Recensione

Dungeon Siege II

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a cura di pWi

Un’origine da totale annichilimento Chris Tayler è uno di quei personaggi che resteranno per sempre nell’Olimpo dei programmatori di videogiochi. Un capolavoro come Total Annihilation, infatti, difficilmente sarà dimenticato per via di tutta una serie di motivi che lo vogliono come uno dei giochi cardine del genere degli strategici in tempo reale. Certo, prendendone oggi il CD e installandolo difficilmente verranno a galla quei motivi, perché siamo troppo abituati ormai a motori grafici roboanti e a strutture di gioco ben più evolute, ma la stoffa del grande capolavoro, sotto sotto, è ancora ben intuibile. Tayler è adesso a capo di Gas Powered Games, software house celebre per i due Dungeon Siege. Definire questi prodotti come semplici giochi di ruolo è probabilmente leggermente errato. La componente più importante diventa, infatti, quell’immediatezza e quella frenesia, le quali rappresentano due elementi carenti nella struttura generale dei giochi di ruolo stessi. Non per niente, pensando alla struttura dei Dungeon Siege, il primo che viene in mente è niente meno che Diablo, il re degli action-RPG. Il primo Dungeon Siege, sempre prodotto da Microsoft, ebbe un discreto successo nel 2002. Certo, non mancavano i difetti, ma regalava al genere al quale appartiene quella freschezza e quella immediatezza che abbiamo appena finito di descrivere. Seguì un’espansione, comunque riuscita, dal titolo Legends of Arianna e poi il lungo iter di sviluppo che ci porta a questo Dungeon Siege II. Vi dico subito che non dobbiamo aspettarci certamente delle rivoluzioni perché squadra che vince non si cambia o, se preferite, dungeon che vince non si cambia. Tuttavia, tutta una serie di piccole correzioni e di riaggiustamenti del tiro sono prevedibilissimi e, come vedremo, assolutamente funzionali per la qualità generale del prodotto. Bando alle ciance, lanciamoci nella immaginifica atmosfera di Dungeon Siege.

Una trama da film Se Dungeon Siege è entrato nella ristretta schiera di giochi selezionati dal regista tedesco Uwe Boll per le sue solite trasposizioni cinematografiche da prodotti videoludici un motivo ci sarà. D’altra parte, è vero che Boll realizza tie-in di praticamente tutto quello che vede (House of the Dead, Alone in the Dark) e che i suoi film hanno risultati qualitativi assolutamente catastrofici ma, per il momento, è meglio accontentarsi.Questo per dirvi che alla Gas Powered Games hanno voluto migliorare anche dal punto di vista della storia. E’ stato assunto, infatti, un team di scrittori per redigere la trama principale del gioco e, soprattutto, quella miriade di storie di contorno, praticamente una diversa per ogni quest che affronteremo. Da sempre le vicende di Dungeon Siege sono segnate da una guerra avvenuta circa cento anni prima degli avvenimenti raccontati: l’esercito di Azunai si scontrò con quello del tiranno Zaramoth. Ebbe la meglio il tiranno che, nello scontro diretto con Azunai, riuscì a distruggere lo scudo di quest’ultimo. Ciò causò un potente e luminosissimo lampo di luce che annientò entrambe le fazioni lasciando, in luogo della battaglia, un enorme landa deserta. La magia emanata dallo scontro, per tutto il tempo che ci separa dagli avvenimenti di oggi, inondò le terre di Aranna, diventando un elemento di queste come lo erano l’acqua o il fuoco. Tuttavia, adesso qualcosa sta cambiando e la carica magica di Aranna sta per svanire, diretta verso la Pianura delle Lacrime. Se nel primo Dungeon Siege impersonavamo un contadino nella impossibile lotta contro il male, adesso siamo nei panni di un mercenario. Il nostro scopo è quello di radunare un piccolo gruppo di valorosi combattenti per contrastare la potenza e l’impeto di Valdis, un oscuro signore del male che vuole riportare le terre di Arianna all’ordine, sotto il suo opprimente controllo. Quindi, come nel primo Dungeon Siege non mancherà il party di eroi, anzi tutte le meccaniche di gioco sono incentrate su di esso. Durante il nostro peregrinare incontreremo tanti volenterosi eroi, pronti ad affiancarsi a noi per contrastare Valdis. Potremo decidere se prenderli con noi o lasciarli al loro destino, tenendo però conto del numero massimo di membri che potremo includere nel nostro party. Se tale numero sarà solamente limitato dal quantitativo di soldi a nostra disposizione nelle prime fasi di gioco, in seguito dovremo aver conseguito un preciso livello di esperienza per poter aggiungere nuovi slot al nostro party. Fatto sta che tutte le meccaniche e gli equilibri di gioco sono incentrati proprio sulla presenza di tanti personaggi da controllare e gestire contemporaneamente: vediamo come funzionano queste meccaniche.

