Recensione

Drakengard

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a cura di Fabfab

Tanto tempo fa…In un mondo fantastico, in cui maestosi e feroci draghi ancora solcano i cieli, l’ordine è tenuto in equilibrio dai tre sigilli custoditi dalla reincarnazione della dea: l’ultima ragazza a cui è toccato questo onore, che è al contempo una tremenda maledizione, è Furiae, la principessa sorella dell’eroe Caim e promessa sposa del nobile Inuart. Un’oscura volontà sembra tuttavia spingere l’Impero a distruggere i sigilli ed uccidere la dea, per far piombare il mondo nel caos: mentre difende la sorella dagli eserciti nemici, Caim viene mortalmente ferito e l’unica possibilità di salvezza è quella di stringere un patto con un dragone rosso anch’esso in fin di vita. La scelta non è facile, Caim odia i draghi perchè uno di loro uccise i suoi genitori ed allo stesso tempo anche il drago (anzi, la “dragonessa” visto che si tratta di una lei) è orgoglioso e restio ad unirsi con un umano: alla fine, comunque, i due capiranno di non aver altra scelta e dal patto ne usciranno entrambi notevolmente rinforzati. Ora Caim ha potere sufficiente per affrontare e – perchè no? – distruggere l’Impero! Ben presto attorno al protagonista si riunirà tutto un gruppo di persone egualmente interessate alla sua battaglia per la salvezza della dea: oltre alla sorella Furiae ed all’amico d’infanzia Inuart, il sacerdote Verdelet, il valoroso Leonard, l’elfa impazzita Arioch e il giovane Seere. Trattandosi di un prodotto Square Enix potete stare certi che la trama è epica e coinvolgente al punto giusto, narrata attraverso filmati in cg oppure realizzati con la grafica del gioco: va anche detto che le vicende presentate sono particolarmente cupe e drammatiche, i personaggi tormentati e “dannati” e se a questo aggiungiamo stragi, amori proibiti, tradimenti, sacrifici possiamo facilmente asserire di trovarci di fronte ad una storia fantastica decisamente elaborata e soddisfacente.

