Recensione

Donkey Kong Land III

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Se c’è una cosa che i videogiocatori sanno, è che le formule vincenti dei grandi classici sono efficaci anche con il procedere degli anni – forse per il loro rimanere iconiche, in quel prezioso cassetto della memoria dove si tengono cari i ricordi d’infanzia e gioventù, e che si apre spesso con immancabile nostalgia. Per questo motivo, la costante re-release di grandi classici di casa Nintendo su Virtual Console non può che essere un’idea brillante e stimolante al contempo. Il compromesso, però, è quello di non fermarsi mai alla grafica – e, probabilmente, di non essere troppo giovani, o l’effetto nostalgia andrà a rotoli.

Perché questa premessa? Perché Donkey Kong Land III è un titolo che non fa niente per svecchiarsi, in nessuno dei suoi aspetti, eppure funziona, e senza fare nemmeno troppe pieghe. Dal 1997 al 2014.
Due scimmie, due colori, un’avventura
Dopo essere stati abbandonati da Donkey Kong e Diddy Kong, partiti all’avventura senza di loro, ecco che Dixie Kong e Kiddy Kong decidono di mettersi sulle tracce dei cugini, e di avventurarsi alla ricerca del Mondo Perduto. Questo viaggio li porterà in giro per diverse aree, ricche di livelli da completare e boss da sconfiggere prima che ci si possa dichiarare trionfatori, e all’interno delle quali è possibile riconoscere le meccaniche platform bidimensionali a scorrimento che sono divenute marchio di fabbrica di questa serie. Vi ritroverete quindi a condurre Dixie e Kiddy lungo un imponente numero di livelli e, avendo a disposizione una vita extra, avrete anche la possibilità di switchare da un personaggio all’altro, sfruttandone le caratteristiche uniche: la prima, infatti, gode della possibilità di planare più a lungo nei suoi salti, mentre il secondo può abbattere anche i nemici più nerboruti.
È però interessante notare che il ventaglio di personaggi che potete controllare si rivela decisamente più ampio, dal momento che – lungo gli stage – incapperete in alcune sequenze che vi consentiranno di vestire i panni di tutta una serie di amici dei Kong, ciascuno dotato di caratteristiche uniche che ben si sposeranno a ciò che dovete fare per completare il livello: gli stage sviluppati verticalmente, ad esempio, vi consentiranno di utilizzare il grazioso pappagallo Squawks, mentre in quelli sommersi sarà il pesce spada a farla da padrone. Questa tipologia di struttura riesce a garantire una buona varietà al gioco, facendovi passare rapidamente da una situazione all’altra e consentendovi di confrontarvi con nuovi attacchi ed approcci con i nemici. Il tutto, mentre ovviamente andate a caccia delle irrinunciabili lettere K-O-N-G e dei medaglioni sparsi per i livelli, ottenendo bonus ed una percentuale di completamento più alta.
Dal GameBoy a Nintendo 3DS
Ciò che è più interessante notare in questa sede, tuttavia, è come il gioco si adatta al suo passaggio dal 1997 ai giorni nostri, e da una piattaforma all’altra, abbastanza diverse, come in questo caso. Per quanto riguarda la mappatura dei controlli, parliamo di uno schema interattivo estremamente semplice ed intuitivo, che si limita a farvi saltare o attaccare, e vi consente di scegliere tra la croce direzionale e lo stick analogico per gli spostamenti nei livelli, rigorosamente bidimensionali. Tuttavia, in alcuni casi vi accorgerete che proprio lo stick può risultare impreciso per i vostri scopi, e vi capiterà magari di subire danni da nemici o boss perché non siete riusciti a prendere bene le misure dell’analogico. Non viene invece fatto utilizzo del touchscreen, che rimane relegato alle funzioni della Virtual Console. In tal proposito, bisogna sottolineare che è possibile vivere l’esperienza di gioco con due distinti livelli di difficoltà: il primo è quello di chi vuole l’esperienza pura del 1997, e che si limiterà quindi a salvare la partita quando il gioco lo concede. Il secondo, invece, è quello di chi vuole sfruttare appieno l’emulazione tramite Virtual Console, e che si concederà quindi salvataggi saltuari, anche nel bel mezzo dei livelli, per evitare così di ripetere delle parti quando avrà esaurito le vite.
Potrebbe invece far storcere il naso ad alcuni giocatori il fatto che l’edizione riproposta su 3DS sia proprio quella europea per GameBoy, e non quella rilasciata successivamente in Giappone su GameBoy Color: per questo motivo, il gioco si presenta sul vostro display rigorosamente in bianco e nero, e c’è da sottolineare che, nelle parti più frenetiche, non riuscire subito a distinguere i nemici potrebbe causarvi qualche grattacapo. Nonostante ciò, entro la prima mezz’ora avrete già abituato l’occhio ai due soli colori, e vi ritroverete a bazzicare per i livelli senza preoccuparvi nemmeno troppo del fatto che l’erba non sia verde e i gorilla non siano marroni. Un giocatore odierno potrebbe anche notare, in alcuni casi, che diversi stage sono stati realizzati proponendo le medesime sequenze in ordine non dissimile, e potrebbe avvertire di tanto in tanto una strana sensazione di deja-vu: i livelli sono infatti costruiti in base alla loro categoria, dividendosi tra quelli innevati, quelli subacquei, quelli presso le cascate e così via, e ci saranno occasioni in cui avrete la sensazione di muovervi in percorsi che non abbondano di originalità. Nella maggior parte dei casi, però, le idee dei designer risultano tutt’oggi brillanti e capaci di offrire una sfida ludica in grado di dividersi equamente tra l’impegnativo ed il divertente. Anche il numero di livelli proposti è sicuramente soddisfacente (si tratta di sei mondi, con ognuno sei stage e un boss finale), e ciascuno di essi viene accompagnato da una colonna sonora adeguata e gradevole.

– Divertente, sempre e comunque

– Grande varietà di personaggi con relative meccaniche

– Colonna sonora sempre adeguata per gli scenari

– Tanti livelli da completare

– Il level design non è sempre ispiratissimo

– I controlli possono risultare a tratti legnosi

8.0

Donkey Kong Land III fa fronte agli anni passati presentandosi su 3DS con una giocabilità decisamente godibile e con una struttura ancora oggi intelligente e ponderata. Se siete tra coloro che ritengono che la grafica non sia altro che un orpello decorativo, l’avventura di Dixie e Kiddy Kong saprò sicuramente divertirvi; in caso contrario, la riproposizione dello stile bicolore dell’originale GameBoy non sarà di vostro gusto e potrebbe farvi storcere il naso.

Fatta questa distinzione, bisogna sottolineare che l’opera di Rare si apre anche ai giocatori meno capaci e meno pazienti grazie al sistema di salvataggio di Virtual Console, ed è indubbio che ci troviamo innanzi ad un videogioco che, come la tradizione vuole, fa tutto ciò che è in suo potere per raggiungere con successo un solo, semplice obiettivo: divertirvi.

Voto Recensione di Donkey Kong Land III - Recensione


8

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