Recensione

Dragon Hunters - Cacciatori di Draghi

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a cura di Darkzibo

La storia della saga di Dragon Hunters è piuttosto lineare: nata come serie animata, è divenuta lungometraggio in computer grafica e adesso è stata trasposta anche videogioco su Nintendo DS. Vediamo come le avventure di Gwido, Lian Chu ed Hector sono state riproposte sul portatile Nintendo.

I due cacciatori e la mascotteLa storia di Dragon Hunters narra di due cacciatori, Gwido e Lian Chu che vivono in un mondo composto da isole volanti sulle quali si posano villaggi spesso minacciati da creature magiche chiamate draghi. Ad accompagnare i due cacciatori ci sarà il sempre fedele draghetto ammaestrato Hector, simile ad un cagnolino cui aspetteranno i compiti più ardui. Gwizdo rappresenta la mente del gruppo, mentre Lian Chu, data la sua prestanza fisica, la forza. Il gioco di Dragon Hunters prenderà in considerazione questi personaggi rendendoli tutti giocabili. Cominciando con il menù principale, avrete a disposizione alcune modalità tra cui: Storia, Minigiochi, Multigiocatore, Opzioni ed Omaggi. Selezionando la prima sarete catapultati nel fantastico mondo di Dragon Hunters e qui potrete vedere come sarà la struttura di gioco. Il titolo si presenta sostanzialmente come un platform con ambientazioni e personaggi tridimensionali e un percorso prestabilito, da sinistra a destra, in stile Pandemonium!. Le caratteristiche principali e più interessanti, sono date da diversi fattori: la prima è la complementarità tra i due personaggi. L’azione si svolgerà principalmente nello schermo superiore, mentre a quello tattile sarà dato il compito di farvi selezionare il personaggio che meglio si addice ad un particolare momento di gioco (anche senza l’impiego dello stilo dato che le icone di selezione sono talmente grandi da essere individuate anche con un dito). Ci saranno momenti in cui sarà utile l’agilità di Gwizdo, altri in cui servirà la forza di Lian Chu (soprattutto per distruggere i nemici) e, infine, altri in cui saranno necessarie le abilità di Hector nel raggomitolarsi o nel celarsi alla vista nemica. La seconda caratteristica peculiare di questa release è la prospettiva delle piattaforme presenti nel gioco: come è stato detto prima, la terra in cui si svolgono le avventure dei cacciatori di draghi è formata da isole volanti e il gioco rappresenterà bene questa strana conformazione. Il titolo si discosta dagli altri esponenti del genere platform per i suoi improvvisi cambi di prospettiva: mentre state inseguendo il vostro obbiettivo vi troverete sopra la testa un’isoletta sospesa nell’aria, che fare? Basterà saltare per ritrovarsi a testa in giù sulla sopracitata isola che sarà poi possibile circumnavigare (concedetemi il termine) per ritrovarvi ancora al di sopra, con un’altra isola sospesa a sovrastarvi. Il tutto senza cambi traumatici da parte della telecamera ma con un agile sistema di controllo con il quale sarà semplice adattarsi. Le sezioni che riguardano Hector, poi, sembrano prese pari pari da Sonic, nel senso che il draghetto si appallottolerà per entrare in buchi strettissimi e percorrerli come una biglia. All’interno dei grandi livelli avrete diverse missioni da compiere, come raccogliere bacche viola o accendere fuochi. Il tutto è condito dal sottile humor che caratterizza la serie animata. Può sembrare tutto fin troppo positivo per un titolo passato in sordina come Dragon Hunters e, in effetti, qualche appunto c’è pur da fare e riguarda soprattutto l’alternarsi dei personaggi durante l’azione. Non avrete a che fare con tre personaggi distinti, ma sostanzialmente con uno solo, perché nessuno dei presenti è in grado di essere un eroe al cento per cento. Gwizdo è agile e può raggiungere zone inaccessibili ad altri, ma non ha la forza di Lian Chu per contrastare i nemici ed Hector sfrutterà la sua piccola statura per nascondersi negli anfratti o passare attraverso buchi stretti. Il problema principale viene riscontrato nella necessaria alternanza in alcuni particolari momenti: durante l’attacco di un nemico, mentre passerete da Gwizdo (il più usato) a Lian Chu, rischierete di subire danni da parte del vostro oppositore. Durante il vostro viaggio otterrete cuori che saranno accumulabili e impiegabili tramite lo scorrimento del dito dal centro del touch screen verso l’icona del personaggio più stremato. Altra opportunità è concessa dai minigiochi: in uno guiderete Hector alla ricerca delle bacche viola: entro un certo limite di tempo (più si prosegue nei livelli più il tempo diminuisce e le bacche da ricercare aumentano) in cunicoli con il drago viola appallottolato in puro stile SEGA. Un altro vi vedrà impegnati direttamente tramite l’utilizzo del pennino atto al colpire i draghi che escono dalle uova che si schiudono in una sorta di Acchiappa la Talpa. Questi giochi saranno implementati nella modalità multigiocatore in cui potrete sfidare un vostro amico. Niente di eclatante e forse ci troviamo di fronte alla parte meno curata dell’intero titolo. I livelli non sono molti e vi basteranno poche ore per finire il gioco ma, nel caso voleste terminarlo acquisendo tutte le medaglie, impiegherete più tempo.

