Dungeon Siege: Throne Of Agony
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a cura di Antonello Buzzi
Senior Staff Writer
L’hack’n slash, genere che è nato e si è sviluppato prevalentemente su piattaforma Personal Computer, ha cercato successivamente di approdare anche su console. Come dimenticare (nel bene e nel male) la conversione per PSOne del primo capitolo di Diablo oppure anche su PS2 esponenti del calibro di Baldur’s Gate e Champions of Norrath? La saga di Dungeon Siege è nata nel 2002 e in questo articolo ci proponiamo di fornire il nostro giudizio su Throne Of Agony, il primo episodio progettato specificatamente per una console portatile, in questo caso PlayStation Portable di Sony. I ragazzi di SuperVillain Studios e Gas Powered Games saranno riusciti a confezionare un prodotto che manterrà fede al nome che porta?
Verso SeahavenUna volta scelto di iniziare una nuova partita ci verrà visualizzata la schermata di selezione del nostro personaggio. Potremo impersonare Serin l’arciere, Mogrim il Guerriero o Allister il Mago, ognuno di essi contraddistinto per razza di appartenenza, caratteristiche fisiche e storia alle spalle. Infatti ciascuno ha le proprie motivazioni che l’hanno portato a prendere una nave per approdare alla cittadina di Seahaven, per poi partire in direzione nord dove, presumibilmente, troverà le risposte che sta cercando.
Mazzate, mazzate e ancora… mazzateCome ogni buon hack’n slash che si rispetti, il gameplay di Dungeon Siege: Throne Of Agony è focalizzato sull’ uccisione indiscriminata dei nemci che si trovano davanti alla nostra strada mentre stiamo svolgendo la missione assegnataci. La visuale di gioco è isometrica e, per la verità, posta ad un’altezza troppo ravvicinata al nostro personaggio per poter vedere una porzione di territorio soddisfacente, ma questo difetto è in parte alleviato dalla presenza di una mappa in sovrimpressione. Durante tutta l’avventura avremo con noi un “compagno di viaggio”, scelto inizialmente tra i due disponibili per ogni eroe selezionabile. I pulsanti sono adibiti al combattimento nel seguente modo: X serve per far sferrare un colpo diretto con l’arma equipaggiata in quel momento; quadrato è il generico tasto azione, e ci permette di aprire i forzieri, porte o setacciare il corpo dei morti in cerca di oro e altri oggetti preziosi; mentre triangolo e cerchio permetteranno di evocare le magie e sono totalmente personalizzabili dal giocatore. I dorsali (L ed R) invece consentono di richiamare in modo immediato le pozioni per il ripristino del mana e della salute.La gestione dell’equipaggiamento e le statistiche del nostro personaggio sono visualizzabili premendo il pulsante “Select”. Qui, attraverso un comodo menù a tendina, potremo vedere lo status del protagonista tramite gli indicatori numerici della salute, forza, destrezza, intelligenza e mana, completando il tutto con i punti esperienza accumulati e quelli che ci mancano ancora per passare di livello. La pagina dell’inventario ci consente di visionare tutti gli oggetti raccolti sino a quel momento, con particolare attenzione alle armi e armature che dovremo utilizzare per proteggerci dagli scontri con i nemici della zona. Il nostro eroe, tuttavia, potrà trasportare solo un numero limitato di oggetti, sarà quindi importante decidere di volta in volta quali lasciare a terra nel caso lo spazio si esaurisca. Infine abbiamo i menù dedicati alle informazioni generali sul nostro avanzamento, come l’elenco delle missioni principali e delle sub quest già effettuate o ancora da svolgere, oppure il log del gioco dove verrano elencati mostri, oggetti e personaggi conosciuti durante la nostra avventura. Oltre alla campagna single player, la cui durata è più che apprezzabile in quanto si aggira sulla quindicina di ore, è presente una componente multiplayer che tuttavia è quasi ininfluente, in quanto si limita a partite fino a due giocatori in rete locale. Davvero un peccato per l’assenza della possibilità di giocare online, in quanto un titolo di questo genere ne avrebbe beneficiato parecchio, allungandone la longevità notevolmente.Va menzionata che la durata media dei caricamenti da una zona all’altra è abbastanza alta (nell’ordine dei quindici secondi), cosa che potrebbe far innervosire se stiamo cercando solo una partita veloce; fortunatamente, comunque, è possibile salvare in qualsiasi punto del gioco per poi riprendere successivamente.
Aspetto TecnicoDal punto di vista grafico, il titolo sfruttamento adeguatamente la console sulla quale gira, con personaggi ed ambienti ben modellati e ricoperti da texture più che dignitose. Buone inoltre le animazioni. Purtroppo per utilizzare questo grado di dettaglio si è dovuto scendere a qualche compromesso, in questo caso, infatti, l’area di gioco è piuttosto ridotta e dovremo ricorrere spesso e volentieri alla mappa per avere un’idea precisa di dove ci stiamo dirigendo. Da menzionare inoltre la presenza di qualche occasionale rallentamento, quando lo schermo si riempie di nemici e, soprattutto, quando saranno mostrati più effetti luminosi dovuti alle varie magie contemporaneamente. Le cut-scene presenti sono realizzate con filmati in stile fumetto, al posto della classica computer grafica, di buona qualità.Il sonoro è composto da effetti speciali decisamente nella media, conditi, però, da musiche orchestrali che si adattano perfettamente alla tipologia di gioco e donano un tocco di epicità al tutto. Il doppiaggio, anche se limitato a poche scene, è in inglese (sottotitolato in Italiano) e di discreta qualità.
– Ottima veste grafica
– Audio epico ed adatto alla situazione
– Gameplay ben collaudato
– Buona longevità della campagna single player
– Qualche rallentamento
– Multiplayer unicamente locale
– Alla lunga ripetitivo
7.3
Dungeon Siege: Throne Of Agony si è dimostrato un gioco di buon livello, che saprà accontentare tutti gli appassionati del genere hack’n slash grazie all’ottima qualità grafica e alla durata della modalità campagna più che soddisfacente. Peccato per il mancato supporto al gioco online, sarebbe stato come la proverbiale ciliegina sulla torta.
Voto Recensione di Dungeon Siege: Throne Of Agony - Recensione
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