Recensione

Dragon Ball Evolution

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a cura di Darkzibo

La saga di Dragon Ball è sicuramente la serie giapponese più diffusa e conosciuta nel mondo: al manga sono seguite tre serie animate e qualche movie spin off. Adesso è arrivato il momento che anche la cinematografia reale prenda in considerazione i milioni di fans di Goku e proponga loro qualcosa di spettacolare e indimenticabile, senza staccarsi troppo dalla saga originale. Arriva, con questo obbiettivo, Dragon Ball Evolution e, insieme ad esso, il videogioco in esclusiva su PSP.

L’evoluzione delle sfereParliamoci chiaro, Dragon Ball Evolution non è esattamente il primo episodio cinematografico che ricalca i personaggi e gli avvenimenti creati da Akira Toryama. Già qualche anno fa i giapponesi trassero un orrendo film sulle sfere del drago che non c’entrava nulla con l’originale (ricordava uno degli episodi di Super Sentai, ossia i “veri” Power Rangers) e, anzi, sembrava aver preso solo i nomi del manga. Dragon Ball Evolution, invece, sembra essere molto vicino alla saga, riproponendo diverse caratteristiche del cartone animato e del fumetto ovviamente riviste in un’ottica cinematografica. In effetti, per i puristi che andranno al cinema dicendo “questo non è così” o “la storia è diversa” e altri sproloqui del genere atti solo a violare la nostra tranquilla visione, bisogna ricordare che non si può raccogliere in un’ora e mezza di film quello che il geniale maestro Akira Toryama ha fatto in più di quattrocento episodi (compreso Dragon Ball GT) e quindi bisogna ammirare il regista che, seppur togliendo il Goku bambino che tanto ci ha fatto ridere, è riuscito ad amalgamare tutti gli elementi caratteristici della saga. Si tratta comunque di un film e, ovviamente, il fatto di piacere o meno dipende solo dagli spettatori, anche se ho personalmente notato un grande apprezzamento da parte dei più piccoli, entusiasti di vedere Goku in carne ed ossa lanciare l’onda Kamehameha. Tornando all’oggetto dell’analisi in questione, ovvero il tie-in di Dragon Ball Evolution sviluppato per PSP, si può affermare che la storia ricalca quella del film (che non sveliamo per non rovinare la sorpresa, ma che a grandi linee può essere intuibile) e che, in definitiva, si tratta di un picchiaduro a incontri come la tradizione del titolo impone. In fondo non si tratta di nulla di nuovo, tant’è che la struttura vera e propria è identica agli altri episodi visti sulla piccola console Sony, così come identici sono comandi e mosse. Il tasto dorsale L serve per caricare la propria barra di potenza (utile per scatenare attacchi distruttivi), R serve per sprigionare l’energia del personaggio e i pulsanti frontali per impiegare pugni o calci. Questi, se pressati in maniera corretta, daranno origine a mosse letali ed imparabili. Purtroppo, oltre a esserci sostanzialmente pochi colpi speciali, il tutto si ridurrà a una frenetica e spesso debilitante pressione casuale dei pulsanti.

Qualcosa è cambiatoNonostante ci siano precise sequenze da avviare per creare gli attacchi, istintivamente il giocatore sarà portato a premere di tutto e in maniera assai confusionaria per tentare l’aggressione più potente nei confronti dell’avversario. Alcune mosse vengono sottolineate da uno stop time che ne evidenzia la potenza, così come accadeva in Shin Budokai, ma niente di effettivamente spettacolare. Altra nota negativa è rappresentata dalla quasi inesistente diversità di caratterizzazione a livello di attacchi tra un personaggio e l’altro: a parte le varietà estetiche (tutt’altro che ben realizzate), la potenza di ogni lottatore è praticamente identica e quindi il danno provocato varia pochissimo rendendo di fatto inesistente ogni variante in termini di stile di lotta. Il gioco, come accennato poco sopra, ricorda da vicino Dragon Ball Shin Budokai sempre per il portatile Sony, ma in breve tempo vi accorgerete di come la giocabilità sia molto più lenta e le mosse meno spettacolari. Oltre alla modalità storia è disponibile la modalità arcade e il multiplayer limitato a due giocatori possedenti entrambi di un Umd. I creatori non si sono dunque sforzati per rendere l’esperienza di gioco più duratura, tant’è che le varie modalità sono completabili in circa cinque ore. Calcolando che molti istanti saranno dedicati ai dialoghi scritti, non aspettatevi di essere impegnati molto nel gioco effettivo. A poco servono gli extra sbloccabili, come costumi, disegni o immagini del film, che non inducono suscitano nel giocatore alcuna curiosità.

Goku realeLa grafica, rifacendosi al film, abbandona il cel-shading visto nei primi episodi di Dragon Ball su PSP per abbracciare una ben più seria compagine realistica. Purtroppo l’effetto è perlomeno deludente: i dodici personaggi presenti sono sì riconoscibili, ma le texture che ricoprono i loro modelli poligonali sono di colore sbiadito. I character propongono poi movenze non sempre del tutto realistiche, legnose e ben lontane dal vero spirito di Dragon Ball. Le ambientazioni sono poi monotone, povere di particolari anche se, a dirla tutta, non che l’utenza di Dragon Ball su PSP sia abituata a meglio. Il comparto sonoro è decisamente sotto tono, con musiche poco orecchiabili e che non riescono ad immergere il giocatore nella giusta atmosfera di Dragon Ball Evolution.Dal punto di vista dell’appassionato, è innegabile che questo titolo rappresenti un netto passo indietro a livello di qualità, coinvolgimento e contenuti. La serie videoludica di Dragon Ball Z è infatti riuscita negli ultimi anni a ritagliarsi sempre maggiore importanza grazie a prodotti in grado di proporre tali e tante varianti da riuscire ad accontentare non soltanto i numerosi fans dei personaggi di Akira Toriyama, ma anche tutti coloro che, avvicinandosi per la prima volta al brand, hanno potuto beneficiare di un picchiaduro sviluppato attraverso numerose varianti ed in grado di proporre una longevità ben superiore alla media della categoria. Da questo punto di vista, rappresentando un cambiamento dettato da esigenze di fedeltà all’omonima pellicola ed anche commerciali, il gioco risulta pertanto inferiore ad un livello qualitativo accettabile ed in generale carente sotto molti aspetti, che avrebbero permesso almeno di puntare alla sufficienza senza troppi sforzi.

– Esclusiva PSP

– Unico titolo basato sul film

– Giocabilità lenta

– Dura molto poco

– Ripetitivo

– Da rivedere tecnicamente

5.0

L’esclusiva di un tie-in del film di Dragon Ball su PSP si rivela una delusione. Sia per i fans della serie, sia per coloro che cercano un picchiaduro in grado di mostrare sotto un diverso punto di vista l’universo creato da Akira Toryama, Dragon Ball Evolution si rivela un mesto fallimento. Inficiato da una giocabilità molto lenta, il titolo si presenta tecnicamente sottotono, e l’esiguo numero di modalità e personaggi non aiuta certo a risollevare le sorti del gioco. Se cercate un titolo che si basi sul mondo di Dragon Ball, vi consiglio di rivolgervi ai due episodi di Dragon Ball Shin Budokai, più completi e sicuramente meglio realizzati.

Voto Recensione di Dragon Ball Evolution - Recensione


5

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