Recensione

Dragon Quest: La Sposa del Destino

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a cura di AP

Da qualche anno a questa parte le console portatili sono diventate la scelta migliore per moltissimi GDR. Il Nintendo DS in primis si è fatto valere ospitando nella propria ludoteca remake di giochi di ruolo validissimi ma usciti molto tempo fa, riproponendoli con una veste grafica decisamente più attuale e gradevole e aggiungendo, talvolta, qualche extra per renderle appetibili anche a chi ha avuto la fortuna di giocarli all’uscita. Dopo i rifacimenti completamente tridimensionali del terzo e quarto capitolo di Final Fantasy, circa sei mesi fa Square Enix ci presentò Dragon Quest: Le Cronache dei Prescelti, uscita numero quattro di una delle saghe più famose e apprezzate dal pubblico nipponico (o da chiunque conoscesse il giapponese). Questo episodio non raggiunse mai il mercato occidentale e solo quest’uscita su DS sdoganò definitivamente un gioco curato e divertente. La stessa sorte è toccata ora a Dragon Quest: La Sposa del Destino, ennesimo remake, sviluppato come il suo predecessore da Arte Piazza, capace di farci entrare in un mondo colorato, divertente ed emozionante, forse ancor più della scorsa uscita.

La storia di una vitaLa principale differenza tra il IV e il V capitolo della saga è riscontrabile nella mancanza in quest’ultimo dei capitoli che scandivano Le cronache dei Prescelti. Qui il plot narrativo segue sempre le gesta dell’eroe, ma non mancano gli spunti originali. Il più importante riguarda il fatto che la storia si dipana attraverso la vita del vostro personaggio. All’inizio assisterete alla sua nascita e, dopo poche righe di dialogo, sarete proiettati sei anni in avanti in compagnia di vostro padre su una nave che vi riporterà a casa. Qui, attraverso alcuni piccoli combattimenti in cui il vostro beneamato padre combatterà al vostro fianco, si nasconderà un breve tutorial, inutile per chi ha già un po’ di dimestichezza con i GDR, ma comunque assolutamente godibile e mascherato ad arte. In un batter d’occhio vi ritroverete a fare la conoscenza di nuovi personaggi, a visitare nuove zone della vasta mappa e ad ottenere punti esperienza e nuove magie. Avanzando nella storia si alterneranno dialoghi spassosi ad avvenimenti tragici, il tutto mantenendo sempre un tono molto fiabesco, capace di catturare chiunque non disprezzi visceralmente questa tipologia di gioco. Progredendo crescerete, diventerete adulti e sceglierete tra tre diverse spose (una in più rispetto al gioco originale) per mettere su famiglia e… lasciamo a voi il piacere di scoprire il resto, d’altronde la freschezza di una storia come questa merita di essere vissuta e non raccontata.

Semplice ed efficaceCome già anticipato, Dragon Quest: La Sposa del Destino si presenta sin da subito come un GDR di stampo classico che ci permette di girovagare per il mondo di gioco e che ci fa acquisire punti esperienza e monete d’oro attraverso gli scontri casuali con i nemici. Questi avvengono in modo rapido e sono di facile assimilazione grazie ai semplici comandi con cui si può affrontare ogni battaglia. Disporrete dell’attacco fisico, diversi tipi di magie, la possibilità di utilizzare oggetti e di un riquadro utile per impostare le tattiche dei propri compagni o per decidere se fuggire. I pattern per richiedere un determinato supporto ai propri compagni sono molto efficaci, ma i giocatori più navigati preferiranno sicuramente impostare manualmente tutte le mosse da eseguire in quel turno, per evitare attacchi inutili e uno spropositato uso di punti magia contro nemici eliminabili tramite semplici attacchi fisici.In questo remake i compagni che potrete portare con voi nel vostro party sono saliti a quattro (prima erano tre). Ciò permette di avere a portata di mano una maggiore varietà delle abilità disponibili, ma non snatura il gameplay visto che è aumentato anche il numero dei nemici che affronterete. La novità principale introdotta da questo quinto capitolo, è inerente alla possibilità di far entrare nel proprio party addirittura dei mostri che andranno preventivamente sconfitti. Potrà capitarvi che dopo essere stata sconfitta, una creatura avversaria vi si avvicini e vi chieda di potervi accompagnare nel vostro viaggio. Acconsentendo potrete disporre delle sue abilità in battaglia, e potrete fornire al vostro gruppo un supporto differente, aprendo così le porte ad una libertà tattica davvero notevole e personalizzabile. La possibilità di avere sempre nel vostro carro delle riserve di altri quattro personaggi permette scambi al volo e arricchisce ancor di più il gameplay. Superato il limite di mostri che potrete portare con voi, quelli catturati andranno direttamente in una sorta di “albergo per mostri” dentro al quale verranno conservati. Molto importante è il fatto che i personaggi che saranno con voi ma che rimarranno nel carro, pur non partecipando attivamente agli scontri, acquisiranno punti esperienza. Ciò vi permetterà di far crescere senza particolari sforzi mostri che hanno un livello troppo basso per determinati avversari.Le restanti meccaniche di gioco appaiono molto simili a quelle del precedente episodio e a quanto visto nella saga di Dragon Quest in generale. I salvataggi avverranno nella chiesa del villaggio, ma, per aumentare la portabilità di un titolo di questo tipo, è stato aggiunto uno slot per salvare immediatamente anche quando si è nella mappa del gioco o nei dungeon. Nei villaggi si potranno trovare anche armerie dove acquistare armi e protezioni supplementari, negozi in cui acquisire elisir o erbe mediche per rimettersi in salute, banche dove depositare le monete guadagnate (evitando il rischio di vedersele dimezzate in caso di sconfitta in battaglia) e alberghi nei quali riposare per riacquisire immediatamente energie e punti magici.

