Se il nome Dino Dini non vi dice nulla, probabilmente avete meno di vent’anni, e non ve ne si può fare una colpa.
Se, invece, al solo sentirlo vi si inonda la mente di ricordi, di pomeriggi passati con bibite gassate e schifezze varie, insozzando joystick (rigorosamente non ufficiali) con le vostre manine sudicie, allora saprete che la recensione che segue tratterà di un gioco di calcio, l’unico che abbia il fegato di inserirsi nella lotta tra giganti firmata da EA e Konami, latrici, rispettivamente, di Fifa e di PES.
Le ambizioni, il respiro, la profondità dell’esperienza, meglio chiarirlo subito, non sono nemmeno lontanamente paragonabili alle due serie succitate, come, d’altronde, non lo è la filosofia dietro al progetto, ma non è questo il punto: i problemi sono ben altri.
Recensione per sottrazione
Abbiamo preso una decisione singolare, con un groppo in gola, che però si rende necessaria per dare a voi lettori un quadro della situazione il più possibile preciso: dedicheremo questo primo paragrafo non a descrivere ciò che c’è (quello lo faremo dopo, non temete, ma sappiate che non c’è molto da scrivere…) ma ciò che manca, e che non ci aspettavamo mancasse.
Non è stata implementata la regola del fuorigioco, per cui un atteggiamento “alla Inzaghi”, come il vostro compagno di scuola che non tornava mai, è consigliabile.
Non ci sono gli infortuni, per cui legnare come fabbri non porta a conseguenze altre a parte concedere un calcio di punizione all’avversario: se vi state chiedendo delle sanzioni disciplinari, no, non ci sono nemmeno quelle.
Praticamente il paradiso per giocatori come Paolo Montero o Pasquale Bruno.
Non ci sono modalità di gioco strutturate, come campionati nazionali o competizioni internazionali come la Champions League: solo una versione ridotta all’osso degli Europei di calcio attualmente in corso e le partite singole, offline ed online.
Non ci sono i replay, per cui, per quanto bello sia il goal che avete segnato (e dubitiamo ne farete di memorabili), non potrete rivederlo.
Non c’è la possibilità di scegliere il modulo di gioco, sostituire i giocatori, preferire un panchinaro ad un titolare spompato: si passa dal menu di selezione del match direttamente al calcio d’inizio.
Manca un tutorial utile alle nuove generazioni: ce n’è uno, ma considera scontate molte nozioni, lasciando i più giovani in balia degli eventi.
Non ci sono routine di intelligenza artificiale degne di questo nome per i portieri, che prendono goal assurdi e si dilettano in uscite intempestive e scoordinate.
Ci aspettavamo non ci fossero le licenze, e non ce ne lamentiamo, ma perché non includere un editor che permetta ai più pazienti di rinominare i giocatori e dilettarsi con le versioni stilizzate dei propri campioni?
Queste solo solo le mancanze più gravi, purtroppo, perché ce ne sarebbero molte altre da elencare (non esistono giocatori di colore, le divise sono tutte monocromatiche, non si sa mai chi ha segnato, la gestione dei falli laterali sembra randomica): la triste impressione è che il buon Dino si sia dovuto piegare a tempistiche commerciali molto rigide, con il risultato che Dino Dini’s Kick Off Revival sembra più una demo da fiera che un gioco fatto e finito.
In campo va meglio..?
Nonostante tutto, se c’è una cosa da salvare della produzione, questa è rappresentata dal recupero dello spirito dei Kick Off originari, con un sistema di controllo monotasto che richiede del tempo per essere digerito (sì, anche per i nostalgici, perché di anni ne sono passati) ma che poi riesce a regalare qualche soddisfazione.
La sfida più grande è rappresentata dal controllo stesso della sfera, che è gestita da un motore fisico del tutto indipendente da quello che muove i ventidue sul campo: cambiando direzione, insomma, si agisce sul giocatore ma non sulla palla, che continua bellamente per la sua strada, a meno di tenere premuto il tasto X, così da controllarla meglio, sacrificando però la velocità di esecuzione.
