Prendete un po’ di sana pixel art mai così in voga come in questi ultimi anni, unite la difficoltà tipica di un roguelike con tanto di permadeath, condite il tutto con meccaniche da tower defense e infine spruzzateci sopra un po’ di elementi ruolistici e di dungeon crawler. La ricetta di Dungeon of the Endless, disponibile già da fine 2014 su Steam a 12,99 euro e realizzato dai creatori di Endless Legend e di Endless Space, incarna un po’ tutti questi ingredienti e li amalgama in un titolo fanta-horror ambientato su un pianeta pieno zeppo di alieni. Nei panni prima di due e poi di un maggior numero di sopravvissuti a un atterraggio di fortuna, dobbiamo superare dodici livelli colmi di pericoli per giungere finalmente in superficie e guadagnare la tanto agognata libertà. Più facile a dirsi che a farsi però, visto che trovare l’ascensore alla fine di ogni livello per accedere a quello successivo è un’impresa a dir poco titanica, anche se sceglierete il più semplice tra i due livelli di difficoltà.
Strategia e GdR… ma non solo
Dicevamo poco sopra del mix di stili e generi presente in Dungeon of the Endless. Gli spunti ruolistici sono ben visibili nella scelta dei nostri due alter ego iniziali e degli altri personaggi che troveremo nel corso del gioco, con un party che può raggiungere un massimo di quattro componenti. Forza, velocità e intelligenza caratterizzano infatti ogni personaggio e lo rendono più o meno adatto al compito che gli assegniamo, senza contare che tutti i nostri coraggiosi avventurieri possono guadagnare esperienza e potenziarsi. Gli elementi strategici sono però più preponderanti. Lo scopo del gioco è infatti quello di esplorare tutto un livello aprendo porte, uccidendo gli eventuali alieni che troviamo, installando torrette difensive, raccogliendo una fonte energetica necessaria a illuminare le stanze e trovando cibo per guarire far progredire i componenti del party. Questa però è solo la superficie di un gioco molto più complesso, stratificato e sotto certi punti di vista quasi indefinibile.
Tutta colpa del cristallo
Tanto per cominciare i livelli sono procedurali e dopo aver aperto una porta non si sa mai cosa ci possa aspettare oltre (alieni, tesori, lo spazio per costruire una struttura?). Ci sono poi risorse da raccogliere che però non bastano per attivare e illuminare tutte le stanze del dungeon, costringendoci così a lasciare al buio alcune stanze che però si riempiranno in pochissimo tempo di alieni. Ci sono poi da considerare i vari tipi di personaggi; possiamo ad esempio mandare in avanscoperta un alleato veloce e tenere il tank in prossimità di un cristallo giallo, vero punto nevralgico del gioco che deve essere difeso a tutti i costi dagli attacchi alieni pena la fine del gioco. Il cristallo, una volta individuata l’uscita del livello, deve essere trasportato fino ad essa, ma quello che lo trasporta è rallentato dal peso e non può difendersi in alcun modo e quindi dobbiamo utilizzare gli altri personaggi per scortarlo durante il tragitto. In fondo è tutta una questione di decisioni e di microgestione delle poche risorse sparse per i livelli, ma a ben vedere c’è anche molta fortuna vista la natura procedurale dei livelli che in ogni stanza può riservare qualsiasi cosa. Più di tutto però conta il posizionamento nel dungeon sia dei personaggi, sia delle torrette difensive e ogni minimo errore può costare carissimo. Non esistono infatti salvataggi e se un membro del party muore, rimaniamo senza fino a quando più avanti non incontriamo un nuovo personaggio.
Solo per i più temerari
Considerando che il tutorial iniziale spiega molto poco del gioco, Dungeon of the Endless è davvero un titolo tosto, complesso e dalle meccaniche che risulteranno ostiche ai più. Non perdona davvero nulla e forse su basa un po’ troppo sul “caso”, anche se la tattica e la strategia rimangono comunque fondamentali per avere la meglio sugli alieni. Se si riesce a entrare in questo spirito così particolare, bizzarro e hardcore, il gioco regala però tantissime soddisfazioni, soprattutto ogni volta che si riesce a trasportare il cristallo fino all’uscita del dungeon. C’è anche qualche simpatico dialogo alla fine di ogni livello, ma il comparto narrativo è limitato al minimo indispensabile, come dimostra anche la breve e stringata introduzione. Ci sarebbe anche il multiplayer a quattro giocatori (uno per ogni componente del party), ma in questi giorni di prova non abbiamo trovato quasi mai nessuno online con cui giocare e, tra i pochi match in corso scovati, siamo riusciti al massimo a giocare solo in un party da due. In multiplayer la collaborazione tra i giocatori diventa ancor più determinante, ma di contro il ritmo si fa molto più lento e se per caso il creatore del match si disconnette, la partita termina immediatamente. Nota finale per la bella colonna sonora dalle tinte cupe e atmosferiche e per la pixel art messa a punto da Amplitude Studios, ispirata nel design degli umani (molto meno in quello degli alieni) e sufficientemente personale. Certo, si è visto di meglio, ma ci si può benissimo accontentare.
– Gameplay originale e sfaccettato
– Valido mix di generi
– Pixel art sufficientemente ispirata
– Richiede molto impegno…
– … pure troppo per il giocatore medio
– La fortuna gioca un ruolo fin troppo importante
– Non perdona davvero nulla
– Tutorial poco approfondito
Dungeon of the Endless è un mix di generi che non fa davvero nulla per rendere la vita facile al giocatore. Il tutorial è scarno, il permadeath inesorabile e il minimo sbaglio, in questa amalgama di GdR, tower defense, rogue like e dungeon crawler, costa carissimo. Nonostante ciò, o forse proprio per questo, il nuovo titolo di Amplitude Studios riesce a catturare come pochi altri indie-game recenti in pixel-art, mettendo sempre il giocatore di fronte a continue decisioni e basandosi (forse pure troppo) sul caso e sulla fortuna vista la proceduralità dei livelli. Un gioco non per tutti, ma se amate le sfide toste e originali qui troverete pane per i vostri denti.