DooM 3: Resurrection of Evil
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a cura di pWi
La nuova generazione Sicuramente le uscite di DooM 3 e di Half-Life 2 hanno segnato tangibilmente l’ingresso in una nuova generazione videoludica. Generazione che, innanzitutto, è di tipo grafico. Da questo punto di vista il balzo in avanti rispetto ai giochi precedenti è stato sensibile, a tal punto che non è più possibile non fare riferimento ai due giochi in questione quando si parla di motori grafici e di bellezza visiva in generale. Ma è una nuova generazione anche a livello di gameplay. Ciò è chiaro con Half-Life 2, il quale ha puntato sull’innovazione e sulla varietà in questo senso. Meno chiaro con DooM 3: i ragazzi di id Software hanno preferito puntare su una struttura di gioco vecchia di anni, cosa per la quale sono stati abbondantemente criticati da una striminzita fascia di pubblico. D’altra parte DooM 3 resta assolutamente unico per la tensione che riesce ad offrire, per un sistema di armi a dir poco azzeccato, per il divertimento e l’adrenalina, per la paura che infonde al giocatore e per altri mille motivi che lo rendono completamente diverso rispetto a qualsiasi altro shooter 3D sin ora pubblicato. Insomma, DooM 3 e Half-Life 2, a quasi un anno dalla loro uscita, rimangono assolutamente al top del loro genere del mercato videoludico in senso lato.Non potevano mancare le espansioni. Se quella di Half-Life 2 è stata da poco annunciata, quella di DooM 3 è pronta, anzi ci accingiamo a recensirla. Le novità sono consistenti e si dividono in due categorie. Quelle volte a rinnovare il gameplay e a rendere il gioco più vario, quelle a riportare ancora più indietro i fan della saga alla riscoperta degli elementi che fecero la fortuna dei primissimi episodi della serie di shooter 3D che ha fatto la storia del suo genere. DooM 3: Resurrection of Evil è stato realizzato da id Software a fianco con Nerve Software, team di sviluppo che aveva già collaborato con John Carmack e soci nella realizzazione della componente multiplayer di Return to Castle Wolfenstein.
Chi ha detto che la trama è solo un pretesto? DooM 3: Resurrection of Evil è la classica espansione. Il gioco non è stand-alone, quindi richiede la versione originale di DooM 3 per essere installato e giocato, e ripresenta tutte le caratteristiche di DooM 3 stesso. Personaggi, vicende, ambientazioni e quant’altro sono qui riproposte pedissequamente. D’altro canto il prezzo a cui Resurrection of Evil viene venduto non è proprio quello di un’espansione normale: si aggira sui 35 euro. Mi sembra un po’ alto per un prodotto che potremo quasi definire come una mega-patch e che, come tutte le espansioni, non fornisce un’esperienza di gioco differente rispetto a quella del gioco originale. Detto questo, vediamo come si evolvono le vicende in Resurrection of Evil. Il tutto prende avvio appena dopo quanto successo in DooM 3. Se ricordate, il direttore generale dell’installazione su Marte, Betruger, era rimasto intrappolato nell’inferno. Sarà egli stesso a muovere le cose con unico obiettivo quello di vendicarsi. Dopo le vicende burrascose che avevano costretto la UAC a chiudere l’installazione su Marte, la società specializzata in ricerche è costretta ad abbandonare il progetto. Non troppo tempo dopo, però, un satellite riceve dei segnali provenienti da sotto la superficie di Marte. Esattamente questi segnali vengono dal sito 1, il quale non era stato esplorato dalla UAC in quanto si pensava non contenesse materiale interessante per le ricerche. I terrestri cominciano ad investigare sullo strano segnale, ma non pervengono a risultati certi. E’ da qui che nasce la decisione di mandare una squadra per controllare cosa stia avvenendo su Marte. La squadra è guidata da Elizabeth McNeil, assistente personale di Betruger, la quale era stata mandata via da Marte poco tempo prima che gli avvenimenti del gioco originale avessero inizio. Così si è salvata e ha ottenuto quest’occasione di rimettere piede sul pianeta rosso. Noi impersoneremo uno dei membri della squadra d’assalto guidata dalla McNeil. Una volta scesa su Marte, la squadra d’assalto si dirige verso il sito in questione. Una volta dentro un’esplosione uccide tutti i membri della squadra tranne il marine che impersoneremo nel corso del gioco. Troveremo uno strano manufatto, il fulcro su cui ruoteranno le vicende di tutto il gioco. Ben presto, infatti, scopriremo che è un’autentica porta per l’inferno, è l’elemento che scatena le forze del male e che è in grado di riportarle su Marte. Insomma, ricopre il ruolo opposto del SoulCube, l’altro manufatto infernale che trovavamo nelle ultime battute di gioco di DooM 3. Il manufatto può, inoltre, possedere dei poteri. Per ottenerli dovremo abbattere tre demoni che di volta in volta ci vengono scagliati contro dallo stesso Betruger. Una volta fatto fuori un demone il nostro artefatto acquisirà il potere relativo, per un totale quindi di tre abilità speciali. Azionando il manufatto, quindi, potremo utilizzare il potere per una manciata di secondi. I tre poteri si sommano tra di loro in modo che, nelle ultime fasi di gioco, potremo utilizzarli tutti e tre. Si tratta della possibilità di rallentare il tempo, del berserk e dell’invulnerabilità. Come vedremo più avanti, diventano assolutamente fondamentali alla luce dei nuovi equilibri di gioco che l’espansione apporta.