Dungeon che vince non si cambia Al primissimo impatto, Dungeon Siege II non sembra discostarsi molto dal predecessore. E’ vero, però, che andando avanti ci imbatteremo in tutte le novità di questo sequel, le quali spesso si rivelano sostanziali e azzeccate. In generale, diciamo che Dungeon Siege II conta tre atti, ognuno dei quali composto da tutta una serie di quest che fanno riferimento ad una città. All’interno della città troviamo i vendor di armi, di armature, di pozioni magiche, di animali, di magie e di tutto l’occorrente che necessita al classico eroe da gioco di ruolo. Nella città è posto anche il portale principale della mappa che stiamo giocando. Il sistema di portali è fondamentale in Dungeon Siege II e vi diciamo che è subito croce e delizia di tutto il gioco. Per capire come funzionano i portali dobbiamo dire che Dungeon Siege II non permette di salvare la posizione in qualsiasi momento. Quando ricarichiamo, infatti, non ci troveremo più nell’esatta posizione nella quale avevamo lasciato il gioco, ma al portale della città. Inoltre, le varie quest spesso ci costringeranno a ripercorrere il cammino che abbiamo già fatto diverse volte, cammino che spesso è anche molto lungo. Infine, quando moriremo saremo costretti a rifare la strada che ci separa dai nostri stessi cadaveri per ottenere quanto indossavamo al momento della morte. Capite bene che la parola frustrazione e ripetitività davanti a tutto ciò comincia a fare capolino. Fortunatamente, però i programmatori hanno pensato ai portali che, se non eliminano completamente il problema di cui stiamo parlando, lo ridimensionano in maniera sostanziale. Al sistema di portali si aggiunge una simpatica magia in grado di generare quando lo vorremo un portale a nostra misura, in modo da sveltire ancora di più i tempi morti. Tuttavia, il problema legato ad una struttura di gioco a luci ed ombre ritorna nel momento in cui consideriamo che quello che abbiamo fatto prima di morire rimarrà anche dopo la nostra resurrezione. Se, ad esempio, stiamo combattendo contro un fortissimo boss e gli abbiamo tolto un certo quantitativo di vite, al momento da ritornare da lui, lo ritroveremo con la stessa salute di prima. E, ancora, se troviamo di fronte a noi un’enorme folla di mostri e non riusciamo a scardinarla in un sol colpo, potremo avere la meglio tentando attacchi in continuazione in modo che, tra una morte e l’altra, l’avremo sostanzialmente sminuita in termini di numero. Capite bene che tutto ciò è inaccettabile per l’accanito fan di giochi di ruolo, il quale vuole sempre misurare il proprio personaggio alla situazione, la quale così risulta invece sensibilmente alterata dalle stesse meccaniche di gioco.

