Recensione

Double Dribble

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a cura di Mauro.Cat

Questa settimana la Virtual Console è stata avara di emozioni. Nintendo ha comunicato di aver dovuto posticipare l’uscita di un titolo, non specificato, a causa di problemi tecnici che non lo rendevano giocabile su alcuni particolari televisori. Questa defezione dell’ultima ora ha di fatto assegnato al terzo venerdì di novembre l’uscita meno interessante mai avvenuta su Virtual Console. L’unico nuovo titolo disponibile è Double Dribble, un mediocre gioco di basket pubblicato nel 1987 su Nes.Il gioco, disponibile al costo di 500 Wii Points, è prodotto e sviluppato da Konami, storica casa di produzione che agli inizi della sua attività fu molto legata a Nintendo producendo una ventina di anni fa numerosi titoli sportivi sviluppati per la prima console della casa di Kyoto. Tra questi ricordo con piacere Track & Field II. I richiami al marchio Konami sono molto forti. Il suono associato al tasto di pausa riporta immediatamente alla serie di Castlevania ed in generale lo stile grafico un po’ sgranato coi suoi colori tendenti all’acido è tipico delle produzioni che questa softwware house realizzò per Nes.

Il basket dei Flintstones L’esperienza maturata da Konami non sempre ha saputo garantire lunga vita a molti suoi prodotti. Double Dribble, originariamente pubblicato in sala giochi, risente infatti in maniera fastidiosa del peso degli anni e risulta oggi quasi improponibile a chi non lo aveva giocato in precedenza e non è quindi attratto dal ricordo nostalgico del titolo. In generale i titoli sportivi invecchiano molto male e lo stesso dicasi per la linea sportiva della Virtual Console (Soccer, Volleyball, Tennis etc.), che risulta maldestramente fuori luogo proposta a decenni di distanza. I titoli del genere strutturalmente si sono evoluti verso una spettacolarità ed una ricerca della realtà che nella seconda metà degli anni ottanta erano inconcepibili.Credo che per questa ragione la giocabilità ridotta e l’impianto grafico essenziale risultino molto più indigesti che in titoli di altro genere quale ad esempio Super Mario Bros.Pur analizzandolo nel profondo, Double Dribble offre proprio poco. Il giocatore può decidere di giocare contro il computer o un amico utilizzando alcuni team che rappresentano le più importanti città USA, settando il livello di difficoltà dell’incontro e la durata.La partita vera e propria è semplice. Con un tasto si tira e con l’altro si passa e si difende. Per poter segnare un canestro è necessario un certo tempismo ed i primi incontri non sono propriamente abbordabili. Mi è capitato di continuare a tirare sotto rete senza riuscire a segnare mai e poi magicamente di prendere la mano e segnare ad ogni tentativo. Le regole del basket (che ammetto non conosco nel dettaglio) sono blandamente rispettate. Il giocatore può commettere il fallo di Pushing, ossia all’equivalente del nostro sfondamento. La partite scorrono su ritmi gradevoli ed anche lo scambio di controllo da un giocatore all’altro (pecca di molti titoli odierni) appare discretamente implementato.

Il numero 23 Il numero di Michael Jordan (e di Materazzi) c’entra in parte anche con Double Dribble. Spiegare il nesso tra uno dei più grandi cestisti di sempre ed un titolo mediocre come questo è più semplice di quanto sembri. DD soffre di una sindrome che colpisce molti giochi sportivi e che probabilmente non verrà mai risolta: “la zona magica”. In quasi tutti i titoli sportivi che ho provato negli anni, e sono tanti, ho sempre trovato con l’abitudine e l’esercizio quelle zone e quei punti del campo che permettono un immediato successo nel gioco. Tirando da alcune precise zone con un certo tempismo non è possibile sbagliare e questo fa dei giocatori tanti piccoli Michael Jordan in ogni sport (o Maradona, o Joe Di Maggio o chi volete voi). Questa pecca segna la fine del divertimento e l’inizio della noia, sia negli scontri tra amici, sia nelle sfide con la CPU.Il titolo mostra poi alcune sequenze animate, legate alla schiacciata, all’epoca di grande impatto visivo. Oggi queste scene di intermezzo fanno sorridere ma sono comunque da citare per completezza. Da segnalare poi l’inutile coreografia di mezzo tempo delle Cheerleader noiosa ed inguardabile.A livello sonoro invece spicca il fastidioso rimbalzare del pallone che ricorda più la camminata di Frankenstein che altro. La longevità poi, a causa delle scarse opzioni, è su standard piuttosto bassi.In definitiva Double Dribble risulta un titolo di terza classe che, tra l’altro, non è neppure importante per valore storico. Diverte per dieci minuti al massimo e può tranquillamente essere trascurato.

– Ho fatto qualche canestro da tre punti!

– Lento

– Poco vario

– Troppo superato per essere godibile oggi

4.5

Double Dribble ha poco senso. Già vent’anni fa non era un titolo strepitoso ed oggi appare assolutamente poco proponibile. L’idea primordiale del gioco del basket c’è, ma tutto si esaurisce nel giro di pochi minuti. Sconsiglio il titolo anche a chi lo ha giocato ai tempi dell’uscita, il rischio di rovinare un buon ricordo è forte. Su Virtual Console c’è molto di meglio.

Voto Recensione di Double Dribble - Recensione


4.5

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