Le novità DooM 3 è un gioco già praticamente perfetto. Ripropone una struttura di gioco sì di vecchia data, ma ancora estremamente coinvolgente e per certi versi non ulteriormente ampliabile: in caso contrario si rischierebbe di snaturarla. A questa si aggiungeva quell’atmosfera di tensione e di paura causata da tutti quegli spazi bui che creava un mix assolutamente esplosivo: un qualcosa, come dicevamo prima, di unico. Con Resurrection of Evil, però, si è tentato di cambiare questi equilibri di gioco, introducendo dei particolari estranei alla struttura di gioco classica che DooM 3 proponeva. Si tratta del bullet time e della possibilità di poter interagire con il motore fisico del gioco per catturare e scagliare oggetti. Vediamo nel dettaglio come queste introduzioni influiscono sulla struttura di gioco.La prima grande differenza in ordine cronologico rispetto a DooM 3 è costituita dal manipul…ehm dall’ “ionized plasma levitator”. Scusate il sarcasmo, ma mi dà un po’ fastidio questo passo indietro dei ragazzi di id Software, i quali, con questa introduzione, hanno tacitamente ammesso che c’era qualcosa che mancava nel loro capolavoro rispetto ad Half-Life 2. In realtà, questo tipo di arma rischia di snaturare non poco la struttura di gioco e le modalità di approccio con i nemici di turno. Innanzitutto, spieghiamo che si tratta praticamente della stessa arma vista in Half-Life 2. Con essa potremo catturare gli oggetti e lanciarli a folle velocità, prendere i proiettili scagliati dai nemici e ritirarli contro di essi, raccogliere medikit anche se posti a distanze notevoli, catturare anche dei piccoli mostri (come i Lost Soul) e usarli come proiettili contro gli avversari di turno. Tuttavia, ci sono due controindicazioni. La prima riguarda lo stesso motore fisico. DooM 3 non è così evoluto come Half-Life 2 da questo punto di vista, e quindi in molte occasioni saremo pesantemente limitati da tutto ciò. D’altra parte, i vari oggetti non reagiscono così realisticamente come in Half-Life 2 ai vari scossoni ed ai vari urti. L’altra controindicazione riguarda il fatto che Resurrection of Evil, come il gioco originale, non vanta quasi mai grossi spazi aperti. Pertanto, è abbastanza complicato usare un’arma del genere in spazi angusti, certamente molto meno spettacolare. Insomma, per un gioco che ha sempre prediletto lo sparare a più non posso, senza l’introduzione di fronzoli di sorta, l’introduzione di un’arma come lo “ionized plasma levitator” rischia di alterare ritmi di gioco per altri versi perfetti. Soprattutto nei primi momenti ci troveremo sensibilmente spiazzati da questa introduzione, rimpiangendo la linearità di DooM 3. Tuttavia, andando avanti nel gioco abbiamo cambiato idea. Se rimane vero il fatto che così facendo si snatura non poco la struttura di gioco originale, il tutto ne beneficia comunque a livello di varietà. DooM 3, a lungo andare, soffriva di una certa ripetitività per quello che concerne gli scontri con i nemici. Le armi erano sì azzeccate, ma molte di esse offrivano un approccio praticamente identico. Qui le cose cambiano leggermente, sia per l’introduzione dello “ionized plasma levitator” sia per quella del rallentamento del tempo che andiamo subito ad analizzare. Come dicevamo, con l’abbattimento dei tre demoni otterremo di volta in volta un potere speciale. Tutti verranno raccolti nel nostro manufatto. Utilizzando quest’ultimo potremo accedere alla modalità speciale che i poteri creeranno. In realtà, ogni potere migliora questa modalità speciale. Se con il primo potere avremo esclusivamente l’ausilio del rallentamento del tempo, con gli altri due la modalità speciale si arricchirà sempre più fino ad avere contemporaneamente la possibilità di rallentare il tempo, di usare il berserk e di essere invulnerabili. Come intuirete, grazie all’uso dei poteri saremo estremamente potenti, molto di più di quanto potevamo esserlo nel predecessore, SoulCube incluso. D’altra parte, Resurrection of Evil è estremamente più complicato del gioco originale, sia per quello che riguarda il numero dei nemici, adesso molto più consistente, sia per quello che riguarda la loro intelligenza negli attacchi. Intendiamoci, l’intelligenza artificiale del gioco rimane estremamente elementare, ma adesso i nemici sono ancora più aggressivi: non ci lasciano un momento per ragionare sul da farsi, scagliandosi sempre contro di noi. Questo ci porterà a prendere decisioni in tempi ristrettissimi: spesso