne da macello, ed i condottieri, un poco più difficili da abbattere. Il giocatore ha a disposizione un attacco rapido, uno potente e il Musou, da utilizzarsi una volta riempita la barra, liberamente concatenabili in devastanti combo; inoltre l’eroe può correre, saltare, parare e cavalcare.
Di nuovo c’è da segnalare la possibilità di impugnare due armi. Ogni condottiero può infatti decidere di utilizzare una doppia combinazione scegliendo tra un parco ampissimo, tenendo anche presente il feeling con ogni singola lama. Una soltanto di queste sarà la sua preferita, predeterminata dal gioco e con la quale avrà a disposizione un attacco extra, attivabile eseguendo una semplice combinazione di tasti: il giocatore può comunque scegliere di non equipaggiarla se preferisce, rinunciando però al colpo speciale. L’unico limite è dato dalla compatibilità tra guerriero ed arma, perché se questa è bassa, anche gli attacchi saranno meno efficaci.
Questa novità permette al giocatore di abbinare armi di tipologie molto diverse, si spazia infatti da semplici guanti in ferro a pugnali, spade, lance, ventagli, doppie asce, coltelli da lancio, archi e così via, per un totale di 36 differenti tipi: poter alternare armi dalla diversa portata consente al giocatore di gestire al meglio le varie situazioni in cui si trovi coinvolto, senza contare che spesso lo switch equivale ad un attacco, e può essere inserito all’interno di una catena di combo.
Ogni arma può inoltre venire potenziata con skill accumulabili durante il gioco, così come ogni eroe ha alcuni potenziamenti predeterminati da sbloccarsi spendendo i punti esperienza accumulati; così facendo si aumentano salute, numero di combo, attacchi Musou ed abilità con l’arma preferita.
Per il resto le battaglie si svolgono in maniera molto simile a quanto visto in passato: Koei ha tentato di garantire un minimo di varietà introducendo gli obiettivi, che non richiederanno sempre e solo di sterminare tutti, ma anche di scortare o salvare alleati, catturare basi ed utilizzare macchine d’assedio, un espediente interessante, ma non sufficiente ad eliminare l’effetto deja vu. L’interazione con i campi di battaglia, mai particolarmente articolati, è minima: ci sono giusto da raccogliere armi, potenziamenti e cure rilasciati dai nemici sconfitti o contenuti all’interno di vasi disseminati qua e là.
Un completo tutorial guiderà il novizio nell’apprendimento dei fondamentali, così come risulta essenziale al fan della saga per impratichirsi con le novità introdotte.
Il lato tecnico
Dal punto di vista tecnico Koei rimane coerente con la sua filosofia. Il punto forte del prodotto è dato dalla caratterizzazione, grafica e narrativa, dei protagonisti della saga, il cui look è stato nuovamente rivisto. Le animazioni variano non in base al personaggio, bensì all’arma impugnata e data la varietà delle stesse tutto sommato non ci si può lamentare; anche le movenze appaiono più naturali, sebbene sempre un poco legnose.
Gli scenari sono abbastanza curati, ma poco vari e per nulla interattivi, e soffrono del consueto pop up, che fa apparire all’improvviso nemici ed elementi dello sfondo: inoltre le ambientazioni notturne appaiono troppo scure, rendendo scomodo muoversi per le labirintiche aree senza riuscire a vedere nulla. In generale la definizione non ha fatto passi avanti, e la cosa si nota in particolar modo durante i filmati di intermezzo. L’intelligenza artificiale è invariata, il che equivale a dire inesistente: la fanteria avversaria, nonostante il numero soverchiante, è restia ad attaccare, mentre i condottieri, seppure più aggressivi, non rappresentano un grosso problema. Stesso discorso vale per gli alleati, il cui supporto è del tutto trascurabile.
Il comparto audio è caratterizzato dal consueto ed anonimo accompagnamento rock, e da un doppiaggio inglese ormai rodato: una vera chicca per gli appassionati è però rappresentata dal DLC gratuito, che permetterà loro di utilizzare anche l’audio originale giapponese. Peccato che i sottotitoli italiani denotino qualche saltuario errore di localizzazione.
Nonostante queste limitazioni, ancora una volta Koei riesce a restituire un prodotto estremamente divertente e dalla giocabilità ormai rodata, che dopo tanti anni riesce ancora ad esaltare e divertire l’appassionato, grazie al nuovo tipo di narrazione introdotto nella modalità Storia. Anche la longevità si conferma come punto di forza, dato che anche una volta esaurite le quattro campagne principali (molto più lunghe delle vecchie), la modalità Conquista garantisce ancora molte ore di sfide e battaglie.
– Tanti personaggi e una nuova fazione
– La nuova modalità Storia
– Il solito, impagabile senso di esaltazione che riesce a trasmettere
– L’introduzione delle due armi
– Divertente
– Per i non appassionati è il solito Dynasty Warriors
– Comparto tecnico datato
– Gameplay ripetitivo
Per l’appassionato il nuovo Dynasty Warriors 7 rappresenta un acquisto obbligato: le novità introdotte sono notevoli e lo sforzo di Koei nel regalare un approccio diverso e più appassionante può dirsi riuscito, almeno per quanto riguarda la modalità Storia. L’introduzione della doppia arma regala nuove possibilità e permette di variare maggiormente l’azione, anche se il discorso vale solo per i livelli di difficoltà più elevati. Per il resto ci troviamo di fronte al solito button mashing che esalterà i fan, ma inevitabilmente finirà per non convincere tutti quelli che non ne apprezzano le meccaniche.