Recensione

Dinocide

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Chi ha bene in mente l’era 8-bit del NES e conosce Adventure Island non potrà non cogliere le evidenti analogie che Dinocide ha con la serie Hudson. A metà tra tributo e rivisitazione di quel vecchio brand, il titolo di Atomic Torch si presenta al pubblico con la stessa semplicità dei giochi del passato, senza voler introdurre nuovi elementi che possano in qualche modo alterare l’equilibrio del tipico platform vecchia scuola.
Età della pietra
Persino l’incipit è lo stesso di Adventure Island: la vostra amata viene rapita e voi dovrete imbarcarvi in una perigliosa avventura per salvarla da un gigantesco dinosauro. Fine. La storia è davvero tutta qui, senza ulteriori scenette di intermezzo che si frappongono tra un livello e l’altro. D’altra parte non deve sorprendere, visto che si tratta di un platform dove si bada solo all’azione e a nient’altro, esattamente come accadeva in molti giochi di quasi trent’anni fa. 
A quella semplice formula, condivisa dalla gran parte dei titoli dello stesso genere, è stato aggiunto davvero poco di rilevante, a dimostrazione del fatto che Dinocide vuole solo intrattenere e sfidare il giocatore senza strafare o sperimentare nuove soluzioni. Ecco dunque che vi ritroverete a muovervi in orizzontale lungo livelli ambientati in zone stereotipate come deserti, caverne piene di lava, aree ghiacciate e foreste, progredendo però in maniera non lineare. Dopo aver superato alcune missioni, infatti, appariranno dei bivi che vi permetteranno di selezionare la direzione da seguire, saltando da un mondo all’altro per poi ritornare a quello iniziale in un secondo momento. Riteniamo questa scelta azzeccata, poiché spezza un po’ la monotonia delle ambientazioni, costringendovi ad adattarvi immediatamente alle sfide più importanti. Vista la struttura di gioco, ricoprono un ruolo fondamentale le cavalcature dei piccoli dinosauri, che vi permettono di correre più velocemente, avere una maggiore potenza di attacco, planare o muovervi più agevolmente sott’acqua. Diventano molto utili durante i livelli più ostici, senza dubbio, ma fate molta attenzione: il loro uso è limitato e quando moriranno sarete in una posizione di svantaggio durante i successivi tentativi. All’inizio di ogni livello, oltre alle bestie da portarvi appresso, potrete scegliere quale arma brandire tra quelle messe a disposizione; anche in questo caso, fallire un livello significa perderle per sempre. 
Questo curioso sistema di inventario, che vi lascia accumulare armi e dinosauri, inizialmente può essere visto come un aiuto sin troppo evidente per la difficoltà leggera del gioco, ma andando avanti vi renderete conto che da molto semplice – quasi elementare – Dinocide si trasforma in un titolo meno permissivo di quanto possa sembrare.
Fame mortale
Il nemico più implacabile in assoluto di Dinocide, il più pericoloso e temibile, è il tempo. Oltre alle creature che infesteranno le diverse zone del gioco e agli ostacoli ambientali, c’è un timer camuffato che vi spingerà a fare tutto di fretta, con margini di errore che si restringeranno sempre di più all’avanzare dell’avventura. Perché camuffato? Semplice: non c’è un orologio che una volta arrivato a zero vi dà il ben servito, ma è stato escogitato un sistema che può farvi morire di inedia se non raccogliete i frutti sparsi lungo l’isola. Le tacche di “fame” diminuiranno piuttosto velocemente, e se subite qualche colpo vi ritroverete ancora più affamati e in punto di morte. Proprio per questo motivo, oltre ad arraffare il cibo per mantenervi in vita fino all’uscita dall’area, dovrete calcolare bene i rischi di un impatto diretto con un nemico, che si rivelerà di poco conto solo quando nelle vicinanze avrete adocchiato la vostra panacea commestibile. 
L’altra modalità di Dinocide, ben più breve dell’avventura principale, è la speedrun: vi metterà a disposizione qualcosa come sei livelli di seguito da affrontare e alla fine della vostra prova avrete le singole valutazioni. Sbrigatevi dunque, c’è ben poco tempo da perdere, fermo restando che si tratta di una sfida che tutto sommato rimane un po’ fine a se stessa. 
Tecnicamente Dinocide è né più e né meno di un titolo a 8 bit in chiave moderna, più pulito e definito rispetto ai giochi dell’epoca e con colori più sgargianti, saturi. 
Si tratta insomma di un platform assai derivativo, che poggia beatamente sulla struttura di un classico come Adventure Island e introduce un paio di caratteristiche poco distintive capaci di aumentare la difficoltà generale.

– I nostalgici dell’era a 8-bit si sentiranno a casa

– Sistema di inventario con perdite permanenti

– Modalità Speedrun…

… Che vi fa completare solo sei livelli ed è un po’ fine a se stessa

– Il limite del tempo, alla lunga, può infastidire

7.0

Dinocide sarebbe stato un capolavoro, se fosse uscito su NES. Arrivando sul mercato oggi, è invece un gioco che scopiazza sin troppo un grnade classico di quel periodo, offrendo ben poche novità di rilievo. Ciononostante, rimane un titolo divertente, che i nostalgici e gli amanti dei vecchi platform dovrebbero tenere sott’occhio.

Voto Recensione di Dinocide - Recensione


7

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