Ma veniamo alla struttura da RPG vero e proprio di Dungeon Siege II. Come abbiamo detto, il fulcro è nella pianificazione del party e nell’evolversi dei personaggi che ne fanno parte in rapporto alle caratteristiche degli altri membri. In Dungeon Siege II non ci sono apparentemente le classi di appartenenza. Acquisiremo la nostra classe in base al nostro comportamento sul campo di battaglia e in base alla distribuzione dei punti tra le skill. Ci sono quattro categorie fondamentali: melèe, ranged, magic combat e nature combat. Se, ad esempio, useremo molti punti tra le abilità magic combat è facile che diventeremo un mago, se li utilizzeremo tra le abilità melèe diventeremo un guerriero e così via. E’ opportuno diversificare le abilità all’interno del nostro gruppo, in modo da avere tutte le magie a disposizione. Ad esempio, i personaggi abili nel nature combat sono utilissimi per curare i membri del party o per evocare altre creature che possono rivelarsi importanti negli scontri con i nemici di turno. All’interno della nostra pianificazione dovremo stare attenti anche ad elementi come il livello di armatura dei personaggi in relazione al loro ruolo: ad esempio, un guerriero, abile negli scontri ravvicinati dovrà essere sufficientemente resistente; un arciere, invece, potrà prediligere qualche magia dalla distanza piuttosto che un elevato livello di resistenza. D’altra parte, si tratta di elementi che si riscontrano anche nei classici RPG per cui non mi soffermo più di tanto, per il momento mi basta avervi fatto intuire l’importanza strategica del party. Impostare almeno un personaggio come curatore, altri come attaccanti dalla distanza e altri ancora abili nello scontro ravvicinato, ad esempio, potrebbe essere una strategia valida per far fuori i nemici senza subire gravi perdite. Ovviamente, le strategie potranno essere determinate anche a seconda dell’andamento delle varie battaglie. Se, ad esempio, un personaggio ha poco mana residuo potrebbe convenire utilizzarlo negli scontri con le normali armi piuttosto che renderlo inoperativo. Al contrario, personaggi con molto mana, al termine di una battaglia, potrebbero occuparsi del ripristino delle energie degli altri membri del team. Questo fa capire che dovremo occuparci dello stato di tutti i membri del team, cosa che ci costringerà a dedicare molto tempo alla configurazione delle varie abilità e al vestimento stesso dei vari personaggi. D’altra parte, si tratta di una componente che farà piacere all’appassionato accanito di giochi di ruolo, sempre attento all’evoluzione del proprio, o dei propri in questo caso, personaggi. Tutto questo accade mentre combattiamo sempre con un personaggio per volta, ma potremo cambiare prospettiva e utilizzare qualsiasi altro componente del nostro party quando lo vorremo. Insomma, si tratta di tutta una serie di possibilità che fa piacere avere sotto mano e che trasformano quasi Dungeon Siege II in un piccolo RTS. Pensate che nelle fasi avanzate del gioco, tra i normali personaggi, le creature evocate e gli animali, potremmo dover gestire piccoli eserciti anche di una decina di membri.

Un ruolo importantissimo lo ricoprono i poteri speciali. Spesso può accadere di trovarsi in situazioni di stallo, nelle quali, a lungo andare, non possiamo avere la meglio perché inevitabilmente più deboli del nemico. In queste situazioni è possibile scardinare le resistenze avversarie proprio con i poteri speciali. A seconda, ancora una volta, della distribuzione dei punti abilità tra le quattro categorie più volte menzionate avremo accesso a tutta una serie di poteri speciali. Questi potranno essere di difesa, e quindi di cura o di protezione, o di attacco. Questi ultimi, nella fattispecie, riescono a togliere ai nemici un numero di punti salute ben al di sopra di quello delle normali magie. Ci sono, inoltre, poteri speciali utili per far fuori un singolo mostro, altri per togliere punti salute a tutti i mostri collocati nelle vicinanze. L’utilizzo dei poteri è comunque ben limitato, in quanto dopo averne utilizzato uno dovremo aspettare un certo quantitativo di tempo per utilizzarlo nuovamente. Questo quantitativo di tempo è determinato dagli scontri stessi, nel senso che più mostri uccideremo più velocemente il potere tornerà a nostra disposizione. I poteri che si possono utilizzare sono ben evidenziati dall’interfaccia di gioco in basso alla schermata e possono essere richiamati attraverso dei tasti di scelta rapida. Potremo anche mettere il gioco in pausa e selezionarli a catena.

