Recensione

Driver Parallel Lines

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a cura di OldBoy

Dopo aver raggiunto l’incredibile somma di quasi diciotto milioni di pezzi venduti, la serie Driver arriva al suo quarto capitolo. Ma se il primo ed il secondo capitolo dimostrarono al mondo intero il grande talento del team Reflections, già autori dei primi due Destruction Derby, il terzo capitolo è riuscito nell’inaspettata impresa di tradire le attese. Come attendere al varco pertanto questo quarto capitolo? Andiamo a scoprire le versioni PS2 ed XBox.

Le originiSe avete avuto la fortuna di giocare i primi due Driver su PSOne, sarete rimasti sicuramente affascinati dall’incredibile giocabilità e dallo straordinario fascino di un genere che con Driver stava muovendo i primi passi. Lontano dai canoni dei primi due GTA, Driver aveva la prerogativa di gettarvi nei panni di un detective privato, deciso a tutto pur di sgominare la criminalità urbana. Il protagonista era Tanner e con metodi spesso poco convenzionali era solito fare giustizia ricorrendo alle azioni più imprevedibili. Ma dato che ogni cosa ha un inizio ed una fine, la Reflections ha deciso di punto in bianco, forse per far sì che il noto detective non restasse troppo legato alla serie, di “mandare in pensione” il buon Tanner dopo un terzo capitolo non proprio riuscito come i primi due. E’ il momento di dare spazio ad un nuovo protagonista, è il momento di far entrare in azione TK.

Giovane autista offresi per lavori sporchiCi troviamo a New York nel 1978 e, come ho detto in precedenza, il protagonista del gioco è TK, un giovanotto di belle speranze amante del pericolo, delle belle ragazze e dei motori ruggenti delle automobili. A differenza però del buon vecchio Tanner, la carriera di TK prenderà fin da subito una brutta piega. La grande mela già nel ’78 era una città con differenti costumi di vita, abitata da svariate etnie e soprattutto corredata da una considerevole criminalità organizzata, ove tutto poteva avere luogo: dagli omicidi ai furti fino ad arrivare alle più classiche delle rapine. Il giovane TK sapeva cosa poteva portargli la fama, ma era consapevole del fatto che certi valori sarebbe stato difficile raggiungerli nella maniera più legale e allora decise di bruciare le tappe, iniziando dedicandosi alla “mansione” di autista/corriere del crimine, in tal modo avrebbe potuto sfruttare le sue abili doti di pilota per arrivare immediatamente alla sua meta. Dopo essere riuscito a farsi un piccolo nome nel “giro”, il nostro baldo giovincello viene contattato da Slink, un imprenditore del crimine il quale, avendo sentito parlare delle performance di TK, ha deciso di prenderlo sotto la sua ala protettiva affidandogli importanti compiti, facendolo rientrare in pieno nei suoi progetti. Si aprì una nuova era per TK, il suo nome si faceva sempre più strada fra la giungla della malvivenza ed il suo portafoglio metteva su peso giorno dopo giorno fino a quando un giorno subì da Slink ed i suoi scagnozzi l’onta del tradimento.

La vendetta è un piatto che va servito freddoDopo essere stato processato e rinchiuso in carcere per la somma di ventotto anni, TK lascia il carcere di Sing Sing con una sola cosa in mente: la vendetta. Dopo quasi tre decadi New York era cambiata, dove prima sorgevano vecchi centri residenziali e palazzine degradate ora vi sono imponenti grattaceli e modernissime strutture urbane. Se prima era soliti vedere per strada le classiche low rider e comunque le tipiche automobili d’annata, ora circolano per le strade auto da sogno sempre più potenti e dall’estetica decisamente più aggressiva. Già, il 1978 sembrava essere distante anni luce, ma quel che conta era riuscire ad adattarsi al nuovo mondo, un nuovo mondo dove gli amici di un tempo non c’erano più e dove dietro ogni angolo, per un volto nuovo come TK, poteva annidarsi ogni pericolo di sorta. Ma come muoversi in questa giungla urbana? Innanzitutto era fondamentale farsi qualche amico fidato e sapersi muovere nelle giuste direzioni, non sarà facile stanare i vecchi traditori, non sarà affatto semplice riconoscerli dopo tutto questo tempo.

