Recensione

Dragon's Lair 3D

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a cura di Jacklord

Dragon’s Lair… più che maiLe pagine dei calendari si staccano ormai con la stessa velocità di un satellite che percorre l’orbita terrestre, la pila di tutte le agende usate cresce ogni anno sempre più rapidamente dell’anno prima, eppure su una pagina virtuale, su un ipertesto multimediale, su un newsgroup, persino su un blog c’è ancora spazio per parole dedicate al passato, a una cosa vecchia, ad un videogioco chiamato “Dragon’s Lair”. Questa volta il romantico cavaliere Dirk – invero dall’aspetto un po’ zotico e dall’aria non certo brillante – si lancia nella ricerca della fascinosa principessa Daphne – che assomiglia più a Sandra Milo in versione matura che ad una ventenne sexy pin-up in stile American Beauty – che è stata rapita da un crudele drago, Singe, più simile ad una povera bestia da circo che ad una selvaggia forza del male. Comunque, se non è l’abito che fa il monaco, in questo caso non sono le sembianze dei protagonisti che fanno il gioco. Dragon’s Lair 3D (DL3D) è un prodotto che impegna il giocatore nel risolvere piccoli enigmi, nel superare spassosi trabocchetti, nel trovare il percorso giusto al momento giusto. Sempre con un po’ di ironia e divertimento, a volte frustrante, ma mai troppo noioso.

C’era una volta? No: c’è sempre!Mentre sto scrivendo questa recensione, ho davanti a me la copertina di DL3D: se siete tra quelli che stanno al passo coi tempi, ipermodernizzati e supertecnologici, vi fa rabbrividire; oppure se siete più sentimentali, vi fa venire il nodo alla gola per la nostalgia. Un cavaliere dalla veste medievale combatte un malvagio drago che tiene prigioniera una principessa, circondato da orripilanti mostri. No. State tranquilli: questa non è una barbosa lezione di storia dell’arte sulle figure sacre affrescate nelle cattedrali gotiche. Non è nemmeno un passo tratto dalla vita di San Giorgio che uccide il drago. E’ un videogioco. Ed è qualcosa di diverso dai consueti videogiochi. DL3D è una saga, una tradizione, una leggenda videoludica che, sebbene abbia perso il suo fresco smalto delle origini, torna ciclicamente tra noi comuni mortali, materializzandosi prima su floppy disk, poi su cd-rom, ora su dvd. La tecnologia va avanti, ma la leggenda ritorna sempre. Il pericolo maggiore nel recensire non “un titolo come” DL3D ma l’ultimo capitolo di questa leggenda, è quello di banalizzarlo o di considerarlo così come un antiquario tratta un pregevole oggetto antico, oppure come un grossolano robivecchi maneggia un attrezzo ormai arrugginito. Vorrei invece compiere un gesto di onestà e rispetto per la saga di Dragon’s Lair valutando questo DL3D al di fuori dei canoni estetici della nostra attuale moda videoludica, canoni che condannerebbero facilmente DL3D nel dimenticatoio. Lo so: per molti (io in prima fila) giocare con Dirk è come tuffarsi dall’alto di un trampolino. Dirk è ormai un patrimonio della cultura non solo ludica degli anni ’80; io stesso sto ascoltando in questo momento “Video Killed the Radio Stars” e “More Than This” dei Roxy Music: ancora un po’ e riesumo il piumino monclear e le video cassette del drive-in. Invece vorrei tentare la soluzione opposta, vorrei semplicemente giocare a DL3D, più che pensare ai ricordi che DL3D fa venire in mente. Così facendo, scopriremo non solo gli aspetti positivi del titolo, ma godremo addirittura di qualche piccola perla. Incominciamo allora, forti dell’originalissimo e modernissimo motto (c’ho pensato ore e ore prima di farmelo venire in mente!) “ridiamo a DL3D quel che è di DL3D”!