L’eroe ed il dragoIl nuovo titolo Square Enix è uno sparatutto-action da affrontarsi rigorosamente in solitario: nei panni di Caim dovrete sbaragliare gli eserciti dell’Impero potendo contare unicamente sulla vostra forza e su quella del drago (oltre che, saltuariamente, dei vostri alleati).Il gameplay è frutto di un mix tra un “Dynasty Warriors” di Koei ed un “Panzer Dragoon” di Sega: le battaglie si svolgono, infatti, in due modi, a terra da soli contro decine di nemici oppure in cielo, a cavallo del nostro dragone intenti ad abbattere dirigibili, mongolfiere, mostri e quant’altro ci venga addosso.Analizziamo innanzitutto le fasi a terra: i tasti da utilizzare sono pochi e semplici, salto (X), attacco standard (Quadrato), attacco magico (Triangolo), schivate laterali (L1 e R1) e parata (L2). I combattimenti si svolgono sempre contro forze nemiche soverchianti, pericolose proprio per il loro numero piuttosto che per un’IA particolarmente elaborata: in realtà i soldati nemici si limitano ad assalirvi non appena entrate nel loro raggio d’azione (che è prefissato ed inamovibile), salvo ignorarvi non appena ne uscirete, col risultato di assistere ad inopinati dietro-front del nemico nonostante voi siate a pochi passi da loro. Scordatevi, dunque, di attirare parte delle forze nemiche lontano dai compagni per massacrarle con calma, ogni nemico va obbligatoriamente affrontato nel suo luogo di assegnazione. Un altro duro colpo alle velleità strategiche del giocatore è dato dall’utilizzo delle parata che, realisticamente, funziona solo contro attacchi portati frontalmente: peccato che in un gioco in cui saremo costantemente circondati dai nemici, il ricorso ad un parata così limitata sarà limitato solo a sporadiche situazioni.I colpi effettuabili sono pochi e le combinazioni si limitano alla pressione prolungata del Quadrato, eventualmente in combinazione col salto o col Triangolo, oppure con la carica: durante la missione è sempre possibile scegliere se affrontare tutti i nemici che appaiono sulla mappa oppure se dirigerci direttamente agli obiettivi primari evitando gli scontri non necessari. Quello che cambia, in concreto, è che più nemici abbattiamo, maggiori saranno i punti esperienza accumulati: questi vanno a beneficio sia di Caim che della sua arma. Maggiore sarà l’esperienza accumulata, più forte sarà il protagonista, maggiori danni farà la sua arma e l’attacco magico ad essa associata: a proposito di quest’ultimo, va infatti segnalato che il tipo e l’efficacia del potere variano a seconda dell’arma impugnata e del livello di quest’ultima (mediante pressione del tasto R2 sarà sempre possibile scegliere una delle armi a disposizione). Nel gioco ci sono tantissime armi da recuperare, ma concretamente le tipologie delle stesse sono assai poche (pugnali, spade, picche) e benché ognuna di loro possieda una magia diversa, finirete per comprendere come non sia poi molto importante possederle e potenziarle tutte.Le magie sono parecchio utili per venire a capo delle situazioni più disperate perchè risultano letali se debitamente potenziate: d’altronde non sono sempre efficaci, in quanto determinate categorie di avversari indossano armatura particolari in grado di assorbirle e rispedircele contro.Più avanti nel gioco sarà inoltre possibile richiamare (tasto O) in aiuto di un alleato a scelta tra le persone del nostro gruppo, che viene controllato dall’IA del gioco e ci sostituisce temporaneamente sul campo di battaglia.Nella maggior parte delle missioni all’aperto, inoltre, è possibile avvalersi dell’ausilio del nostro dragone rosso: premendo Select questo plana sul campo di battaglia e, cavalcandolo, potremo avvalerci del suo immenso potere distruttivo per eliminare interi squadroni nemici in un colpo solo! In queste situazioni saremo quasi invincibili in quanto gli unici pericoli verranno dai balestrieri (o comunque dagli avversari con colpi a gittata) oppure dai nemici protetti dalla magia (l’alito del dragone è considerato alla stregua di un incantesimo): prima di iniziare il nostro mortale volteggio, è quindi sempre consigliabile eliminare queste due categorie di nemici.Rimane infine da parlare delle sessioni aeree, nelle quali Caim a cavallo del dragone deve…sterminare orde di nemici! Originale, no? Rispetto al PDO di Sega avremo molta più libertà di movimento, la mappa è liberamente esplorabile anche se in realtà l’unica cosa da fare è abbattere i nemici per poter raggiungere la nostra destinazione. Anche il dragone ha pochi e semplici comandi, accelerazione (X), alito infuocato (Quadrato), smart bomb (Triangolo), schivate laterali (L1 e R1) e virata verso il nemico più vicino (L1 + R1); in questo caso i nostri colpi potranno essere “a ricerca”, basta tenere premuto qualche secondo il tasto di fuoco, inquadrare il bersaglio e la palla di fuoco colpirà in ogni caso (è anche possibile lanciare più attacchi in un colpo solo, basta solo aumentare il tempo di pressione del tasto). Le schivate e l’accelerazione improvvisa sono essenziali per evitare di venire colpiti; a differenza che nelle fasi a terra, i nemici (che spaziano da gargoyle a grifoni a macchine volanti dell’Impero, con una lodevole alternanza di tecnologico e fantastico) saranno assai meno numerosi ma andranno affrontati tutti per poter proseguire. Una curiosità: gli unici boss del gioco li affronterete in volo!

