Recensione

Dragon Ball: Raging Blast 2

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a cura di AleZampa

Dopo lo splendido Budokai Tenkaichi 3 su Playstation 2, i picchiaduro basati sull’universo di Dragon Ball si sono seduti sugli allori, con produzioni mai del tutto convincenti e un passaggio alla nuova generazione sfruttato solo in parte, attraverso quei Burst Limit e Raging Blast che si sono portati dietro diversi dei problemi storici della saga. Con questo nuovo titolo dedicato all’universo di Toriyama, seguito diretto del succitato Dragon Ball Raging Blast, la software house Spike prova a dare nuova linfa alla serie, supportata come al solito da un comparto visivo di primo piano e da una schiera di fedelissimi fan pronti a tutto. Sarà riuscita nel difficile intento di sdoganare la serie da semplice titolo per gli appassionati a picchiaduro per tutti?

Dal Tenkaichi alla conquista dell’universoCome dicevamo in fase di introduzione, Spike ha cercato di espandere l’offerta ludica del primo Raging Blast sostanzialmente in ogni comparto, attraverso l’aumento dei personaggi, delle missioni e delle modalità, ma ha anche provveduto ad una lieve semplificazione del complesso sistema di combattimento, che risultava spesso uno scoglio non indifferente per i neofiti. Una volta avviato il gioco ci troveremo a dover scegliere tra molte modalità di gioco, tra le quali a farla da padrone c’è ovviamente la classica modalità storia, qua ribattezzata Galassia. Un consiglio prima di iniziare le vostre peregrinazioni in giro per l’universo con Goku e soci: se è la prima volta che vi affacciate ad un titolo della serie sarà imprescindibile terminare il tutorial, perché, per quanto lievemente snellito rispetto al predecessore, il gameplay potrebbe risultare complesso e macchinoso se non si raggiunge una discreta padronanza di tutte le possibilità di attacco e difesa che Spike mette a disposizione. Come dicevamo, la modalità Galassia non è altro che un nuovo modo per ripercorrere le vicende e i combattimenti salienti di tutto l’arco narrativo della saga di Dragon Ball. Potremo scegliere uno dei tantissimi personaggi disponibili da subito, e seguire una sorta di storyline che ci porterà appunto a rivivere combattimenti storici, come ad esempio gli androidi (e poi Cell) sulla terra, o la squadra Ginew al gran completo su Namecc. Per rendere più dinamici e coinvolgenti i combattimenti, infatti, spesso capiterà che i nemici si diano il cambio lasciando spazio ad un nuovo sfidante, trasformando quindi molti scontri in vere e proprie epopee che protrarranno i combattimenti per diversi minuti. Oltre alle battaglie classiche già lette nel manga o viste nelle serie animate, verranno proposti in ogni caso numerosi scontri per ogni personaggio, e ad ogni sfida vinta se ne renderà disponibile una (o più) su una sorta di griglia rappresentante la totalità delle missioni da affrontare, ognuna delle quali avrà una difficoltà specifica o particolari restrizioni, come un tempo prestabilito o l’aura infinita per i nemici, piuttosto che la nostra impossibilità nell’utilizzare determinate mosse. Oltre alla modalità Galassia, potremo addentrarci nella Zona Combattimento, una sorta di area nella quale affronteremo nemici sempre diversi seguendo uno schema ad albero, e terminata ogni sezione si sbloccherà quella successiva, con scontri ovviamente di difficoltà sempre crescente. Per completare le diverse aree al 100% saremo inoltre chiamati a rivisitarne alcune già terminate, per prendere le direzioni che non abbiamo seguito durante la prima partita. A chiudere il ventaglio delle modalità offerte non possiamo non citare l’ovvio tutorial, necessario per apprendere le basi del sistema di combattimento, e l’area di addestramento, nella quale potremo influire sui diversi parametri del nostro personaggio e dell’avversario, al fine di poterci allenare nella maniera più specifica possibile. Dobbiamo inoltre aggiungere al computo delle modalità selezionabili quelle dedicate agli incontri rapidi, divisi questa volta in match singoli, a squadre o a potenza, nei quali dovremo decidere se comporre la nostra squadra con un solo personaggio molto potente, piuttosto che avere un team composto sì da due o tre lottatori, ma ovviamente meno forti. A chiudere il tutto, i fan non potranno che essere contenti della possibilità di intraprendere la modalità Torneo, nella quale saremo chiamati a vincere due delle competizioni più importanti di tutto l’universo di Dragon Ball: il Tenkaichi e il Torneo di Cell, nonché le immancabili sfide online attraverso i servizi Xbox Live o PlayStation Network. Sarà inoltre possibile, attraverso Personalizzazione Suprema, andare a modificare qualche parametro di combattimento dei personaggi selezionabili, scegliendo ad esempio alcuni attacchi speciali piuttosto che altri.

