Driv3r
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a cura di Fabfab
Finalmente ci siamo: dopo mesi e mesi di promesse, smentite, proclami e rinvii finalmente Driv3r (o Driver 3, che dir si voglia) raggiunge i nostri scaffali. A dire il vero quelli elencati in precedenza sono sintomi di una genesi travagliata che generalmente preludono ad un prodotto al di sotto delle aspettative (si pensi, giusto per dirne una, all’ultimo Tomb Raider) ed in effetti anche l’ultimo prodotto Reflections pare vittima di questa sorta di maledizione…
Tanner back in actionL’agente infiltrato Tanner torna in azione ed ancora una volta gli toccherà svolgere una rischiosa missione sotto copertura per smascherare e debellare l’ennesima organizzazione criminale, talmente ramificata da avere collegamenti tra America (Miami), Europa (Nizza) e medio-oriente (Istanbul). Già da questa considerazione è possibile rilevare l’estrema fedeltà rispetto al concept originale con cui questo nuovo capitolo è stato realizzato, scelta che ne condiziona gli aspetti positivi ma, purtroppo, anche quelli negativi.Innanzitutto è stata mantenuta la forte impronta cinematografica che caratterizzava i predecessori grazie all’inserimento di splendide sequenze filmate ed una colonna sonora veramente bella e d’atmosfera (pensate che esiste anche il cd con la soundtrack, venduto separatamente rispetto al gioco); inoltre ci muoveremo nuovamente in cittadine reali perfettamente riprodotte (o quasi), altro marchio di fabbrica della serie.La prima grande novità, rispetto agli episodi per PSOne e Pc, è rappresentata dall’implementazione delle missioni a piedi: già in Driver 2 il protagonista poteva scendere dall’auto e girare per la città, ma la cosa serviva unicamente per cambiare veicolo. Questa volta, invece, le missioni a piedi si alternano a quelle al volante dei vari mezzi e quindi il gioco offre una maggiore varietà di missioni, non solo di guida ma anche da sparatutto.Peccato che le novità terminino praticamente qui…
Tanner al volanteLe missioni di guida rappresentano, ancora una volta, il fulcro del gioco: sono le più numerose, le più varie e le più divertenti.Le tre città a disposizione, Miami, Nizza e Istanbul, sono davvero enormi, realistiche ed estremamente particolareggiate e caratterizzate: il parco macchine in circolazione varia a seconda della cittadina in cui ci si trova e se in America prevalgono auto grandi, muscle cars, fuoriserie e fuoristrada, in Francia troveremo molte più utilitarie e furgoncini mentre in Turchia il parco macchine è decisamente più datato. Gli oltre 70 veicoli implementati sono completamente inventati ma risulta comunque estremamente facile riconoscere i modelli a cui sono ispirati (a Nizza, ad esempio, abbondano i cloni delle Renault 5 e dei tipici furgoncini della Citroen): non mancano, inoltre, varianti come moto, scooter o motoscafi. Il bello è che il modello di guida varia da veicolo e veicolo e, pur non potendo parlarsi certo di simulazione (anzi, i veicoli risultano tutti, camion compresi, fin troppo “leggeri” e pronti a spiccare il volo ad ogni urto), risulta ben bilanciato e, soprattutto, molto godibile (con derapate all’ordine del giorno); inoltre non trattandosi di auto reali, queste si danneggiano ad ogni urto in maniera estremamente realistica (il cofano e le portiere possono staccarsi a seguito di violenti scontri), fino a diventare del tutto inservibili se si esagera con i frontali…Un plauso va ai programmatori per la cura profusa nella realizzazione delle varie missioni automobilistiche, non solo per le infinite varianti di fughe ed inseguimenti, ma anche per l’originalità di alcuni trovate (ci saranno missioni in cui scortare e proteggere un determinato veicolo, altre in cui rubare auto entro un tempo limite e caricarle su un camion in corsa, altre ancora in cui non potremo scendere oltre una certa velocità pena…boooom!); il bello, inoltre, è che l’IA delle altre vetture (inseguite od inseguitrici) è molto valida e rende le sfide sempre appassionanti e, soprattutto, imprevedibili: capita che, nel ripetere una missione, gli avversari cambino percorso rispetto alla volta precedente richiedendo al giocatore di mantenere sempre alta la concentrazione.
