Recensione

Dungeons & Dragons Heroes

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a cura di Fabfab

La via per il mondo di Dungeons & Dragons passa, sulle console di nuova generazione, attraverso la strada del più puro hack’n slash alla Diablo: niente storie complesse e limitate possibilità di caratterizzazione dei personaggi riducono questi giochi ad un’infinita sequela di combattimenti, interrotti ogni tanto dall’acquisizione di nuovi poteri e abilità.La strada è stata aperta dall’ottimo “Baldur’s Gate: Dark Alliance” di Interplay; Dungeons & Dragons Heroes segue pedissequamente la strada tracciata dall’illustre epigono, al punto che risulta quasi impossibile distinguere concretamente i due titoli…

Il risveglio dello stregoneCentocinquanta anni fa malvagio mago Kaedin devastò la terra di Baele grazie all’aiuto di cinque gemme che amplificavano i suoi poteri: un giorno, però, quattro eroi lo affrontarono e riuscirono ad ucciderlo a costo delle loro stesse vite.Oggi un gruppo di folli ha pensato bene di richiamare dall’oltretomba Kaedin nella vana speranza di impadronirsi dei suoi poteri: dopo averli sterminati, il mago ha ricostruito il suo castello ed ora si prepara a portare nuovamente morte e distruzione sulla terra. Disperati, gli abitanti di Baele decidono di resuscitare i quattro eroi artefici della sua distruzione, nella speranza che il miracolo possa ripetersi…Fin qui la storia, per quanto non troppo originale, regala al giocatore quella carica di epicità e dramma che lo spinge a proseguirne le vicende per vedere cosa succederà dopo: purtroppo gli sceneggiatori non hanno pensato ad amalgamare a dovere introduzione e giocato, cosicché le prime contraddizioni si manifestano subito nei primi istanti del gioco. Un gruppo di chierici si reca nella monumentale tomba sotterranea per risvegliare i quattro eroi: il momento è grave e la situazione disperata, ma nonostante tutto i redivivi vengono abbandonati nell’enorme dungeon infestato da mostri che si estende subito fuori del mausoleo. Una volta usciti, inoltre, dovremo recarci al castello e cominciare a svolgere quest e sub-quest che spesso poco hanno a che fare con l’avventura principale, con il solo scopo di minare la credibilità delle vicende (ma come, ci risvegliano per combattere un mago potentissimo e poi ci mandano a liberare una locanda dai goblin?).D’accordo, potrò sembrare fin troppo pignolo in questa mia critica, ma non credo ci sarebbe voluto molto ad ideare una trama un poco più credibile, no?

I quattro eroiSia sotto il punto di vista del gameplay, sia sotto quello del comparto tecnico questo Dungeons & Dragons Heroes più che prendere spunto dal “Baldur’s Gate” della Interplay possiamo dire senza tema di smentite che è assolutamente identico al suo concorrente, un plagio vero e proprio: il caso ha voluto che in questo periodo mi ritrovassi a recensire anche “Baldur’s Gate: Dark Alliance II”, sempre per Xbox, e posso assicurarvi che passavo da un titolo all’altro senza notare differenze, pure il sistema di controllo ed i tasti sono praticamente i medesimi!I protagonisti del gioco sono quattro icone del mondo fantasy, il guerriero umano (corazzato e mortale nel corpo a corpo), la maga elfica (agile e con una serie di letali incantesimi), il nano chierico (buon guerriero in grado di curarsi e potenziarsi con la magia) e la ladra halfling (inafferrabile e maestra con le armi a lunga gittata); la scelta del personaggio (al quale potrete dare il nome che preferite) modifica l’approccio da adottare in battaglia, l’equipaggiamento sfruttabile, i poteri e le caratteristiche in dotazione.Il guerriero, ad esempio, potrà contare su un fisico robusto e sull’utilizzo di armi ed armature pesanti, essenziali per prevalere nelle mischie, mentre la maga andrà “vestita” più leggera ma potrà colpire i nemici da distante con dardi incantati e palle di fuoco…Ogni personaggio sarà inoltre dotato di una propria Arma Ancestrale che potrà essere via via potenziata raccogliendo i venti Frammenti d’Anima sparsi per i vari livelli.Un’altra differenza rispetto all’originale “Baldur’s Gate” è rappresentata dalle Chiavi Scheletriche: per aprire forzieri e porte non basterà cliccarci sopra, ma occorrerà utilizzare una di queste chiavi, che andrà perduta dopo l’utilizzo. Non avere abbastanza chiavi potrebbe significare non riuscire ad impadronirsi di tutti i tesori custoditi nell’ambiente appena esplorato, quindi occorre procurarsene sempre una buona scorta ed evitare sprechi…

