Recensione

Doom 64

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a cura di Ryoku

Se al genere degli sparatutto dovessimo associare un’icona che possa in qualche modo rappresentare la figura di padre fondatore dei titoli appartenenti al genere, tolto l’indimenticabile Wolfenstein 3D, sarà inevitabile da parte nostra nominare il primo Doom, un’opera creata dalla ID Software nell’ormai lontano 1993. La fama del suddetto FPS (first person shooter) raggiunse livelli stratosferici. La sola versione shareware per PC, una demo che presentava i primi livelli del gioco, ha potuto vantare l’attenzione di oltre quindici milioni di persone, senza contare che fu uno dei primi giochi d’azione ad introdurre un supporto alla rete per il gioco in multiplayer. Doom 64 non è altro che il remake della versione PC… migliorato a livello grafico, ma rimasto invariato rispetto ad altri fattori, come il comparto audio e la giocabilità. Nel gioco vestiremo gli scomodi panni di un marine spaziale, che costretto a lavorare per l’UAC (Union Aerospace Corporation) per aver assalito un suo superiore, sarà deportato su Marte. L’Unione Aerospaziale dedicava la propria attenzione ad un sistema di teletrasporto, in grado di teletrasportare l’ uomo tra le due lune del pianeta Marte, Deimos e Phobos. Tra un’analisi e l’altra, un fenomeno misterioso comportò la scomparsa del primo satellite, con la conseguente intrusione da parte di orde di mostri, che sbucati dal teletrasporto, fecero polpette degli scienziati e dei residenti locali, parte dei quali si troverà a mutare in zombie. Un ulteriore team dell’UAC di cui faremo parte, interverrà sul posto del massacro per identificare le cause della strage… in tal luogo avrà inizio la nostra (dis)avventura.

Un mondo claustrofobicoLe locazioni che ospiteranno le nostre fattezze da super eroi, poco si discosteranno tra loro, in quanto consistono in tutta una serie di labirinti, composti a loro volta da una multitudine di stanze e corridoi. Il nostro scopo, che sarà quello di scappare da Marte, ci porterà alla continua ricerca di chiavi (i fans della serie non potranno mai dimenticare la celeberrima frase “I need a key” ), in grado di aprire nuove vie e farci di seguito accedere ad aree sempre più tetre. La veste grafica presenta un trionfo di colori scuri e e tonalità molto spente, come un rossiccio dominante, legati all’atmosfera cupa e desolante delle lande che ci vedranno protagonisti in azioni sempre frenetiche. Al di là dei combattimenti e dell’uso delle armi, a rendere difficile la nostra avventura contribuirà la presenza dei vari enigmi, i quali spesso macchiavellici, ci porteranno a strizzare al massimo i nostri cervelli. L’intelligenza artificiale dei nostri “compagni zombificati” o dei demoni è praticamente nulla, visto che né tenderanno a scappare in caso di pericolo, né andranno ad organizzarsi tatticamente e né tantomeno proveranno a nascondersi nelle situazioni più disperate. Ciononostante, una loro particolare dote, sarà quella di attaccarci in gruppo con una decina o più unità, anche se ci dovessimo trovare in una singola stanza.

Il nostro equipaggiamentoLe armi sulle quali faremo affidamento per poter uscire vivi dall’oscuro pianeta, presentano tipologie di notevole varietà, in quanto ci ritroveremo per le mani strumenti rudimentali come aste metalliche, potenti motoseghe e devastanti fucili a pompa, oltre che a futuristiche armi come pistole e fucili al plasma. Ponendo particolare attenzione sulla motosega elettrica, credo che quest’ultima sia tra gli oggetti di autodifesa più appaganti da usare, visto che a mio avviso sarà una goduria vera e propria affettare con una certa violenza, bestioni di ogni stazza, imbrattando pareti e pavimenti con fiotti e fiotti di sangue (sarò un sadico ma ve lo assicuro, tagliuzzare demoni si dimostra alquanto soddisfacente).

Il gameplay, il sonoro e la graficaLa giocabilità, come in ogni sparatutto che si rispetti, fa dell’immediatezza il fulcro di gioco e Doom 64 non fa eccezione. Con la levetta analogica sposteremo il nostro marine, coi tasti direzionali C potremo correre, usare gli items, spostarci lateralmente e visualizzare la mappa, il trigger Z sarà utilizzato logicamente per fare fuoco. I tasti A e B serviranno per cambiare arma ed infine i dorsali L ed R per effettuare gli spostamenti laterali singoli. C’è da dire che in teoria è anche possibile spostare il protagonista con il d-pad, ma la sensibilità e la precisione dei movimenti è vistosamente inferiore. Parlando del comparto audio invece, degni di nota sono gli effetti audio legati ai versi degli innumerevoli nemici, che tenderanno a sbraitarci addosso nel momento in cui ci verranno incontro. Le colonne sonore di sottofondo, si dimostrano anch’esse accattivanti, capaci di alternare con una certa dimestichezza momenti di silenzio totale, con musiche più cupe, legate al tentativo di generare una certa suspance nei riguardi del videogiocatore. Dal punto di vista grafico, non troviamo differenze così enormi rispetto la versione originale, se non qualche texture più definita o un uso più vivace di determinate colorazioni (come il rosso o il blu elettrico). La veste grafica si dimostra abbastanza semplicistica, un vero peccato in quanto grazie alle potenzialità del Nintendo 64, si sarebbe potuto azzardare anche a migliorare il gioco donandogli maggiori pregi, magari aggiungendo ulteriori elementi che potevano incutere ben altre sensazioni a livello psicologico; come ad esempio delle venature aliene attaccate alle pareti (Duke Nukem docet). Tanto per cambiare invece, i vari nemici presenteranno la tipica struttura bidimensionale, che ha caratterizzato i veri primi esperimenti del genere FPS, Catacomb 3D ed il già da me citato Wolfenstein 3D.

La durata del titoloNonostante la classica possibilità di poter selezionare un certo livello di sfida (ben quattro livelli di difficoltà), Doom 64 resta sostanzialmente un gioco abbastanza complesso, da non sottovalutare perfino nelle modalità di gioco più facili. Tale complessità non fa che incrementare la longevità di questo videogame che nonostante tutto però, non andrà oltre le quindici ore di gioco.

– E’ il remake del primo Doom

– Sonoro di buona fattura

– Giocabilità immediata

– Tecnicamente si poteva fare di più

– Ambientazioni poco varie

– Nessuna traccia del multiplayer

7.4

Doom 64 è un classico del genere e come tale merita una certa attenzione. Seppur non presenti particolari migliorie rispetto alla versione PC, il porting per Nintendo 64 resta un piacevole sparatutto da giocare tutt’oggi, anche se tecnicamente arretrato rispetto agli ultimi prodotti sfornati. Sicuramente saprà essere apprezzato dai vecchi ammiratori, i più affezionati non mancheranno di versarci su qualche lacrimuccia.

Voto Recensione di Doom 64 - Recensione


7.4

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