Tanner a piediLa grande novità di questo terzo capitolo rappresenta, al contempo, anche uno degli aspetti meno convincenti dell’operazione: naturalmente Tanner può aggirarsi per la città ed impossessarsi delle auto parcheggiate o di quelle in movimento, ma, in sostanza, le missioni a piedi si risolvono per lo più in furiose sparatorie.Il sistema di controllo e di puntamento, però, non sono il massimo della vita: con l’analogico sinistro muoviamo il nostro poliziotto mentre con il destro possiamo ruotarne il busto (e, di conseguenza, il mirino). Purtroppo i movimenti che ne conseguono appaiono legnosi ed assolutamente innaturali e, per di più, mirare (in automatico o manualmente, non cambia quasi nulla) risulta estremamente difficile; forse consapevoli del problema i programmatori hanno previsto la possibilità di passare dalla visuale in terza persona a quella in prima, con tanto di mirino al centro dello schermo: in questo modo, se non altro, le cose migliorano leggermente.Ma è durante gli scontri a fuoco veri e propri che Driv3r dà il peggio di sè: l’IA dei nemici è imbarazzante, come pure le possibilità a disposizione del giocatore, così le sparatorie finiscono per assomigliare a scenette comiche con i cattivi che arrivano, si piazzano in un determinato punto (generalmente in piedi dinnanzi a voi) e vi scaricano contro l’intero caricatore, quindi ricaricano, sparano, ricaricano, sparano e così via, senza muoversi di un passo, finché non li stendete. Nel frattempo non è che il nostro Tanner possa fare molto di più, perciò scordatevi di appoggiarvi ad un muro e sparare dagli angoli, o di rallentare il tempo ed esibirvi in spettacolari acrobazie perchè nulla di tutto ciò è possibile: potremo sparare da in piedi o da inginocchiati (ma in questo caso non è possibile muoversi, salvo per una controproducente capriola in avanti) e nient’altro! Quindi in presenza di casse o barili potete accucciarvi dietro di essi, aspettare che gli avversari svuotino inutilmente il caricatore contro di voi, alzarvi e sparargli mentre ricaricano: in assenza di ripari, potete solo affrontarli a viso aperto, come in un duello rusticano, due avversari ritti uno di fronte all’altro, in cui vince chi ha la mira migliore. Il tutto si complica dannatamente quando assieme a voi avrete anche qualcuno da scortare: il vostro compagno, afflitto dalla medesima demenza dei nemici, tenderà, infatti, a farsi ammazzare con una facilità disarmante, obbligandovi a posizionarvi, quale vero e proprio scudo umano, innanzi a lui per proteggerlo…Ci sono infine alcune missioni miste in cui dovrete sparare da un veicolo in movimento mentre alla guida c’è un vostro compagno: se non altro queste risultano decisamente più divertenti di quelle a piedi.
Tanner và in cittàVeniamo ora all’inevitabile confronto tra questo Driv3r e l’intramontabile “GTA – Vice City”, ancora leader incontrastato del genere: ai tempi della PSOne non c’era confronto tra i due, il titolo dei Reflections surclassava sotto ogni aspetto il gioco del ladro d’auto salvo giusto quel certo fascino furfantesco di cui era dotata la canaglia protagonista di GTA.Oggi, però, le posizioni si sono nettamente invertite, con un titolo (GTA) che, per la nuova generazione di console, ha saputo rinnovarsi ed un’altro (Driver) che è invece rimasto legato a soluzioni di ormai cinque anni fa.Innanzitutto partiamo dalle città: quelle di Driver sono immense e non hanno niente da invidiare al concorrente, senza contare che sono reali e non inventate. Ma la differenza è che le cittadine del titolo Atari sono letteralmente spopolate, con poche auto che circolano per strada ed ancor meno pedoni: capita più di una volta che, abbandonata un’auto ormai distrutta, ci si trovi a girare disperatamente per le strade deserte nella speranza di trovarne un’altra da “prendere in prestito”. Come nei titoli per PSOne è stata inclusa una modalità che permette di girare liberamente per le tre città, decidendo se abilitare i meno l’intervento della polizia (nel qual caso occorrerà guidare con prudenza per non trovarsi alle calcagna una folla di lampeggianti); il problema è che mentre ai vecchi tempi la cosa era divertente ed esaltante perchè non si era mai visto nulla del genere, oggi, da sola, non basta più. Abituati alle mille possibilità offerte da un GTA (investire passanti, sfasciare vetrate, riverniciare l’auto per sfuggire alla polizia, caricare prostitute ma, soprattutto, impegnarsi in mille piccoli lavoretti quale autista di ambulanze, poliziotto, pompiere…) è difficile accettare la totale assenza di interattività delle cittadine dei Reflections dove non è possibile fare praticamente nulla. Naturalmente non mancano tanti piccoli segreti da scoprire (in ogni città, ad esempio, ci sono 10 cloni del mitico Tommy Vercetti che, se eliminati, sbloccheranno alcune cheats) e auto bonus nascoste, ma si tratta davvero di ben misera cosa rispetto alla concorrenza.Ci sono poi altre scelte quantomeno discutibili, come quella sui (rari) pedoni: ricordate che nei titoli precedenti questi erano dotati di riflessi sovrumani che permettevano loro di schivarvi qualunque fosse la velocità a cui cercavate di travolgerli? Bene, i loro poteri hanno subito un’evoluzione ed ora non hanno più bisogno di schivarvi perchè anche se li investite, si rialzeranno come nulla fosse successo: in un gioco in cui, scendendo dall’auto, è possibile compiere vere e proprie stragi con la propria pistola, il perchè non si possa investire una persona è a dir poco incomprensibile…Inoltre la trama complessa e sfaccettata elaborata dai Reflections non lascia al giocatore la minima libertà al di fuori della scelta del percorso da seguire (e spesso nemmeno quella): terminata una missione si parte subito con la successiva, generalmente dopo una bella cut-scene che illustra il progredire degli eventi. Dunque niente missioni secondarie, niente bivi, solo un percorso dritto e segnato. I salvataggi, inoltre, possono essere fatti solo tra una missione e l’altra ma, se non altro, per le più lunghe e complesse ci sono svariati check point da cui ripartire in caso di fallimento.Se non altro la rigidità della sceneggiatura ha il pregio di garantire una storia molto più coinvolgente e ben strutturata rispetto a quella episodica di un GTA e il desiderio di procedere per sapere come si evolvono le vicende (e gustarsi i bei filmati) accompagna il giocatore dall’inizio alla fine del gioco.