Padroneggiare il Battle SystemDiamo ora uno sguardo un’ po’ più approfondito al sistema di combattimento di Raging Blast 2, croce e delizia dell’intera serie, ma più in generale dei picchiaduro basati sulla licenza Dragon Ball. Come già detto, lo sviluppatore ha tentato di rendere più agevole l’approccio dei neofiti, tentativo che però è riuscito solo in parte: se infatti da un lato il sistema è più snello, dall’altro ricorre ancora in larga parte all’utilizzo di diverse (e talvolta complesse) combinazioni di tasti per eseguire le combo più produttive, cosa di per sé non negativa, dato che ha il pregio di dare al giocatore molte alternative per l’attacco e per la difesa, ma che al contempo lascia una sensazione di smarrimento a chi non è disposto a investire parecchio tempo per ricordarsi ogni combinazione possibile. La gamma degli attacchi è sempre molto vasta, variando dal colpo semplice (quadrato o X) ai colpi impeto o di Aura (triangolo o Y), alle prese ai Super Colpi (effettuabili con lo stick destro), arrivando fino ai nuovi Attacchi Pursuit, trasformazioni del personaggio e Fusion. Se quindi padroneggiare al meglio il proprio combattente può risultare più difficile rispetto alla media dei picchiaduro in commercio, è altresì vero che una volta fatto le possibilità saranno davvero numerose, e bisognerà imparare a sfruttarle al meglio con una discreta dose di tattica, perché le sterminate arene in cui combatteremo e la durata dei combattimenti stessi richiederanno una attenta pianificazione delle energie e del consumo dell’aura (che è sì ricaricabile tramite la pressione di un tasto, ma lascerà la nostra guardia abbassata), il tutto al fine di non sparare subito le nostre cartucce migliori per poi trovarci senza energie nel momento topico del combattimento. Le arene, dicevamo, non sono solo dei meri campi di battaglia, ma danno la possibilità al giocatore di sviluppare il combattimento a 360°, senza distinguere tra le fasi a terra, quelle aeree e persino quelle sottomarine, offrendo anzi un buon grado di distruzione degli ambienti, collegato semplicemente al nostro stile di combattimento. Durante i combattimenti inoltre, che siano quelli della storia o un normalissimo 1 contro 1, al momento del cambio tra il personaggio in campo e quelli in “panchina” ci sarà la possibilità di attivare un piccolo Quick Time Event che permetterà ai due avversari di guadagnare una sorta di “supplemento al combattimento”, infliggendo danni aggiuntivi a patto di essere i più veloci a risolvere la combinazione di tasti proposta.

Colpo del Vento e delle Zanne del LupoTecnicamente parlando siamo davanti ad un buon titolo, e nulla più. Se è vero che i personaggi (in ogni caso oltre 90, con 20 di essi mai apparsi in un videogame di Dragon Ball) sono ben realizzati, con un cel shading di alto livello e perfettamente identici alla controparte animata, le arene risultano talvolta spoglie e realizzate più grossolanamente, dando la sensazione che i personaggi siano semplicemente applicati sul terreno di scontro, e non perfettamente integrati. Nonostante la maggior parte dei problemi legati alla telecamera siano stati risolti, e anzi questa cerchi con più insistenza inquadrature spettacolari, non è infrequente che in alcune fasi si perda la cognizione della posizione dell’avversario, proprio a causa di movimenti di macchina non perfetti, con la visuale che si blocca sulla nostra spalla o sul nostro didietro perché l’avversario ha eseguito un improvviso scatto verso l’alto o verso il basso. L’audio si attesta sui buoni livelli dei precedenti, e come al solito non possiamo non consigliarvi di selezionare fin da subito la lingua giapponese. Come da tradizione inoltre, ogni volta che raggiungeremo un determinato risultato, sconfiggeremo un nemico o semplicemente progrediremo nella storia, verranno sbloccati contenuti aggiuntivi da riguardare attraverso l’Enciclopedia di Dragon Ball, contenitore nel quale troveremo tutte le immagini e i goodies guadagnati, cosa che ovviamente non potrà che far piacere ai numerosissimi appassionati della serie.

– Tantissime modalità

– Personaggi ben modellati

– Sistema di combattimento completo e vario…

– … ma troppo complesso per i neofiti

– Arene a volte poco ispirate e scarne

6.4

Dragon Ball Raging Blast 2 è un prodotto molto valido che sfrutta appieno l’importante licenza sulla quale si poggia. Le numerosissime modalità selezionabili, così come l’ampia gamma dei personaggi che si possono utilizzare, lo rendono un titolo assolutamente consigliato ai fan della serie di Akira Toriyama o a chi è già avvezzo ai picchiaduro targati Dragon Ball. La realizzazione tecnica semplicemente buona, unita ad un sistema di combattimento difficile da padroneggiare al meglio ed a qualche lacuna ancora non colmata riguardante la telecamera, fanno sì che difficilmente l’ultima fatica Spike possa rivolgersi ad un mercato più ampio, rimanendo così relegata alla sola cerchia di appassionati.

Voto Recensione di Dragon Ball: Raging Blast 2 - Recensione


6.4

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