Un mondo sospesoLa sensazione che avrete non appena affronterete il primo livello di Dragon Hunters sarà subito positiva: una grafica pulita, fluida e curata nei particolari. I personaggi sono ottimamente caratterizzati così come le movenze in linea con le loro possibilità fisiche. Le ambientazioni, interamente tridimensionali, sono ricche di particolari e a volte la grafica vi lascerà senza fiato, grazie soprattutto al mondo che il titolo prova a riprodurre sullo schermo di Nintendo DS: terre incontaminate, sospese nell’aria, quasi tratte da quadri di pittori surrealisti. Il motore grafico riesce a dare fisicità a tutto, con attrazioni gravitazionali esercitate da una parte delle isole. Riscontrerete qualche rallentamento nelle fasi più concitate, ma vi passerete sopra di fronte alla perizia con cui è stato curato il comparto visivo.La colonna sonora è l’altro punto forte del titolo: musiche ispirate, comprensive di suonate celtiche e sud americane (che sfruttano molto l’uso dei fiati) aiutano il giocatore a immedesimarsi al meglio nell’esperienza di gioco e ad addentrarsi nel mondo fantastico di Dragon Hunters. Gli effetti sonori sono curati anche se la voce di Gwizdo lascia un po’ a desiderare.

– Immediato

– Grafica scenograficamente curata

– Colonna sonora eccellente

– Personaggi indimenticabili

– Licenza ben sfruttata

– Dura poco

– Minigiochi non esemplari

– Modalità multiplayer ridotta

7.8

Dragon Hunters è un’altra bella sorpresa non annunciata, nonché un tie-in finalmente ben realizzato. Gli scenari ispirati e i cambi di prospettiva sulle isole volanti, fanno da sfondo a una storia di amicizia in cui la collaborazione è un aspetto sottolineato anche nello svolgersi del gameplay. Vi sembrerà di vivere in un sogno surreale, scorgendo isole volanti da lontano e, pur trattandosi di un platform bidirezionale, ne sarete conquistati anche per le diverse missioni da svolgere. Alcuni difetti sono riscontrabili negli esigui minigiochi e nel multiplayer poco ispirato. Nel caso cercaste un platform divertente e ben confezionato dal punto di vista tecnico vi consigliamo questo Dragon Hunters perché, anche nel qualora non abbiate mai sentito parlare del cartone animato (adesso film), potrebbe davvero essere un buon pezzo per la vostra collezione.

Voto Recensione di Dragon Hunters - Cacciatori di Draghi - Recensione


7.8

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