non potremo venire fuori dalle situazioni più intricate senza rallentare il tempo. Quest’ultima cosa è assolutamente l’introduzione più consistente apportata dall’espansione. Una volta attivata ci consente di muoverci a velocità sostenutissime rispetto al resto, il quale viene sensibilmente rallentato. La nostra frequenza di fuoco sarà quindi molto più massiccia rispetto a quella degli avversari, inoltre avremo la possibilità di schivare con facilità i loro proiettili. Meno sostanziali le novità degli altri due poteri, i quali tra l’altro erano presenti anche nei primissimi giochi della saga, il berserk anche in DooM 3. Quest’ultimo ci consente, al solito, di stanare gli avversari con un semplice pugno. L’invulnerabilità non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, tranne ovviamente per il fatto che durerà solo per pochi secondi, esattamente come gli altri poteri. Il manufatto ha bisogno di essere ricaricato. Ciò avviene grazie ai cadaveri umani che incontreremo con l’andare avanti nel gioco. Basterà selezionarlo vicino ad uno dei cadaveri (avvolti da una patina rossa) e automaticamente ne catturerà l’energia per caricarsi.Grandi novità si annoverano anche sul fronte delle armi. In realtà si tratta di una sola introduzione (oltre al grabber o “ionized plasma levitator”), ma per ogni appassionato della saga che si rispetti sarà memorabile. Stiamo parlando della celeberrima doppietta a canne mozze, già vista e osannata in DooM 2. La ricostruzione è fedele all’originale, la cadenza di tiro e il ricaricamento sempre gli stessi. L’emozione di usarla, la lentezza con la quale si ricarica e l’incredibile potenza del suo fuoco sono quegli elementi che rendono Resurrection of Evil, comunque, un episodio importante all’interno di tutta la saga. Possiamo dire che la doppietta è la “vera” essenza degli sparatutto 3D: da un lato la potenza bruta, dall’alto la necessità di prendere bene la mira perché non avremo una seconda possibilità visto i lunghi tempi di ricarica. Insomma, tutti gli appassionati di lunga data si lasceranno scappare una lacrimuccia e difficilmente ritorneranno alle altre armi una volta usata la doppietta. Per il resto, il parco armi rimane assolutamente di qualità, anche se non ci sono innovazioni rispetto a DooM 3. Rimangono, quindi, la pistola, lo shotgun, la mitraglietta, il chain gun, le granate, il plasma gun, il rocket launcher, la motosega, il BFG.Sul fronte dei nemici si annoverano introduzioni soprattutto nell’ottica dello sfruttamento del grabber. Infatti, ci sono molti più mostri che sparano proiettili, in modo da darci la possibilità di catturarli e di utilizzarli a nostra volta. In questo senso si spiega l’introduzione dei Vulgar, simili agli imp demon ma molto più veloci e in grado di lanciare palle di fuoco di colore blu. Rispetto ai primi episodi della saga tornano anche i Bruiser, enormi energumeni capaci di tenere nelle loro possenti braccia più cannoni e quindi in grado di scagliare un’impressionante potenza di fuoco. Gli altri mostri sono i medesimi del DooM 3 originale. Meno varietà, invece, dobbiamo segnarla per quanto riguarda le locazioni. Proprio come nel gioco originale, queste sono estremamente ripetitive, offrendo in continuazione i soliti spazi bui e ristrettissimi. Se ciò dà, da una parte, una sensazione di ripetitività, dall’altra ci regala quella sensazione di claustrofobia e di tensione che rendono l’atmosfera di DooM 3 assolutamente unica. Tra gli altri elementi da segnalare, ricordiamo la presenza dei computer con cui è possibile interagire e che già avevamo visto nel gioco originale. Pensate che fu uno degli elementi che hanno richiesto più tempo nel momento della realizzazione del gioco originale. Ci sono volute ben 500000 linee di codice per renderli così come oggi li vediamo. Ritornano anche i PDA dei vari marine morti, nei quali potremo ottenere informazioni sulle vicende che hanno caratterizzato la vita dell’installazione e aiuti relativi all’apertura delle casse che contengono proiettili e altro materiale che può esserci utile con il nostro procedere nel gioco. Per quanto riguarda il supporto multiplayer, purtroppo, non ci sono novità sconvolgenti rispetto al passato. Sono state aggiunte quattro nuove mappe e adesso è possibile giocare anche in otto contemporaneamente. Non è presente la tanto attesa modalità cooperativa. Insomma, anche DooM 3: Resurrection of Evil è un’esperienza di gioco quasi esclusivamente single player.