Ma una delle novità più sfiziose di Dungeon Siege II è quella costituita dagli animali. Come abbiamo accennato sarà possibile comprare e utilizzare in battaglia un animale. Stiamo parlando di scorpioni, cavalli, elementali di ghiaccio, mostri dalle sembianze da dinosauro e così via. La trovata geniale di Tayler e compagni sta nel fatto che, al momento dell’acquisto, il nostro animale è realmente piccolissimo, praticamente un cucciolo. Dovremo occuparci noi della sua evoluzione, in modo che ci sarà via via più utile negli scontri con i nemici. Gli animali crescono sostanzialmente in due modi: accumulando esperienza nei combattimenti come i normali personaggi o mangiando i rottami. Sostanzialmente, se avremo armi che non ci servono più, ma anche libri, anelli, armature, pozioni di mana o di salute, potremo darli al nostro cuccioletto: lui li divorerà avidamente e crescerà a vista d’occhio. Il nostro animaletto, ma di simpatico vi assicuro ha ben poco, può anche utilizzare delle magie e delle abilità. Queste saranno disponibili una volta che diventerà adulto e possono essere realizzate combinando diversi reagenti (si trovano nei drop o nei soliti vendor) con l’aiuto di appositi personaggi distribuiti nelle varie città. Una volta diventata robusta, la nostra creatura combatterà come un normale personaggio, entrando a far parte dei meccanismi del party così come li abbiamo descritti per i normali membri. Ad ogni modo, la creatura è destinata a divenire veramente molto forte, possibilmente anche più degli altri membri, per cui ne è consigliato l’acquisto nelle prime fasi di gioco in modo da farla crescere per bene e in maniera oculata secondo le esigenze del party stesso.

Abbiamo descritto le componenti più importanti di Dungeon Siege II, ma due paroline dobbiamo riservarle all’interfaccia di gioco. Lo stato dei personaggi del party è ben visibile nella parte a sinistra dello schermo: qui possiamo osservare il livello dei punti salute, dei punti mana, l’arma o la magia che sta utilizzando e il potere speciale selezionato. Tuttavia, come potete vedere voi stessi dalle foto che abbiamo realizzato, nel momento in cui il numero dei personaggi del party cresce, la parte di schermata occupata da questa componente dell’interfaccia diventa troppo cospicua, con evidenti compromessi in termini di visibilità. Purtroppo, è un difetto non da poco che ci ha reso qualche complicazione di troppo durante le battaglie. Sempre restando nel discorso relativo all’interfaccia, segnaliamo la presenza della mappa in basso a destra, i tasti di scelta rapida a sinistra e i poteri speciali in basso. Per spostare i personaggi basterà selezionarli e premere con il tasto sinistro nella posizione dove vorremo farli muovere, quindi la tastiera è quasi completamente esclusa dal sistema di controllo. L’attacco avviene tramite il tasto destro del mouse: qui si notano le componenti da action-RPG di Dungeon Siege II. Sostanzialmente, dovremo scandire i colpi da infliggere ai nemici e potremo anche schivare le magie avversarie. E’ comunque possibile, tenendo il tasto destro premuto, attaccare ad oltranza. Per i poteri speciali basterà selezionarli con il sinistro e scegliere il bersaglio con il destro. Insomma, anche se il gioco è spesso molto caotico, il sistema di interfacciamento se la cava discretamente, grazie soprattutto alla pulizia delle varie schermate e all’immediata accessibilità delle stesse.

Dungeon Siege II è un gioco quasi esclusivamente single player, ma non manca una piccola componente multiplayer votata all’insegna del gioco in cooperativo. Anche in questo ricorda molto da vicino Diablo, la quale componente multiplayer era esclusivamente rivolta al cooperativo. E’ possibile giocare via LAN o internet: in entrambi i casi rivivremo la storia del single player, ma avremo il supporto di amici in carne ed ossa. Ci sono tre modalità: classic mode, couple mode e party mode. Nella prima si può giocare fino in quattro utilizzando solamente il personaggio principale. Nella seconda si gioca massimo in tre, ma si possono utilizzare due personaggi ciascuno. Nella terza si gioca in due con tre personaggi a testa. Tuttavia, la modalità multiplayer non ci è sembrata molto curata a causa di alcuni bug di troppo e del fatto che, comunque, si affronta la medesima avventura del gioco in single player senza alcuna variazione di sorta.

