Recensione

Donkey Kong Country

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a cura di Fabfab

Nel lontano 1993 le cose erano parecchio diverse da oggi, nel campo videoludico: Nintendo e Sega regnavano incontrastate nel mondo delle console casalinghe, mentre Sony si occupava ancora di stereo e televisori e la Microsoft si stava preparando ad imporre quel monopolio in campo software che ancora oggi detiene.In quell’anno uscì un gioco destinato a lasciare il segno, non solo su SNes: si trattava di “Donkey Kong Country”, un titolo che sfruttava come mai prima l’hardware del SNes e lasciò tutti di stucco. Oggi, dieci anni dopo, quello stesso titolo ci viene riproposto pressoché identico sul GBA, una macchina che è l’erede non solo spirituale dello storico SNes: riuscirà ancora a stupire?

Scimmie e bananeLo scopo del gioco è quello di guidare Donkey e Diddy Kong al recupero delle banane rubate loro dal perfido (?!) King K. Rool ed i suoi Kremlings.Userete quindi ben due scimmioni, ognuno con caratteristiche differenti, selezionando di volta in volta quello che muoverete direttamente voi, mentre il compagno vi seguirà “scimmiottando” le stesse azioni: nel caso una delle due scimmie venga abbattuta, entra in gioco l’altra, una volta stese entrambe il Game Over sarà inevitabile.Il titolo è un classico platform 2D in cui vi troverete a saltare, stendere i nemici e raccogliere bonus e banane: ogni livello è diviso in più stages, periodicamente dovrete affrontare il classico boss sconfitto il quale accederete ad una nuova area di gioco, il tutto lungo ben 34 livelli di gioco.Per i combattimenti avremo a disposizione diverse mosse: potremo, infatti, stendere i nemici sia travolgendoli con la nostra capriola che saltandogli in testa, senza dimenticare la possibilità di lanciare loro addosso i barili!Nel corso dei livelli le due scimmiotte non saranno sole, ma potranno contare sull’aiuto di validi alleati quali altri scimmioni (Candy, Cranky e Funky Kong), la rana Winky, in grado di compiere balzi altissimi, il rinoceronte Ramby, che travolge i nemici caricandoli col suo corno, lo struzzo Espresso, in grado di planare e il pesce spada Enguarde, per i livelli subacquei.Nulla di nuovo, insomma, per un titolo che, a livello di gameplay già appariva poco innovativo dieci anni fa! Perché è questo il problema di Donkey Kong Country, il fatto di essere un gioco vecchio e poco innovativo: nel gioco non troverete nulla che non abbiate già visto in un Mario o in un Sonic qualsiasi.A risollevare un minimo la situazione segnalo, comunque, l’inclusione di alcuni sottogiochi (“La pesca di Funky”, in cui pescare più pesci possibile entro un tempo limite e “La sala da ballo di Candy”, in cui far ballare la nostra scimmiotta al ritmo delle musiche proposte) e di una modalità cooperativa a due giocatori.Inoltre è stato mantenuto un livello di difficoltà tipico di quegli anni, ma forse non più adatto per il videogiocatore odierno: in questo titolo Rare riuscire a superare i vari livelli è tutto un gioco di memorizzazione e ripetizione. Dovrete affrontare più volte i vari stages per memorizzare la posizione di nemici e trappole in livelli costruiti apposta per ostacolare il più possibile il videogiocatore: la cosa, naturalmente, farà piacere agli appassionati di vecchia data ma potrebbe scoraggiare e frustrare i meno pazienti tra voi.

DK goes to Silicon GraphicsIl vero punto di forza di “Donkey Kong Country”, all’epoca della sua uscita, era rappresentato da un comparto grafico all’avanguardia per un SNes: il titolo era davvero spettacolare ed a seguito del particolare processo di lavorazione, riusciva a conferire una credibile sensazione di profondità pseudo 3D tanto agli ambienti quanto ai personaggi.A tutt’oggi l’ottimo lavoro svolto dalla Rare è pienamente apprezzabile, anche se la necessità di adattare la magnificenza di un tale comparto grafico alle ridottissime dimensioni dello schermo del GBA ha spinto i programmatori a ridurre il livello di dettaglio degli ambienti.Il comparto sonoro alterna temi musicali godibili ad altri più anonimi ma comunque mai fastidiosi: all’altezza anche il comparto degli effetti sonori, con una menzione speciale ai versi ed agli strepiti delle nostre due scimmiotte.

– Graficamente ancora all’altezza

– Grande giocabilità

– Spesso frustrante

– Gameplay datato

7

L’ennesima riproposizione di un classico per SNes sugli schermi del nostro GBA fa sorgere il desiderio di comprendere se simili operazioni siano del tutto giustificabili dal desiderio di retrogaming proprio di parte dell’utenza GBA.

Donkey Kong Country è la trasposizione fedele del titolo uscito per SNes una decina di anni fa; all’epoca fece scalpore non tanto per il gameplay, assai poco innovativo, quanto per il comparto grafico, davvero d’eccezione. Al giorno d’oggi, tuttavia, abituati come siamo a ben altre meraviglie tecniche, viene meno il principale punto di forza del titolo; quello che resta è un bel gioco, dalla grande giocabilità (parliamo pur sempre di Nintendo) ma per niente innovativo rispetto ad un “Super Mario” qualsiasi e parecchio difficile. I retrogamer esulteranno, ma forse l’utente medio odierno, se non spinto dal desiderio di provare un classico, potrebbe trovarlo più frustrante e ripetitivo che divertente…

Voto Recensione di Donkey Kong Country - Recensione


7

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