Tanner e le apparizioniIl comparto tecnico è altalenante come tutto il resto del gioco.Graficamente il primo impatto è decisamente positivo: le città sono belle e dettagliate, i mezzi in circolazione pure. Basta però il primo giro libero per notare subito le magagne: palazzi ed elementi dell’arredo urbano compaiono all’improvviso, talvolta con conseguenze disastrose per il giocatore perchè mentre possiamo sradicare senza problemi panchine, bancarelle e cabine telefoniche, i semafori ed i vari pali della luce sono fissi ed inamovibili e vedersene comparire uno davanti durante un inseguimento a velocità folle può significare un rovinoso frontale con conseguente fallimento della missione! Se poi vi dico che il fenomeno spesso e volentieri riguarda anche il traffico cittadino capirete quanto poco piacevole sia la situazione: forse sarebbe stato il caso di sacrificare qualcosa nel dettaglio delle città ed eliminare, piuttosto, questo fastidiosissimo pop-up.Al termine di ogni missione potremo ammirare i replay delle stesse, curandone la regia virtuale e, volendo, salvandole sul nostro hard disk per condividerle con gli amici, eventualmente anche tramite Live (ed ecco la ragione della dicitura Live sulla confezione del gioco…).Della rigidità dei personaggi si è già detto, resta dunque solo da sottolineare la magnificenza dei filmati in computer grafica, davvero eccezionali, che nulla hanno da invidiare alle produzioni giapponesi e che contribuiscono in maniera fondamentale al coinvolgimento del giocatore.Il comparto audio è eccellente, specie la colonna sonora ed il doppiaggio inglese, per il quale sono state reclutate star del calibro di Michelle Rodriguez, Mickey Rourke, Iggy Pop, e Ving Rhames; esiste, comunque, anche un doppiaggio italiano di discreto livello, nel quale si segnala Federica Fontana quale interprete di Calita, la sexy femme fatale del gioco, per l’occasione martoriata dalla voce atona ed infantile dalla suddetta starlet. Se non altro la scelta va apprezzata come sapiente operazione di marketing e, tutto sommato, devo ammettere che comunque il risultato finale si colloca nella media delle produzioni italiane, quindi discutibile ma non inascoltabile.La longevità è infine garantita dall’altro numero di missioni presenti e dall’elevato livello di sfida del gioco (alcune missioni sono effettivamente parecchio impegnative): se i difetti fin qui elencati per voi non rappresentano un problema, Driv3r vi impegnerà a lungo…
– Molto divertenti le missioni alla guida di un’auto
– Le città sono spopolate ma molto belle
– Livello di sfida piuttosto impegnativo
– Tecnicamente ci si aspettava di più
– Le missioni sparatutto sono decisamente noiose
– Nel complesso non si avvicina nemmeno a GTA
6.5
Il problema maggiore di Driv3r è che dopo tanta attesa e tante promesse ci si trova davanti ad un titolo solo discreto e troppo legato al passato. Le missioni di guida sono praticamente identiche a quelle dei primi due titoli ma, proprio per questo, risultano la parte più divertente e godibile del titolo Atari; le nuove missioni a piedi risultano, invece, per lo più mal progettate, ripetitive e noiose. Nel complesso, pur potendo contare su tre enormi città realmente esistenti e fedelmente riprodotte (ma tristemente spopolate), il gameplay risulta assai meno profondo e vario rispetto a quello degli ultimi GTA, la struttura narrativa è rigida e non invita all’esplorazione anche perchè, oltre alle missioni, c’è ben poco altro da fare
Insomma, Driv3r eccelle in quelli che sono sempre stati i suoi punti forti (le missioni in auto), ma delude per quanto riguarda le fasi sparatutto: una volta riconosciuti ed accettati i suoi limiti, il titolo risulta comunque abbastanza godibile e divertente e, assieme a True Crime, rappresenta un discreto antipasto in attesa di GTA San Andreas, che se li mangerà tutti in un sol boccone…
Voto Recensione di Driv3r - Recensione
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