I (primi) passi di Dragon’s Lair 3DCome se ne avessimo bisogno, appena inserito il dvd potremo goderci la visione di un filmato introduttivo, di ottima fattura, che ci illustra cosa è accaduto alla bella (?) principessa Daphne e cosa attende il nostro paladino. A questo punto compare il menu principale di gioco, le cui voci sono quattro: Iniziare una nuova partita, Caricare una partita esistente, Opzioni (che prevede anche la possibilità di regolare la velocità di spostamento della telecamera) e infine la Galleria dei filmati che di volta in volta vengono sbloccati, in modo tale che alla fine del gioco vi ritroviate con l’intero film d’animazione di DL3D.

Il brutto, la bella e la bestia Partiamo dalla storia, che ho già anticipato. In un non meglio precisato castello, in una non meglio precisata epoca medievale, un cavaliere dalla non meglio precisata identità deve salvare una principessa dalla non meglio precisata identità, ma di cui è innamorato, da un drago dalla non meglio precisata natura. Se non amate le storie complicate, gli intrighi cervellotici, le vicende intricate, allora DL3D fa per voi! I nomi stessi dei protagonisti (Dirk, Daphne, Singe) servono a ben poco. Però questa fauna minima si arricchisce comunque di altri personaggi secondari: i “Giddy Goons” (creature serve di Singe e simili a scimmie che infestano il castello), e il “Bat King” (specie di pipistrello appollaiato sulle torre che colpisce con onde sonore). Cosa deve fare il nostro sempreverde Dirk? Liberare Daphne. Come? Entrando nel castello stregato dagli incantesimi di Singe, sopravvivere a tutte le insidie (e superano quota duecentocinquanta!), sterminare tutti i mostriciattoli che incontrerà sul suo cammino fino ad arrivare allo scontro finale con Singe.