Mors tua, vita mea…Il gameplay del gioco è risaputo e basilare: il giocatore esplora ambienti più o meno vasti sterminando senza pietà tutte le creature che lo abitano, come nel più classico hack’n slash. La difficoltà degli scontri è dovuta non tanto alla scarsa I.A. dei nemici, quanto piuttosto al loro numero ed alla pericolosità dei loro attacchi (i drow, ad esempio, possono diventare invisibili e scagliare magie): l’unica eccezione è rappresentata dai saltuari boss, decisamente più impegnativi anche se di solito basta memorizzarne i movimenti ciclici per neutralizzarli.Esplorando e combattendo entreremo in possesso di denaro, oggetti, pozioni, e numerosi pezzi di equipaggiamento (armi, armature, scudi, guanti, stivali…) che potremo far utilizzare al nostro personaggio per migliorarne le caratteristiche oppure rivendere per accumulare soldi da spendere in qualche negozio: ogni arma o equipaggiamento indossato, inoltre, modifica l’aspetto del personaggio stesso. Non dimenticate mai che a seconda del valore della forza del vostro personaggio varia la quantità di oggetti che è in grado di trasportare: valutate sempre con attenzione quali oggetti raccogliere e portare con voi e quali vale invece la pena abbandonare anche perché in “D&D Heroes” non è possibile teletrasportarsi nel negozio più vicino per rivendere tutto, ma occorre andarci a piedi ripercorrendo a ritroso la strada (sempre che sia possibile farlo).Rispetto a BGDA è stata inoltre potenziata la componente esplorativa e spesso, per proseguire, occorrerà procurarsi speciali chiavi o attivare meccanismi: una piacevole trovata che però non intacca più di tanto la linearità degli ambienti.Dopo ogni combattimento verremo ricompensati con punti esperienza che ci serviranno per potenziare il nostro personaggio: ad ogni passaggio di livello, infatti, avremo punti da spendere per migliorarne le caratteristiche e le abilità, scegliendo tra tutta una serie di opzioni a nostra disposizione. Sarà inoltre quasi sempre possibile ritornare in pressochè tutte le locazioni già visitate in precedenza, in modo da poter recuperare eventuali segreti od oggetti tralasciati al primo passaggio: un parziale respawn dei nemici fa sì che nessuna locazione sia mai completamente sgombra da nemici.Ottimo nella sua immediatezza il sistema di controllo che, oltre ai tasti fissi per attacco in mischia, attacco da lontano, magia, parata, salto e azione, permette di assegnare liberamente agli altri i poteri speciali o le magie del personaggio; in qualunque momento è richiamabile la mappa di gioco ed è pure possibile lasciare una minimappa trasparente sempre in primo piano sullo schermo, per non perdere mai l’orientamento.

Party of FourIl motore grafico svolge in maniera discreta il proprio lavoro, gli eroi sono realizzati con una certa cura (anche se con carenza di dettagli), sia nell’abbigliamento che nelle movenze; discrete le varie ambientazioni, ispirate nella realizzazione anche se, inevitabilmente, i programmatori hanno preso a modello i soliti, abusatissimi clichè del mondo di D&D (dungeons, castelli, paludi, grotte…) già visti e rivisti centinaia di volte, non ultimo nei due “Baldur’s Gate: Dark Alliance”.Con lo stick di destra è inoltre possibile allontanare od avvicinare la telecamera, passando così da una visuale a volo d’uccello, utile per farsi un’idea della situazione, ad una ravvicinata per meglio gestire i combattimenti.Anonime le musiche mentre gli effetti sonori fanno senza problemi il loro dovere; eccellente il doppiaggio inglese, sottotitolato in italiano.Il gioco permette di salvare i nostri progressi in ogni momento anche se, caricando il salvataggio, partiremo dall’ultimo checkpoint attraversato: nulla di grave, anche perché il gioco tiene comunque in memoria quanto fino ad allora compiuto.I cinque livelli di difficoltà selezionabili (e modificabili in qualsiasi momento durante il gioco: potete partire scegliendo un livello più soft per poi fare sul serio quando avrete acquisito confidenza con il sistema di controllo) giovano alla longevità, che aumenta a dismisura se il gioco viene affrontato con alcuni amici: ben quattro giocatori umani possono partecipare contemporaneamente all’avventura e, dopo qualche momento di spaesamento dovuto alla difficile gestione della telecamera, il divertimento sale alle stelle!

– Immediato e divertente

– Identico a Baldur’s Gate: Dark Alliance

– Multiplayer fino a quattro giocatori

– Identico a Baldur’s Gate: Dark Alliance

– Tecnicamente migliorabile

– Alla lunga ripetitivo

7.5

Dungeons & Dragons Heroes è un clone di “Baldur’s Gate: Dark Alliance”, nè più, nè meno: stesso gameplay, stesse ambientazioni, pure il comparto grafico è molto simile (notare il famoso “effetto acqua” di BGDA, riprosto in maniera praticamente identica…) a punto da sembrare lo stesso gioco: Atari ha copiato spudoratamente Interplay ricavandone un gioco quasi identico.

D’altronde visto che la copia ricorda molto da vicino il capolavoro originale, ne deriva che anche “D&D Heroes” è un buon titolo, facile da padroneggiare, immediato, divertente da giocare e più impegnativo del capostipite: la previsione di una modalità multiplayer per quattro giocatori, inoltre, sfrutta a dovere le potenzialità multigiocatore di Xbox e quadruplica il divertimento che, in single player, scema man mano che si prosegue a causa dell’estrema ripetitività dell’azione di gioco…

Voto Recensione di Dungeons & Dragons Heroes - Recensione


7.5

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