Recensione

Dino Crisis 3

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a cura di Fabfab

“Dinosauri Mutanti nello Spazio”: parrebbe il titolo di qualche ridicolo film di fantascienza di serie B degli anni ’60, mentre invece rappresenta la perfetta epigrafe di questo terzo capitolo di una serie che, evidentemente, non ha più molto da dire.

Da Regina ad AlienIl primo “Dino Crisis” per Playstation era una variante di “Resident Evil” palesemente ispirata al film di Spielberg “Jurassic Park”: mandata ad indagare sulle attività di un misterioso laboratorio nascosto in un’isola tropicale, la protagonista Regina e i suoi compagni finivano con lo scoprire che, a seguito di un esperimento sfuggito al controllo dei loro creatori, il luogo era popolato da ferocissimi dinosauri. La lotta per la sopravvivenza era costellata di combattimenti, munizioni da centellinare, enigmi da risolvere e molta, molta ansia.Già dal secondo capitolo, uscito sempre per la console Sony, la serie cominciava a virare verso l’action più puro, con sempre più combattimenti ed enigmi basilari a fare da contorno.Con questo Dino Crisis 3 la saga perde praticamente ogni punto di contatto con i precedenti: a partire dal protagonista – non più la bella Regina ma il fustacchione Patrick – dall’ambientazione – le vicende non si svolgono più nel presente, sebbene in locazioni di fantasia, ma in un imprecisato ed oscuro futuro in cui la colonizzazione dello spazio è ormai cominciata da tempo -, agli stessi dinosauri – che nulla hanno a che vedere con gli esseri vissuti sul nostro pianeta milioni di anni fa, se non qualche vaga parvenza, almeno per alcuni di loro… – per finire con la modalità di gioco – da action/adventure alla “Resident Evil” a sparatutto a scorrimento in terza persona.L’enorme astronave Ozymandis è un residuo del passato, data per dispersa durante le prime fasi della colonizzazione, circa 300 anni fa: immaginatevi la sorpresa quando riappare sui radar terrestri! Una navetta militare inviata ad indagare viene abbattuta dalle difese della nave ed i pochi sopravvissuti non hanno che una scelta, quella di infiltrarsi a bordo dell’Ozymandis per scoprire i motivi dell’attacco: tuttavia una poco gradita sorpresa li attende all’interno perché l’astronave è sì abitata, ma non certo dai discendenti dei primi colonizzatori! Orde di creature fameliche, più o meno gigantesche, alcune rassomiglianti ai vecchi dinosauri (tipo l’immancabile pseudo T-Rex), tutte rigorosamente mutanti ed affamate di carne umana: sarà davvero dura portare a casa la pelle…

Dinosauri mutanti nello spazioIl gioco, come detto, abbandona le velleità esplorative e puzzle solving dei precedenti capitoli per trasformarsi sostanzialmente in un titolo in cui i combattimenti sono predominanti: è vero che dovrete esplorare in lungo ed in largo l’astronave, con l’inclusione anche di qualche area segreta, ma l’elementarità degli enigmi è tale che non perderete mai troppo tempo per capire come proseguire.Trattandosi di uno sparatutto, i programmatori hanno pensato bene di introdurre un vero e proprio sistema di punteggio che valuta ogni nostro combattimento: i crediti così guadagnati possono essere spesi in un apposito negozio (?!?) in cui acquistare armi speciali, potenziamenti, “continua”, cure e così via…Il gioco va affrontato rigorosamente in solitario, anche se talvolta saremo affiancati da qualche compagno e più avanti nel gioco potremo alternare due protagonisti; Patrick, il nostro eroe, può contare sulla sua tuta da battaglia, il suo fucile, alcune armi speciali secondarie e l’essenziale jetpack, che permette di volare solo per un breve istante, sufficiente a raggiungere altezze altrimenti precluse e la cui spinta è utile in battaglia per accelerate improvvise e schivate dell’ultimo secondo.Un appunto meritano proprio le armi secondarie, il cui utilizzo non si limita alla battaglia: alcune porte, infatti, possono essere aperte unicamente tramite l’utilizzo dell’apposito attacco speciale. Purtroppo quello che potrebbe apparire come un elemento di originalità si traduce invece in una notevole limitazione per il gameplay: le armi speciali sono infatti molto rare e quindi il loro utilizzo in battaglia è fortemente disincentivato dalla concreta possibilità di trovarsi a non poter aprire una determinata porta perché l’arma è già stata usata…I nostri avversari, invece, non brillano per intelligenza o tattica di combattimento, ma il loro numero, la loro agilità e il fatto che siano spesso dotati anche di attacchi da lontano li rende egualmente letali.