Giocando a Dragon’s Lair 3D…Anche se la storia è lineare, vi sembra forse facile portare a termine DL3D? Non direi proprio. O meglio: non è facile proseguire nell’avventura, né tanto meno arrivare al finale, ma il gioco in sé è intuitivo e immediato. Abbiamo infatti qui uno dei punti di forza di DL3D: la giocabilità, rafforzata da un efficiente sistema di controllo e di inquadratura. In questo caso le funzioni messe a disposizione dal pad Xbox assolvono egregiamente al loro compito, ma senza essere troppo complesse e richiedere troppa dimestichezza. Con la levetta analogica sinistra fate muovere Dirk, mentre con quella di destra manovrate la camera. Entrambi i movimenti offrono a ciascun utente un’elevata flessibilità e versatilità nell’uso, permettendo mosse e inquadrature che rispettano fedelmente le intenzioni del giocatore. Per quanto riguarda le azioni, Dirk può sguainare la sua luccicante spada premendo il tasto nero del pad, mentre la può rinfoderare con la stessa procedura. Una volta impugnata la lama, Dirk può assestare due tipi fondamentali di fendenti: il colpo standard (pressione del pulsante azione), colpo aereo (Dirk salta e, quando si trova a mezz’aria, colpisce verticalmente con la spada). Una piacevole e necessaria estensione di questa scarna offerta risiede nell’introduzione di potenziamenti: potremo così attaccare con la spada rotante (per colpire in una mossa sola tutti i nemici circostanti) e con la spada fiammeggiante. Oltre alla spada, Dirk incontrerà anche una balestra, armata di vari tipi di frecce (magiche, infuocate e d’acciaio). La varietà è buona anche per quanto riguarda i movimenti di Dirk, che comprendono il salto, la corsa, l’abbassamento, lo spostamento furtivo, la capriola e la parata. Oltre a muoversi, Dirk può anche salire scale e afferrare corde e catene su cui saltare o su cui issarsi per oltrepassare i numerosi fossati che incontrerà. Ma cosa deve fare esattamente il prode Dirk? Deve sopravvivere alle insidie (non quelle sessuali) tese dal malefico Singe: ma l’aspetto più attraente di DL3D non sta nei combattimenti (al limite del ridicolo) contro i mostriciattoli fedeli (sempre fuori da ogni metafora sessuale) a Singe, quanto nel risolvere tutta una serie ininterrotta di piccoli enigmi, di trabocchetti, di percorsi segreti, di leve da ruotare, di porte da aprire…..Questa è la vera struttura di gioco di DL3D. Attenzione però! Il bello è che queste insidie si presentano a Dirk in modo quasi improvviso, lasciandogli poco tempo per ragionare e trovare la soluzione, o il passaggio, o addirittura sopravvivere, perché molte delle insidie sono letali. DL3D richiede una buona dose di velocità nell’approntare una soluzione, anzi “la” soluzione: ogni trabocchetto può essere risolto in un modo soltanto. Quindi: niente libera immaginazione, niente soluzioni multiple. Occorre invece studiare con un po’ di attenzione come è organizzata la situazione e pensare al passaggio più semplice o immediato sulla base degli elementi a disposizione. Non siamo però tornati ai tempi del vecchio Dragon’s Lair, in cui serviva pigiare il pulsante giusto al momento giusto, senza troppo riflettere sul perché si pigiasse quel tasto in quel momento. Qui il rapporto è invertito, perché il giocatore si trova davanti ad una minaccia o ad una porta sbarrata e deve trovare il modo di superarla. Il mezzo migliore è riflettere senza farsi venire l’emicrania me senza neanche agire impulsivamente. Ogni situazione “critica” ha poi luogo sempre dentro al castello, e quasi sempre dentro ad una stanza. DL3D è basato su una struttura di gioco molto lineare, che mette il giocatore di fronte ad un enigma non certo indecifrabile, la cui soluzione è da cercare lì, in quel punto in cui si trova Dirk, senza bisogno di tornare indietro. Gli oggetti con cui Dirk interagisce non sono molti: le solite botte che non aspettano altro che essere rotte a colpi di spada per prelevarne i bonus di salute, e una serie di chiavi, amuleti e pozioni per rafforzare il prode cavaliere. Accanto a questi oggetti la cui raccolta è vivamente consigliata ma resta opzionale, ci sono anche le “essenze” che Dirk deve trovare a tutti i costi per proseguire la sua avventura. Le essenze sono necessarie per affrontare i combattimenti più pericolosi, donando poteri eccezionali. Cosa c’è che non va? Per risolvere le trappole bisogna affrontarle, quindi rischiare di sbagliare, quindi ripetere numerose volte la stessa situazione. Purtroppo giocare a DL3D è anche questo: provare e riprovare, facendo ripetuti tentativi per capire cosa “non” dovete fare, e poi fare il contrario per proseguire. Spesso i tranelli non sono ben visibili, spesso Dirk si ritrova ucciso senza neppure sapere il perché. Ma con un po’ di abitudine ed un occhio attento svilupperete un sesto senso per prevedere i pericoli più imminenti.

La grafica? Quella di un film di animazione Siccome parlavo del gioco, mi aggancio ad un aspetto dello stesso che mi permette di presentare il comparto tecnico. Infatti una nota di merito la guadagnano sicuramente le animazioni con cui è realizzato Dirk, perfettamente naturali nei loro gesti, spesso anche ironiche o scanzonate, comunque sempre capaci di rendere egregiamente l’atmosfera del gioco. Mentre si osserva la situazione per evitare di fare passi falsi, Dirk inizia a fischiettare o a dondolarsi sui piedi, oppure a grattarsi il suo elmetto. Allo stesso modo, se Dirk corre ma non lo “frenate” in tempo, darà una bella facciata contro il muro. Sono piccoli particolari che però contribuiscono a fare di Dirk più il protagonista di un film di animazione che di un videogioco. O meglio: un film di animazione realizzato come se fosse un videogioco. Allora risulta decisivo l’impatto grafico. Sotto questo profilo, l’impianto visivo di DL3D è solido: le texture sono nitide, anche se non troppo dettagliate. Le immagini sono in generale molto pulite, dai contorni realizzati con un efficace antialiasing. Sono soprattutto i colori a impressionare l’occhio: vivaci, caldi, con una palette cromatica molto ampia. Gli effetti grafici risultanti da questi elementi sono all’altezza delle esigenze del gioco. Soprattutto sono le ombre e le fonti di luce a contribuire ad un senso di tridimensionalità e allo stesso tempo di naturalezza. Il corpo di Dirk, così come degli altri protagonisti, è stato realizzato con un ottimo cel shading che, se può apparire discutibile in un titolo basato sul 3D, d’altra parte ne sottolinea il carattere cartoonesco, permettendo inoltre di conservare intatto l’aspetto originale di Dirk attraverso due decenni. Dopotutto: non avrebbe forse snaturato la saga di Dragon’s Lair un Dirk 3D? Certo, è una scelta dei programmatori quella di conservare piuttosto che innovare, ma si tratta pur sempre di una scelta convincente e che, in questo caso, dà risultati molto buoni. La realizzazione tecnica si può dire tranquillamente esente da difetti imperdonabili, anche per il fatto che le risorse tecniche di Xbox restano sottoutilizzate da DL3D. Tuttavia la maggiore qualità della dimensione grafica generale risiede più sui contenuti, sui disegni, sugli scenari che sugli effetti tecnici. In questo senso merita attenzione la realizzazione artistica delle scene del gioco, tutte opera della mano di Don Bluth (già apprezzato per Titan A.E. e The Secret Of N.I.M.H.). Piacevole nota tecnica: se disponete di televisore compatibile con la tecnologia High Definition (HDTV), potrete modificare il Progressive Scan e aumentare la risoluzione di DL3D (le modalità supportate sono 480P e 720P widescreen).