Ritorno alle originiDicevamo… dopo la parziale delusione di Driv3r, la Reflections I.L. ha deciso di fare un passo indietro e riprendere quasi totalmente le meccaniche di gioco dei due fortunati primi capitoli della serie, perché se è vero che gli sviluppatori decisero di avvicinare il loro prodotto a GTA3 e relativi spin-off, è anche vero che gli accaniti fans della serie restarono delusi dai notevoli cambi di rotta. Così, dopo aver compreso gli errori (ma non li chiamerei in tal maniera), il team di sviluppo ha riportato Driver alle sue origini con una quantità entusiasmante di fughe spericolate, emozionanti inseguimenti e sparatorie all’ultimo sangue, aggiungendo nel contempo quel tocco di novità che questa volta non guasta. Infatti questa volta, per racimolare qualche dollaro, sarà utile affrontare alcune corse clandestine alla “The Fast and The Furious”, basterà decidere il livello di difficoltà in modo tale da poter ottenere un guadagno più sostanzioso a fine corsa.Per il resto le missioni rientrano in puro stile Driver, fornendo al giocatore libera scelta sul miglior percorso da seguire, logico che alcune missioni non saranno disponibili da subito, ma saranno accessibili solo dopo aver raggiunto determinati criteri, nella fattispecie un determinato quantitativo di moneta. In totale le missioni sono circa una trentina, da affrontare questa volta nella sola New York e lungo i suoi 260 km di strade percorribili con i più disparati veicoli messi a disposizione dal team di sviluppo, niente male per un gioco del genere. Peccato solo che una volta ultimato il gioco il divertimento cala vertiginosamente, lasciando il giocatore con un palmo di naso e senza il benché minimo extra da gustarci a fine avventura. Fortunatamente il gioco si lascia giocare molto bene; le auto si guidano (e si distruggono) che è una bellezza… Driver Parallel Lines è uno di quei tipici giochi che diverte sin dall’inizio, dal primissimo inseguimento fino allo splendido ma scontato finale.

Tecnicamente parlandoAvendo avuto la possibilità di testare le versioni PS2 ed XBox (non prenderle a testate), posso affermare senza ombra di smentita che il gioco rende giustizia ad entrambe le consoles. Pregevole la fluidità di gioco, c’è da dire che sensibilmente ne si nota ancor di più dal fronte XBox, ancora una volta mi domando il perché dell’ingiustificata assenza del selettore per i 60Hz su PS2. Per tutto il resto il comparto grafico da sfoggio di strutture poligonali piuttosto complesse e caratterizzate da un sapiente pulizia di textures e buon uso di filtri, i colori caldi poi contribuiscono ancor di più a rendere l’atmosfera così dannatamente cool. I modelli poligonali dei vari personaggi su schermo non sono il massimo del realismo e se devo dirla tutta si trascinano con se anche movimenti piuttosto innaturali, che poi questa sia stata una scelta di Reflections, a noi non è dato saperlo. Buone notizie anche dal fronte audio, la codifica in DD 5.1 su XBox e quella in Dolby Surround su PS2 sono sfruttate in pieno, lasciando il giocatore di stucco quando sentirà i proiettili nemici giungere da ogni parte quasi come se fosse nel bel pieno di una folle sparatoria. Splendida la colonna sonora, caratterizzata da pezzi in pieno stile anni settanta durante le fasi di gioco del giovane TK e da brani più attuali in occasione delle fasi di gioco con protagonista TK in versione ex galeotto. Infine, sia i testi che il doppiaggio sono nella nostra lingua madre.

Consigli per gli acquistiRagazzi miei, sappiate che se avete una PS2 o un XBox parcheggiata sotto la tivù, considerare l’acquisto di questo gioco non sarebbe poi un’idea molto malvagia, in fondo il gioco di Atari, anche se può sembrarlo, è lungi dall’essere avvicinato troppo ai capolavori Rockstar. Ma questo per fortuna e per la gioia dei suoi ammiratori non può essere altro che un bene.

Nota. Dato che è suo solito stupire, in omaggio per voi lettori di SpazioGames, il vostro Zio Old vi offre oltre ai quattro wallpapers per PSP (foto 9, 10, 11 e 12), anche quattro splendidi wallpapers per il desktop del vostro PC (foto 13, 14, 15 e 16). Le suddette foto per l’occasione non sono marchiate col classico logo del sito e richiedono solo di essere copiate sulla vostra memory stick nella cartella PSP/Photo o direttamente sul vostro hard disk nel caso dei wallpapers per PC.

– Buon comparto tecnico

– Trama affascinante

– Buon fisica delle vetture

– Non tante missioni

– Poche modalità di gioco

7.2

Su ragazzi, un Driver all’altezza della situazione ci voleva proprio. Giocare all’ultimo hit di Atari fa ritornare indietro nel tempo, quando un po’ tutti noi restammo di stucco nel giocare ad un gioco tanto originale quanto differente dai soliti canoni. Il primo Driver su PSOne è riuscito nell’impresa di segnare un’epoca, il secondo capitolo fu riconosciuto come uno dei maggiori successi del 2000, il quarto episodio finalmente riesce a correggere il tiro dopo che col terzo capitolo sembrava che la serie potesse franare nell’ignoto. Il gioco è buono sotto quasi tutti i punti di vista, peccato per la scarsa durata. Complimenti Reflections!

Voto Recensione di Driver Parallel Lines - Recensione


7.2

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