Fossero tutti così i remake…Questo nuovo arrivo nella ludoteca del Nintendo DS, riesce a non far pesare i 17 anni che il titolo originale porta sulle spalle grazie ad ambienti in tre dimensioni nel quale si muovono personaggio bidimensionali. Questa soluzione, già adottata per il remake del quarto capitolo, ora appare ancora migliore grazie a dettagli maggiormente curati e ad animazioni migliorate. Un plauso va ad una traduzione in italiano di tutti i testi di gioco che riesce a catturare l’attenzione del giocatore senza annoiarlo, aggiungendo inflessioni tipicamente regionali dell’italico stivale attorno determinati personaggi. La mappa tridimensionale e ruotabile tramite i tasti dorsali L ed R è stata adattata ai due schermi del portatile Nintendo, garantendo così una visuale d’insieme maggiormente efficace e completa. Durante le battaglie, invece, lo schermo superiore mostrerà le statistiche e la condizione dei componenti della vostra squadra evitando interruzioni dovute al richiamo di scomodi menu a comparsa. Il pennino verrà usato solo durante alcuni giochi rintracciabili nei casinò e, di conseguenza, per la totalità dell’avventura principale farete affidamento alla classica croce direzionale più i pulsanti A,B,X e Y. In questo remake sono stati introdotti alcuni cimeli da rinvenire durante le vostre esplorazioni prima di essere esposti in una sorta di museo capace di offrire in cambio oggetti di vario tipo. Potrete addirittura creare degli oggetti e se avrete degli amici in possesso di una seconda copia del gioco, potrete scambiarvi le vostre creazioni tramite collegamento Wi-Fi.La musica che vi accompagnerà nel vostro viaggio risulta ottima, varia e sempre in linea con quello che sta succedendo. Gli effetti sonori invece risentono un po’ del passare del tempo e, nonostante siano stati rifatti, appaiono piuttosto semplici (seppur gradevolissimi) se messi a confronto con il resto del comparto tecnico.In definitiva se avete già apprezzato Le cronache dei Prescelti, questo quinto Dragon Quest saprà conquistarvi ancor più del precedente grazie ad una struttura decisamente classica ma altrettanto completa, capace di apparire più profonda per via di tutta una serie di innovazioni che non snatura il gameplay, bensì lo arricchisce facendolo brillare di luce propria anche a distanza di 17 anni dalla sua uscita originale.

– Trama affascinante

– Gameplay molto profondo…

– Tecnicamente notevole

– … ma decisamente classico

8.9

Dragon Quest: La Sposa del Destino è l’esempio lampante che se un gioco è valido, può rimanere tale anche dopo vent’anni (stesso principio dell’opera cinematografica del resto). Nonostante si tratti di un remake la (quasi) totalità del pubblico occidentale dovrebbe considerare questo prodotto come un titolo originale, che nonostante rimanga ancorato alle meccaniche classiche del suo genere, regala soddisfazioni e coinvolge il giocatore. Solo l’aspetto tecnico ha avuto bisogno di una svecchiata prima di essere proposto al pubblico di oggi, e questo la dice lunga sulla qualità del prodotto in se. Le (poche) novità introdotte per fortuna incorniciano un quadro capace di farsi apprezzare e ammirare da tutti gli amanti di RPG e da chi per la prima volta vuole avvicinarsi a questa tipologia di intrattenimento videoludico, grazie alla sua curva di apprendimento regolata ad arte e ad una traduzione italiana impeccabile e divertita. Lasciarselo scappare sarebbe davvero un peccato.

Voto Recensione di Dragon Quest: La Sposa del Destino - Recensione


8.9

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