Recensione

Donkey Kong Country 3

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a cura di AP

Quando, nel 1996, debuttò Donkey Kong Country 3: Dixie Kong’s Double Trouble, molta attenzione fu sottratta al gioco Rare a causa dell’uscita ravvicinata del Nintendo 64 e dal suo nuovo Super Mario. Per questo motivo è probabile che anche i vecchi possessori del SNES si siano persi questo titolo che, occorre dirlo subito, piace, diverte ma non stupisce.

Gioco nuovo ma solito gameplayQuesta volta i protagonisti della vicenda saranno la vecchia conoscenza Dixie e il suo cuginetto Kiddy, un bebè troppo cresciuto che ricorda il buon Donkey Kong del primo gioco (anche qui scomparso come personaggio giocabile) per quanto riguarda le sue mosse e la sua stazza. Le abilità dei due personaggi sono le stesse già viste nei giochi precedenti: mentre Dixie può rallentare la caduta usando la sua capigliatura come un’elica, Kiddy può avere la meglio contro nemici più grandi essendo molto più forte e pesante.Il loro viaggio inizia quando Donkey e Diddy spariscono durante una battuta di pesca a nord della loro amata giungla. Le ambientazioni di quest’avventura si differenziano quindi molto da quelle delle viste nei titoli precedenti. Seguendo l’esile trama, i nostri eroi abbandoneranno i classici livelli dove foreste tropicali e paludi la fanno da padrone e si sposteranno nelle zone nord della loro isola, arrivando in luoghi che ricordano parecchio la zona dei Grandi Laghi e quella delle Montagne Rocciose con fiumi, grotte e grandi vallate. Tutte queste novità in termini d’ambientazione non si manifestano in maniera netta durante il gioco se non per la grafica e i colori utilizzati. Il level design infatti è rimasto molto (forse troppo) simile ai predecessori. Sono sempre presenti i classici Kremlings, le api tra cui saltare e arrampicarsi e avrete più di un deja-vu se avete giocato il primo o il secondo titolo di questa serie per quanto riguarda la struttura dei singoli stage, che difficilmente vi rimarranno impressi come succedeva invece nei due capitoli precedenti. Un po’ diversa invece la mappa di gioco che ora non fa più solo da congiunzione tra un livello e l’altro ma può offrire anche una piccola componente esplorativa permettendoci di utilizzare i diversi mezzi di trasporto messi a disposizione da Funky Kong per gironzolare alla ricerca di grotte segrete per i corsi d’acqua e i laghi che compongono queste terre. Migliore la scelta dei protagonisti rispetto a DKC2, poichè le loro caratteristiche sono molto più marcate e la differenza tra i due primati ora è tangibile. Saranno presenti anche le solite trasformazioni in animali: la novità di questo terzo capitolo è un elefantino che può afferrare barili a distanza e aspirare acqua per poi spararla. Un po’ poco a dir la verità.

Come ti spremo un SNESLa cosa che più colpisce chi ha un po’ d’esperienza è un comparto tecnico straordinario. Ogni aspetto della grafica risulta studiato e funzionale. Dalla scelta dei colori fino alla fluidità delle animazioni, ogni amante dei “vecchi” giochi 2D rimarrà spesso fermo per chiedersi come abbia fatto a tirar fuori dal SNES un titolo così dettagliato. Solo se avete uno schermo piuttosto grande ad alta definizione potrete notare alcune imperfezioni che in ogni caso non sviliscono affatto il lavoro svolto dal team inglese. Per quanta riguarda la colonna sonora invece, tornano brani già ascoltati nei capitoli precedenti sotto forma di remix insieme ad altri adatti alle ambientazioni che accompagnano ma non per questo memorabili. La giocabilità è buona ed è consigliato l’utilizzo del classic controller rispetto al pad del Gamecube. Per quanto riguarda invece la longevità, tutto dipende dal vostro approccio al gioco. Affrontando un livello dopo l’altro senza preoccuparvi dei tanti segreti celati nei livelli ed ora anche nella mappa di gioco, lo terminerete piuttosto in fretta, ma quel che è peggio è che snaturerete lo spirito della serie che invece richiede osservazione ed esplorazione per essere goduto appieno.

– Tecnicamente ottimo

– Tanti segreti

– Buona longevità

– Continua a mancare Donkey Kong

– Poche novità

– Troppo simile ai predecessori

7.7

L’unico grosso problema di Donkey Kong Country 3: Dixie Kong’s Double Trouble è l’eccessiva somiglianza con i capitoli precedenti, senza però la loro freschezza e voglia di osare. Rimane comunque un platform con un’ottima giocabilità, che farà la felicità degli appassionati di questa serie che magari nel 1996 si sono persi una discreta conclusione di questa trilogia. Se avete già giocato i capitoli precedenti e vi sono piaciuti, DKC3 farà sicuramente al caso vostro, altrimenti iniziate pure giocando a quelli. Il divertimento è assicurato.

Voto Recensione di Donkey Kong Country 3 - Recensione


7.7

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