Un sonoro sottotonoLa colonna sonora di DL3D non è purtroppo all’altezza del comparto grafico, limitandosi a generici rumori di fondo tipici di un castello stregato, e a qualche breve commento musicale alle fasi più intense di gioco. Invece sono molto realistici (anche se in un contesto fiabesco) ed esprimono in modo diretto il senso di immersione e coinvolgimento nel gioco. Durante tutto il gioco potrete ascoltare la vocina della leggiadra Daphne indicarvi la strada, suggerirvi cosa fare e cosa non fare, lamentarsi per i vostri errori, gridare aiuto, inveire contro il drago Singe… insomma, vi romperà le scatole! Inoltre, se disponete di tecnologia Dolby Digital, collegato a Xbox tramite Kit AV avanzato o ad alta definizione, potrete sperimentare un ambiente sonoro ad altissima qualità.

– Ottimo sistema di controllo e di inquadratura

– Immediato

– Discreto impatto grafico

– Supporta dolby digital e progressive scan

– Povero di innovazione nella struttura di gioco e nel comparto tecnico

– Spesso frustrante

– Gioco in inglese

6.7

E’ chiaro che DL3D è un gioco fuori moda, soprattutto per quanto riguarda la storia e i personaggi. D’altronde potrebbe risiedere proprio qui il suo punto di forza: se è fuori moda, allora può piacere sempre, proprio per il suo essere un po’ kitsch, un po’ leggendario, un po’ stravagante. Vi immaginate un remake di Sam Fisher tra vent’anni? Sarebbe non solo anacronistico ma ridicolo. Eppure Dirk è sempre qui con noi, e questo non è affatto un problema. Bisogna saper giocare a DL3D con una buona dose di ironia, ridacchiando con sarcasmo sulle battute d’altri tempi pronunciate dalla principessa, sulla goffaggine di Dirk e dei suoi nemici. Può addirittura entusiasmare qualcuno per i suoi enigmi, i trabocchetti, le porte da aprire, sempre più intricati e appassionanti. Qui sta il pregio di DL3D, la longevità, prodotta da sempre nuove sfide all’ingegno e alla perseveranza (davvero tanta!) richiesti per portarlo a termine. Discreta longevità e ottimo sistema di controllo si appoggiano poi su una veste grafica del tutto consona ad un film di animazione, anche se le musiche e il parlato non ne sono proprio all’altezza. Ecco allora cosa è davvero DL3D: un gioco sotto forma di cartone animato, basato su un cocktail di tanta enigmistica e con un pizzico di combattimenti e potenziamenti vari. A chi piace il gusto…

Voto Recensione di Dragon's Lair 3D - Recensione


6.7

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