Il problema della telecameraGraficamente il gioco si difende più che bene: un buon motore 3D gestisce senza problemi le enormi locazioni interne dell’astronave, i riflessi e i giochi di luce si mostrano senza problemi sulle lucide superfici metalliche, i vari personaggi sono animati in maniera fluida e realistica ed i mostri sono effettivamente impressionanti a vedersi!Per non parlare poi degli spettacolari filmati in computer grafica che inframmezzano spesso e volentieri la storia, illustrandocene gli sviluppi: davvero uno spettacolo per gli occhi.Se tutto quanto detto finora vi ha dato l’impressione di un buon titolo, non molto originale, magari, ma divertente e godibile vi starete allora chiedendo il perché di una valutazione così bassa: bè, è presto detto, il titolo è praticamente ingiocabile a causa dell’assurdo sistema di telecamere!La scelta di un sistema di telecamere fisse, nonostante l’ambiente sia interamente in 3D, può sembrare strana ma tutto sommato nemmeno tanto: insomma, in Capcom non sono certo dei novellini in questo campo…o forse sì? Perché in realtà il problema è proprio questo: le angolazioni scelte per le visuali sono nella maggior parte dei casi insensate e rappresentano un serio ostacolo alla giocabilità del prodotto! In poche parole sarà sempre difficilissimo sia gestire i combattimenti – con nemici continuamente fuori dalla visuale – che le fasi di esplorazione, con porte e passaggi talvolta invisibili sebbene, in realtà, vicini a noi, oppure con le telecamere che cambiano improvvisamente durante un salto con conseguente caduta nel vuoto. Esiste la possibilità di optare per una visuale in soggettiva, ma il fatto che in questa situazione non ci si possa muovere la rende scomoda per l’esplorazione ed impraticabile durante i combattimenti: i nostri nemici non sono lentissimi zombie, ma agili mutanti in grado di colpirci anche alla distanza ed il deficitario lock-on automatico non aiuta, considerato che tende a smarrirsi con preoccupante frequenza.Ecco, in sostanza, il vero, decisivo problema di questo “Dino Crisis 3”: la voglia di proseguire per godervi gli stupendi filmati e scoprire il resto della storia potrebbe spingere i più costanti di noi a continuare fino alla fine nonostante tutto, ma mai come in questo caso si può dire che giocare NON è un piacere…

– Buona grafica

– Spettacolari filmati d’intermezzo

– Trama coinvolgente

– Sistema di controllo impossibile

– Telecamere insensate!

5

Davvero incomprensibile la trascuratezza dimostrata da Capcom in questo suo Dino Crisis 3! Il titolo in questione potrebbe essere un buon sparatutto in terza persona, con momenti di esplorazione e qualche spruzzatina di puzzle solving, graficamente rimarchevole e con in più una bella storia e spettacolari filmati d’intermezzo che rappresentano un grosso incentivo alla prosecuzione dell’esperienza di gioco: peccato che un assurdo sistema di telecamere renda complessa anche la più semplice delle operazioni, come il salto da una piattaforma all’altra, ed i combattimenti talmente frustranti da scoraggiare i meno arditi fra voi, anche selezionando il livello di difficoltà più basso. Probabilmente l’unico, vero difetto del titolo Capcom, ma inficiante in toto la giocabilità generale e per questo assolutamente imperdonabile!

Voto Recensione di Dino Crisis 3 - Recensione


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