Semplicemente il motore grafico di DooM 3 Quando si usa l’espressione “motore di DooM 3” si intende ormai il massimo che l’hardware attualmente disponibile può offrire. Insieme al motore di Half-Life 2, infatti, il capolavoro di John Carmack e soci ricopre indisturbato il trono di migliore soluzione visiva in tutto il panorama videoludico. Anche Resurrection of Evil, quindi, riesce a sbalordire pienamente, non dimenticando il fatto che il motore di DooM 3 ha già quasi un anno di vita. L’impatto visivo è di assoluto effetto grazie ad un sistema di illuminazione e di ombre impensabile in qualsiasi altro videogioco. La consistenza dei corpi dei vari personaggi, la bellezza delle ombre, gli effetti particellari, il realismo delle luci, il bump mapping praticamente sempre presente e molto altro rendono la grafica di DooM 3: Resurrection of Evil superiore a quella di qualsiasi altro videogioco attualmente presente sul mercato. Si ha addirittura la sensazione di qualche miglioramento rispetto al DooM 3 originale. Probabilmente c’è stata qualche aggiunta per quello che riguarda gli effetti particellari, mentre gli spazi aperti adesso sono molto più fruibili anche con schede video non proprio eccezionali. Sicuramente migliorate le ombre, grazie alla presenza (finalmente!) di quella dello stesso marine che impersoneremo. Se dovessimo però cercare il pelo nell’uovo dovremmo fare riferimento ad alcuni rallentamenti che si notano dopo sessioni di gioco particolarmente lunghe. Evidentemente c’è un problema nella gestione della RAM di sistema, per cui dopo un po’ che si gioca il programma comincia ad occupare un quantitativo di memoria superiore al dovuto, comportando qualche scatto qui e lì. In queste circostanze, comunque, basta riavviare il gioco per ovviare all’inconveniente. Passando al comparto audio, siamo di nuovo su livelli di massima eccellenza. L’audio direzionale è veramente d’effetto, consentendoci di intuire perfettamente la posizione dei vari mostri. Inoltre, i versi di questi ultimi riescono sempre a provocare quel balzetto di paura, cosa che li rende violenti (anche grazie ad animazioni di grande impatto) al punto giusto. Il gioco risulta, inoltre, tradotto in italiano in tutte le sue componenti.
HARDWARE
Requisiti minimi: Processore da 1,5 Ghz, 384 MB di RAM, scheda video con 64 MB, 630 MB di spazio libero su hard disk, la versione completa di DooM 3 deve essere installata sull’hard disk.MULTIPLAYER
Sono state aggiunte quattro nuove mappe rispetto al gioco originale. Adesso è possibile giocare anche in otto contemporaneamente. Non è presente la tanto attesa modalità cooperativa.
– E’ sempre DooM 3
– La doppietta a canne mozze
– Più vario del gioco originale
– Locazioni ripetitive
– Le novità tendono a snaturare la struttura di gioco originale
– Prezzo troppo alto
8.0
Nello scrivere la preview di DooM 3: Resurrection of Evil rimasi preoccupato per la serie di introduzioni che venivano promesse. La possibilità di poter utilizzare gli oggetti e di rallentare il tempo, infatti, mi sembrava troppo al di fuori della classica impostazione “spara e fuggi” che ha da sempre avuto la saga. In effetti, queste innovazioni tendono leggermente a snaturare la classica struttura di gioco, cosa che potrebbe non essere accettata dai fan più puristi. I primi minuti di gioco a Resurrection of Evil, infatti, risultano fuorvianti. Tuttavia, una volta digerite le novità e capito come sfruttarle, il tutto finirà addirittura per costituire un pregio. In realtà, il gioco rimane sempre quello: bisognerà semplicemente prendere la mira e sparare. Il grabber e il rallentamento del tempo rappresentano una variante di questa struttura di gioco, rendendo il tutto piacevolmente più vario. D’altra parte, ad agire in senso opposto è la fenomenale doppietta a canne mozze, l’arma perfetta per uno shooter 3D come abbiamo detto nella recensione. Quest’arma sarà un graditissimo ritorno per tutti gli appassionati di vecchia data della saga. Tutto questo fa di questa espansione un acquisto praticamente obbligatorio per chi ha amato il gioco originale. Unica vera controindicazione: il prezzo troppo alto (circa 35 euro).
Voto Recensione di DooM 3: Resurrection of Evil - Recensione
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