L’Impero colpisce ancoraLe missioni, aeree o terrestri che siano, si svolgono sempre in locazioni piuttosto vaste ma per nulla interattive: a parte sterminare gli avversari, non c’è altro da fare salvo aprire i rari scrigni (contenenti energia, armi o chiavi) che si trovano durante le battaglie al suolo; sempre in quest’ultimo caso sono stati introdotti risibili enigmi del tipo “per proseguire trova la chiave che apre la porta”, ottenibile semplicemente abbattendo i nemici indicati come obiettivi (tra l’altro si va pure incontro a situazioni grottesche come quella della prima missione, in cui difendendo il nostro castello dagli imperiali, per rientrare dovremo recuperare la chiave dagli imperiali stessi: forse che ci è caduta combattendo e loro l’hanno raccolta?).Gli indicatori su schermo segnano l’energia vitale del personaggio, quella magica (che si ricarica automaticamente ogni volta che porteremo a segno un colpo) ed il numero di nemici uccisi: alcuni di questi, morendo, rilasciano sfere in grado di ripristinare parzialmente la nostra energia fisica o magica.Due mappe ci guidano durante le battaglie, una piccola in alto a destra dello schermo ci mostra la zona immediatamente adiacente al nostro Caim, mentre premendo R3 potremo consultare la mappa completa, nella quale è riportata la dislocazione di tutte le forze nemiche.Vista l’alta concentrazione di unità su schermo, i programmatori sono ricorsi a vari trucchetti: preparatevi quindi al classico nebbione che preclude la vista oltre pochi metri, a scenari assolutamente scarni e poco dettagliati, ad elementi come alberi, rocce, colonne che si generano all’improvviso. Niente di troppo grave, tutto sommato, Dynasty Warriors si gioca con piacere nonostante questi limiti: la cosa davvero fastidiosa è che il fenomeno della comparsa improvvisa riguarda anche i soldati nemici! Questi non emergono poco a poco dalle nebbie per affrontarci, ma si materializzano d’improvviso, come teletrasportati in loco da una misteriosa forza, quindi capita di finirci in mezzo senza avvedersene fino a quando non è troppo tardi: infatti benché sempre segnalati sulla mappa grande, nella mappa piccola non sono indicati finché non compaiono, con conseguente disagio per il giocatore.Qualche problema lo dà la telecamera, costantemente posizionata alle nostre spalle ma che si rivela estremamente restia a riposizionarsi quando cambiamo direzione, con prevedibili, nefaste conseguenze dovute alla mancanza di visuale che per qualche secondo ci impedirà la vista dei nemici.All’inizio ed al termine di ogni missione potremo assistere all’evolversi delle vicende narrate per mezzo di schermate statiche, siparietti realizzati con la grafica di gioco (invero piuttosto brutti, sia per la scelta di inquadrare i protagonisti da molto lontano, sia per la generale piattezza di tali intermezzi) oppure splendide sequenze in cg: inoltre sempre al termine di uno scontro vengono assegnati i punti esperienza guadagnati, peccato solo che l’aumento di livello avvenga automaticamente senza possibilità di personalizzazione da parte del giocatore.Il gioco è suddiviso in svariati capitoli, i capitoli in paragrafi. I salvataggi sono effettuabili unicamente tra un paragrafo e l’altro, scelta non sempre azzeccata visto che a sessioni relativamente brevi (per lo più quelle aeree) si alternano scenari piuttosto lunghi ed impegnativi, specie se vorrete sconfiggere più nemici possibile per incrementare la vostra esperienza: a tal fine è comunque sempre possibile rigiocare le missioni già affrontate (mantenendo il livello di potenza raggiunto) oltre che affrontare spedizioni libere, non vincolanti ai fini della trama.Il limite maggiore del gioco risiede comunque nell’estrema ripetitività del gameplay: qualunque cosa accada, si finisce sempre per affrontare da soli eserciti di soldati o mostri e se la cosa all’inizio appare terribilmente esaltante, dopo qualche ora potrebbe venire a noia. Positiva, in tal senso, risulta l’inclusione delle missioni da sparatutto aereo, anche se sono troppo brevi e rade per rappresentare una vera alternativa.

Grafica, sonoro e longevitàTecnicamente, infine, il titolo Square Enix si assesta su livelli discreti: il design dei personaggi è accattivante anche se forse troppo anonimo; Caim e i suoi alleati sono dettagliati e convincenti nelle animazioni, mentre i nemici sono decisamente meno interessanti e finiscono per apparire tutti uguali. Grazie alle rinunzie a livello di dettaglio grafico, il motore riesce a gestire senza problemi decine di personaggi contemporaneamente su schermo.Purtroppo la telecamera, generalmente piazzata alle spalle del giocatore, è troppo lenta nel seguirne i movimenti, specie quando cambiamo improvvisamente direzione, col risultato che spesso ci troveremo a combattere senza vedere quello che c’è davanti a noi, con prevedibili, deleterie conseguenze essendo costantemente circondati da decine di avversari.Prevedibilmente epica la colonna sonora (sinfonica) ed anche suoni e doppiaggio (in inglese) svolgono adeguatamente il loro lavoro.Per quanto riguarda la longevità considerate che per completare il gioco impiegherete circa una decina di ore, dopodichè potrete decidere di giocarlo nuovamente per vedere i diversi finali o per affrontare nuovamente le missioni che più vi hanno appassionato.

– Divertente ed esaltante, almeno nelle prime ore

– Trama drammatica ed avvincente

– Due tipologie di gioco differenti ma ben amalgamate

– Ripetitivo

– Design abbastanza anonimo

– Tutto sommato ogni parte del gioco, presa singolarmente, è inferiore all’originale a cui si ispira

7.4

Drakengard è un vero e proprio mix di elementi disparati ben amalgamati da un cencept abbastanza originale: picchiaduro di massa alla Dynasty Warriors, sparatutto volante alla Panzer Dragoon ed una spruzzatina di elementi gdr, il tutto tenuto assieme da una trama ben congegnata e decisamente appassionante. Il problema è che ciascuno di questi elementi, presi singolarmente, non convince pienamente: le fasi di battaglia sono inferiori al titoli Koei mentre quelle aeree sono divertenti ma molto brevi e limitate, mentre gli elementi da gdr sono appena accennati. La trama da sola non basta a scongiurare il senso di ripetitività del tutto che assale dopo le prime ore di gioco: nonostante questi limiti ci troviamo pur sempre di fronte ad un titolo in grado di coinvolgere ed impegnare chi, a priori, riesce ad accettare l’idea che occorra fare sempre e solo le stesse cose, dall’inizio alla fine dell’avventura…

Voto Recensione di Drakengard - Recensione


7.4

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