Uno sguardo alla grafica Graficamente Dungeon Siege II è praticamente immutato rispetto al passato. Il motore che lo muove è il medesimo del primo episodio, con qualche piccolo ritocco. Tuttavia, l’impatto visivo non è assolutamente da buttare, anzi fa egregiamente la sua parte. Si fanno notare soprattutto gli effetti di luce generati dalle varie magie e dalle armi magiche. Abbiamo gradito anche le splendide locazioni, assolutamente azzeccate dal punto di vista fantasy e ben realizzate in termini di poligoni e texture. Soprattutto come poligoni, i ragazzi di Gas Powered Games hanno avuto maggiore libertà considerata la maggior potenza di calcolo dei PC di oggi. Segnaliamo anche le splendide scene di intermezzo realizzate in grafica prerenderizzata. Se dobbiamo lamentarci di qualcosa, è per le animazioni, in quanto i personaggi ci sono sembrati molto legnosi, in particolar modo durante il cammino. Ad ogni modo, Dungeon Siege II non è assolutamente esoso per ciò che concerne i requisiti hardware, essendo tranquillamente abbordabile anche da chi non dispone di un PC di ultimissima generazione.

Dal punto di vista audio siamo più convinti. Ottimo il sistema di audio direzionale e immersivi i suoni realizzati per rendere ancora più vive le varie ambientazioni. Si rivelano orecchiabili anche le musiche di accompagnamento e buono il parlato dei vari personaggi. Forse, però, si sarebbe potuto fare qualcosa in più per evitare la ripetitività di qualche sono, in primis quello delle magie più ricorrenti. Insomma, il suono generato dalla magia per la cura ci accompagnerà per tutto il gioco in maniera perlomeno incalzante.Chiudiamo dicendo che abbiamo realizzato la presente recensione sulla versione inglese del gioco, ma che Dungeon Siege II è distribuito in Italia in un’edizione completamente localizzata nel nostro idioma.

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore da 1 Ghz, 256 MB di RAM, scheda video con 64 MB, 4 GB di spazio libero su hard disk.

MULTIPLAYER

Dungeon Siege II vanta tre modalità di gioco in multiplayer: classic mode, couple mode e party mode. Nella prima si può giocare fino in quattro utilizzando solamente il personaggio principale. Nella seconda si gioca massimo in tre, ma si possono utilizzare due personaggi ciascuno. Nella terza si gioca in due con tre personaggi a testa.

– Possibilità di imbastire vere e proprie strategie

– Ottimo sistema di gestione delle classi

– Divertente e longevo

– Buona realizzazione delle locazioni

– Ripetitivo

– Meccaniche di gioco non sempre convincenti

– Sistema di combattimento migliorabile

7.8

Dungeon Siege II è un validissimo gioco di ruolo, in grado di catturare il giocatore fino alla fine. Abbiamo apprezzato la freschezza con la quale è realizzato, freschezza d’altra parte mutuata a piene mani dal predecessore. Ottimo anche il sistema di gestione delle classi e la possibilità di pianificare vere e proprie strategie di attacco e di difesa all’interno del nostro party. Degne di nota anche le locazioni e, più in generale, l’apprezzabile ambientazione. Inoltre, sottolineiamo la durata di Dungeon Siege II, il quale difficilmente potrà essere completato in meno di una settimana, come purtroppo accade ormai per la maggior parte dei videogiochi. Non diamo, però, un giudizio di eccezionalità per via di qualche difetto nelle meccaniche di gioco e, soprattutto, per l’eccessiva ripetitività causata dal dover percorrere le stesse mappe per diverse volte e da un sistema di combattimento comunque migliorabile.

Dungeon Siege II resta ampiamente consigliato a tutti gli appassionati di giochi di ruolo, anche se potrebbe far storcere il naso ai puristi per via di qualche concessione di troppo all’immediatezza.

Voto Recensione di Dungeon Siege II - Recensione


7.8

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