Recensione

DmC: La Caduta Di Vergil

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a cura di Pregianza

Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Quando Devil May Cry è stato affidato ai Ninja Theory da Capcom la terra si è spezzata in due, e fiotti di lava incandescente sono volati dalle crepe del terreno, alimentate dall’odio palpabile proveniente dai vecchi fan della serie. Poi il gioco è uscito, e gran parte dei più scettici si sono dovuti ricredere. Ciò che la software house ha sfornato non è un prodotto affrettato e indegno, bensì un reboot di qualità notevole che, seppur non privo di imperfezioni, si è meritato l’apprezzamento della critica e del pubblico pagante, grazie a un gameplay frenetico e ben congegnato (Kamiya in persona ha elogiato il gioco, il che è tutto dire).
Il passaggio di consegne all’occidente non ha però eliminato un’usanza della casa nipponica sempre più diffusa nel gaming odierno, ovvero il rilascio di DLC contenutistici. Il primo extra sostanzioso disponibile per il gioco non vede Dante come protagonista, ma suo fratello Vergil. Noi l’abbiamo provato e oggi vi diremo se si tratta di un’aggiunta meritevole o della solita pappetta insapore.
Way of the not-so-samurai
Contrariamente alle aspettative, La Caduta Di Vergil non è un DLC contemporaneo all’avventura di Dante, ma un epilogo allungato, cronologicamente posto subito dopo il finale della campagna e pensato per introdurre un eventuale seguito. Evitiamo di descrivere ulteriormente gli avvenimenti per non incappare in fastidiosi spoiler sul gioco base, sappiate solo che nelle nuove missioni impersonerete Vergil in una tormentata scoperta dei suoi poteri della durata di circa due ore. 
A livello narrativo già il titolo base non brillava per qualità, e questi livelli aggiuntivi non fanno differenza, ancora una volta è il gameplay a farla da padrone. Il sistema di combattimento è rimasto praticamente invariato: come Dante, anche il nuovo protagonista può avvicinarsi istantaneamente ai nemici o attirarli a se con spade energetiche che fungono da equivalente delle braccia angeliche/demoniache. Vergil però presenta delle peculiarità abbastanza significative, che rendono gli scontri al suo comando sensibilmente differenti da quelli del prodotto originale. 
In primo luogo non avrete a disposizione pistole né armi da fuoco variabili, solo la capacità di evocare lame di energia nettamente più dannose dei proiettili normali e scagliabili senza perdite di velocità durante il movimento. Vergil è anche meno flessibile di Dante, non disponendo di armi bianche diversificate. Il nostro può infatti usare la sola katana Yamato, che durante le missioni si potenzia e ottiene attacchi demoniaci lenti ma estremamente potenti, e fendenti angelici velocissimi che permettono di eseguire combinazioni complesse. 
Le mosse sono studiate per permettere al nostro di cavarsela in ogni situazione, quindi si va da colpi ad area a scatti istantanei, passando per assalti aerei mirati e per devastanti botte a terra. Nonostante l’assenza del cambio arma è pertanto possibile ottenere serie coreografiche e spettacolari quasi quanto quelle del fratello, e tutto ciò ignorando l’assenza di un paio di mosse che permettevano di continuare le combo aeree ad libitum in DmC. Le spade sembrano inoltre avere un ritardo leggermente maggiore rispetto ai rampini di Dante,  modifica voluta probabilmente per controbilanciare l’elevato danno dei colpi della Yamato rispetto alla Rebellion. Curioso infine l’uso del Devil Trigger, che permette a Vergil di evocare un cerchio di lame di energia con cui è facile ottenere punteggi stile stratosferici, di lanciare gruppi di spade con un consumo parziale della barra, e di usare un’altra chicca che preferiamo non svelarvi.
La katana è più stilosa
La struttura dei nuovi livelli non differisce più di tanto da quanto visto nella campagna normale. Ci si ritrova ad affrontare una serie di scontri di difficoltà crescente, intervallati da fasi platform che richiedono l’uso delle spade energetiche per avanzare. Molte delle strutture delle mappe sono riutilizzate, dunque non aspettatevi un gran numero di locazioni originali, tuttavia gli sviluppatori hanno almeno fatto lo sforzo di inserire nel DLC due nuovi boss e una tipologia di nemico in più. Nulla di particolarmente eclatante, ma il ritmo è calcolato abbastanza bene da mantenere elevata l’attenzione del giocatore, aiutato anche dallo sblocco graduale delle abilità di missione in missione. Chiaramente anche ne La Caduta di Vergil tutto è affrontabile alle difficoltà maggiori, utili per allungare l’esperienza di qualche ora e stuzzicare l’appetito dei giocatori più esperti. 
Tecnicamente il DLC non stupisce, per via di una serie di cutscene disegnate e animate in modo dozzinale, che sembrano quasi animatic presi direttamente dal planning delle scene. Il sonoro si mantiene invece di ottima qualità, seppur le musiche siano molto più simili a quelle dei vecchi Devil May Cry e “di sottofondo” rispetto alla soundtrack adrenalinica del gioco normale. 

– Vergil è sensibilmente diversificato da Dante, ma non meno spettacolare nelle combinazioni

– Il DLC ha un buon ritmo e resta divertente fino alla conclusione

– Molto breve

– Non particolarmente pregno di novità significative o contenuti originali

7.5

La Caduta di Vergil è un DLC apprezzabile, che offre un nuovo personaggio dotato di una movelist sensibilmente diversificata rispetto a quella di Dante, ma in grado di eseguire combo altrettanto coreografiche e spettacolari. Si parla di un paio di ore aggiuntive, molto piacevoli per chiunque abbia già apprezzato la campagna e rigiocabili alle difficoltà maggiori. Non male per una decina di euro, anche se avremmo apprezzato missioni dedicate a questo carismatico protagonista anche nel prodotto base.

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