Il risultato, nel complesso, potrebbe anche risultare accettabile per i vecchi lupi di mare che si dilettarono con i prodotti del buon Dini nei primi anni ’90, ma le mancanze sono nondimeno evidenti: la difficoltà di imbastire trame di gioco palla a terra è testimoniata non solo dalla frequenza con cui la CPU utilizza la tattica tanto cara agli inglesi (altresì nota come “palla lunga e pedalare”), ma anche dalle numerose imprecisioni sia nella rilevazione della pressione prolungata del tasto sia nell’effetto che è possibile imprimere alla palla dopo che si è scagliato un tiro.
Troppo spesso Dino Dini’s Kick Off Revival restituisce l’impressione di essere una versione stilizzata del rugby piuttosto che del calcio, vista l’importanza data alla territorialità e alla posizione della palla: viste le difficoltà nei controlli e l’esangue AI dei portieri, tenere la sfera lontana dalla propria area di rigore, anche a costo di maciullare le rotule del team avversario, appare come l’unica strada per non prendere goal.
Un buon numero di bug, poi, detrae dalla già non eccelsa esperienza di gioco, tra cui compenetrazioni poligonali, palloni evidentemente usciti dal campo che vengono valutati come buoni, retropassaggi gestiti con le mani dal portiere: tutta roba di poco conto, che potrebbe essere risolta con una patch da poche centinaia di mega, ma che, al momento di redigere questa recensione, è doveroso segnalare.
Tutto rafforza la spiacevole impressione di trovarsi dinanzi ad un prodotto affrettato, lanciato sul mercato come completo quando invece avrebbe necessitato di almeno altri due o tre mesi di lavoro per venire pulito e rifinito.
Se così fosse (e verosimilmente non lo sapremo mai) sarebbe un delitto non solo verso la fanbase, che lo aspettava da anni, ma anche verso il brand e il suo creatore.
Modalità, queste sconosciute
Più che sul versante meramente tecnico, che ovviamente sfigura su PS4 e su un televisore dalla diagonale generosa, ci soffermeremmo più sulla già anticipata mancanza di contenuti, ulteriore indizio di come l’uscita sia stata affrettata, probabilmente per monetizzare al meglio l’onda lunga generata dall’Europeo in corso.
La mancanza di squadre di club, dei campionati nazionali, di tornei personalizzabili, persino di un online più strutturato denota una pochezza dell’offerta ludica che non è giustificabile nemmeno con il prezzo di lancio, di poco inferiore ai dieci euro.
Siamo sicuri, conoscendo il creatore della serie, che il gioco verrà arricchito e corretto nei prossimi mesi, aggiungendovi tutte quelle cose che al momento gli mancano, ma questa prospettiva, peraltro non suffragata da dichiarazioni ufficiali da parte del publisher, non può bastare, insieme all’effetto nostalgia, a far raggiungere la sufficienza ad un prodotto che è, di fatto, una pre-alpha rilasciata come un titolo completo.
Anche quando Dino Dini’s Kick Off Revival fa bene qualcosa (trovare una partita online, ad esempio, è questione di pochi secondi) lascia l’amaro in bocca con una mancanza correlata (dove sono le classifiche?), facendo annegare il videogiocatore di vecchia data, che fantasticava di questo remake da un decennio buono, in un mare di rimpianti e ricordi sbiaditi.
– Alcuni sprazzi del vecchio Kick Off ci sono…
– …circondati, però, da un mare di bug e mancanze
– Quasi una versione alpha venduta come un gioco finito
– Pochissime squadre e modalità di gioco
– IA dei portieri da riscrivere
– Dal menu al campo, senza passare dalla schermata delle tattiche
Al termine di una delle recensioni più difficili da realizzare degli ultimi anni, siamo costretti a constatare che il ritorno di Kick Off è stato affrettato, probabilmente nel tentativo di sfruttare l’entusiasmo che scaturisce dalla competizione continentale di calcio in corso in Francia.
Anticipando l’uscita di un remake atteso da anni dai videogiocatori meno giovani, però, non si è fatto altro che fare un torto alla community, al brand e al creatore stesso, che probabilmente sarà il primo a non essere soddisfatto di un prodotto monco, con diversi bug, spoglio di troppi elementi considerati fondamentali nel mercato odierno.
Se amate Kick Off, il consiglio è di tenere d’occhio il titolo nei prossimi mesi, così da verificare se i necessari aggiustamenti verranno apportati: solo in quel caso potreste prendere in considerazione l’idea di procedere all’acquisto, che al momento rappresenterebbe poco più che un cieco atto di fede e di nostalgia.