Di DriveClub abbiamo parlato molto e a lungo, seguendo da vicino una fase pre-lancio perfetta e i successivi mesi che hanno invece mostrato a tutta la community quanto disastrosi fossero i risultati raggiunti col netcode e con la stabilità dei server. Il titolo fu ingiocabile per lungo tempo, al punto che fummo costretti a rivedere la nostra prima valutazione, che è poi ritornata valida nel momento in cui i ragazzi di Evolution hanno effettivamente sistemato tutto ciò che non andava. Fu un’amara sorpresa per tutti, un duro colpo all’immagine degli sviluppatori e un’inevitabile perdita di introiti che forse condizionerà per sempre il futuro della software house. La situazione, oggi, è completamente diversa: DriveClub è buon titolo, non soffre più di singhiozzi ed è diventato terreno fertile per offrire qualcosa in più agli utenti. Non avrebbe avuto senso distribuire nuovi contenuti in precedenza, e in realtà non ci aspettavamo nulla di così corposo per un titolo che ha perso rapidamente il suo appeal per via delle burrascose vicende in cui è rimasto invischiato; è per questo che la maxi espansione dedicata alle moto è stata una gradevole sorpresa giunta inaspettatamente dal palco della Paris Games Week, che può in qualche modo rappresentare per DriveClub una modalità di rilancio da non sottovalutare.
Mostri delle due ruote
Prima di approfondire i contenuti di Bikes, è bene specificare che il DLC è acquistabile a 14,99 euro da chi possiede già il gioco e a 19,99 come contenuto svincolato da DriveClub.
Il menù principale si presenta adesso diviso in due parti: una dedicata alle auto e l’altra a esclusivo appannaggio delle moto, come se si trattasse a tutti gli effetti di una seconda metà che precedentemente ci era preclusa. In realtà qui i contenuti sono di meno e i tracciati sono i medesimi, ma il modo in cui i veicoli a due ruote cambiano l’approccio alle gare fa sì che Bikes venga considerato ben più di un’aggiunta tutto sommato trascurabile: è al contrario un’integrazione capace di mettere in luce tutto il valore del progetto originario. Innanzitutto, affrontare le competizioni con le moto dimostra in modo inequivocabile quanto alcuni tracciati siano ora finalmente valorizzati a dovere. Con le auto alcune differenze erano meno marcate, le curve sembravano meno sinuose e i continui slittamenti dei veicoli (soprattutto quelli più potenti) facevano un po’ perdere il piacere della ricerca della precisione. Non aspettatevi però un approccio più realistico dalle moto, perché rimarreste delusi: si tratta piuttosto di una questione di mole e possibilità di movimento entro la carreggiata, che cambiano le carte in tavola in favore di una maggiore godibilità. Il modello di guida è molto arcade e non tiene conto della reale fisica e della velocità d’impatto; gli slittamenti sono minimi e non provocano mai delle cadute; le collisioni con gli elementi dello scenario non sono sempre precise e quelle con gli avversari provocano effetti fantasiosi, come una maggiore spinta della moto che ci precede o alcune evoluzioni su una ruota davvero poco realistiche. Inoltre, la sensazione di peso dei diversi modelli è davvero minima e solo in qualche caso vi renderete effettivamente conto di essere alla guida di un altro tipo di moto. Sbattere su un guardrail non vi mostrerà la caduta del centauro ma creerà un’interruzione di gioco con tanto di logo; dopo di ciò, verrete riposizionati in mezzo alla strada.
Una volta passati sopra tutti questi compromessi, potrete godervi al meglio tutto ciò che ha da offrire Bikes: una modalità carriera sulla falsariga di DriveClub, con 162 stelle d’oro da ottenere; le sfide, adattate con criterio alle due ruote; le immancabili competizioni online, finalmente liberate dalla farraginosità dei vecchi problemi.
Superbike ed evoluzioni
Tra le dodici moto a disposizione troverete inizialmente la Yamaha YZF-R1, la Kawasaki Ninja ZX-10R e la KTM RC8 R, per poi passare successivamente a bolidi come la Ducati 1299 Panigale e la Yamaha YZF-R1M. L’unica vera differenza che vi costringerà a guidare con maggiore attenzione è rappresentata dalla velocità e dalla maneggevolezza, ma per il resto, come dicevamo poc’anzi, le similitudini tra un veicolo e l’altro sono fin troppe. Guidando tra Canada, India, Cile, Norvegia, Giappone e Scozia potrete affrontare le piste in condizioni meteorologiche completamente diverse: sotto la pioggia battente, col nevischio che sporca la strada o in condizioni ottimali. Nonostante non influiscano mai in modo decisivo sul comportamento delle moto o sulla loro tenuta, gli effetti grafici sono davvero degni di nota e impreziosiscono l’aspetto generale dei tracciati. Non manca un pizzico di aliasing e a grandi velocità si fa sentire la mancanza dei 60 fps, ma si tratta tutto sommato di un DLC che anche tecnicamente si mantiene sullo stesso livello di DriveClub. Interessanti invece le sfide, che sostituiscono ai drift delle auto alcune acrobazie come le impennate e gli “stoppie” sulla ruota anteriore. Ci sono anche alcune sezioni delle piste che vanno percorse alla più alta velocità possibile, e alla fine del tracciato verrà sommato il punteggio finale che decreta quanto tamarri siete stati durante la prova in questione. Buono il matchmaking delle sessioni online, praticamente privo di singhiozzi, ma è chiaro che i server non sono esattamente saturi come potevano esserlo durante il periodo di lancio.
É veramente un peccato che DriveClub sia dovuto rimanere con un destino tutto da definire per un tempo così lungo, causando gravi conseguenze a un titolo che aveva nella componente online il suo vero pilastro portante. Il DLC Bikes può rappresentare l’ultimo disperato rilancio, ma forse è davvero troppo tardi per rimediare ai devastanti danni del passato. Ciononostante, DriveClub: Bikes è una buona espansione che non solo gli estimatori della prima ora dovrebbero tenere in considerazione.
– Molti tracciati appaiono ora valorizzati
– Buon pacchetto con molti contenuti
– Differenze trascurabili tra una moto e l’altra
– Pochi modelli disponibili
DriveClub: Bikes mantiene saldamente l’impostazione arcade vista nel gioco completo e offre all’utenza un buon pacchetto di nuovi contenuti che va a integrare ciò che è chiaramente parte di un intero. Giusta la scelta di farlo arrivare sul mercato dopo aver risolto tutti i problemi, ma va anche ammesso che il buio dei mesi iniziali ha un po’ spento una community che avrebbe potuto essere ben più nutrita di adesso.